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Il Mito della Genesi: la Signora della Costola

Post n°218 pubblicato il 09 Marzo 2010 da Terpetrus
Foto di Terpetrus

Concludo con questo post la lunga digressione sul vero significato della Genesi, parlando della recente scoperta che ho fatto tramite internet sulle origini del mito di Adamo ed Eva e del povero (è il caso di dirlo) Serpente Tentatore.

É necessario per comprendere appieno come il mito della Genesi sia appunto un mito nel senso originario del termine, cioè semplicemente un racconto, una favola sulle origini del mondo.

Non c'è in esso nessun significato mistico recondito, nessun simbolo spirituale mascherato da immagine materiale.

La sostanza dei miti della Genesi non è diversa dalla sostanza dei miti greci sulla creazione dell'universo, con la storia di Eurinome, la Madre del Mondo, e il grande serpente Ofione.

E il Dio (o gli Dei, dato che la cosa è ambigua) che compare nella Genesi non ha niente a che fare con il Dio di Gesù Cristo.

Ma per dare un colpo finale alla tradizione cristiana che crede che la Genesi sia un libro "ispirato da Dio", bisogna dire cosa ha scoperto la ricerca archeologica dei testi mesopotamici al riguardo.

Come ho già detto, il vero Eden, il suo archetipo, è in realtà la mitica isola di Tilmun, nel Golfo Persico, da identificare con un luogo realmente esistente: lo stato del Bahrein, che ora è un arcipelago arido e spoglio, ma che al tempo dei Sumeri e della precedente civiltà di Ubeid, era un luogo verde e ubertoso, come tante altre isole dei Mari del Sud.

Secondo il mito mesopotamico, era lì che era avvenuta la creazione degli uomini,  da parte della Dea della Terra, Ninhursag, che li aveva tratti dalla creta e dal fango.

Ninhursag aveva per sposo il Dio dell'Abisso e della Sapienza, Enki, il cui nome significa "Signore della Terra", signore del mondo sotterraneo e dell'oceano di acque dolci sotterranee, da cui nascono tutti i fiumi, secondo le credenze mesopotamiche.

Da notare che, per molti popoli antichi, i serpenti erano simboli dei fiumi e delle divinità ad essi preposte. Non è quindi da escludere che ci fosse una certa identificazione fra Enki e il Serpente Antico, dato che hanno caratteristiche personali simili.

Enki e Ninhursag vivono assieme nel giardino di Tilmun dove ha origine l'umanità, e lì generano molte Dee con cui il padre ha poi dei rapporti incestuosi.

Ma non è certo quello a suscitare le ire di Ninhursag, dato che probabilmente in tempi remoti i connubi incestuosi, in particolar modo padre-figlia, dovevano essere molto comuni.

No, ciò che fa imbestialire Ninhursag contro il marito è il fatto che, dopo che lei ha fatto nascere e crescere un albero di nuovo tipo, lui le frega tutti i frutti e se li mangia.

Lei lo maledice e gli scaglia addosso ogni genere di malattie, poi scompare.

Il povero Enki si copre di piaghe e si riempie di malanni, e invia la volpe a spingere Ninhursag a più miti consigli.

Ninhursag si lascia convincere dalla volpe e torna dallo sposo, e per l'occasione crea tante Dee quante sono le malattie di Enki.

La Dea preposta a curargli la costola si chiama Ninti, il cui nome significa "Signora della Vita".

Ma per una coincidenza linguistica, in antico sumero "vita" e "costola" si dicono con la stessa parola: "ti". Quindi la "Signora della Vita" è anche la "Signora della Costola", e infatti è lei che tira su.... una costola a Enki!

Ninti è il vero archetipo di Eva, il cui nome in ebraico significa "vita" ed è stata tratta da una costola di Adamo.

Ma in ebraico non c'è la stessa coincidenza linguistica, e quindi il significato di "Signora della Vita" come "Signora della Costola" nella tradizione ebraica è andata persa.

Ecco perchè Eva è stata tratta dalla costola di Adamo!

Il bello è che per secoli gli esegeti si sono scervellati cercando significati mistico-esoterici in questo simbolo, pensando che per "costola" si intendesse "cuore" o magari "forza" o che altro.

Niente di tutto questo. Si tratta solo di uno stupidissimo gioco linguistico di cui si è perso il significato.

Il che dimostra che dietro certi cosiddetti "simboli misteriosi" si nasconde il nulla, o una stupidaggine.

La verità è che il misticismo dovrebbe emanciparsi dal mito, e non considerarlo più di quanto consideri la favola di Biancaneve e i Sette Nani.

Ma una spiritualità post-mitica sarebbe inevitabilmente una spiritualità post-cristiana e post-biblica. E anche post-New Age. Il mondo è pronto per accedere a una tale forma di spiritualità.

Sinceramente, non lo so. Mi sembra che i miei contemporanei siano ancora legati a un modo di pensare mitologico.

Basti pensare a quanto successo hanno ancora le teorie dei complotti, che sono il corrispondente delle superstizioni e dei miti antichi nel mondo contemporaneo....

 
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