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Pensieri e parole...

Riflessioni, emozioni, musica, idee e sogni di un internauta alle prese con la vita... Porto con me sempre il mio quaderno degli appunti, mi fermo, scrivo, riprendo il cammino... verso la Luce

 

Messaggi del 06/10/2022

I like Chopin...

Post n°1345 pubblicato il 06 Ottobre 2022 da scricciolo68lbr

Ascoltiamo una canzone per decenni e, improvvisamente, ci rendiamo conto di non averne compreso il testo a sufficienza... capita specialmente se il brano è comoisto in lingua inglese. È il caso di questa splendida canzone di Paul Mazzolini, meglio conosciuto come Gazebo, che, da tormentone del 1983, è divenuta, col tempo, un classico della Italo Disco, e, forse, anche qualcosa di più. Lo so, si tratta di una canzone commerciale, che fa ampio uso di elettronica, di arrangiamenti semplificati, ma, quelle 4 note di piano, hanno qualcosa di veramente magico. Come si dice in gergo, sono note stregate.

Paul Mazzolini, in arte Gazebo, è nato a Beirut (Libano) il 18 febbraio del 1960. Figlio di un diplomatico italiano, originario del Friuli, e di una cantante statunitense. La mamma era di origini croate, ma aveva acquisito la cittadinanza americana sposando un cittadino statunitense, prima di incontrare il padre di Paul. In ragione del lavoro di suo padre, un diplomatico (console), Gazebo ha vissuto in Giordania (Amman), tra l’altro vivendo la guerra dei sei giorni, poi per volere della madre, si trasferirono in Danimarca (dove ha imparato un buon inglese in una scuola americana) e poi Francia. Cresce a Roma, dove impara a suonare la chitarra all'età di dieci anni. Ha studiato al Lycée Chateaubriand. Gazebo è legato sentimentalmente a una donna, che si chiama Maria, conosciuta alla fine degli anni '80. Dal loro amore sono nati due figli, Gabriel ed Eva, ma il cantante e produttore ha sempre preferito tenere lontana dai riflettori la vita privata. A carriera già iniziata ha terminato i suoi studi universitari di Letteratura francese alla Sapienza - Università di Roma con una laurea nel 1983. Musicalmente è cresciuto ascoltando nell’ambiente familiare con la madre che cantava Sinatra e Doris Day ed il Padre, che avendo partecipato al secondo conflitto Mondiale, era stato prigioniero degli Scozzesi e gli cantava le canzoncine scozzesi.

