Creato da scricciolo68lbr il 17/02/2007

Pensieri e parole...

Riflessioni, emozioni, musica, idee e sogni di un internauta alle prese con la vita... Porto con me sempre il mio quaderno degli appunti, mi fermo, scrivo, riprendo il cammino... verso la Luce

 

Messaggi del 25/09/2023

BISOGNA ABBATTERE IL VECCHIO PER POTER COSTRUIRE IL NUOVO!

Post n°1617 pubblicato il 25 Settembre 2023 da scricciolo68lbr
 

Le vicende susseguite ai funerali di Napolitano, con tanto di valanghe di insulti sul web da parte della gente comune, ha evidenziato. se mai ce ne fosse bisogno, quale distacco si è venuto a creare tra i comuni cittadini e la classe politica italiana, marcia e putrescente, oggi più che mai. Il sistema partitico italiano sin dagli inizi degli anni Cinquanta si è caratterizzato per un’estrema rigidità della sua struttura e della sua organizzazione. Tale sistema si è poi consolidato e protratto anche quando l’istituzionalizzazione del sistema democratico non richiedeva più quell’eccessiva stabilità che spesso si è tradotta in “immobilismo e inerzia del sistema stesso”.  Nel corso della storia repubblicana italiana, ai tradizionali partiti del secondo dopoguerra si sono affiancati soggetti politici e movimenti di matrice localista o di natura antisistemica, sorti negli anni Sessanta, Settanta e Ottanta, potenziali portatori di ideali e messaggi, espressione di un determinato momento storico. Le divisioni sociali, politiche e culturali, la separazione politico-ideologica imposta dal contesto internazionale della guerra fredda, e un sistema elettorale che garantiva la rappresentanza parlamentare anche con un numero molto esiguo di voti, hanno caratterizzato per decenni il sistema politico italiano. Il sistema partitico era contraddistinto da una bassissima volatilità e da un’elevata stabilità elettorale, da un’organizzazione dei partiti fin troppo ben definita e da una identificazione dei partiti con specifiche tematiche che si traducevano in messaggi e proposte precisi e ben distinguibili. L’identificazione partitica è sempre stata un valido strumento di rilevamento dei legami tra partiti e società civile; ideologia e polarizzazione, elementi sostenuti dalla propaganda di partito, sono stati i principali mezzi di catalizzazione del consenso. Oggi tutto questo non funziona più, le persone avvertono un distacco non più colmabile rispetto ai soggetti politici, nonostante ci siano stati tentativi di portare qualche novità nel panorama politico, rovinosamente naufragato, vedi l’esperienza tragicomica del M5S. Quindi? Oggi si avverte l’esigenza, per molti certo non per tutti, di evitare di affidarsi, tramite il consenso elettorale, a individui spesso poco preparati, nel migliore dei casi, quando a personaggi scaltri e legati a poteri forti o alla malavita, nel peggiore dei casi. Il popolo sente il bisogno di contare di più, di smetterla di assistere in maniera deludente, alle scialbe performance dei politici di turno, che promettono e propongono programmi elettorali ambiziosi e basati sulla difesa e valorizzazione delle classi più basse, quanto poi rimangiarsi tutto e adottare provvedimenti non condivisi neppure dalla base dell’elettorato di chi è confluito al potere. Insomma c’è da ripensare tutto, individuare una forma e modello nuovi di governo del Paese, dove le scelte non siano solo fatte da persone “contrattualmente” abilitate per un quinquennio a governate il Paese, nel bene e nel male. Tutto questo, al di là degli sviluppi a cui assisteremo fa ben sperare che si possa verificare quel cambiamento nelle forme di governo del Paese, più vicine alle esigenze di tutti, rispettose della Carta Costituzionale, che fino a che è in vigore, va onorata e rispettata, rispettose delle norme basilari etiche e morali, e non solo dettate da esigenze meramente economiche.

 
 
 

CROSETTO CRITICO VERSO LA GERMANIA!

