Storia di un Orso
Diario e riflessioni di un "gay bear" che sorprendentemente non vi parlerà solo della sua omosessualità« Nodens in Lovecraft: All... | Intermezzo di riflessione » |
LOVECRAFT: LA SVOLTA DEL GRANDE CTHULHU
Dopo queste analisi sparse, penso che sia venuto il momento di spiegare in cosa consiste quella che io chiamo la Svolta dell’Estate 1026 in riferimento alla letteratura di Lovecraft.
Di fatto, noi possiamo dividere tutta l’opera di Lovecraft in due grandi periodi: dagli inizi, nel 1917, a subito prima dell’estate del 1926, e poi dalla stesura de Il Richiamo di Cthulhu avvenuta appunto nell’estate del 1926, fino alla morte avvenuta nel marzo del 1937.
È appunto Il Richiamo di Cthulhu, forse il suo racconto più famoso, a segnare tale svolta, e fornire gli elementi più tipici della seconda fase della letteratura lovecraftiana, quella che ha segnato il suo successo nel mondo contemporaneo.
Ma parliamo prima della prima fase della letteratura di Lovecraft.
All’inizio, Lovecraft seguiva più i temi della letteratura gotica classica, anche se reinterpretata a volte secondo suggestioni che già facevano presagire la Svolta del ’26.
I racconti della prima fase sono tutti o quasi racconti che parlano di temi classici dell’horror: fantasmi, morti che escono dalle tombe, stregoni e stregonerie, esperimenti mostruosi tipo Frankenstein e amenità del genere.
Alcuni di quei racconti poi descrivevano il mondo onirico di Lovecraft, il suo bisogno di evadere in mondi di sogno, incantati, lontani dal caos e dalla nevrosi del mondo contemporaneo, secondo un’ottica anti-modernista e anti-progressista, legata alle tradizioni antiche anglosassoni e agli ideali classici greco-romani, o all’incanto delle fiabe orientali.
Insomma, Lovecraft, anche se ci ha lasciato dei racconti molto belli in questo periodo, se non ci fosse stata poi la svolta cominciata con Il Richiamo di Cthulhu, non sarebbe stato che uno dei tanti scrittori del gotico e del fantastico in circolazione in quell’epoca.
Ma ci sono alcuni racconti di prima della Svolta del 1926, che fanno già presagire alcuni degli elementi tipici di tale Svolta.
Il racconto di Dagon, prima di tutto, che abbiamo già analizzato, ma poi anche La Città senza Nome e La Rovina di Sarnath, che invece analizzerò nei post successivi.
Ne Il Richiamo di Cthulhu invece appare una nuova visione dell’horror, un elemento nuovo che prima era solo di sottofondo, nascosto, senza volto quasi, ma che con questo racconto diventa invece predominante, fino alla fine.
Questo elemento è l’Antico Alieno, e si caratterizza attraverso quattro specifici temi narrativi.
Tali temi sono:
1) L’uomo non è il primo abitatore della Terra. Prima di lui, in una remota preistoria, altri esseri hanno popolato questo pianeta, creature che avevano poco o assolutamente nulla di umano, e che sono venuti qui provenendo da remoti pianeti.
2) Tali esseri antichi non sono del tutto scomparsi: alcuni di loro si nascondono, o dormono, in luoghi reconditi, isolati e segreti. Tali luoghi sono localizzati in varie regioni: o nel fondo degli oceani, o nelle profondità del sottosuolo, o fra i ghiacci polari, o su alte montagne poco frequentate, o in desolati deserti, o in lontane isole, o in profonde paludi. In ogni caso questi esseri alieni sembrano avere un fondamentale legame con l’acqua, innanzitutto, e con il sottosuolo in second’ordine. Ma l’origine è quasi sempre stellare.
3) In queste zone isolate, ci sono a volte comunità umane arretrate o semiprimitive, degenerate dalle unioni fra consanguinei e dall’isolamento dalla civiltà. E alcune persone di queste comunità sono in contatto con tali esseri antichi e alieni.
4) Questi umani dedicano un culto mostruoso a tali esseri alieni, adorandoli come divinità, e finendo con l’essere loro complici nel tentativo di ritornare a dominare sulla Terra e influenzare negativamente il mondo degli uomini, e spingendo i loro adepti a una progressiva disumanizzazione.
Questi elementi si trovano tutti ne Il Richiamo di Cthulhu ma anche, in un modo o nell’altro, in quasi tutti i racconti successivi, fino alla sua morte. Magari non tutti e quattro, ma sostanzialmente è sempre questa l’immagine principale dell’orrorifico che alberga nelle pagine di Lovecraft d’allora in poi, ed è stata questa visione dell’horror, esplicata in questi quattro punti tematici, che ha dato il successo a Lovecraft.
Se ne può arguire che forse è successo “qualcosa” a Lovecraft, una sorta di ispirazione, o di ossessione nata da un evento traumatico, che l’ha spinto a essere ossessionato da simili idee che uniscono bizzarramente il fantascientifico, a volte addirittura l’ufologico (in un’epoca in cui non si parlava ancora di UFO), con lo stregonesco, intriso di una sorta di satanismo.
Ma cosa può aver creato questa ossessione?
La spiegazione, a dire il vero, è nota. Solo che essa è apparsa troppo fantastica e incredibile, perché la critica potesse prenderla sul serio.
Il mio intento invece è dimostrare come, accettando tale spiegazione scoperta solo di recente, e per puro caso, nel 2002, l’opera di Lovecraft diventi molto più comprensibile e coerente.
Ma questo lo vedremo un’altra volta….
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Inviato da: Zurlina80
il 25/10/2018 alle 21:43
Inviato da: sexydamilleeunanotte
il 13/09/2016 alle 13:41
Inviato da: frannicorso
il 26/09/2014 alle 21:54
Inviato da: chiaracarboni90
il 06/06/2011 alle 09:53
Inviato da: Terpetrus
il 17/10/2010 alle 10:51