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I miracoli di Lourdes e i prodigi della Sfiga

Post n°206 pubblicato il 14 Febbraio 2010 da Terpetrus
Foto di Terpetrus

Avverto subito che questo è un messaggio demenziale, in cui dico cose da delirio…..

Oggi ho letto sull’ineffabile Sette, supplemento del Corriere della Sera, un articolo sul film Lourdes, che sta per uscire nelle sale italiane, se non è già uscito in questi giorni.

Penso che andrò a vederlo, e penso che avrà un sufficiente grado di ironia per trattare la questione senza che i soliti fanatici insorgano urlando alla persecuzione religiosa solo perché la regista manifesta una certa incredulità (si sa che per tanti cattolici, è una persecuzione contro i cattolici il solo fatto di non essere cattolici ed esprimere idee che non sono cattoliche, tipo affermare pubblicamente di non credere ai miracoli).

L’articolo mi ha fatto ricordare che l’uomo con cui ho avuto una relazione con un “miracolato” di Lourdes per quattro anni (un record nella durata media delle relazioni fra uomini, che se arrivano a tre anni, è già tanto, anche se ammetto che ci sono coppie gay che durano anche vent’anni).

Lucio è stato un pessimo compagno, per tanti versi, anche se in cucina era bravissimo. Forse l’unico lato positivo che avesse, oltre al notevole scuro corpo da lottatore che possedeva. Molti me lo invidiavano, anche se io sinceramente non posso dire di essere stato felice con lui, se non agli inizi, e saltuariamente.

Era egoista, arrogante, egocentrico, supponente, ottuso, autoritario e antisociale. Poco attento ai bisogni e alla felicità degli altri, me compreso, viveva in un mondo tutto incentrato su se stesso, e aveva un sacco di idee balorde in testa.

Era interessato all’idea della vita oltre la morte, ma solo per attaccamento alla sua propria identità, che non ammetteva potesse essere persa nel nulla. Di fatto, gli era estranea qualsiasi vera problematica spirituale o morale. Era la persona più vuota che abbia mai conosciuto. Ma ne ero innamorato perso, non so neanche io perché. Dava l’impressione di una persona dolce e bisognosa di affetto, indubbiamente.

Perché fosse così, non lo so. Attribuisco la cosa però a quello che gli era successo da bambino.

A quattro anni gli era venuta una grave forma di nefrite, e aveva dovuto passare i due anni successivi ricoverato in ospedale.

Penso che siano stati quei due anni lontano dai suoi genitori, che lo vedevano solo quando venivano in ospedale a trovarlo, che l’hanno reso insensibile agli altri. Normalmente, le personalità narcisistiche si sviluppano perché nell’infanzia hanno subito l’indifferenza e l’abbandono dei familiari e di tutti quanti.

Fatto sta che dopo due anni di inutili cure, i medici hanno detto ai genitori che non c’era niente da fare, e che l’unica speranza era portarlo a Lourdes, dove forse la Madonna l’avrebbe miracolato.

Cosa che è avvenuta.

È guarito ed è divenuto un pezzo d’uomo che faceva girare la testa a molti gay Cacciatori di Orsi come me. Ma è diventato anche un grandissimo stronzo, e certamente quello era cattolico come io sono musulmano.

Comunque lui si sentiva un miracolato anche dopo: un giorno mi ha raccontato che aveva acceso un cero a Sant’Antonio nella sua Basilica a Padova, pratica molto comune fra i cattolici e i pellegrini che vengono da tutto il mondo.

Qualche giorno dopo si era trovato in mezzo a una grandinata sulla strada fra Vicenza e Padova, e tutte le macchine erano state rovinate dalla grandine, fuorché  la sua, che si era trovata come in una sorta di “nicchia” dove non grandinava…. Naturalmente non ho avuto modo di verificare, ma posso anche credere che sia vero.

Io invece, che sono stato consacrato alla Madonna, che sono pieno di tormenti spirituali… niente. Mai stato miracolato in vita mia, e anzi mi ritengo un perseguitato dalla sfiga.

Non so se devo credere ai miracoli di Lourdes, o alle apparizioni mariane. I  miracoli esistevano anche prima della Madonna.

Nella mia città c’era un santuario alla Dea Madre dei Veneti, Reithia, affine presumibilmente all’Artemide greca, detta anche Reithia Sainatei, cioè “la Sanante”, perché veniva invocata dai malati, i quali, una volta guariti, le dedicavano i loro ex voto nel suo santuario. Alcuni di quegli ex voto in bronzo sono visibili nel locale Museo Atestino.

Il culto della Grande Dea Madre mi ha sempre affascinato e come ho già detto, per me Dio è meglio considerarlo Madre e non Padre.

