TERRA

hai un sangue, un respiro. Vivi su questa terra. Ne conosci i sapori, le stagioni, i risvegli, hai giocato nel sole....sei radice feroce, sei la terra che aspetta (Pavese)

 

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Maigret

Post n°308 pubblicato il 25 Agosto 2007 da unlumedaunnume
 

"Lei dormiva. Maigret cominciò a spogliarsi nella penombra, lasciando la luce accesa soltanto in corridoio. Poco dopo una voce che veniva dal letto chiese:
 "E' tardi?"
"Non so, sarà l'una e mezzo..."
"Hai preso freddo?"
"No"
Vuoi che ti faccia una tisana?"
"No grazie. Ho appena bevuto un grog"
"E poi sei uscito di nuovo?"
Erano frasette banali che aveva sentito mille volte, ma quella notte lo colpirono e gli venne da chiedersi se Gisele Marton le avesse mai pronunciate.
Forse era proprio perche non le aveva mai sentite che suo marito...
"Accendi pure"
Si accontentò della lampada sul comodino, dalla sua parte, e andò a spegnere la luce in corridoio
"Hai chiuso bene la porta?"
Non si sarebbe affatto stupito se sua moglie, nel giro di pochi minuti si fosse alzata per controllare. Anche quello era parte di un tutto, un tutto che forse Maron aveva cercato invano e che...
Si infilò tra le lenzuola calde, spense la luce e nel buio trovò a colpo sicuro le labbra di sua moglie.
 

Qualche giorno fa qualcuno mi parlava delle rogne di un rapporto a due, francamente non avrei voluto ascoltare, è un pò frustrante non essere mai stata in due, neanche un momento in cui mi era sembrato...Chi ne parlava aveva nostalgia di libertà.. Stamattina Maigret, non capita spesso un passo così nelle inchieste di Maigret, lo leggevo alle cinque seduta in cucina, sorseggiando la seconda tazza di caffè, aspettavo un pò di luce per andare all'orto. Da due giorni mi impunto, voglio un tempo di lettura per me...difficile riaprire un libro, da tre anni a questa parte non ci riesco, e ogni volta ricomincio da maigret, facile, gentile, profondo appassionante (purtroppo negli ultimi tre anni mi sono fermata a lui) lieve. "Gli scrupoli di Maigret" mi ci è voluto per immeggermi, faccio sempre così, sbagliavo il posto in cui aprire il libro, sempre all'ambulatorio del medico, sempre quando era troppo affollato, sempre a leggere e rilegge la descrizione di un uomo dall'aspetto comune, vestito dignitosamente, scrupoloso e dettagliato nell'esposizione del suo problema, davanti a Maigret annoiato e distratto, preso da pensieri vuoti (Maigret sembrava me quando inizio a leggere). Da ieri però la sedia in cucina, vicino alla finestra, aspettando l'alba, veramente sperando che arrivi il più tardi possibile, così da poter continuare a leggere...

Dunque Maigret e la signora Maigret; sicuramente ce ne è voluto di tempo per arrivare a quei ritmi, quelli per cui è piacevole godere del ritmo che ha preso la vita a due, ce ne è voluto ad abituarsi alle ansie della signora maigret, a tamponarle con telefonate di avvertimento,... sicuramente si riservano spazi lui e lei... tempo e ritmi, forse

Mi manca parecchio qualcuno con cui dividermi, mi manca tanto, invero...,

 "lei pero lo ha preso sottobraccio indicandogli l'uomo di guardia, el'ha sospinto  verso il Pont Saint-Michel..." "un attimo" - lo interruppe Maigret. - "In che modo l'ha preso sottobraccio?". Lucas non sembrò afferrare il senso di quella domanda, ma Lapointe, che era innamorato, capì al volo. "Con naturalezza, come tutte le donne che si vedono per strada con l'amante o il marito. Lui deve averle fatto ancora qualche rimprovero, ma meno duramente. Poi, immagino, si è accorto che lei aveva freddo e le ha messo un braccio intorno alla vita. Hanno iniziato a camminare stretti stretti , e i loro passi avevano lo stesso ritmo..."

sogni zitellici di intimità...

 
 
 
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