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Intermezzo di riflessione

Post n°74 pubblicato il 15 Giugno 2009 da Terpetrus
Foto di Terpetrus

Intermezzo di riflessione fra una riflessione letteraria-esoterica e l'altra. Prima o poi esaurirò l'argomento, o lo diluirò, ma per il momento è quello predominante.

Ma ogni tanto ci vuole un po' di distrazione, bisogna anche ricordarsi del mondo fuori, e bisogna ricordarsi che a questo mondo ci sono tante cose, tutte meritevoli di essere conosciute e ricordate.

Ogni tanto mi cullo con il pensiero che forse potremmo essere all'alba di un mondo nuovo.

É la radicalità della crisi attuale, che me lo fa pensare.

Non so quanto sangue ci costerà a tutti quanti, quante sofferenze, quanti traumi, quante fatiche, quante delusioni e quante tragedie.

Probabilmente parecchie. Forse viviamo in un'epoca simile a quella compresa fra il 1914 e il 1945, in cui il mondo, che prima si credeva pacificamente avviato al progresso, alla democrazia e alla civilizzazione, è stato sconvolto da inenarrabili scoppi di violenza e distruzione estremamente primitive, e da una dissoluzione sociale ed etica che ha gettato tutti in un'epoca di crisi profonda, che ancora non si è risolta.

Dopo il fallimento delle dittature nazionalistiche, dopo il fallimento del comunismo marxista, dopo la progressiva dissoluzione delle tradizioni religiose, vediamo ora forse la crisi dell'ultima ideologia disponibile: il capitalismo.

Ora possiamo renderci conto che tutte le soluzioni erano sbagliate. Inutili le ideologie militariste e imperialistiche fondate sul concetto di Stato e di Nazione intesi come assoluti.

Inutili le ideologie fondate su un'astratta e inutile uguaglianza economica.

Inutile il rifugiarsi in vecchi dogmi monoteistici fondati su testi scritti in epoche e presso popoli che non hanno più assolutamente niente a che fare con noi.

Inutile anche il rifugiarsi nella positivistica fede nella scienza, che in teoria doveva dare la felicità a ogni uomo, e che in realtà è stata strumento della costruzione di una civiltà dove lo stress, la confusione, lo sradicamento dell'individuo dal suo contesto sociale e ambientale, oltreché naturale, non solo ne impediscono la realizzazione, ma lo condannano ad una infelicità ancora peggiore dalla quale voleva trarlo.

Inutile poi anche il più rozzo degli ideali: quello della realizzazione dell'individuo e della società attraverso l'accumulo infinito di capitali astratti, che non corrispondono, di fatto, a nessuna realtà concreta, ma solo a valori di scambio convenzionalmente assunti.

Cosa resta?

Forse adesso resta la possibilità di scoprire che la collaborazione vale più della competizione.

Resta la possibilità di scoprire che siamo tutti nella stessa barca, che siamo tutti parte di un unico organismo, che tutti siamo parte del Tutto.

Che la Terra è una sola, e noi ci siamo dentro come le cellule stanno dentro un corpo. E che se il corpo si ammala di cancro, tutte le cellule moriranno.

E forse resta la possibilità di scoprire un nuovo volto di Dio in questa verità fondamentale e semplicissima, che non abbiamo mai preso veramente in considerazione.

Forse adesso c'è la possibilità di capirlo.

Però bisogna dirlo. Ripeterlo. Ribadirlo.

Io voglio farlo. Anche se nessuno mi ascolterà.

 
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