Creato da amaitti il 28/08/2011

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Che bel mondo.

Post n°903 pubblicato il 22 Aprile 2023 da amaitti

"Prima furono gli orsi, perché la gente ormai aveva paura 
di passeggiare liberamente nei boschi.
Poi furono i lupi, perché è notorio che i lupi mangiano
i bambini, oltre al vostro amatissimo cane.
A seguire sterminarono i cinghiali, che sono grossi e pericolosissimi, 
e se ne prendi uno con la macchina ciao, tu la macchina e il cinghiale 
(ma del cinghiale chissenefrega).
Poi venne il turno delle vipere, perché è ingiusto che non si possa fare 
un picnic in santa pace senza essere morsi. Però, per essere sicuri 
sicuri, non uccisero solo quelle, ma proprio tutti i serpenti, 
perché comunque fanno schifo, e nessuno ne avrebbe 
sentito la mancanza.
Quindi uccisero i cervi, che erano sì carini, ma con quei palchi 
si sa mai, è un attimo che ti sventrano se gli gira male. 
E uno che fa motocross tranquillo nel bosco non può pensare 
pure ai cervi, santo cielo.
Poi toccò a volpi e faine, perché beh, c'è il discorso della rabbia...
Ammazzarono quindi tutti i tassi, i ricci e gli scoiattoli, 
perché sono sporchi e portano malattie.
Fu poi il turno di vespe ed api, con quei pungiglioni cattivi, 
delle zecche fetentissime, e dei ragni, perché "mio cuggino 
mi ha detto che c'è il ragno violino che ti morde e muori".
Poi un giorno si accorsero che sui monti c'era il pericolo 
dei fulmini: e così coprirono tutti i boschi con reti metalliche, 
per prevenire che qualche turista ne fosse colpito a morte 
mentre si godeva il fresco del temporale, che è un diritto 
riconosciuto anche dall'ONU. Mettere le reti non fu nemmeno 
troppo complicato, tanto gli uccelli li avevano già ammazzati 
tutti da tempo, perché avevano quella mania di cagare dove capita, 
e non è asettico per niente.
E gli alberi? Via tutti quelli troppo alti e pericolosi, quelli con pollini 
potenzialmente mortali per gli allergici, quelli con le spine, 
e già che ci siamo pure quelli brutti e storti, che anche l'occhio 
vuole la sua parte.
Chiusero poi tutte le sorgenti, perché l'acqua non era stata analizzata 
e poteva contenere dei patogeni, e sistemarono bene massi e sassi, 
per prevenire frane e slogature.
Ovunque misero cartelli: "non gettatevi dai burroni". Siccome però 
la gente continuava a cadere nei burroni, perché non si può fare 
un selfie senza sporgersi per bene, decisero di livellare tutto 
con grandi ruspe, e chiudere così la questione. Al posto dei burroni 
veri misero dei poster, e dietro i poster dei chioschetti per fare
l'aperitivo prima di riprendere la strada per la città, con un grande orso 
di plastica all'ingresso, così che la gente potesse ricordarsi 
che cos'era la vera natura, e magari fare due foto.
E fu così che alla fine nel bosco rimase solo una specie: l'uomo, 
che finalmente si sentiva sicuro.
Ma il bosco, non era più un bosco da molto tempo."

(Dedicato a Jj4) di Elena Baruzzi
Oipa Treviso

 
 
 
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