Creato da scricciolo68lbr il 17/02/2007

Pensieri e parole...

Riflessioni, emozioni, musica, idee e sogni di un internauta alle prese con la vita... Porto con me sempre il mio quaderno degli appunti, mi fermo, scrivo, riprendo il cammino... verso la Luce

 

Messaggi del 30/05/2024

3 SETTEMBRE 1943: OMICIDIO ITALIA!

Post n°1837 pubblicato il 30 Maggio 2024 da scricciolo68lbr
 

II Guerra Mondiale, 3 settembre armistizio di Cassibile: la morte della Patria?

Di Alessandro Gentili* 

Cassibile (Siracusa). Il 3 settembre 1943 venne siglato segretamente in una tenda in un’amena località presso l’abitato di Cassibile, in provincia di Siracusa, un accordo con il quale il Regno d’Italia avrebbe dovuto cessare senza condizioni le ostilità nei confronti delle Forze Alleate che, dal 9 luglio, avevano già occupato la Sicilia.

Un evento che a torto viene trascurato dai più, abituati a porre maggiormente l’accento sui fatti dell’8 settembre.

Invece, l’accordo del 3 settembre del 1943 – che segna l’inizio di eventi che saranno poi ritenuti a ragione il Secondo Risorgimento dell’Italia – fu definito dal Generale Dwigth Eisenhower (che per questo rifiutò di firmarlo personalmente, delegando il Generale Walter Bedell Smith) come “the crocket deal”, ovvero “l’affare sporco”, per come era stata condotta scorrettamente la trattativa.


Alcuni protagonisti dell’accordo

Un accordo sommario, diversissimi punti di vista tra americani e inglesi sul trattamento da riservare all’Italia, una resa incondizionata supportata da gravissime minacce cui sarebbe seguito un ulteriore accordo politico, il trattato del “Lungo Armistizio” che verrà siglato a Malta il 29 settembre 1943, a bordo della nave britannica Nelson, dai rappresentanti degli alleati – Generale Eisenhower, Ammiraglio Cunningham, Generale Mc Farlane, Generale Gorth ed i loro ufficiali – e dai rappresentanti dell’Italia: il Maresciallo Badoglio, il Generale Ambrosio, il Generale Roatta, il Generale Sandalli, e l’Ammiraglio De Courten, con i loro ufficiali.

L’accordo sarebbe dovuto entrare in vigore dal momento del suo annuncio pubblico, in un primo tempo fissato per il 15 settembre, ma che di fatto sarà effettuato invece nel pomeriggio dell’8 settembre, alle ore 18.30italiane, tramite Radio Algeri con una dichiarazione del Generale Dwigth Eisenhower.

Dopo circa un’ora, il capo del Governo italiano, Maresciallo d’Italia Pietro Badoglio, si trovò costretto a confermarlo con il famoso proclama trasmesso alla radio dall’EIAR: “Il governo italiano, riconosciuta l’impossibilità di continuare l’impari lotta contro la soverchiante potenza avversaria, nell’intento di risparmiare ulteriori e più gravi sciagure alla Nazione, ha chiesto un armistizio al Generale Eisenhower, comandante in capo delle forze alleate anglo-americane. La richiesta è stata accolta. Conseguentemente, ogni atto di ostilità contro le forze anglo-americane deve cessare da parte delle forze italiane in ogni luogo. Esse però reagiranno ad eventuali attacchi da qualsiasi altra provenienza.

La firma dell’accordo di Cassibile era stato il risultato di lunghe e contorte trattative con gli alleati, intessute a più riprese e da più personaggi, tra cui pure la principessa Maria José ed anche alcuni esponenti di primo piano del Gran Consiglio del Fascismo.

Ma l’esigenza di porre fine alla guerra era molto più importante e pressante per l’Italia che per le Nazioni Unite, tanto che il premier inglese Churchill credette bene di evitare qualsiasi concessione, affidando ai bombardamenti aerei il compito di ricordare agli italiani l’urgenza che la guerra finisse, facendo in modo che i tentativi diplomatici dell’Ambasciatore Guariglia cadessero nel vuoto e che la risposta ai Generali Castellano e Zanussi fosse la resa incondizionata.

Questa condotta di Churchill, pur puntando sulla conservazione dello Stato italiano, al fine di controllarne meglio il territorio, risparmiando risorse preziose, ed utilizzarlo in qualche modo nella guerra contro la Germania, lo condusse invece a sfasciarlo quasi completamente (1).

Sta di fatto che l’accordo venne firmato dal Generale Castellano – che aveva ripetutamente e inutilmente cercato di ottenere una formale delega da Badoglio – per il Maresciallo Badoglio e dal futuro direttore della CIA Walter Bedell Smith, a nome di Eisenhower.

