Creato da fra87chicca il 05/06/2008

The Kiss Goodnight

You Can Feel Everything

 

 

OVER

Post n°193 pubblicato il 11 Agosto 2009 da fra87chicca

Stamattina mi sono svegliata tranquilla.

Lei era di sotto che mi aspettava. Scodinzolante. A momenti non mi faceva neppure fare colazione.

Arrivata qui, aprendo il mio blog ho pensato che avrei potuto cambiare l'immagine dello sfondo, dopotutto la tempesta che ho dentro, si era leggermente placata.

Non è facile. Ieri sera pensavo alla Lilli, e al fatto che avrei tanto voluto farla conoscere ai genitori di Filo, e so già, così come sapevo, che avrebbero compreso l'amore che provavo per lei.

Non è facile. Ma avevo la consapevolezza di aver salvato una cagnetta da uno stupro di gruppo, da un parto che l'avrebbe probabilmente uccisa, vedendo che razza di padrone si ritrovava.

E adesso?

A quanto pare ci siamo sbagliati. La cagnetta è un cagnettO.

E sono precipitata.

Anche adesso avrei una gran voglia di mettermi a piangere e scalpitare come una bambina piccola.
Di sicuro anche lo stress dell'ufficio influisce parecchio su questa reazione.

Ma se prima NON era facile, ora è SENZA DUBBIO difficile.

Difficile perchè un cane maschio spesso è più problematico di un cane femmina? Anche.
Difficile perchè con i cani maschi fin da bambina non sono mai andata d'accordo? anche.

Difficile perchè ora SO che non ho tratto in salto una cagnetta da pericolo certo? SOPRATUTTO.

Sopratutto perchè ora il senso di colpa si è aggrappato al collo e mi mozza il respiro.
Sopratutto perchè una parte di me resta convinta del fatto che quel cagnolino ha comunque bisogno di noi, ma così è diverso, così è ancora più difficile, così è ancora più doloroso.

E Filo non capisce. Mi accusa. Non capisce. Non mi ha mai capita.

E allora il fango sale, e mi soffoca.

Di nuovo.

 
 
 

Hope

Post n°192 pubblicato il 10 Agosto 2009 da fra87chicca

Diciamo che... è stato tutt'altro che facile.

Anzi, non lo è stato proprio per niente.
Mia sorella era entusiasta, ma lei c'era già passata con Tommy, il suo gatto. Io invece mi sono sentita malissimo, appena l'ho vista.

Un pò come se guardando per terra avessi visto Lei, che mi guardava, e mi dicesse "Mi rimpiazzi già?".

Per qualche minuto non sono riuscita neppure a toccarla, e la prima cosa che ha detto mio babbo è stato "Lei non è la Lilli".

No. Assolutamente.
A fatti è identica. Perfino la morbidezza del pelo la ricordava in maniera spaventosa. Il colore poi. Certo mancavano le macchiette bianche, quei ruffoli mai domati, la cicatrice sulla schiena...

Non so bene cosa mi abbia convinto.

Il fatto che quando mi sono avvicinata si è abbassata come per supplicare "Non mi picchiare". Chissà quante poche coccole che deve aver ricevuto.

E allora tante coccole, tanti giochi. Alla fine era così stremata che si è appisolata accanto a me, sdraiata sull'erba del giardino.

Le zanzare hanno banchettato, poco ma sicuro.

E ieri sera non eravamo neppure tanto sicuri del nome, chissà quanti ne abbiamo vagliati... i più comici "Polda" e "Ughetta". ehehe...
Alla fine io sono decisa per Peggy, semplice, orecchiabile, e romagnolizzabile.
E poi ha una faccia da Peggy.

é molto educata. se può non fa i bisognini in casa e li fa appena la portiamo in giardino.

Certo dovrò rinunciare al riposino durante la pausa pranzo. Oggi non mi lasciava quasi mangiare perchè voleva che andassi a giocare. Non posso aspettarmi di certo che i miei si mettano a correre con lei!

Ma quanto ne vale la pena...  Alzarsi la mattina, vedere sta pallina di pelo che rotola per tutta la cucina scodinzolando felice, e come corre quando torno a casa dall'ufficio.

