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In un'ultima "Intervista con la storia" la Fallaci rivive dentro Palazzo Litta

"Una mostra su di me? E perchè no? Sarebbe divertente". Così rispose ad Alessanddro Cannavò, giornalista del Corriere della Sera, Oriana Fallaci nelle ultime settimane di vit, prima di arrendersi al cancro con cui avevav combattuto a lungo. Ora, a distanza di un anno dalla sua scomparsa, quella proposta si è concretizzata nella mostra "Oriana Fallaci. Intervista con la storia", da sabato a Palazzo Litta di Milano (Corso Magenta, 24). Un percorso che ricostruisce tutte le tappe della scrittrice-giornalista: dalle esperienze di giovane partigiana a Firenze, sua città di origine, ai primi incarichi come inviata fino al suo talento da scrittrice. La rassegna, promossa dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali in collaborazione con RCS Media Group, si avvale di un'articolata documentazione in grado di far conoscere questo personaggio burrascoso, polemico per natura, aspro sul piano editoriale e meticoloso all'inverosimile. Interviste e filmati inediti, oggetti personali, copie di giornali e fotografie e lettere originali offrono una panoramica della sua forza e capacità di essere sempre protagonista. Interessante il taglio della mostra, che va sull'onda emotiva: si è accompagnati dal sovrapporsi e intreciarsi continuo di Oriana che parla, grazie a una serie di filmati d'epoca, e dalla storia che scorre. Eccola, in un'intervista di ne anni '90, affermare: "La guerra mi ha interessato, perchè sono nata nella guerra. Mio padre era uno dei capi della Resistenza a Firenze e io, a 14 anni, ero staffetta di città e campagna e portavo, in bicicletta, armi, giornali clandestini  e messaggi ai compagni nascosti. Ora sono vecchia e piena di rughe di cui sono fiera, perchè dietro a ciascuna c'è tanta fatica".