E solo dopo aver appreso finalmente della sigla dell’accordo, Eisenhower annullò la partenza di ben 500 aerei in procinto di decollare, destinati a bombardare Roma, soprattutto per convincere Badoglio, che temporeggiava pretestuosamente e non era del tutto convinto di doversi intestare la paternità dell’accordo.

La firma dell’accordo, noto come “accordo breve”, un accordo squisitamente militare, sottintendeva però il recepimento anche di un “accordo lungo” (2) che stabiliva di fatto potenziali condizioni assai umilianti per l’Italia, da attuarsi in relazione all’effettiva collaborazione che l’Italia avesse poi veramente offerto.

Mentre a Cassibile Castellano firmava l’accordo, Badoglio informava i suoi ministri della Guerra e della Marina, nonché il Generale Ambrosio e il Ministro della Real Casa Acquarone che vi erano semplicemente trattative in corso.

Comunque, con la firma dell’armistizio Badoglio aveva acquistato una nuova forza agli occhi delle Nazioni Unite, sebbene considerata dai più ambigua e sgradevole (3).

Il “Times” il 9 settembre nell’annunciare “The surrender of Italy” concludeva però il suo reportage chiosando “Prostrato sotto una successione di colpi che nell’ultima fase aveva quasi cessato di parare, il governo italiano si è consegnato alla mercé dei suoi conquistatori. Così l’Italia paga in vergogna il prezzo dell’arroganza dei suoi ultimi padroni: una penalità che è anche dovuta . . . da un popolo che fece per viltà il gran rifiuto, scelse di disertare le alte responsabilità della libertà. . . La politica della dichiarazione di Casablanca è stata mantenuta sino alla fine. La resa è incondizionata; i termini dell’armistizio non sono i risultati di un patto, ma il limite di quanto un Comandante in Capo ha trovato opportuno di prendere. . . le forze armate dell’Italia sono state battute e sottomesse sul campo di battaglia e che la resa è stata accettata dai loro comandanti. Questo è il valore della firma di Badoglio, a traverso i suoi rappresentanti: ciò che in nessun modo implica il riconoscimento alleato del governo stesso”.

Quindi, durissimo il giudizio dell’opinione pubblica britannica, decisamente meno edificante di quanto spesso ci piace pensare di come stessero le cose.

Alla diffusione del proclama di Badoglio seguirono come noto momenti di confusione, disordine e disorientamento totale, che si concluse con una sconclusionata e fortunosa fuga da Roma del Re, del Principe ereditario e di Badoglio; evento che però poi avrebbe dimostrato – almeno per alcuni – come la “fuga di Pescara” abbia invece probabilmente salvato l’Italia e la politica anglo-americana.

Infatti, se il Re e il Maresciallo Badoglio potevano parlare agli italiani e al nemico, dichiarando di tenere fede all’armistizio e sconfessando qualsiasi governo sorto sotto protezione tedesca, sarebbe rimasto stabilito che qualsiasi porzione dell’Italia occupata dagli eserciti tedeschi sarebbe stata occupata da invasori e non da alleati. Così la resistenza del popolo italiano riceveva il sostegno della legalità.

L’ “accordo breve” di Cassibile, vergato in un inglese semplice quanto duro e di immediata comprensione è stato reso noto solo grazie ad una desecretazione dello scorso 2003; esso prevedeva tra l’altro l’immediato trasferimento delle navi e degli aerei italiani nei porti e nelle basi occupate dagli alleati, mentre le clausole dell’ “accordo lungo” e l’atto denominato “Condizioni aggiuntive di Armistizio con l’Italia”, che integravano gli accordi del 3 settembre, avranno vigore sino alla firma a Parigi del trattato di pace avvenuta il 10 febbraio 1947, atto unilaterale imposto all’Italia e accettato dal governo post bellico.

L’Italia riconoscerà di avere intrapreso una guerra di aggressione e accetterà conseguentemente una serie di clausole punitive, quali mutilazioni del territorio nazionale, rinuncia alle colonie, limitazioni alla sovranità dello Stato, divieti circa gli armamenti anche solo difensivi e restrizioni di ogni genere.

Tra l’altro, cosa non da trascurare, il governo italiano era stato impegnato ad arrestare Benito Mussolini, i suoi principali associati fascisti e tutti i sospettati di aver commesso delitti di guerra e consegnarli alle Forze delle Nazioni Unite.