Scusami Lillina... tu sarai sempre nel nostro cuore, 17 anni insieme non si cancellano in poche settimane. Ma se possiamo dare amore ad una cagnolina che come te ha bisogno, allora mi sembra corretto.

Non è semplice, ma ci proveremo. Poco a poco.
E quella codina che scodinzola contenta aiuta tanto.

 

 
 
 

Full of Shit

Post n°191 pubblicato il 03 Agosto 2009 da fra87chicca

Chissà come... non mi aspettavo nulla di più diverso.

Se sei nella merda, e scendi ancora di più nella merda, chi può aiutarti, ti getta ancora più merda addosso.

Quando ho aperto la porta e l'ho visto sono scoppiata. Magari mi ha fatto bene sfogarmi, ma di sicuro mi ha fatto sentire il sale e la nausea come se dovessi vomitargli sulla spalla, oltre a bagnarla di acqua salata a più non posso.

Se ferisci chi ami, allora preferiresti che quella ferita sia inferta a te diecimila volte più forte.

Ora penso di capire quello che ha provato mia sorella quando mi ha fratturato il braccio da piccola.

E per il resto perfino quell'idiota di Zez ha scherzato su di me, ma fino ad un certo punto, perchè ha visto la mia faccia. Forse perchè ha capito.

Ma c'è anche chi non ha capito, e magari lanciandomi coltelli arroventati in piena gola mi avrebbe fatto molto meno male. Come mi sarei dovuta comportare? Arrabbiandomi? No, per come sono fatta ho assorbito ancora di più il senso di colpa, come una spugna che non ne aveva assorbito già a sufficienza.

Peccato che anche piangendo a dirotto il senso di colpa non se n'è andato, aveva fatto il nido li e stava bene.
Soffri. Soffri, Soffri per le tue colpe e stai male.

Già. Anche fare da infermiera fa passare ben di poco quel senso di colpa. Per lui stare in casa su un letto è un supplizio. Ma d'altronde poteva farci ben poco.

Ma almeno ho avuto la costante riprova del fatto che solo e unicamente di una persona potrò fidarmi ciecamente per tutta la vita.
Perchè lei è stata l'unica, e sola, a chiedermi come stessi io. La mia anima gemella diversa, mia sorella. Infatti, come mi disse lei una volta "Gli amici ti volteranno le spalle prima o poi, mentre su di me potrai sempre contare".

Sicuramente questo weekend mi è stato di grande insegnamento.

 
 
 

Mud

Post n°190 pubblicato il 31 Luglio 2009 da fra87chicca

Come una boccata d'ossigeno, e poi di nuovo immersa nel fango. Così ironico talvolta.

In quel locale, un pensiero rivolto al passato. Un'altra vita, un'altra Fra, un'altra me stessa che viveva, che era un punto d'incontra tra più persone, un'amica preziosa, l'organizzatrice, la giullare.

Una Fra che viveva, e non che sopravviveva.

Quando per i miei 17 anni mi avevano fatto la festa a sorpresa, benvoluta da tutti, e organizzata da nessuno in particolare.

Come sono cambiate le cose, com'è silenzioso ora il mio cellulare.

Com'è denso questo fango.

 
 
 

Littles...

Post n°189 pubblicato il 28 Luglio 2009 da fra87chicca

Da un certo punto di vista è assurdo. Dopotutto sono solo 2 o 3 giorni.

Alzarsi alla mattina e non dover prendere il cellulare per scrivere il messaggino di buongiorno: mi basta girarmi un poco nel letto e posso darglielo da vivo il bacino.

Andare a lavorare, rischiare la galera per tentato omicidio, tornare a casa, o meglio, tornare da lui, che mi accoglie con un abbraccio e un bacio, mentre tra le mani ha il mestolo perchè prepara la zuppa.

E poi guardare i cartoni schifosi che ci sono adesso insieme, abbracciatosi.

