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Messaggi del 09/01/2023

UE, OK ALLA COMMERCIALIZZAZIONE IN EUROPA DEGLI INSETTI AD USO ALIMENTARE!

Post n°1446 pubblicato il 09 Gennaio 2023 da scricciolo68lbr
 

Insetti nel piatto: sicuro che non ci siano rischi per la nostra salute?

Dopo le tarme e le locuste anche i grilli approdano sulla tavola degli italiani. La Commissione Europea ha infatti autorizzato la commercializzazione del grillo domestico (Acheta Domesticus) come 'nuovo alimento' nei paesi della UE

Il via libera è arrivato l'8 dicembre scorso, dopo che l'Efsa ha valutato che il consumo dell'insetto è sicuro. Il via libera a una nuova specie di insetti per l'alimentazione dell'uomo, è arrivato dalla Commissione europea, che ha autorizzato la commercializzazione dei grilli domestici (Acheta domesticus) come nuovo alimento nell'Unione. Si tratta del terzo tipo di insetto approvato per il consumo sulla tavola da Bruxelles. Le precedenti autorizzazioni hanno interessato la vendita e il consumo delle tarme delle farina essiccate, a luglio 2021, e della locusta migratoria, il cui semaforo verde definitivo è arrivato lo scorso novembre. Come nel caso delle locuste, anche per i grilli domestici saranno disponibili gli insetti interi congelati, interi essiccati e in polvere.  

Anche gli insetti, come del resto accade per la carne o il pesce, possono crearci qualche problema se non li conserviamo (e li consumiamo) correttamente.

Allevare insetti per il consumo umano: i rischi da considerare, dall’impatto ambientale alla biosicurezza.

Man mano che si allarga il numero di insetti autorizzati a scopo alimentare in Europa, si rende necessario ragionare sull’impatto e la biosicurezza dell’allevamento di questi animali. Ne parla Giovanni Ballarini, in un articolo pubblicato da Georgofili.info, il sito dell’Accademia dei Georgofili.

Mangeremo solo insetti in futuro? Diversi aspetti sono poco considerati, come l’alimentazione degli insetti in allevamenti industriali, l’impatto ambientale di questi allevamenti e non ultimo i virus di cui questi animali sono portatori. Argomenti importanti perché gli insetti sono ciò che mangiano, e prima di usarli per l’alimentazione umana bisogna essere sicuri che siano allevati e nutriti con matrici non a rischio. Per questo sono necessarie normative per garantire la loro sicurezza partendo dai materiali organici usati nel loro allevamento, stabilendo quindi limiti per quanto riguarda contaminazioni microbiologiche, metalli pesanti, micotossine, pesticidi e altri residui indesiderati.

Gli insetti possono avere un ruolo significativo nell’alimentazione umana e degli animali solo se allevati in grandi quantità, quindi in impianti industriali. Questa non è una novità, e la bachicoltura e l’apicoltura ne sono un antico esempio. Non bisogna dimenticare che proprio nel baco da seta (Bombyx mori) Agostino Bassi nel 1835 dimostra come il mal del calcino che devasta gli allevamenti è causato dal fungo deuteromicete Botrytis (o Beauveriabassiana, così chiamato in suo onore, in questo precedendo le scoperte di Louis Pasteur sulle malattie infettive degli animali e degli esseri umani. È inoltre noto che le api (Apis mellifera), di cui abbiamo una lunga e approfondita esperienza nell’allevamento, si nutrono di polline che può contaminare il miele rendendolo inidoneo all’alimentazione umana per la presenza di diversi microrganismi tra i quali il Clostridium botulinum, cagione del botulismo alimentare infantile, tossine e molecole psicoattive come quelle di Rhododendron ponticum, Rhododendron luteum e Erythroxylum coca, senza dimenticare il rischio della presenza di pesticidi.

Gli insetti non sono quindi efficienti ‘filtri’ di popolazioni microbiche e molecole dannose per gli esseri umani, che sono presenti in quanto loro mangiano. Se vogliamo allevare insetti, in particolare le loro larve, come cibo per le persone e gli animali produttori di alimenti, è necessario usare matrici alimentari sicure, allo stesso modo di qualsiasi animale da reddito, con vegetali sani, come farina di cereali e farina di leguminose, non usando quindi materiali di scarto e sottoprodotti organici di riciclaggio alimentare incontrollato, se non selvaggio. Una condizione che indubbiamente potrebbe ridurre la competitività di produzione di proteine da insetti rispetto a quelle ottenute da altri animali e, in futuro, da sintesi biotecnologiche.

Un aspetto poco considerato è l’impatto ambientale degli allevamenti intensivi di insetti. È vero che gli insetti emettono molti meno gas serra (anidride carbonica e metano) e che la Life cycle assessment, che valuta l’impatto ambientale associato a tutti gli stadi di vita di un prodotto, per gli insetti commestibili è inferiore a quella delle proteine ottenute da allevamenti di animali tradizionali, ma le larve per svilupparsi ed evolversi devono essere mantenute in ambienti riscaldati a circa 28°C. Inoltre i materiali derivanti dagli allevamenti, prima di essere utilizzati, devono essere sterilizzati. L’energia necessaria per produrre calore di riscaldamento e sanificazione dei residui di allevamento ha un’origine diversa e un’impronta di carbonio più o meno alta in base al paese produttore. Ad esempio gli alimenti d’origine larvale provenienti da allevamenti della Cina probabilmente riscaldati a carbone hanno un’impronta di carbonio superiore a quelle di allevamenti riscaldati con energie rinnovabili.

