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Messaggi del 20/11/2023

UNO SCIOPERO ORGANIZZATO PER NOSTALGIA DEL CO**D!

Post n°1668 pubblicato il 20 Novembre 2023 da scricciolo68lbr
 

LO SCIOPERO DI VENERDÌ 17 NOVEMBRE SCORSO, ORGANIZZATO SEMPLICEMENTE PER NOSTALGIA DELLE RESTRIZIONI DA CO**D?

 

 

Tutta una serie di emendamenti "inutili", ben "51 pagine", è questa la mole del testo della manovra finanziaria alternativa ed integrativa del 2023, proposta dalla Cgil e dal suo segretario barricadero, Maurizio Landini. Un lavoro di un certo spessore insomma, consegnato alla Commissione Bilancio del Senato e commentato già da Open, con Franco Bechis che ne ha saputo evidenziare bene i costi spropositati. Rispetto al testo originale della manovra, si tratta di una previsione di maggiori spese per lo Stato per un ammontare di ben 87 miliardi, 32 milioni e 650.000 euro. Secondo la proposta dei sindacalisti ci sarebbero le coperture per circa 13 miliardi, ai restanti 70 miliardi e più dovrebbero pensarci il presidente del Consiglio Giorgia Meloni e il ministro dell’Economia e delle Finanze Giancarlo Giorgetti recuperandoli dall’evasione fiscale. Un miracolo, praticamente! Quindi in pratica si parla di proposte senza alcuna reale copertura finanziaria. Più di tutto colpisce come si possa proporre un testo che costi alle casse pubbliche più di quello originale prodotto dal governo. Soprattutto quando la contestazione della sinistra, ma in particolare quella dei sindacati, si fonda sull’accusa di «mandare a sbattere il Paese». Lo ha detto proprio Landini il 14 novembre scorso, in un’intervista al Corriere del siero. Uno schianto che per il segretario della Cgil avverrebbe per questi motivi: «Una manovra una tantum e bonus, con l’indebitamento che non cala e previsioni sul 2023 e 2024 fasulle. Il Paese ha bisogno che si facciano investimenti in sanità, scuola, per creare buona occupazione e politica industriale prendendo i soldi dall’evasione, dalle rendite e dai profitti. Invece questa è una manovra elettorale», conclude il marziano Landini. La parte più divertente, se così si può dire, del testo di bilancio proposto dalla Cgil, è quella dei contenuti: un emendamento in particolare, quello all’articolo 85, risulta pressoché incomprensibile. Si chiede infatti che vengano assunti più agenti di polizia locale adducendo questa particolare motivazione: «Al fine di assicurare lo svolgimento dei controlli per il rispetto delle misure connesse al perdurare dell’emergenza dovuta al siero co**d 19 e le attività correlate alla fase post emergenziale». L’assunzione di nuove forze dell’ordine per incrementare la sicurezza nelle nostre città, sempre più pericolose (vedi Milano, ma non solo), non potrebbe che essere una buona, anzi ottima notizia. Peccato che il marziano Landini e i suoi intendano proporre di assumere personale che si occupi della garanzia di misure che oggi non esistono più. Garantire che si mantenga la distanza di sicurezza tra persone, che si indossi la mascherina, che si igienizzino le mani nel giusto modo. Che i tavoli dei ristoranti si trovino a 4 metri di distanza l’uno dall’altro, che le palestre non si riempiano troppo. Che non si sfori il coprifuoco. Tutte misure che oggi sono decadute per cessata emergenza. Un’emergenza quella del co**d che, va ricordato, è anche e soprattutto terminata per l’Organizzazione mondiale della Sanità il 5 maggio del 2023, mentre più di un anno prima e quindi quasi due anni fa, il 31 marzo 2022 è terminato per decreto lo stato di emergenza co**d-19 in Italia. A cadere dal primo maggio di quest’anno anche l’obbligo di indossare le mascherine negli ospedali, una delle ultime misure in vigore. Vengono i brividi a pensare a quel periodo, ma forse il marziano Landini ne ha nostalgia. Insomma, delle due l’una: o la Cgil deve dire qualcosa al Paese, ovvero che prevede il futuro e sa che ripiomberemo nell’emergenza della pandemia, con annesse misure restrittive, oppure più banalmente non rilegge i testi delle leggi che propone. A essere buoni si tratta di un episodio, piuttosto grave, di sciatteria insomma. Un «copia e incolla» venuto male preso da chissà quale altra proposta di legge scritta chissà quando e chissà da chi. Peccato che il più grande sindacato italiano si sia posto ripetutamente come garante del popolo, controllore di questo governo brutto e cattivo, incapace di guidare il Paese, tanto da rischiare «di portarlo a sbattere». I membri della Commissione Bilancio in Senato, ricevuto il testo, sono rimasti quanto meno basiti. «Non so se siamo in presenza di nostalgici di un tempo e di misure che non vorremmo mai più vedere, certo è che nella propria foga dilapidatoria di una manovra invece espansiva ma al tempo stesso prudente, la Cgil dimostra di prendere sonore cantonate», commenta a La Verità Lavinia Mennuni, senatrice di Fratelli d’Italia e membro della Commissione Bilancio di Palazzo Madama. «Per altro le misure emergenziali del co**d che abbiamo dovuto subire, non verrebbero di certo applicate dall’attuale governo. Consiglio alla Cgil di lasciar stare la politica e di occuparsi dei lavoratori.

Se ancora ci riesce». Un commento che si direbbe severo ma giusto, quello di Mennuni. La Cgil ormai da anni non si occupa più di lavoro né di lavoratori. I suoi iscritti, come dimostrato da un’inchiesta pubblicata su queste colonne ormai più di un anno fa, sono per la maggior parte pensionati. Il più grande sindacato in Italia, infatti su 5 milioni di iscritti, ne conta quasi tre di pensionati (2.745.846 per la precisione). A ben vedere, un sindacato nostalgico, visto che due milioni di lavoratori iscritti, sono la parte minoritaria dei suoi tesserati. 

 
 
 

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