Un "bentornata" un "buon lavoro".
Certo si perdono un pò di cose. La dolcezza dei messaggini che ora non occorre più scrivere, le ore di sonno perchè lui si gira in tutti i modi possibili e si mette pure a stella, il piacere di rivedersi dopo una o due giornate pesanti.

Quello che ci guadagno però è che durante la pausa pranzo riesco a staccare meglio la testa, e mi rilasso un pò.

Più che una vacanza dei suoi gentori, questa è una vacanza un pò anche per me.

 

 
 
 

In my hands...

Post n°188 pubblicato il 27 Luglio 2009 da fra87chicca

Non so bene cosa mi stia succedendo di recente. Sono sempre più apatica. Faccio fatica il sabato sera a fare la Mezza!!! io, che riuscivo a fare le 5 in un tirone giusto qualche anno fa.

Qualche anno fa. Appunto.

Venerdì pomeriggio è venuta a trovarci una nostra vecchia collega, che ha lavorato da noi fino qualche mese fa, e per via di questioni personali se n'è andata.

Ha raccontato cose degli altri reparti, del capo, della vita che faceva quando ancora lavorava qui, che mi hanno fatto venire la pelle d'oca.
E mi sono rispecchiata in tutto quello che diceva.
Lei era una persona buona, capace, intelligente, gentile, e lo è tutt'ora. Però continuava a dire che quando lavorava qui, arrivava la sera stanca, col mal di testa perenne, non aveva neppure voglia di giocare col suo bambino, e aveva sempre meno pazienza. Scattava d'ira per le minime cose, ed era diventata molto sclerotica.

Aveva lasciato indietro molte amicizie perchè non riusciva a stargli dietro. Non era la mole di lavoro a consumarla, quanto le energie che ti risucchiava. Esattamente come me.

Cos'è che dicevano di me prima che venissi a lavorare qui? ah si, che ero troppo buona e troppo paziente con le persone. Ora semmai dicono il contrario.

La mia dadi è tornata a casa dal lavoro dopo un periodo tremendo, e quando le racconto dei litigi con Filo, lei per prima sa che non sono il tipo da arrabbiarmi per stronzate simili, ma capisce bene che col lavoro che ho è più facile prendersela e perdere la pazienza.

Perchè ci si consuma.

A pensarci ora, se dovessi diventare madre, restando in questa situazione lavorativa, piuttosto mangio un pasto in meno al giorno, non vado più dalla parrucchiera, non compro più nulla, ma smetto di lavorare qui. Non esiste!!!

Gli anni della mia gioventù li sto consumando in quest'ufficio... e sono sicura di non essere l'unica in questa situazione. Ma com'è possibile??? Neanche dovessi ottenere una promozione.

 
 
 

Mud

Post n°187 pubblicato il 21 Luglio 2009 da fra87chicca

Il fango che non si scioglie.

Il fango che mi rende così disperatamente bisognosa di ogni suo abbraccio, e la mia indole che cerca di fermarsi da tutto questo.

Il fango che mi fa perdere interesse in ogni cosa che faccio... lavoro casa amici amore...

Il fango che mi consuma, e chiede le mie energie. Perchè vorrei sempre e solo dormire.

Il fango che non si scioglie. Il fango che mi toglie il respiro.

 

 
 
 

What I Feel

Post n°186 pubblicato il 20 Luglio 2009 da fra87chicca

Ricordo un giorno di aver letto una frase, non so dove, non so bene neppure quando:

"L'infanzia non va dalla nascità ad una determinata età, quell'età in cui il bambino mette da parte le cose infantili..."

Non ricordo come si concludeva, ma mi colpì il punto centrale, questo.

Ho sempre pensato che diventare adulti fosse un pò come perdere la propria libertà. L'adolescenza non è che una via di transizione, ma non si capisce mai quando termina, è tutto così sfocato e fangoso che difficilmente è determinante il limitare di questo passaggio.

L'adulto è il bambino con le chiavi di una macchina in mano.

Giorni fa, è venuta al mondo una nuova vita. Terribilmente e incredibilmente vicino a noi. La nuova mamma ha appena un anno in meno di me.

