Pensieri e parole...
Riflessioni, emozioni, musica, idee e sogni di un internauta alle prese con la vita... Porto con me sempre il mio quaderno degli appunti, mi fermo, scrivo, riprendo il cammino... verso la Luce
NON SONO GLI EVENTI A PORTARE LA FELICITA', MA E' LA FELICITA' A PORTARE EVENTI POSITIVI.
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CI SONO DIVERSI TIPI DI SORRISO. SI PUO' DECIDERE DI SORRIDERE CON GLI OCCHI, CON LA BOCCA O CON IL CUORE. E POI C'E' QUEL SORRISO CHE LI CONTIENE TUTTI.
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Messaggi del 27/06/2022
Post n°1286 pubblicato il 27 Giugno 2022 da scricciolo68lbr
La battaglia per la libertà di Julian Assange non si ferma L’editore di WikiLeaks non verrà estradato subito e i suoi legali sono già al lavoro su tre fronti differenti per capovolgere la decisione dell’Alta Corte a favore dell’estradizione. Il processo sull’estradizione di Julian Assange non si chiude con l’assenso all’estradizione pronunciato la scorsa settimana dalla ministra britannica degli Affari Interni Priti Patel. Il team legale ha davanti tre possibili strade per capovolgere l’esito e verranno percorse tutte, in parallelo, per salvare Assange dal trasferimento in un carcere statunitense e da un processo sulla cui equità è possibile non nutrire dubbi soltanto se non si conosce l’Espionage Act americano (su cui sono basati diciassette dei capi di imputazione che pesano su Assange). Il mito del ‘giusto processo’ dopo l’estradizione Le tre azioni parallele della difesa La revisione giudiziaria consente alle persone di verificare la legittimità delle decisioni prese dal governo e da altri enti pubblici. Non può però essere utilizzata per contestare il merito della decisione presa da un’autorità pubblica, stabilisce soltanto se la decisione sia stata presa seguendo la procedura corretta. Veniamo alla seconda strada, l’appello presso l’Alta Corte. Per chi guarda al processo sull’estradizione dal punto di vista della salvaguardia dei diritti umani, il sistema giudiziario inglese ha ‘mancato il bersaglio’ di continuo, evitando ad ogni passo – dal primo grado di giudizio in poi – di affrontare le questioni davvero centrali nel caso. Proprio a tale aspetto si ricollega l’appello presso l’Alta Corte. Impugnando presso quest’ultima la sentenza in primo grado – che pur negando l’estradizione lo faceva soltanto sulla base delle ragioni legate alla salute mentale di Assange – si porterà l’attenzione della corte stessa sui punti “ignorati” all’epoca dalla giudice Baraitser. Il fine è comprendere se sia stato corretto “scartarli”. Tra questi punti figurano, senza dubbio: A questi punti si aggiungeranno, con molta probabilità, lo spionaggio del governo inglese ai danni di una legale di Assange (confermata a inizio giugno da una sentenza della Cedu) e la volontà della CIA di rapire o avvelenare Assange, emersa da un processo in corso in Spagna e da un’inchiesta di Yahoo News. La terza via che il team legale percorrerà è quella del ricorso presso la Cedu. Un membro della squadra sta già lavorando al ricorso, che non potrà però essere presentato prima di aver esaurito i canali giudiziari britannici. Le tempistiche Anthony Albanese, la soluzione diplomatica e i sostenitori di Assange Da quando Nils Melzer ha lanciato questo allarme, affermando di vedere in Assange tutti i segni della tortura psicologica, molte voci gli si sono unite, tra queste l’assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa – con un emendamento approvato all’unanimità – e la Commissaria del Consiglio d’Europa sui Diritti Umani. Oggi la speranza dei gruppi di attivisti che difendono Assange è Anthony Albanese, che a dicembre, poco prima di essere eletto presidente australiano, aveva affermato “quando è troppo è troppo” circa la detenzione di Assange, sostenendo di non sapere quale utilità avesse. Come l’ex ministro degli Esteri australiano Bob Carr ha affermato qualche giorno fa, “in una alleanza tra America e Australia, una richiesta su Assange è poca cosa”. Spiegando che l’Australia dà già abbastanza prove di essere un alleato importante, ha messo in evidenza il fatto che il suo paese ospita talmente tante infrastrutture nell’ambito delle comunicazioni, talmente tante navi, aerei e Marines da correre il rischio costante di essere obiettivo di attacchi nucleari. Considerando questo, secondo Carr, Biden non potrebbe che dire di sì, se Albanese gli chiedesse di archiviare le accuse ad Assange. Oggi Albanese e il suo governo affermano, a riguardo, che la diplomazia non si fa sotto i riflettori. Questo fa pensare a un possibile tentativo di dialogo dietro le quinte. Sarebbe un grande cosa. Anche perché, in un mondo in cui tanti spingono per potersi definire filoamericani, l’unico modo per essere davvero “amici” degli Stati Uniti è quello di avere il coraggio di dir loro chiaramente che, perseguendo un editore, stanno perdendo l’anima stessa del loro Primo emendamento. Credit Image: © Nikolas Georgiou/ZUMA Press Wire Preso dal sito di Micromega: https://www.micromega.net/julian-assange-liberta/ MicroMega non è più in edicola: la puoi acquistare nelle librerie e su SHOP.MICROMEGA.NET, anche in versione digitale, con la possibilità di scegliere tra vantaggiosi pacchetti di abbonamento. |
Post n°1285 pubblicato il 27 Giugno 2022 da scricciolo68lbr
Dichiarazione sulla sentenza della Corte Suprema degli Stati Uniti d’America.
di Carlo Maria Viganò
Il 24 giugno 2022, la Corte Suprema degli Stati Uniti d’America, ribaltando la sentenza Roe v Wade del 22 Gennaio 1973, ha sanato un vulnus di natura costituzionale e allo stesso tempo ha restituito la sovranità agli Stati federati dopo quasi cinquant’anni. La sentenza della Corte Suprema non si è pronunciata in merito al “diritto all’aborto” – come afferma la narrazione mainstream – bensì in merito alla sua «legalizzazione obbligatoria in tutti gli Stati», facendo sì che la decisione sulla «profonda questione morale dell’aborto» tornasse «al popolo e ai suoi rappresentanti eletti», ai quali la Roe v. Wade l’aveva sottratto contro il dettato costituzionale.