La mia fede panteistica mi spinge a credere in una Madre del Mondo, grembo universale che avvolge tutte le cose amorosamente, piuttosto che in un Padre lontano dal mondo, in un’altra dimensione, distaccato, ieratico e giudicatore spietato di tutto e di tutti.

Perciò se per Madonna intendiamo tale Madre del Mondo, a me va bene. Ci credo anche io, va.

La Madonna della Grotta di Lourdes è affine a tutte le altre Grandi Madri mediterranee come Iside, Cibele, Demetra, Persefone, Mari, Vesta, Eurinome, Gaia, Nut, Neith, Astarte e via dicendo.

Però ha guarito quello stronzo di Lucio, e l’ha guarito prima che diventasse stronzo. Non l’ha mai guarito dalla sua stronzaggine. Ma guarda un po’.

Nello stupido articolo di Sette si blatera a un certo punto del fatto che la guarigione fisica dei malati a Lourdes è solo un simbolo della “vera” guarigione, quella spirituale, che sarebbe data a tutti, mentre la prima sarebbe data ad alcuni.

Lucio, il cui nome poi significa “luminoso”, è la dimostrazione che sono solo chiacchiere.

Alle volte penso che la Divinità, qualunque essa sia, ha un notevole e bastardo senso dell’umorismo, e forse davvero gioca a divertirsi con noi mortali, ridendo di come ci arrampichiamo sugli specchi per trovare giustificazioni a ciò che non trova nessuna giustificazione.

Indicativo è anche l’episodio che mi è capitato questo martedì.

Mentre mi reco al lavoro, penso a un mio collega che da tanti mesi non può venire a lavorare a causa di una frattura al ginocchio che, anche se operata, non sembra guarire completamente, dato che lo fa ancora soffrire in un modo tale da rendergli impossibile stare in piedi più di pochi minuti.

Allora prego, prego la Divinità, che io chiamo in genere Madre, e le chiedo di guarire il mio collega.

Le dico: «Se non vuoi e non hai mai voluto esaudire le mie preghiere per me e per i miei familiari, almeno esaudisci questa per un mio collega!».

Arrivo al lavoro, vado al cesso e faccio i miei bisogni accucciato sulla turca… il taschino della mia tuta si strappa improvvisamente il celllulare che vi era dentro scivola dritto nel buco della turca, in mezzo alla mia stessa merda.

Devo racimolarlo, pulirlo dalla merda e asciugarlo dal liquame… ma ormai non c’è più niente da fare, è andato.

Se si fosse strappato un minuto dopo il taschino, il cellulare si sarebbe salvato cadendo solo per terra, e altrettanto se si fosse strappato un minuto prima.

È proprio vero che la fortuna è cieca, ma la sfiga ci vede benissimo.

L’ho visto come un segno divino, come se qualcuno dicesse: «Ma che cazzo stai a pregare, stronzo? Non lo capisci che non voglio che stai a rompermi le palle, né per questo né per altri motivi? Mi stai antipatico, ok? Quindi accontentati della merda di vita che hai, o la renderò ancora più merdona, e allora sì che dovrai rimestare nel torbido… un torbido liquame merdoso!».

Ho imparato la lezione, non pregherò più.

Da tempo mi domandavo che pregavo a fare, dato che tutto continua ad andarmi storto. C’ho 47 anni e mezzo, e sono certo un grande testone ottuso, ma ormai la lezione penso di averla imparata.

In tutti questi anni, non me ne è andata dritta una, e non ho fatto altro che sperare che le cose sarebbero migliorate.

Ho fatto di tutto, ma non è servito a niente.

Forse i miracoli esistono, ma non per me. Non sono fatti per il sottoscritto.

Andrò a vedere il film per convincermi, una volta di più, che è inutile aspettarsi di trovare un senso compiuto nella propria vita, sia esso razionale, filosofico o mistico.

E sono curioso di sapere perché Sette ha definito il finale del film “spietato”… qualsiasi sia la finzione, non saprà essere spietata come la realtà….

Ricordatevi che i veri incubi sono quelli che si hanno da svegli…..

E ricordatevi inoltre che i pedoni hanno sempre, sempre la precedenza sulle strisce pedonali. Quando vedete un pedone che aspetta sul bordo della strada, timoroso di fare un passo per paura di venire investito, voi vi dovete fermare e incoraggiarlo a passare perché è suo diritto e non ha senso che i pedoni debbano passare sulle strisce solo quando non passa nessuna macchina! A cosa servirebbero, allora, le strisce pedonali? Tanto varrebbe non metterle, no

 

 
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