Post n°1616 pubblicato il 25 Settembre 2023 da scricciolo68lbr

Il ministro Crosetto: "La Germania non è un Paese amico, grave che paghi le Ong"

Il ministro della Difesa, intervistato da La Stampa, accusa Berlino di avere un "approccio ideologico" che "ci mette in difficoltà" e chiede un cambio di rotta a livello europeo.

"Grave che Berlino paghi le Ong, la Germania non è un Paese amico". Lo afferma in una intervista a La Stampa, il ministro della Difesa Guido Crosetto. "Ha un approccio ideologico - aggiunge - ci mette in difficoltà. Parigi blocca le frontiere e nessuno dice niente, l'Europa spesso sbaglia strategie".

Secondo Crosetto, "I problemi del governo, in questo momento, sono l'immigrazione, l'inflazione e l'economia. Su questi grandi temi non possiamo agire da soli". Agli scafisti, secondo il ministro, "bisogna togliere la certezza di poter condurre i loro traffici senza che nessuno li fermi. Superato un certo limite, diventa quasi un atto di guerra. Serve però un cambio di approccio a livello europeo. Vedo che i francesi bloccano con militari e polizia le frontiere, eppure nessuno dice niente".

Come fare? "Non si può utilizzare la Marina. Senza una autorizzazione a riportare le persone da dove sono patire, finiremmo per fare il gioco dei trafficanti di esseri umani e il lavoro delle Ong. Gli scafisti vanno tratti alla stregua di criminali internazionali".

Rispondendo alla domanda sul fatto che la Germania finanzierebbe una Ong per salvare le vite nel Mediterraneo, Crosetto rincara: "È molto grave. Di fronte alla nostra richiesta di aiuto questa è la loro risposta? Noi non ci siamo comportati allo stesso modo quando Angela Merkel convinse l'Ue a investire in Turchia miliardi di euro per bloccare i migranti che arrivavano in Germania dal Medio Oriente". Crosetto non vede un disegno: "È l'approccio ideologico di una certa sinistra che non tiene conto delle conseguenze delle loro teorie sui popoli. Lo stesso approccio dimostrato dall'ex commissario europeo Frans Timmermans con la sua politica industriale per l'Ue che si rivelerà distruttiva". 

 
 
 

MACRON TENDE LA MANO ALL’ITALIA?

Post n°1615 pubblicato il 25 Settembre 2023 da scricciolo68lbr
 
Tag: #macron

Macron un Presidente in calo di popolarità, visto che diversi stati Africani stanno espellendo i diplomatici e i militari francesi dai propri territori, vedi il Niger, ad esempio.

Sui migranti, Macron tende la mano a Meloni: "L'Italia non va lasciata sola". 

La premier italiana Meloni: "Accolgo la proposta di lavorare insieme". In un'intervista alle tv il presidente francese invita Roma a risolvere insieme la questione migratoria: "L'Italia si sta assumendo le sue responsabilità e sta svolgendo il suo ruolo di primo porto sicuro".

Dopo le tensioni con la Germania sulla scoperta che Berlino finanzia le Ong che salvano i migranti nel Mediterraneo, sullo stesso tema Roma incassa il disgelo con la Francia. L'Italia, ha detto il presidente Emmanuel Macron in un'intervista il giorno dopo l'incontro con il Papa a Marsiglia, "non va lasciata sola": per questo, Macron ha teso la mano alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni proponendole di lavorare insieme.

"L'Italia si sta assumendo le sue responsabilità, ha fatto una scelta forte e sta svolgendo il suo ruolo di 'primo porto sicuro" ma, ha detto Macron, "la risposta deve essere europea''. L'apertura è stata accolta dalla premier "con grande interesse".

"È evidente che Italia, Francia e UE debbano agire insieme per sostenere gli Stati di origine dei migranti e per aiutare gli Stati di transito a smantellare le reti criminali di trafficanti di esseri umani. È la direzione che il governo italiano ha già intrapreso e che vuole perseguire insieme alle istituzioni europee e ai propri alleati europei", ha commentato Meloni.