Si è trasferito in Italia nel 1975 e qui ha iniziato la carriera di musicista cimentandosi in vari generi musicali, tra cui jazz, rock e punk rock. Nel 1981 incontrò il famoso produttore Paul Micioni. Micioni stava cercando una voce maschile da affiancare a Natasha Maimone per un nuovo progetto Italo-Disco chiamato "Range". Il titolo del brano era "Give Me" e gli arrangiamenti erano di un musicista esordiente che si chiamava Pierluigi Giombini. Proprio da questo incontro, nascerà una delle collaborazioni di maggior successo dell’intero panorama Italo-Disco. Il successo per Mazzolini-Giombini-Micioni arrivò nel 1982 con il singolo di grande successo “Masterpiece”. Pubblicato inizialmente sotto l'etichetta indipendente Best Record venne in seguito ristampato dalla Baby Records di Freddy Naggiar che permise al brano, grazie alle divisioni marketing e alle capacità del produttore, di raggiungere gli importanti traguardi che ancora oggi caratterizzano il percorso di questo pezzo. Nell'estate del 1983 ancora sotto la guida di Naggiar, Gazebo pubblica proprio sotto la Baby Records il singolo “I Like Chopin” composto dal maestro Pierluigi Giombini; il brano rimase in testa alle classifiche europee per settimane e diventerà il maggior successo di Gazebo, vendendo otto milioni di copie e rimanendo nella storia dell’intero decennio. ll passo successivo fu la pubblicazione dell'album d'esordio omonimo, dal quale verranno estratti i due singoli Lunatic (tra le prime venti posizioni nelle classifiche di molti Paesi europei) e Love in your eyes. Nello stesso anno Gazebo scrisse il testo di "Dolce vita", destinato a diventare il più grande successo discografico nella carriera di Ryan Paris: la canzone raggiunse le prime posizioni in classifica in molti Paesi europei. L'album del 1984, Telephone Mama, non incontrò grande favore di pubblico e dopo Univision, terzo album di Gazebo, il cantante cominciò la sua carriera di produttore ed arrangiatore. Nel 1992 uscì l'album "Scenes From The News Of Broadcast" che conteneva, fra gli altri, due brani molto interessanti: "Fire" e "The Fourtheen Of July". Nel 1996 fece uscire "Portrait", l'album remix dei suoi più grandi successi. Nell'autunno 2006 lanciò il singolo "Tears for Galileo" che risalì le classifiche fino ad arrivare al primo posto nell'Euro dance chart. Jacques Villeneuve ha realizzato una cover della canzone "Women come women go", pubblicata nell'album "Private Paradise", primo disco del pilota canadese. Nel dicembre 2007 al seguito di una gara di remix uscirono le prime due versioni di Ladies! il nuovo singolo. L'idea era di mettere a disposizione dei Dj e dei musicisti, le tracce vocali dando a ragazzi la possibilità di adattarle sulle proprie strumentali. Arrivarono oltre 40 remix, 30 dei quali sono sul lettore multimediale del sito ufficiale del suo nuovo album, e nella pagina apposita di myspace. Le 12 versioni più belle, usciranno su iTunes e su CD. Nel 2008 pubblicò "The Syndrone" l'album che include anche il singolo "Virtual Love". Nel 2011, distribuito esclusivamente attraverso i negozi digitali (iTunes, Amazon ecc), uscì Queen of Burlesque e relativo video su Youtube. Nel 2013 fa uscire "I Like ... Live!", 30 anni di carriera in un doppio CD con 21 brani registrati in Europa durante il "Syndrone Tour". Distribuito online dalla Softworks dal suo sito, il progetto è stato reso disponibile anche nei grandi stores digitali. Nell'autunno 2015, anticipato da "Blindness", il nuovo singolo, esce il nuovo album "Reset", che include altri due singoli, la ballad "Wet Wings" e "The Secret". Nell'anno 2018 esce "Italo By Numbers" in cui l'artista reinterpreta i più grandi successi degli anni 80 del panorama musicale italiano e non solo. Da "Easy Lady" a "Self Control" di Raf, passando per "Dolce Vita" di Ryan Paris di cui è artefice del testo. In questo album Paul Mazzolini inserisce un inedito, per la prima volta cantato in italiano: La Divina, che racconta la storia del suo maestro di canto, innamorato della Callas, la Divina appunto. Il pezzo è presente anche nella sua versione originale inglese, sempre ad opera di Gazebo, intitolato Untouchable.

I like Chopin: come nasce.

Gazebo, era il 1983, stava facendo l’università all’epoca, stava leggendo le traduzioni di Edgar Allan Poe fatte da Charles Baudelaire, poiché questi era un fan di Allan Poe e traduceva i suoi scritti. Si imbatté in una poesia bellissima di Baudelaire, “Correspondance”. Corrispondenze in italiano, è infatti il titolo di uno dei componimenti poetici più noti di Charles Baudelaire ed è considerato uno dei manifesti della poetica simbolista (vedasi L’Ottocento). Fa parte della sezione Spleen e ideale, la prima delle sei che compongono I fiori del male (1857). La natura è vista come un tempio vivente, una foresta di simboli che solo il poeta, grazie alla sua sensibilità e veggenza, può decifrare. 

 

Testo francese

Corrispondenze ha la struttura di un sonetto in versi alessandrini con rime ABBA CDDC EFE FGG.

  • La Nature est un temple où de vivants piliers
  • Laissent parfois sortir de confuses paroles;
  • L’homme y passe à travers des forêts de symboles
  • Qui l’observent avec des regards familiars.
  • Comme de long échos qui de loin se confondent 5
  • Dans une ténébreuse et profonde unité,
  • Vaste comme la nuit et comme la clarté,
  • Les pafums, les couleurs et les sons se répondent.
  • Il est des parfums frais comme des chairs d’enfants,
  • Doux comme del hautbois, verts comme les prairies, 10
  • – Et d’autres, corrompus, riches et triomphants,
  • Ayant l’expansion des choses infinies,
  • Comme l’ambre, le musc, le benjoin et l’encens,
  • Qui chantent les transports de l’esprit et des sens.

Traduzione

  • La Natura è un tempio dove incerte parole
  • mormorano pilastri che sono vivi,
  • una foresta di simboli che l’uomo
  • attraversa nel raggio dei loro sguardi familiari.
  • Come echi che a lungo e da lontano
  • tendono a un’unità profonda e buia
  • grande come le tenebre o la luce
  • i suoni rispondono ai colori, i colori ai profumi.
  • Profumi freschi come la pelle d’un bambino,
  • vellutati come l’oboe e verdi come i prati,
  • altri d’una corrotta, trionfante ricchezza
  • che tende a propagarsi senza fine – così
  • l’ambra e il muschio, l’incenso e il benzoino
  • a commentare le dolcezze estreme dello spirito e dei sensi.

