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« Tempo...X - La folle corsa »

IX - Il Grande Mago

Post n°21 pubblicato il 18 Ottobre 2006 da AracnoMania
 

Lo sguardo fisso di Rune, bloccava il respiro. Etzbuol, suo protetto, stava di fronte a quegli occhi di ghiaccio e respirava lentamente cercando di non distogliere l'attenzione dalle lente parole che uscivano, come un sommesso gorgoglio, dalla bocca del suo maestro. Era una lingua antichissima, che veniva usata solo in particolari riti di estrema potenza, ma di difficile controllo. L'aria sembrava nera, oleosa nella stanza dalle pareti di pietra. Un fiaccola tentava di respingere il buio che la stava spegnendo, all'improvviso cedette e le tenebre oscurarono gli occhi dei maghi. Etzbuol ebbe la possibilità di recuperare fiato, ma una luce blu accese gli occhi di Rune, vomitò e stramazzò per terra. L'allievo in fretta lo prese in braccio e lo portò nella sua stanza. Lo depose nel letto e richiuse la porta dietro sè, sarebbe andato a trovarlo fra un paio d'ore, per adesso il suo compito era incontrare il Grande Mago Midewain. Egli lo attendeva nella sala congressi del Palazzo Centrale, i suoi occhialetti rotondi e il fisico mingherlino non davano l'impressione che fosse il più potente mago delle ultime sei generazioni. Gli dava le spalle mentre seduto consultava un grande tomo. Etzbuol fu attraversato da un pensiero, un pensiero di morte. Rabbrividì. << Mio Grande Maestro, Midewain. Son giunto da voi per informarvi della missione che mi avete destinato. Il giovane alchimista è stato bloccato prima dell'imboccatura del vortice. >> Il vecchio canuto, si voltò di scatto, sembrò quasi ringiovanire << Chi ha osato fermarlo! Il destino si deve compiere altrimenti sarà un mondo peggiore che cercherà di assimilarci. Che altro sai, parla! >> Etzbuol schiarendosi la voce proseguì: << E' lo spirito del mare, l'Indomabile, agisce in quella zona da sempre e cattura le sue prede per farle impazzire poco prima della fine che li aspetta. Sarà difficile sottrarli al suo potere. >> Midewain urlò di collera, il libro si chiuse con un grande tonfo e alcuni apprendisti che si trovavano in sala scapparono impauriti. La faccia del vecchio mago assunse un colorito rosso << Non possiamo permetterci di fallire! Non ammetto nessun errore, annientate l'Indomabile, la sua vita non vale quanto quella della nostra stirpe! >> Etzbuol stava per accennare una risposta quando alle sue spalle comparve Rune << Mio Grande Maestro, non si spazientisca, quello che sarà necessario fare sarà fatto, come se lei stesso partecipasse all'azione. >> I lineamenti e il colorito della faccia dell'anziano Mago tornarono normali e il suo respiro divenne profondo. Passò lo sguardo sui due Maghi e prese posto sulla sedia, il tomo magicamente si aprì nel punto dove l'aveva lasciato. Immerso nella lettura come se nulla fosse successo non fece caso ai due che uscivano parlottando.

 
Rispondi al commento:
dorianobello
dorianobello il 23/10/06 alle 22:30 via WEB
Scusa il disturbo...cara amica...il Grillo Parlante ti ha fatto un regalo...devi solo scegliere la scatola che più ti alletta...La sorpresa sarà personalizzata a nome tuo...Grazie per la simpatia...GRILLO PARLANTE.
 
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LE AVVENTURE DI MOTANGA

Il vento soffiava leggermente da Nord. Sbrillo esausto contemplava il cielo strappato di nuvole, mentre sorseggiava quella bevanda denominata Adrenina, dal sapore dolciastro e il colore purpureo, sedeva su una sedia in una terrazza del centro del paese di Faglie. Dal balconcino si affacciò Otto, era sudato con gli occhi spiritati, aveva avuto una litigata con una delle sue donne e poi l'aveva posseduta per due ore abbondanti. 
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Sbrillo aveva capito che Otto voleva la sua pozione magica, magari per concludere in bellezza con la dama o magari per riuscire a dirle che era meglio non vedersi più. Controvoglia preparò l'intruglio, lo assaggiò, e lo mise di fronte alla porta di Otto, bussò e si diresse nuovamente in terrazza. Sapeva che in una decina di minuti sarebbe stato lì accanto a lui e avrebbero deciso finalemente il da farsi.
Erano anni che si frequentavano e si scambiavano opinioni varie, avevano avuto la possibilità di fare alcune traversate insieme, ma adesso si trattava di scegliere se formare una ciurma e rimettere in sesto Motanga o continuare ognuno per la propria strada come sempre.

Passarono altre due ore, l'attesa uccideva Sbrillo che nel frattempo aveva cominciato a mischiare Tequila, Adrenina e il suo personale intruglio a base di Foglia del Diavolo. Decise di muoversi, andò a cercare la Musa dei Cerchi di Fuoco.
Faglie era la città natale di Sbrillo, ma non ci si muoveva a suo agio, preferiva viaggiare e stare continuamente in balia della corrente. Ma si sa: i sogni per realizzarsi hanno bisogno di tempo, vera volontà e fatica.
Per sua fortuna trovare una Musa non era un sogno, sua personale confidente era entrata nella vita del giovane Sbrillo poco tempo prima ed aveva occupato immediatamente un ruolo stabilizzante. Infatti Arachiù, così lo conoscevano in paese, era solito avere momenti di follia incontrollabile che manifestava con un arrossamento del viso (diventava magenta in alcuni casi) e un'insaziabile bisogno di sputare veleno e acido citrico su chiunque fosse alla portata della sua voce. Il compito che la Musa assolveva con tenerezza era quello di portarlo nuovamente nel mondo razionale che solitamente ordinava il giovane marinaio.

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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