Le affermazioni del capo dello Stato francese erano una risposta al Papa che a Marsiglia ma anche oggi ha continuato a riproporre il suo appello contro l'indifferenza nei confronti dei migranti.

"Ha ragione - ha osservato Macron - ma credo che noi francesi facciamo la nostra parte, e non possiamo accogliere tutta la miseria del mondo", ha aggiunto, citando una celebre frase pronunciata dall'ex primo ministro socialista Michel Rocard nel 1989.

Secondo Macron, serve che l'Europa e i Paesi come Francia e Italia assieme abbiano "un approccio coerente con i Paesi di origine. La maggior parte dei migranti proviene dall'Africa subsahariana, dove i Paesi hanno aiuti allo sviluppo. Dobbiamo dire 'vi aiutiamo, ma dovete aiutarci a smantellare le reti'" dei trafficanti.

Un secondo strumento per affrontare la questione riguarda invece i Paesi di transito, come Tunisia e Algeria: "Voglio esportare in quei Paesi esperti e attrezzature" per smantellare le reti" di traffico di migranti, ha detto. "Voglio proporre partenariati e risorse per impedire a queste persone di partire. E quando arrivano, dobbiamo avere una politica europea".

Tensione con la Germania

Di tutt'altro tenore il clima dello scambio a distanza fra Roma e Berlino: al ministero degli Esteri tedesco che ha rivendicato la correttezza del finanziamento alle Ong di ricerca e salvataggio in mare dei migranti, ha risposto il ministro della Difesa Guido Crosetto in prima persona, dicendo che si sarebbe aspettato "aiuto e solidarietà in un momento di difficoltà, come abbiamo l'abitudine di fare noi italiani con tutte le nazioni, quando sono in difficoltà".

"A noi italiani viene naturale. Per quanto riguarda i salvataggi in mare, voglio rammentare agli amici tedeschi che quelli effettuati dalle Ong rappresentano appena il 5%". All'Agi, Crosetto ha detto che "anche l'Italia salva, e ha salvato, migliaia di persone, anche senza l'aiuto delle Ong. Far finta che le migrazioni si affrontino solo finanziando le Ong e non stando accanto alle nazioni amiche è un modo poco congruo" di affrontare il problema".

Il ministro degli Esteri Antonio Tajani andrà a Parigi, dove era intenzionato a dire alla omologa Catherine Colonna che "la Francia sbaglia" sui respingimenti a Ventimiglia, secondo quanto ha detto in un'intervista precedente alle dichiarazioni di Macron. Il capo della Farnesina andrà anche a Berlino, giovedì: parlerò con la mia collega tedesca della decisione del governo tedesco di finanziare le ong. È un atteggiamento strano, cercheremo di capire perché si muove in questa maniera", ha aggiunto il vicepremier. "Il problema c'è ma va affrontato in maniera solidale, non in modo egoistico. La frontiera sud dell'Europa siamo noi".

 
 
 

LA PRIMA VOLTA DI UN PAPA IN SENATO!

Post n°1614 pubblicato il 25 Settembre 2023 da scricciolo68lbr
 

La prima volta di un Papa in Senato per Napolitano .

Il Pontefice ha sorpreso le centinaia di persone in fila dinanzi a Palazzo Madama per entrare nella camera ardente. Ha salutato la signora Clio e i familiari del presidente emerito.

l'arrivo a sorpresa di Papa Francesco a rendere il senso della 'portata' della giornata. Il Santo Padre arriva al Senato poco dopo le 13, annunciato dagli applausi dei cittadini radunati all'esterno del Senato (stessi applausi riservati al Capo dello Stato Mattarella). Il Pontefice, accolto da La Russa, fa il suo ingresso nella sala Nassiriya in carrozzella, poi si alza con l'aiuto del bastone e si dirige dai familiari, rende le condoglianze alla moglie Clio e i figli. Poi, in piedi, si pone di fronte alla bara e rimane in raccoglimento e preghiera a lungo.