Il mio sogno è sempre stato quello di diventare una mamma, crearmi una famiglia, quando mi sarei sentita pronta.

A dispetto di molte mie coetanee, terrorizzate, un pò come il mio cognato, all'idea di perdere la propria gioventù, la libertà di fare quello che pare, la libertà di scegliere in base al nostro volere, e non alle responsabilità che si hanno.

Mia nonna diceva sempre che io ero nata già con una decina d'anni in più rispetto alla norma. Secondo lei ero maturata troppo in fretta in un'età delicata, perdendo passaggi fondamentali, ma che ho lentamente recuperato nel corso dell'adolescenza.

A 14 anni pensavo già ad andarmene via di casa, scegliendo il mio futuro in base alla mia volontà.
E adesso, lavorando ogni giorno, mi rendo conto di quanto sia impossibile riuscire a fare questo da soli. Non solo andarsene di casa ma anche mettere i piedi uno dietro l'altro senza aver nessuno dietro le spalle pronto ad afferrarti in caso d'inciampo.

Non che mi sia mai affidata ai miei genitori. Per lo più ho sempre preservato una via di testarda indipendenza. Economica ed emotiva.

Ma aldilà di questo discorso, parlando con i miei amati suoceri qualche giorno fa, se dovesse succedere un "incidente di percorso", e mi ritrovassi con una circonferenza nella pancia, loro sarebbero più che mai felici.

Il donatore del cromosoma Y in quel caso sarebbe terrorizzato, e pure io, sapendo che non avrebbe il futuro a cui aspirava, ma riflettendoci su, questo dettaglio a parte, io non avrei paura.

La mia gioventù, pur fugace che sia stata, sento di averla vissuta, e non rimpiango quei giorni.
Il dover "Convivere", "avere la responsabilità di qualcun'altro", non mi spaventano.
Se Filo, una volta trovato finalmente lavoro, dovesse chiedermi di andare a convivere, non sarei spaventata, bensì contenta di iniziare a costruire le basi per il mio sogno.

Ciò nella realtà non avverrà mai, anzi... tutt'al più sarò io a doverlo incastrare per andare a convivere probabilmente, e lo stesso vale per un futuro insieme.

Sarà che ho questi "dieci anni di più", o sarà che lavorando ormai da 4 anni il peso delle responsabilità mi ha aiutato a maturare più velocemente, ma per lui non è così...

Ciò che sento, è che vorrei aprire le braccia, e sentirmi MIA. Ciò che sento, è che vorrei guardare il luogo dove vivo, e sentirlo mio.
Ciò che sento è che non ho paura del futuro, immediato o lontano che sia. Quel che succederà, succederà.
Eppure fremo impaziente, perchè non ho alle spalle desideri di restare immobile nella libertà adolescienziale.

Bensì, fremo per conquistare la mia indipendenza.

 
 
 

Searching for...

Post n°185 pubblicato il 14 Luglio 2009 da fra87chicca

"Qual'è il tuo sogno?"

Se mi chiedessero questo, cosa risponderei?

A 14 anni ho avuto un bruttissimo litigio con i miei.
Lo ricordo ancora. Era estate, volevo lavorare, volevo guadagnare i miei soldi. Già allora cercavo un certo tipo di indipendenza.
Al tempo, amavo dipingere. Quindi collegarono il mio bisogno di liquidi con un corso che avrei potuto seguire più avanti, corsi che naturalmente, costavano tantissimo.

Sbagliato. Eppure, pur di non dire loro una bugia, mi chiusi in me stessa, e lasciai loro il dubbio, se quel loro collegamento fosse giusto o sbagliato.
Perchè sapevo che la verità li avrebbe feriti.

Quando ero in conflitto con me stessa per la scuola superiore che avrei potuto scegliere, la prima che avevo scartato era proprio Ragioneria. I miei sogni mi portavano verso il Versari, l'accademia delle arti a Rimini, oppure l'Agraria.

Ma i numeri mi portarono a Ragioneria. Si. I numeri dei diplomati che trovavano il lavoro subito dopo la maturità.
Quindi, scelsi una scuola che cozzava del tutto con le mie capacità, con le mie preferenze, ma che mi avrebbe aiutato.

