NON DI SOLO PANEM ET CIRCENSES dunque – A proposito del campionato europeo di calcio...

 

Una passione tanto antica quando la vita sulla Terra. In moltissimi sappiamo come funziona, e come ci si sente. Perchè è un’esperienza piuttosto comune, che però orgogliosamente, non faccio più da anni. È un’esperienza irragionevole, di puro sentimento, senza giustificazione. Si fa e basta, senza pensarci sù, né porsi domande... ci si appassiona, si gioisce e si soffre per davvero.

Poi però gli eventi ti cambiano, la consapevolezza aumenta, con la maturità, le cose si comprendono un po’ di più, e a molte di queste si attribuisce la dovuta importanza, ridimensionandone il peso o eliminandole totalmente, nella propria vita.
Per molti italiani questo non accade, finiscono per non cambiare, per restare fedeli a se stessi, e scelgono di tenere il calcio sempre con sé, nella propria anima, nella propria vita, come fosse custodita gelosamente in una specie di zona franca, in cui interessi e valori resistono, restando estranei alla guida del buonsenso e della nostra coscienza.

Trovarsi tra amici, per assistere alle partite in TV, in questo caso dell'europeo di calcio, diventa allora qualcosa di simile ad un rituale pagano, pagano perchè officiato in nome di una sacralità inesistente, pagano perchè cose inutili e senza senso vengono innalzate a sacro valore, premiate rispetto a quelle serie ed importanti.

E così il calcio (che da anni non è più uno sport, ma è stato abilmente trasfornato in un business milionario per alcuni, una ipnosi delirante per altri) li accompagna (ed accompagnerà) lungo l’arco di una vita, migrando col suo bagaglio di irrazionalità di padre in figlio, e diventando finanche una sorta di moderno linguaggio universale, in grado di risuscitare relazioni umane ormai spente, adducendo una nuova linfa composta di futili questioni e rinnovate aspettative, rigorosamente, queste ultime, sempre uguali a sé stesse.

Eppure, già durante quei tempi andati, nonostante vittorie e soddisfazioni vissute senza spesa di cui farmi vanto, ricordo intensi attimi di malinconia che a tratti m’assalivano, come a evidenziare il vuoto che si nascondeva dietro a quella "colossale messinscena", orchestrata dal “circo” mediatico, che poteva reggersi soltanto per via di quell’ingenua e persino "patetica" adesione dei tanti che si abbandonavano a seguire le proprie spinte interiori più primitive ed inconsapevoli.

È certamente vero che tutti i sistemi di potere, a partire dall’epoca antica romana in poi, approfittano delle debolezze umane offrendo al popolo divertimenti a buon mercato.
Come è vero che, di tutto ciò che riguarda i fenomeni sportivi, viene dato sistematicamente risalto agli aspetti più deteriori, fra i quali la competitività e la spinta a creare schieramenti contrapposti, per dividere, schieramenti divisi che prevalgono su tutti.

Tutto avviene alla luce del sole, e dopo questi ultimi quattro anni, in cui abbiamo vissuto una info-psico-pandemenza, in cui i mass-media hanno dato una prova così orrenda della loro missione "manipolatoria" e del loro asservimento al sistema di potere, lobbies finanziarie e farmaceutiche, le due guerre tutt'ora in corso, la disinvolta celebrazione del pallone (evento calcistico europeo) come un dio, svolta come nulla fosse, me lo ha reso francamente ancor di più "insopportabile".

Ma il problema, come al solito, si trova in realtà già dentro le coscienze, di tanti italiani "boccaloni", in cui ha messo le sue radici nella scarsa volontà da parte dell'italiano medio di capire bene come stanno le cose e di comportarsi di conseguenza.

Capisco bene che non è facile scegliere di passare per la “porta stretta” e che si preferisca abbandonarsi a sogni assurdi, ad illusioni false, fingendo a sé stessi che il mondo vero non esista. Vero è però che continuiamo ad assistere alle cose più incredibili, e può essere soltanto la nostra debolezza di esseri umani, a permettere persino che si accenda un dibattito sul comportamento “poco sportivo” degli italiani piuttosto che dei francesi...

Andrebbe innanzitutto spiegato cosa ci sia di realmente sportivo in questo evento che è il campionato europeo, mentre invece veniamo ancora ingannati da un mondo fasullo soltanto perché ancora preferiamo lasciarci ingannare…


Temo che gli indizi per dire che il bello, o il brutto, di questa crisi di questi ultimi quattro anni, che in tanti illudendosi pensano stia per finire, debba in realtà ancora perdurare, ci siano tutti, e che sarebbe meglio iniziassimo, più prima che dopo, a svegliarci per davvero!