Sappiamo che le cose non sono andate proprio così. Difficile trarre un giudizio su questi eventi. Anche Mussolini avrebbe pensato di staccarsi da Hitler ma gli eventi, ed i tradimenti di alcuni suoi fedelissimi, lo portarono prima alla destituzione, poi alla prigionia, quindi alla sfortunata liberazione che lo rimise nelle braccia di Hitler che di fatto ne decretò la fine, non solo politica.

Ciò che avvenne l’8 settembre e “la fuga di Pescara” suscitò e suscita ancora giudizi controversi, espressi quasi sempre senza obiettività.

Ci fu chi come lo storico Renzo de Felice definì l’8 settembre “la morte della Patria”, ma anche chi come Carlo Azelio Ciampi che spiegò che era morta di sicuro una certa idea di Patria, quella fascista, ma ne era nata un’altra, quella democratica (4).

Oggi, a 76 anni dalla firma dell’accordo di Cassibile, ancora incapaci di stabilire cosa abbia rappresentato veramente l’8 settembre, figlio del 3 settembre del 1943, ci vogliamo rinfrancare rileggendo alcuni aforismi di un grande italiano, Ennio Flaiano (1910-1972): “Gli italiani non sono fatti per la rivoluzioni. Gli italiani vogliono la rivoluzione ma preferiscono fare le barricate con i mobili degli altri”; “Coraggio il meglio è passato”; “Gli italiani corrono sempre in aiuto del vincitore”. . .

(1Così in Degli Espinosa, A., Il Regno del Sud, Rizzoli, Milano, 1995, pagg. 11 e ss.

(2Le clausole dell’ “armistizio lungo” erano state imposte al Generale Zanussi dall’Ambasciatore Campbell in sede di precedenti tentativi di accordo e Zanussi per semplificare le cose non ne parlò al Generale Castellano che al momento della firma

(3Degli Espinosa, A., op. cit. pag. 36 e 37

(4Ampl. cfr. pure Alga-Rossi, E., Una nazione allo sbando. L’armistizio italiano del settembre del 1943 e le sue conseguenze, Bologna, il Mulino, 2003

Bertoldi, S., APOCALISSE ITALIANA. Otto settembre 1943. Fine di una nazione, Milano, Rizzoli, 1998

Lizzadri, O., Il regno di Badoglio, ed. Avanti, Milano, 1963

Roatta, M. Otto milioni di baionette – l’Esercito italiano in guerra dal 1940 al 1944, Mondadori, Milano, 1946.

(*) Generale di Brigata dei Carabinieri (ris) – Vicepresidente Nazionale per l’Arma dei Carabinieri dell’ Associazione Nazionale Combattenti Forze Armate Regolari Guerra di Liberazione (ANCFARGL).

FONTE:

https://www.reportdifesa.it/ii-guerra-mondiale-armistizio-di-cassibile-del-3-settembre-la-morte-della-patria/


 
 
 

DOPO L’ARMISTIZIO DEL 1943, ITALIA MAI PIÙ INDIPENDENTE!

Post n°1836 pubblicato il 30 Maggio 2024 da scricciolo68lbr
 

 

Sarebbe bello un giorno poter conoscere il contenuto di quell'armistizio. L'armistizio di Cassibile, detto anche armistizio corto o armistizio breve, fu quell'atto che pose fine alla seconda guerra mondiale per l'Italia, atto che prevedeva la resa incondizionata del Regno d'Italia agli Alleati. Venne firmata il 3 settembre 1943 dai generali Giuseppe Castellano e Walter Bedell Smith e divenne pubblico l'8 settembre del 1943. L'armistizio prevedeva che l'Italia cessasse di collaborare con i tedeschi, interrompesse le ostilità contro le truppe alleate, liberasse tutti i prigionieri di guerra e desse la disponibilità agli Alleati di utilizzare il suo territorio per le operazioni di guerra. Peccato dicevo non poterne conoscere i reali effettivi contenuti, perchè forse non tutto ci è stato detto. In tanti infatti si domandano perchè da allora, il nostro Paese sia in una poco invidiabile posizione di servitù dell'anglosfera, in una situazione dive tutti i governi che si sono alternati alla guida del Paese, si siano trovati, tranne forse il Governo Craxi, in una condizione di non poter dire mai di no ai diktat anglo-americani. Anche adesso, nella guerratra Ucraina e Russia, gli USA ci obbligano praticamente a fornire supporto economico e di fornitura di armi ad un Paese che non fa parte né dell'Europa, né della Nato. Esistono tanti altri conflitti a livello mondiale, e chissà perchè la Nato non mostra nei confronti di questi, alcun apparente interesse. Mentre obbliga praticamente tutti gli stati appartenenti alla Nato, ad aiutare un Paese e ad essere immischiati in una guerra che non ci riguarda.