 

Secondo Baudelaire, la realtà che vediamo ne nasconde una più profonda, in cui ogni elemento è legato reciprocamente agli altri.

Nella prima quartina di Corrispondenze sono utilizzate due metafore: quella del tempio, luogo del sacro e del divino, e quella della foresta, luogo in cui ci si può smarrire. Baudelaire presenta la Natura come un tempio vivente formato da pilastri parlanti che l’uomo dotato di chiaroveggenza, cioè il poeta, attraversa e ne coglie messaggi e legami.

I colori, i suoni, i profumi del mondo sono legati tra loro in una sorta di dialogo: nella seconda quartina queste manifestazioni sono paragonate a echi prolungati che partono da lontano e convergono verso lo stesso centro. Il poeta può percepire, grazie alla propria intuizione, i legami tra gli elementi della Natura, ma non conoscerli nel profondo: essi sono infatti fusi in una «unità profonda e oscura / vasta come le tenebre o la luce» (vv. 6-7).

 

 

Nelle due terzine il poeta si concentra sulle sensazioni olfattive: da una parte profumi che trasmettono purezza e innocenza (vv. 9-10), dall’altra profumi intensi e invasivi (l’ambra e il muschio sono associati a profumi femminili; il benzoino è una resina esotica da cui si estrae un’essenza pregiata; l’incenso è utilizzato in campo religioso). Centrale è in questo procedimento il ricorso alla figura retorica della sinestesia, che associa due sfere sensoriali differenti.

Ma torniamo al testo del brano, la traduzione è molto semplice, e, quasi, non c'è nemmeno bisogno di leggere il testo, visto che anche la pronuncia è davvero chiara. Gazebo è italiano, ma per motivi commerciali dovette tenere nascoste le sue vere origini e fingere di essere americano. 

 

Ecco i primi due paragrafi:

Remember that piano

So delightful unusual

That classic sensation

Sentimental confusion

Used to say

I like Chopin

Love me now and again

 

Quindi si parla di amore fisico verso il grande pianista Chopin?

In effetti già qui qualche cosa non torna. Ho sempre creduto si trattasse di un'atto di reverenza verso l'immenso compositore polacco, invece no. Perché si parla di confusione di sentimenti? E perché questa strana richiesta di fare ancora l'amore? Avrei dovuto pensarci prima che c'era qualcosa che non andava, ma ero troppo ipnotizzato dalla melodia per farci caso. 

 

Gazebo in realtà ci parla della scrittrice George Sand e Chopin. Per capire il senso del brano ci dobbiamo mettere nei panni di George Sand

Chi era questo personaggio? In estrema sintesi si tratta di una scrittrice francese (una donna e non un uomo a scapito del nickname scelto). Si tratta di un personaggio  ambiguo, che non si è mai capito se fosse stato fosse stato femminista, lesbico, rivoluzionario o altro. È sempre rimasta in delicato equilibrio, a partire dalla scelta del nome. Quello che è certo che ha dedicato tutta la sua vita a combattere il pregiudizi, a partire da quelli sessisti, ragion per cui scelse uno pseudonimo ed un look maschile.

Nella sua vita dedicata ad abbattere i pregiudizi, si scelse anche, tra i numerosi, un amante Polacco (che all'epoca potrebbe essere stato considerato come un extracomunitario di oggi) con un grande genio per la musica: Fryderyk Chopin.

 

Se avete voglia di leggere la storia della loro relazione, scoprirete che è davvero affascinante. Vi invito a farlo, ma, nel frattempo vi invito a riascoltare la canzona ripensando a quello che avete letto qui: vi trasmettere delle emozioni del tutto nuove (per quanto possa sembrare impossibile che una canzone, dopo 40 anni, possa ancora sorprenderci). Di seguito il testo e buon ascolto.

 
 
 

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     IL TIBET NASCE LIBERO

  LASCIAMO CHE RESTI TALE

                             i

Le parole.

                       I

Le parole contano
dille piano...
tante volte rimangono
fanno male anche se dette per rabbia
si ricordano
In qualche modo restano.
Le parole, quante volte rimangono
le parole feriscono
le parole ti cambiano
le parole confortano.
Le parole fanno danni invisibili
sono note che aiutano
e che la notte confortano.
                                  i
 
 

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