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Messaggi del 20/06/2024

POLITICI ITALIANI:SQUALLIDI INDIVIDUI CAPACI SOLO DI LANCIARE ALLARMI E FARE CATASTROFICHE PREVISIONI!

Post n°1855 pubblicato il 20 Giugno 2024 da scricciolo68lbr

Inps, una previsione catastrofica profila conti in rosso di 20 mld nel “2032”. Pesa la denatalità e l'aumento della longevità.

L'invecchiamento della popolazione e il calo demografico graveranno sul bilancio dell'Inps, la cui situazione patrimoniale girerà nel corso di 10 anni in passivo, passando da +23 miliardi nel 2023 a -45 miliardi nel 2032, con dei risultati di esercizio negativi che peggiorano nel decennio da -3 miliardi a -20 miliardi.

E' quanto sottolineato dal Civ dell'Istituto*, Consiglio di indirizzo e Vigilanza, ascoltato in audizione alla commissione di controllo sugli enti previdenziali. Nella sua relazione il presidente del Civ Roberto Ghiselli parla della "combinazione di due tendenze, l'aumento della longevità e la bassa fecondità, che provocano la cosiddetta inversione nella piramide delle età. Il saldo positivo dei flussi migratori non è sufficiente a bilanciare il saldo negativo della dinamica naturale. Il tendenziale calo demografico già ora determina uno squilibrio notevole fra le coorti interessate o prossime al pensionamento, e quelle in ingresso nel mercato del lavoro, con una contrazione tendenzialmente crescente della popolazione attiva".

Peccato che tutti governi succedutisi in questi ultimi 20 anni nulla abbiano fatto per migliorare la situazione, né una proposta, né un atto indirizzato alla salvaguardia di lavoratori e soprattuto dei pensionati, che dopo aver pagato i contributi, hanno diritto dopo quarant’anni di sacrifici, a godersi la pensione. NON COME I PARLAMENTARI, CHE DOPO UNA SOLA LEGISLATURA, CINQUE ANNI, POSSONO GODERE DI UN VITALIZIO! LO TROVATE CORRETTO QUESTO?

 

“Uno degli aspetti di maggiore preoccupazione per gli equilibri futuri del sistema previdenziale - prosegue Ghiselli nel testo - è rappresentato dalla crescita del numero dei pensionati in rapporto ai lavoratori attivi, in particolare per l'effetto combinato delle previsioni di decrescita demografica, in gran parte connessa al fenomeno della denatalità, e l'aumento della speranza di vita, che complessivamente porta ad un tendenziale invecchiamento della popolazione”.

E CI PRENDONO PURE PER I FONDELLI: LE POLITICHE PER CREARE LAVORO IN ITALIA SONO NULLE, I POLITICI NOSTRANI, LA FECCIA DELLA FECCIA DEL NOSTRO PAESE, SANNO SOLO DIRE CHE IL PAESE HA PIÙ BISOGNO DI IMMIGRAZIONE, CERTO, COSÌ A LORO FA PIÙ COMODO, COME AGLI INDUSTRIALI, IMPORTARE MANO D’OPERA A BASSO COSTO E GLI ITALIANI VADANO PURE A FARSI FRIGGERE!

L'incertezza riguarda in particolare 'l'adeguatezza delle future prestazioni pensionistiche' principalmente legata alle condizioni lavorative e reddituali maturate nel corso della carriera lavorativa più che al sistema di calcolo pensionistico, ha spiegato ancora Ghiselli. “Il rischio di una diffusa inadeguatezza dei futuri trattamenti pensionistici potrà dipendere dalla discontinuità nel lavoro e quindi nella contribuzione, dai bassi livelli di reddito, dall'irregolarità nei rapporti di lavoro”, sottolinea.

 

Lo scorso anno la spesa pensionistica è stata pari a 304 miliardi, con un incremento rispetto all'anno precedente del 7,4%, incremento determinato sostanzialmente dalla rivalutazione delle pensioni a fronte dell'impennata inflazionistica che si era registrata l'anno precedente.