Quindi il Papa si risiede sulla carrozzella e prima di andare via rimane ancora a lungo in raccoglimento e preghiera davanti al feretro. È la prima volta che un Papa entra a palazzo Madama. Prima di andare via, a bordo della 500 bianca, Papa Bergoglio tiene a lasciare la sua testimonianza sul libro delle presenze: "Un ricordo e un gesto di gratitudine a un grande uomo servitore della patria", scrive in un foglio intestato del Senato.

"È la prima volta che un Santo Padre ha varcato la soglia del Senato, lo ha fatto per rendere omaggio al presidente emerito e, come mi ha detto, a tutta l'Italia", spiega poi La Russa. "Per noi è stato un onore", aggiunge.

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L’OMBRA DELLO SHUTDOWN NEGLI USA!

Post n°1613 pubblicato il 25 Settembre 2023 da scricciolo68lbr
 
Tag: #Usa

L'ombra dello "shutdown" sugli Usa, Biden attacca gli "estremisti repubblicani"

Lo scontro fino all'ultimo minuto sulla legge di bilancio è ormai routine a Washington e anche stavolta dovrebbe essere raggiunto un accordo che consenta di evitare la paralisi dei servizi governativi. La novità politica è la tensione sugli aiuti a Kiev, con DeSantis, governatore repubblicano della Florida, che dice no all'Ucraina nella Nato.

Il presidente americano Joe Biden accusa "un piccolo gruppo di estremisti repubblicani" di provocare un impasse di bilancio a una settimana dalla sua chiusura, e chiede ai legislatori di porvi rimedio. Parlando a una cena di premiazine del Black Caucus del Congresso, Biden ha detto che lui e il capo dei repubblicani alla Camera, Kevin McCarty, avevano precedentemente concordato i livelli di spesa pubblica, ma "ora un piccolo gruppo di repubblicani estremisti non vuole essere all'altezza dell'accordo, quindi ora in America tutti potrebbero essere costretti a pagarne il prezzo". 

I legislatori statunitensi hanno tempo fino al 30 settembre per raggiungere un accordo sul disegno di legge di bilancio ed evitare la paralisi dei servizi governativi. "Il finanziamento del Governo è una delle responsabilita' basilari del Congresso - ha detto Biden - è ora che i repubblicani inizino a fare il lavoro per cui gli americani li hanno eletti".

La Casa Bianca vuole che nella legge di bilancio siano inclusi i 24 miliardi di dollari di aiuti militari e umanitaria Kiev, e una componente repubblicana alla Camera osteggia un piano sostenuto dai democratici e repubblicani. Il voto di bilancio al Congresso registra regolarmente uno stallo, utilizzato da ambo le parti per una trattativa fino a una soluzione condivisa dell'ultimo minuto.

DeSantis: "Kiev nella Nato contro i nostri interessi"

E sul sostegno all'Ucraina punta l'indice il repubblicano Ron DeSantis, governatore della Florida che punta alla nomina alle elezioni presidenziali del 2024. Secondo De Santis inoltre. "Non penso che l'adesione dell'Ucraina alla Nato sia nel nostro interesse", ha detto DeSantis a Bloomberg, "aggiungerebbe più obblighi per noi, quindi se aggiungi più obblighi, allora quali sono i benefici che ne otterremo?",. Il politico repubblicano ha aggiunto che gli Stati Uniti non dovrebbero dare un "assegno in bianco" all'Ucraina in termini di finanziamenti per la guerra.

L'episodio del podcast con l'intervista di De Santis è stato pubblicato il 23 settembre, due giorni dopo che il presidente degli Stati Uniti ha incontrato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky in America. Biden ha assicurato un nuovo pacchetto di aiuti per Kiev, comprendente anche un certo numero di equipaggiamenti militari. Tuttavia l'accoglienza di Zelensky a Washington è stata piuttosto tiepida, e parte del Congresso, a cominicare dall'ala destra dei Repubblicani, è sempre più scettica rispetto all'appoggio di Washington alla causa di Kiev. 

 
 
 

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Le parole, quante volte rimangono
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