Aiutato a fare cosa?

Ad andarmene di casa.

Avere, una sorta di mia indipendenza, arrivare a guadagnare abbastanza da potermi permettere di lasciare casa e andarmene.

Perchè non stavo bene? Non proprio. Perchè ero in continuo conflitto, perchè non ero me stessa, perchè dovevo sempre "rendere conto" a qualcuno.
E questo "dover rendere conto" mi limitava, mi opprimeva.
Ancora adesso quando faccio le 3, o le 4 di mattina mi sento una sconsiderata. O almeno, mi sento così quando torno a casa, e non devo fare casino. Per fortuna ho il bagno in camera.

Quando mia sorella si è sposata sapevo che le cose sarebbero andate peggio, perchè mi sarei ritrovata da sola con i miei e a quel punto ci sarebbero stati più fuochi di battaglia.

Mia mamma, la paciera tra me e mio babbo. Due caproni che proprio non sanno andare d'accordo.
E ancora adesso resta in me quel bisogno di indipendenza, quel disperato bisogno di dar conto a me soltanto.
Ho 22 anni, lavoro, ho una paga fissa, ho un ragazzo col quale spero un giorno di realizzare il mio sogno, e ancora non sono in pace con me stessa.
Perchè ancora non ho conquistato quell'indipendenza che tanto bramo.

"Qual'è il tuo sogno?"

Diventare mamma. Creare la mia famiglia.

 

 

 
 
 

Like a Stone

Post n°184 pubblicato il 13 Luglio 2009 da fra87chicca

Dovendo raccontare questo weekend in poche parole, mi verrebbe in mente una sola frase:

"Nel bene e nel male non è concesso l'egoismo".

Da una settimana che in ufficio continuavo a buttar giù bile su bile, e nulla veniva riconosciuto.
Da una settimana ero in tensione con mio babbo per via di quello stupido motorino che non partiva. E benchè io non sia nè meccanico nè abbia una vaga idea di come sia composto un motore, secondo lui me ne sarei dovuta interessare maggiormente.
In un clima del genere, venerdì mattina, è scoccata la scintilla che mi ha fatto scoppiare, e me ne sono andata dall'ufficio.

Ho chiamato mia mamma, che nonostante sapesse quello che stavo passando, s'è lamentata che avrei dovuto sopportare, e non mi ha neppure chiesto come stavo.
Ho fatto i bagagli chiedendo asilo a Filo, e lui, assieme ai suoi, mi hanno accolto con un abbraccio, mi hanno fatto sentire a mio agio in ogni momento.

Eppure continuavo a pensare ai miei. Alla crepa che si stava formando, e al fatto che tornare o non tornare, avrebbe comunque portato le sue conseguenze.
Per cui dovevo scegliere il male minore.

Ma il male minore per chi?
Il male minore per me sarebbe stato restare li dov'ero, in un ambiente caldo e sereno.
E mi avrebbero chiamato egoista.
Egoista per cosa poi? Per non aver retto la tensione in casa? per non riuscire a sopportare la falsità? per non riuscire a sopporatre i ritmi del mio ufficio, di quelli che ti portano via le emozioni?

Negli unici momenti in cui mi sono comportata da egoista, ho dovuto subire ampie conseguenze. Anche nel tempo.
Mentre altre persone sanno passarci sopra, io non ci riesco.

Così ho chiuso la valigia, e sono tornata.
Non mi hanno chiesto come stavo, non mi hanno chiesto se stavo meglio.

Sarò una pietra. Chiuderò le emozioni dentro di me. Non proverò nulla, reagirò alle cose per le quali dovrò reagire. Si. No. Boh. Forse. Mah.

Non c'è concessione. L'egoismo non è permesso.

Anche a chi chiede quei 15 secondi di respiro in più.

Sarò una pietra. Nulla più.

 
 
 

I miss You

Post n°183 pubblicato il 08 Luglio 2009 da fra87chicca

Quando torno a casa è strano.

Tutto il mondo è strano, perchè a casa mia dovrebbe essere diverso?