Sono i dati forniti in audizione alla Commissione di controllo sugli enti previdenziali dal Consiglio di indirizzo e vigilanza dell'Inps che il 16 luglio porterà in approvazione il rendiconto generale relativo all'anno 2023. La proposta di rendiconto rileva un ammontare delle entrate complessive pari a 536 miliardi di euro di cui 269 miliardi di entrate contributive (+5,1% sul 2022) e 164 miliardi di trasferimenti correnti dalla fiscalità generale (+3,3%).

Le uscite complessive ammontano a 524 miliardi, di cui 398 mld per prestazioni istituzionali (+4,55%). Il costo degli interventi sostenuti dai trasferimenti Gias (Gestione degli interventi assistenziali e di sostegno alle gestioni previdenziali) a consuntivo è cresciuto di 7,4 miliardi, in particolare per l'incremento delle uscite a favore dei percettori dell'Assegno unico universale, l'incremento dei trasferimenti per sgravi contributivi e l'incremento delle coperture degli oneri pensionistici della Ctps, la gestione separata dei trattamenti pensionistici ai dipendenti dello Stato. Il saldo della gestione finanziaria di competenza ammonta a +12,18 miliardi, di cui 7,66 di parte corrente e 4,52 in conto capitale.

Tutte queste chiacchiere dei nostri strapagti politici, accidenti a loro, sono destinate a fare perennemente ombra al problema dei problemi: l’accesso dei giovani al mercato del lavoro. Si badi bene che anche tecnicamente il lavoro dei giovani è la condizione preliminare per ogni ragionevole dibattito sul futuro previdenziale, ma le questioni restano nella sostanza ben separate, come materia da riservare a target elettorali distinti e distanti. Uno che ancora vota, un altro che mostra una confidenza inesistente con le urne. Tra il lavoratore over 55 anni, che spera di intravvedere la pensione nell’arco di pochi anni (e intanto vota), e il lavoratore under 35 anni che ritiene persino inutile parlare di previdenza (e intanto vota sempre di meno) non c’è nessun nesso naturale, se non quello che la Politica con la P maiuscola è in grado di costruire.

Questo collegamento che sarebbe virtuoso - ma che al momento non è nemmeno virtuale - tra i due poli generazionali non può essere inseguito con le rinnovate tentazioni di staffette che si sono sempre rivelate impraticabili, oltre che irragionevoli. Il ritiro dal lavoro non crea nuovi posti. Lo si è detto e lo si è capito, ma ci sono ancora quelli che fingono di non sapere.

Il ponte da creare tra questi lavoratori separati da almeno vent’anni di vita è fatto di progetti seri di formazione, di apprendistato, di cuneo fiscale da ridurre drasticamente, di liberalizzazione e semplificazioni del mercato del lavoro, di fiducia nelle opportunità offerte dalle agenzie (private) del lavoro, a fronte del fallimento continuo dei Centri (pubblici) per l’impiego.

Un tavolo serio dedicato al futuro previdenziale dovrebbe comprendere anche questi temi, persino come prioritari. Il timore invece è che né le nuove rivendicazioni sindacali per il prossimo autunno, né le ricette più smart del Cnel di Brunetta, oseranno affermare che il re è nudo: non c’è futuro previdenziale se non si mette mano a una riforma seria e organizzata del mercato del lavoro, in cui l’accesso dei giovani venga favorito e aiutato non con i soliti bonus, ma con coraggiose modifiche dell’esistente.

Dopo il torpore estivo, in cui la politica sarà assorbita dai nuovi (o rinnovati) equilibri del Parlamento europeo e della Commissione Ue, dalle elezioni francesi e inglesi, in attesa di quelle americane - oltre che dall’esito del campionato europeo di calcio e delle prossime Olimpiadi di Parigi - riemergeranno le asfittiche discussioni sulle quote, sugli scalini e sugli scaloni. Si torneranno a fare i conti con i risparmi promessi e ottenuti con la riforma Fornero e con i suoi innumerevoli aggiustamenti, si tornerà a fare il doveroso bilancio dello Stato, in vista della manovra 2025, e si finirà per chiedere ai giovani di pazientare ancora un poco, in attesa di pagare il conto. Per tutti.

 
 
 

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fanno male anche se dette per rabbia
si ricordano
In qualche modo restano.
Le parole, quante volte rimangono
le parole feriscono
le parole ti cambiano
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Le parole fanno danni invisibili
sono note che aiutano
e che la notte confortano.
                                  i
 
 

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