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CHI C’È DIETRO LE VICENDE IN NAGORNO-KARABAKH?

Post n°1632 pubblicato il 02 Ottobre 2023 da scricciolo68lbr

L'OBRA DEL SIONISMO DIETRO LA FINE DEL NAGORNO-KARABAKH

La questione Nagorno-Karabakh vede un gioco geopolitico ben più complesso di quanto appare e che va ben oltre l’antagonismo azero-armeno. La vicenda vede coinvolti due Paesi caucasici di importanza strategica globale poiché confinanti con la Russia. Lo spiega M. K. Bhadrakumar su Indian Punchline ricordando come negli ultimi mesi il presidente armeno Nikol Pashinyan, salito al potere grazie all’ennesima rivoluzione colorata avvenuta nei Paesi ex sovietici (la rivoluzione di velluto in Armenia), abbia dismesso i panni moderati pregressi per indossare quelli usuali dei leader instaurati attraverso tali rivolgimenti, avviando un progressivo distacco-antagonismo da Mosca.
L’interpretazione di Bhadrakumar è che l’invasione del Nagorno-Karabakh, ha risolto un problema all’UE e agli Stati Uniti: chiusa la controversia del Nagorno-Karabakh, adesso Armenia e Azerbaigian - in un cammino analogo a quello dell'Ucraina -, potrebbero essere invitati a far parte dell’Unione europea. Passo precedente a quello di un’eventuale ingresso nella NATO. Approfittando delle preoccupazioni della Russia per l’Ucraina, gli Stati Uniti e l’UE si sono inseriti in modo aggressivo nella regione del Mar Nero e nel Caucaso. L’Armenia è un frutto a portata di mano, ma sarebbe più difficile con l’Azerbaigian considerato il legame a filo doppio con la Turchia, variabile incontrollabile di questo puzzle complesso.

L'OMBRA DEL SIONISMO

Ma esiste un altro tassello di questo puzzle complesso. E a dircelo è lo stesso quotidiano israeliano Haaretz: “A partire dal secondo decennio del 21° secolo, Israele ha aiutato l’Azerbaigian a commettere crimini di guerra e a sconfiggere gli armeni nel Nagorno-Karabakh”.
Aggiungendo che“Israele ha una relazione strategica con gli azeri basata sull’acquisto di armi [israeliane] per miliardi di dollari, ma anche in relazione alla guerra di Israele contro l’Iran [Tel Aviv usa l’Azerbaigian come base contro Teheran] e per l’acquisto di una parte significativa del petrolio di cui necessita dall’Azerbaigian”.

Sempre lo stesso quotidiano, dopo aver raccontato altre connessioni tra i due Paesi, riferisce che “il Ministero degli Esteri ha ammesso che il rifiuto di Israele di riconoscere il genocidio armeno – che definisce semplicemente una ‘tragedia’ – deriva in parte dal suo rapporto con il governo azero” [qui].

“Quello che sta accadendo nel Nagorno-Karabakh non è il primo caso di pulizia etnica che porta le impronte digitali di Israele. La persecuzione dei Rohingya in Myanmar e dei musulmani durante la guerra in Bosnia sono solo due esempi tra tanti. Israele dovrebbe imparare dalla storia del popolo ebraico che la commistione tra enormi quantità di armi e la distorsione della storia è una ricetta sicura per provocare disastri” [qui].

LA POSIZIONE DELL'IRAN

Last but not least, a complicare ulteriormente il quadro geopolitico vi è l’ambiguo rapporto tra Azerbaigian e Iran. Da un lato Teheran guarda al vicino con preoccupazione, ma dall'altro vi sono legami atavici tra i due Paesi che affondano le radici nella sfera religiosa, essendo l’Azerbaigian l’unica nazione sciita oltre l’Iran.
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FONTI:
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