Attualmente dodici sono le specie di insetti segnalate dall’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa) per un utilizzo nell’alimentazione umana nell’Unione Europea (di cui tre già autorizzati) e un nuovo aspetto non riguarda tanto i prodotti ottenuti, quanto la biosicurezza degli allevamenti industriali. Gli insetti non sono possono essere vettori di infezioni virali per gli esseri umani, ma costituiscono il più grande gruppo di animali sulla Terra in termini di biodiversità di virus capaci di infettare, causare malattia e portare alla decimazione in breve tempo intere colonie. Non è neppure da sottovalutare la capacità di trasmissione dei virus a persone e ad altri animali. Una revisione sistematica della letteratura scientifica sui virus delle specie di insetti di interesse per la nutrizione umana (coleotteri, ditteri, lepidotteri e ortotteri) permette di individuare più di settanta specie di virus, appartenenti a ventidue famiglie diverse. Se la situazione per ora sembra essere rassicurante per il rischio di trasmissione alle persone di virus tramite gli alimenti prodotti da insetti, tutto da stabilire è il rischio di infezioni in allevamenti industriali, considerando che le loro larve sono allevate a temperature che si avvicinano ai trenta gradi, vicini a quella dei mammiferi.

Un'alimentazione a base di insetti sembrerebbe tuttavia essere, per la UE, la soluzione a tanti problemi che affliggono l'umanità e il Pianeta in cui viviamo: porrebbe un freno alla fame nel mondo, ridurrebbe le emissioni di gas a effetto serra e il consumo di acqua e suolo, e allo stesso tempo darebbe al nostro organismo la quantità di proteine, acidi grassi e micronutrienti fondamentali di cui ha bisogno. Ma esiste (anche) un lato “oscuro” a quella che sembra la panacea di (quasi) tutti i mali. E la domanda se la sono posta alcuni esperti di alimentazione dell'Università di León (Spagna), secondo i quali occorre fare ATTENZIONE AI RISCHI SANITARI connessi al consumo di insetti.

SOSTANZE ANTINUTRITIVE E TOSSICHE. Tanto per cominciare, gli insetti potrebbero contenere alcuni antinutrienti, cioè composti che si formano con processi di degradatazione, conservazione, cottura ecc., presenti in vegetali e animali, che impediscono o rendono più difficile l'assorbimento dei nutrimenti: tra questi, il più diffuso negli insetti è la chitina, principale componente dell'esoscheletro degli artropodi, che ha un effetto negativo sulla digeribilità e l'impiego delle proteine. Altri esempi di sostanze antinutrienti sono i fitati e gli ossalati, che riducono l'assorbimento di minerali come il calcio, lo zinco, il manganese, il ferro e il magnesio.

Esistono poi anche due categorie di insetti tossici: i fanerotossici, le cui tossine vengono attivate nel tratto gastrointestinale e la cui pericolosità per l'uomo è limitata a possibili danni provocati durante il passaggio dalla bocca all'esofago; e i criptotossici, portatori di sostanze tossiche per l'uomo. Tra questi vi sono ad esempio alcuni scarafaggi che contengono testosterone, e il cui consumo prolungato nel tempo può provocare, tra gli altri, problemi di fertilità e cancro al fegato.

BATTERI. Come i pesci, anche gli insetti possono essere contaminati da alcuni patogeni come la salmonella, l'E. coli o il Campylobacter. La soluzione in questo caso è piuttosto semplice e consiste nella cottura: le alte temperature eliminano, o comunque riducono sostanzialmente, la presenza di microorganismi patogeni.

PARASSITI. A volte poi gli insetti ospitano parassiti: è il caso, ad esempio, di mosche e scarafaggi, nei quali sono stati ritrovati diversi tipi di protozoi e vermi parassiti in varie fasi di sviluppo. Anche in questo caso, basta congelare gli insetti per eliminare il rischio contaminazione, poiché le basse temperature uccidono i parassiti pluricellulari.

 

SOSTANZE CHIMICHE CONTAMINANTI. C'è poi anche la contaminazione chimica, uno dei rischi maggiori collegati al consumo di insetti, principalmente quelli selvatici: nel 2007, ad esempio, diversi bambini e donne incinte della comunità di Monterrey (California) si intossicarono mangiando cavallette importate dal Messico che presentavano alti livelli di piombo. Tra le sostanze che si trovano frequentemente negli insetti vi sono alcuni metalli pesanti (come piombo, appunto, rame e cadmio) e pesticidi.

ALLERGIE. Un ultimo rischio è quello relativo alle allergie, un tema ancora poco studiato: la sintomatologia associata al consumo di insetti è varia, e va dal semplice prurito allo shock anafilattico. Probabilmente però, sostengono gli esperti, è sufficiente che gli insetti vengano correttamente processati per ridurne la potenzialità allergenica.

Insomma, non sembra esistano grossi impedimenti sanitari al consumo di insetti, ma bisogna prestare particolare attenzione all'elaborazione e alla conservazione (come già facciamo con carne e pesce) di questi novel food. Per ora, l'ostacolo più grande da superare in Occidente è quello normativo, oltre a una certa naturale repulsione che noi occidentali abbiamo verso questi cibi esotici: ad oggi, l'Europa ha autorizzato il consumo di solo tre tipi di insetti – le tarme della farinale locuste migratorie e i grilli domestici.

 


 
 
 

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