E siccome abbiamo visto governi di sinistra, tecnici e di centro destra, alternarsi in quarant'anni e passa di storia Repubblicana, non abbiamo mai assistito, alla situazione in cui un governo abbia risposto NO, alle pretese statunitensi.

Avevano sequestrato una nave da crociera battente bandiera italiana (l’Achille Lauro) al largo delle coste egiziane, ucciso e gettato in mare un cittadino americano, Leon Klinghoffer (ebreo, emiplegico con passaporto statunitense), piegato le diplomazie occidentali e fatto imbufalire l’uomo giù potente del pianeta: l’attore californiano trasferitosi alla White House.

In seguito ad un’intensa e scrupolosa trattativa tra agenzie di intelligence, ministri, ambasciatori e leader politici (Arafat in primis), il commando di quattro terroristi del (FLP) Fronte per la Liberazione della Palestina, coordinati (da “remoto”) da Abu Abbas (la mente), venne poi trasferito in fretta e furia a bordo di un Boeing 737 delle linee ufficiali del Cairo. Ma per loro, i cieli d’Europa erano tutt’altro che “aperti”. Dopo un’estenuante peregrinare a 5 mila metri di quota, con il velivolo ormai privo di carburante, si optò per l’atterraggio in extremis presso l’aeroporto intitolato al Capitano Pilota M.o.v.m. “Cosimo di Palma”, sito all’interno della base Nato di Sigonella (omonima contrada), in provincia di Siracusa, sede della Naval Air Station (l’aviazione della marina USA) e del 41° Stormo Antisom dell’Aeronautica italiana.

Luogo tattico chiave dell’area durante la Guerra fredda, sia per la posizione strategica che per il numero di “caccia” pronti all’impiego in caso di emergenza. Era la notte (non una qualsiasi) tra il 10 e l’11 Ottobre 1985. data che passerà alla storia come una delle più significative a livello internazionale per il nostro Paese dal secondo dopoguerra alla fine del XX Secolo.

Un durissimo braccio di ferro, senza precedenti, tra Bettino Craxi e Ronald Reagan, poi a terra tra Vam, Delta Force e Arma dei Carabinieri. Alla fine a spuntarla, con non poche difficoltà, fu l’allora Presidente al suo primo mandato, di Palazzo Chigi. In ballo c’erano gli accordi presi in terra siriana con gli uomini di Abbas per il rilascio degli ostaggi, le delicate relazioni con Ramallah, Tel Aviv e l’intero scacchiere mediorientale e, cosa non da poco, la difesa della sovranità nazionale davanti agli occhi vigili dell’opinione pubblica mondiale.

Escluso questo episodio, l'unico ruolo italiano fu del servo, della colonia americana... ecco perchè sarebbe importante conoscere i contenuti di quell'armistizio, poichè pare che in quella data non fu firmata solo la cessazione delle ostilità, ma la cessione della sovranità, vita natural durante, della sovranità italiana. 

 
 
 

AREA PERSONALE

 

RADIO DJVOCE

 

PAROLE

   

     IL TIBET NASCE LIBERO

  LASCIAMO CHE RESTI TALE

                             i

Le parole.

                       I

Le parole contano
dille piano...
tante volte rimangono
fanno male anche se dette per rabbia
si ricordano
In qualche modo restano.
Le parole, quante volte rimangono
le parole feriscono
le parole ti cambiano
le parole confortano.
Le parole fanno danni invisibili
sono note che aiutano
e che la notte confortano.
                                  i
 
 

ULTIME VISITE AL BLOG

scricciolo68lbrm12ps12Ninfea_candidaOroneibabboundolcesorrisoperte6surfinia60Desert.69cassetta2norise1there0perla88sQuartoProvvisorioKanty0s
 

I LINK PREFERITI

DECISIONI.

 

 

 

ARCHIVIO MESSAGGI

 
 << Maggio 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
    1 2 3 4 5
6 7 8 9 10 11 12
13 14 15 16 17 18 19
20 21 22 23 24 25 26
27 28 29 30 31    
 
 

IMMAGINI DI TE

 

 

 

 

 

CONTATTO

 

 

PASSIONE

immagine


 

 

LIBERTÀ.

 

 

Affrontare ciò che ci spaventa

è il modo migliore per superare

ciò che ancora non si conosce.

 

 

 
 

ATTIMI

 

 

 

UN GIOCO!

 

 

EMOZIONI

 

 

 

 

 

PASSAGGI

Contatore accessi gratuito

 

 

ABBRACCIO

 

  

 

 

BOCCA

 

 

 

 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963