È così fallito il tentativo di intimidire i Giudici della Corte Suprema, iniziato con la dolosa diffusione delle bozze della sentenza da parte degli esponenti della lobby abortista. Così come è fallita miseramente la retorica di morte della sinistra democratica, alimentata da movimenti estremisti e da gruppi finanziati dalla Open Society di George Soros. Ed è significativo vedere quali siano le reazioni violente e intolleranti dei sedicenti liberali, da Barack e Michelle Obama a Hillary Clinton, da Nancy Pelosi a Chuck Schumer, dal Procuratore Generale Merrick Garland a Joe Biden, senza parlare delle dichiarazioni dei politici e dei capi di stato del mondo occidentale. Basterebbe questo, in realtà, per far comprendere l’importanza di questa sentenza: gli attentati dei gruppi pro choice, gli assalti alle associazioni pro life, le profanazioni di chiese, le scene di isteria dei sostenitori del diritto all’uccisione della vita innocente del nascituro riuniscono emblematicamente gli esponenti del partito democratico finanziati da Planned Parenthood a sua volta finanziata dal governo, la Sinistra woke, i seguaci del globalismo di Klaus Schwab, gli esponenti della Massoneria internazionale, i teorici della svolta green e della riduzione demografica, i propagandisti del gender, dell’ideologia Lgbtq+ e delle bandiere rainbow, gli adepti della chiesa di Satana che considerano l’aborto come un loro “rito”, i mercanti di feti umani delle cliniche di morte, i piazzisti di “vaccini” prodotti con feti umani, i sostenitori della farsa pandemica e il loro grottesco codazzo di esperti sono tutti concordi nel veder minacciata la propria egemonia, che dal 1973 ha causato negli Stati Uniti la morte di 63 milioni di bambini, offerti in sacrificio umano al Moloch del politicamente corretto. Il mondo globalista, che ha fatto della violazione sistematica del corpo umano la propria bandiera ideologica, imponendo una terapia genica sperimentale contro ogni evidenza scientifica, si straccia oggi le vesti rivendicando la bodily autonomy della donna e il suo diritto a uccidere la vita che porta in grembo. Questo mondo globalista, in cui un’élite di criminali eversori si è impossessata del potere ed è ascesa ai vertici delle Nazioni e delle istituzioni internazionali, ha perso gli Stati Uniti d’America, grazie a una sentenza storica emessa da Giudici saggi, tra i quali gli ultimi nominati dal Presidente Donald Trump, il cui impegno in difesa della santità della vita ha oggi riportato una grande vittoria per l’America e per quanti ad essa guardano come a un modello da imitare. Molti Stati hanno già dichiarato illegale la pratica dell’aborto e grazie al pronunciamento della Corte Suprema potranno finalmente riconoscere e tutelare i diritti del nascituro. Gli organi di stampa vaticani e della Conferenza episcopale americana evocano questo giorno storico con sospetta moderazione, quasi fosse per loro un imbarazzante dovere. Tace Bergoglio, che fu però tanto loquace quando si trattò di attaccare Donald Trump o di dare appoggio alla Clinton, a Biden e ai candidati dem. Al suo silenzio dinanzi alla vittoria del Bene sull’ideologia di morte del mondo senza Dio fa ancora eco la propaganda della chiesa bergogliana dei cosiddetti vaccini e l’appoggio all’Agenda 2030 dell’ONU, che è tra i principali fautori della “salute riproduttiva” imposta alle Nazioni proprio a partire dalla sentenza del 1973. Senza dimenticare come la Pontificia Accademia per la Vita, voluta da Giovanni Paolo II, sia stata sfigurata in questi ultimi dieci anni includendovi personaggi notoriamente favorevoli all’aborto e alla contraccezione. L’odio nei confronti di Trump e la rete di rapporti e interessi della deep church con il deep state hanno portato alla luce, tra le altre, questa grande contraddizione della chiesa bergogliana, impegnata a fare affari con l’alta finanza globale e con le case farmaceutiche, mentre emergono gli scandali economici e sessuali che coinvolgono politici e prelati. Nel giorno in cui la Chiesa celebra la festa del Sacratissimo Cuore di Gesù, il Signore ha voluto concedere agli Stati Uniti d’America la possibilità di riscattarsi, facendo sì che le leggi umane siano coerenti con la Legge di natura impressa dal Creatore nel cuore dell’uomo. E questa è l’unica, necessaria premessa perché una Nazione sia benedetta dal Cielo. Auspico che il Popolo americano sappia far tesoro di questa opportunità storica, e che comprenda che non vi può essere giustizia dove si riconoscono diritti all’aborto, non vi può essere pace e prosperità in una società che massacra i propri figli, non vi può essere libertà dove la licenza, il vizio e la superbia sovvertono i Comandamenti di Dio.
+ Carlo Maria Viganò, Arcivescovo
24 giugno 2022 |
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