Da ormai due settimane quando arrivo a casa non sono mai da sola. O mamma è in ferie, o cambia i suoi orari, oppure mio babbo è lì che sornecchia sul divano.

Due settimane? Mi sembra impossibile.

Quello che mi stupisce è che ancora non sono entrata nella fase della negazione.

I miei probabilmente hanno paura di una mia ricaduta, non ne parlano, ma vedo bene che cercano di evitarmi qualsiasi tipo di stimolo negativo. Mio babbo ad esempio ha smesso di sbraitarmi addosso.
E con lo stress già abbastanza grande dell'ufficio probabilmente hanno paura che possa facilmente buttarmi di nuovo giù.

Sbagliato, io dal giù non sono ancora risalita.

Non ho neppure avuto tempo di pensarci su, o di starci male. Il lavoro mi prende così tanto ultimamente che mi sta davvero prosciugando tutte le emozioni.

Non ho avuto tempo di raccogliere tutte le sue foto, sparse in qua e la per il computer, e sceglierne una, per appenderla accanto allo zio, sempre vicino a noi.

L'altro giorno, spazzando il cortile, ho visto qualche sua zampettata stampata nel cemento. Cieca com'era a volte si sporcava con l'olio o col suo mangime, e poi passeggiando lasciava tracce unte che non andavano via. E sono rimaste.
Una parte di me voleva cancellarle. un'altra voleva mettere quasi una recinzione attorno, per non dimenticare.

Pensandoci, non potendola più coccolare, strapazzare, giocarci.

Mi ricordo che quand'ero piccola non voleva saltarmi in braccio come faceva con mia sorella, perchè non voleva farmi male, e se mi allontanavo troppo dalla porta di casa e mi avvicinavo al cancello che dava sulla strada, mi seguiva, protettiva.
Crescendo, mi piaceva andare con lei a passeggiare. Mi piaceva perchè quando capiva che andavamo a fare i nostri giretti, correva libera come una furia, e aveva un'aria così felice.

Non mi è mai piaciuto tenerla al guinzaglio o vederla con un collare, infatti non l'ha mai avuto.

La sua prima cuccia era un insieme di pezzi di legno costruita da me e mio babbo, e l'avevo decorata con mille disegni.

Era curiosa, e un pò ruffiana. Quando aveva fame veniva in cucina con noi e ci guardava come un'eremita che non mangia da giorni. difatti era più grossa che lunga.

Ma anche nella vecchiaia è rimasta bella. Con uno sguardo sempre dolce ed espressivo.

Quando la nonna era nel giardino, con i suoi acciacchi e i suoi malanni, lei si appoggiava alle sue gambe, e ronfava dolcemente vicino a lei. Lo faceva anche con mia sorella quando studiava. Troppo bello per lei dormire vicino a qualcuno.
Ogni tanto quando ero piccola e c'era brutto tempo, di nascosto l'andavo a prendere e la portavo in camera mia. la mattina poi mi svegliava sempre perchè doveva fare i suoi bisognini, era molto educata.

Ogni tanto la domenica mia sorella mi faceva le sorprese, e mi veniva a svegliare con lei, che mi sbavava tutta la faccia.

Era un'amica, nella mia solitudine infatile, era una mamma, quando la mia non c'era perchè lavorava, era una sorella, amabile e dolce. Era una nonnina, nella sua vecchiaia, saggia e paziente.

Non soffro a parlarne, perchè ero pronta. Perchè sono consapevole del fatto che fosse GIUSTO. Che era il momento.

In inglese, "missing" è l'equivalente di perdere, anche se noi lo traduciamo con "mancanza". Perchè sentiamo la perdita, perchè sentiamo che ci manca qualcosa.

E lei mi manca.
Terribilmente.
Anche se il più delle volte era un peso, anche se ormai non era più in grado di darci quell'amore incondizionato che anni fa sapeva mostrarci, anche se ormai non era più lei.

Mi manca da matti. E ancora non sono in grado di sfogare quest'enorme tristezza.

Ho cercato di comunicarlo a Filo, sfogandomi con lui, paingendo quella sera, ma non è bastato.
Occorre tempo, lo so. Ma ancora adesso, da tre anni, pensando alla Nonna piango ancora. Quanto tempo occorrera per finire tutte le lacrime?

Lacrime poi, che non ho tempo di versare. Perchè questo lavoro mi sta davvero prosciugando in ogni senso. Nelle emozioni e nella vitalità.

Mi manchi Lillina.

 
 
 

Anche la bile a volte ritorna su.

Post n°182 pubblicato il 06 Luglio 2009 da fra87chicca

Quando dico "lavoro in un'agenzia di viaggi", tutti mi guardano sognanti, estasiati, convinti che il mio lavoro sia uno dei più belli perchè:

- La gente viene da te felice e rilassata, perchè io la rendo felice.
- Ho convenzioni per fare tanti viaggi a spese ben limitate.
- é un lavoro vario, assolutamente non monotono, perfino divertente e interessante.
- Sono tutti convinti che in un agenzia ci sia un clima di felicità e serenità.

Prima cosa.
Lavoro in un'agenzia di 3 piani, e siamo in 35 circa. Fondamentalmente TUTTE donne.
Anche il mio collega isterico, anzi, lui è l'esempio calzante di una donna perennemente col ciclo.

Siamo così mal organizzati che io, lavorando a pianterreno, se non ho qualcuno che mi sostituisce non posso muovermi. Questo implica il fatto che per andare in bagno, o per mandare un fax, devo per forza smobilitare l'intero ufficio per trovare qualcuno disponibile.

E visto che praticamente NESSUNO è disponibile, eppure TUTTI chiedono favori, questo per me vuol dire stare con la vescica in procinto di esplodere per 4 h e mezza.

Sottolineamo il fatto che sono DA SOLA a gestire un intero REPARTO che d'estate fa faville, e in tempo di crisi no. Credono. In tempo di crisi c'è meno fatturato, ma da lavorare c'è comunque.

Ma il capo non è contento di questo fatturato. Beh pensando che paga una persona sola (pure una miseria) per fare questo fatturato, con la montagna di bile che si deve sorbire perchè il mio reparto è l'ultima microscopica rotellina del carro, quindi prima di lei ce ne sono altri 34, devo sopportare i 30 minuti di isteria che il mio collega mi trasmette perchè alle altre colleghe non oserebbe mai, senza contare che il mio fegato avrà grossi problemi in futuro per tutto questo trattenere per ore e ore, mi chiedo:

ma ne vale la pena?

avere una così bassa considerazione nonostante la montagna di palle che mi sto facendo per gestire tutto?

Ne vale davvero la pena?

 

 
 
 

Qui non si scherza mica...

Post n°181 pubblicato il 06 Luglio 2009 da fra87chicca

... una volta dissi ad una mia amica "Se facessimo delle nostre disavventure una soap, o un telefilm, altro che Dawson's Creek". Lo direi pure adesso.

... guardare certi film non fa bene alla coppia, specie se nel film si vede due sposi che si lasciano perchè troppo diversi.

... C'è ancora quell'uovo sodo nella mia gola, che mi blocca il respiro ogni volta che ci penso. Lei ne parla tranquillamente, e capisco i motivi, ma io ora come ora non me la sento di occupare il suo posto con qualcunaltro. Si, un giorno la penserò diversamente, ma ora voglio che i resti del suo passaggio siano ancora suoi e di nessunaltro.

... Londra mi appare più vicina e più lontana che mai.

... Mi sono fatta l'idea, e la convinzione, di sacrificare i miei sogni pur di continuare ad amare Filo. Eppure ieri sera per la sfrontatezza con cui ha toccato un certo argomento avrei voluto sgozzarlo con le mie unghie. Meglio se per un pò ci sto lontana.

... Avrei voglia delle terme. C'è pure una promozione fino ferragosto che invece di 21 euro si paga 16, alla fratta... chi vuole venire con me una sera?

 

 

 
 
 

Even If...

Post n°180 pubblicato il 03 Luglio 2009 da fra87chicca

Sarà che contro di noi il destino s'è accanito fin dal primo momento, dandoci tutti i segnali possibili e immaginabili per lasciarci perdere a vicenda.

Sarà che io ai segnali c'ho sempre creduto, e li ho sempre temuti.

Sarà che lo so io, come lo sai tu, come lo sanno tutti, che io e te non siamo fatti per stare insieme, neanche tra un milione di anni.

Sarà che ieri sarebbe stato... giusto. Corretto.
Lasciarci con la consapevolezza di amarci, e di non odiarci, o esserci mancati di rispetto, o esserci fatti del male. Soffrire entrambi allo stesso modo perchè non si può vincere contro il destino, è un buon modo per dirsi addio.

Sarà che non sono mai cambiata da quando ero bambina. Se mi dai un biscotto in mano, ma io voglio quello che è sulla credenza, mi arrampico come una scimmia sui mobili pur di arrivarci.

Sarà che non siamo fatti per stare insieme, e non siamo fatti per stare separati.

Sarà che ti amo, sarà che mi ami.

Sarà che sono pronta a scontrarmi col destino. Perchè lui ha messo ostacoli lungo il nostro cammino. E chissà quanti dovremo affrontarne.

Sarà che rinunciare ad un sogno, per viverne un altro, è qualcosa che non ho mai considerato possibile.

Sarà che ti amo.

Sarà che non posso lasciarti andare.

Perdere i miei sogni per te, è un sacrificio per cui vale la pena continuare a lottare.

 
 
 

Fix You

Post n°179 pubblicato il 02 Luglio 2009 da fra87chicca

When you try your best but you don't succeed
When you get what you want but not what you need
When you feel so tired but you can't sleep
Stuck in reverse

And the tears come streaming down your face
When you lose something you can't replace
When you love someone but it goes to waste
could it be worse?

Lights will guide you home
and ignite your bones
And I will try to fix you

High up above or down below
when you're too in love to let it go
but If you never try you'll never know
Just what your worth

Lights will guide you home
and ignite your bones
And I will try to fix you

Tears streaming down your face
When you lose something you cannot replace
Tears streaming down your face and I

Tears streaming down your face
I promise you I will learn from my mistakes
Tears stream down your face and I

Lights will guide you home
And ignite your bones
And I will try to fix you



Quando ci provi al meglio che puoi
ma non riesci ad ottenere quel che vuoi
quando ottieni quel che vuoi
ma non è quello di cui hai bisogno
quando ti senti così stanco
ma non riesci a dormire
Bloccato al contrario

Quando le lacrime si versano sul tuo viso
quando perdi qualcosa che non puoi rimpiazzare
quando ami qualcuno ma tutto va perduto
potrebbe andar peggio?

Le luci ti guideranno a casa
e accenderanno le tue ossa
ed io proverò a stabilirti

Lassù o laggiù
quando tu sei troppo innamorato
per lasciar andar via tutto
e se tu non provi, non saprai mai
quali valori hai

Le luci ti guideranno a casa
e accenderanno le tue ossa
ed io proverò a stabilirti

Le lacrime si versano sul tuo viso
quando perdi qualcosa che non puoi rimpiazzare
le lacrime si versano sul tuo viso ed io..

Le lacrime si versano sul tuo viso
ti prometto che imparerai dai miei errori
le lacrime si versano sul tuo viso ed io..

Le luci ti guideranno a casa
e accenderanno le tue ossa
ed io proverò a stabilirti

 
 
 

FACEBOOK

 
 

MY MUSIC

 

MY MOVIES

 

MYSELF

 

ULTIME VISITE AL BLOG

fra87chiccalillo70.sdgerikaroberto66depechemodefina85write_to_meDaddleMDaniel86Anc0ra_e_sono_7YokoYakamozQui_ed_Orasummit2KissOfLife_2009amico_sessuale
 
 

ARCHIVIO MESSAGGI

 
 << Giugno 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
          1 2
3 4 5 6 7 8 9
10 11 12 13 14 15 16
17 18 19 20 21 22 23
24 25 26 27 28 29 30
 
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963