Creato da thebrowndessert il 18/09/2011

TheBrownDessert

LifeStyleBlog

 

 

Cercami adesso!

Post n°39 pubblicato il 10 Gennaio 2015 da thebrowndessert

Thebrowndessert adesso è su facebook, cercami per condividere con me esperienze, pensieri, emozioni. E se ti sembra carino clicca su mi piace. Grazie.

 

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Lo spettro dei colori complementari. Un fondamentale punto da cui partire.

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Dato per scontato che si è capito che la somma dei tre colori primari (yellow, cyan, magenta) genera una infinità di colori e sfumature, appesantite dal nero o alleggerite dal bianco, sembra opportuno memorizzare lo schema dei colori complementari. Per complementari s'intende opposti, quindi, per una sorta di magia della natura - meglio - delle illusioni ottiche, questi colori si annullano a vicenda. Nella correzione, importante fase del trucco, è basilare saper scegliere i colori più adatti a nascondere le imperfezioni e le occhiaie. Le occhiaie, ad esempio, in base al sottotono di pelle (rosato o giallo) possono essere violacee o bluastre, con la scelta di correttori gialli o arancioni possono essere abilmente nascoste. A questo punto... Buono trucco!

 

 
 
 

Diventare esperti di trucco con Stefano Anselmo. Ecco il libro.

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Cito testualmente una frase contenuta nel libro:

"La bellezza ha delle regole logiche che la moda non possiede. Queste regole rimangono intramontabili nel tempo, inquanto costituiscono il più importante elemento per armonizzare un viso disarmonico".

Le parole chiave di questa frase sono:

bellezza -  o ideale di bellezza, adesso siamo più abituati a confrontarci con bellezze di provenienze etniche differenti. Non esiste più il solo, occidentale, concetto leonardesco, riferito al grande pittore, di chiara matrice europeistica, con colori e proporzioni ideali.

moda - concetto per lo più inteso come effimero e di breve durata. Oppure, come lo intendo io, alla maniera di; un giusto compromesso tra ciò che passa e quanto resta di buono rispetto ad una novità.

armonia - in contrapposizione con disarmonia. Un concetto relativo per certi versi. Armonico, come già detto, può essere riferito al ristretto ideale rinascimentale di bellezza. Ma la vera armonia è la somma ideale di ciò che non suscita emozioni troppo discordanti.

Stefano Anselmo, è considerato il più importante truccatore italiano al mondo. La sua esperienza lo ha avviato ad una carriera di insegnamento in Italia e all'estero e proprio questo continuo confronto con culture differenti, che paradossalmente cercavano in lui l'apprendimento delle regole dell'ideale di bellezza europeo, lo ha spinto ad approfondire le sue conoscenze nella bellezza esotica, etnica, pubblicando testi e collaborando con importanti istituti che promuovono in particolare la cultura africana. Nonostante ciò, ritiene che nell'arte del trucco, vi siano delle regole da rispettare, dei canoni fondamentali, cui non si può transigere. Il testo è riservato alle scuole professionali e inquanto tale, necessita di concetti di base che, a parere mio, possono essere liberamente interpretati, nel momento in cui si interiorizzano. E' chiaro che i concetti di chiaro scuro, colori primari e complementari, non si possono sovvertire, sono regole fondanti dell'arte, della fotografia, del trucco. La pratica del trucco si può elevare a quella dell'arte. I pittori classici, con giochi sapienti modulavano la luce e restituivano all'occhio umano mirabili capolavori di bellezza. Arte, fotografia, trucco, dunque, sono accomunate da un gioco sapiente di tecniche, dall'uso dei colori, dalle illusioni ottiche, dalla luce, dalle ombre. Chi pensa che truccarsi al mattino sia solo una pratica da femminucce si sbaglia. Come diceva spesso la mia docente di sociologia, in ogni pratica umana è insita una sapienza da specializzare e rendere, per quanto possibile, divulgabile, affinchè non resti un esercizio fine a se stesso. La pratica del trucco, come qualsiasi pratica umana, può considerarsi un opera di artigianato che molto spesso travalica nell'arte, mettendo in mostra un ideale di bellezza universale.

www.stefanoanselmo.it

 
 
 

Piccoli lussi domestici: il rituale del thè.

Post n°36 pubblicato il 08 Giugno 2012 da thebrowndessert
 
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In uno dei primissimi post pubblicati vi ho parlato del mio thè preferito, ma non ho pubblicato nessuna foto. Non ero ancora una esperta di blog... Oggi pubblico un aggiornamento del mio corredo per il rituale del thè.

 
 
 

Giuliana Makeup Delight: per molte ma non per tutte, perchè possiamo farne a meno...

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Ho comprato e letto il libro di Giuliana nello stesso giorno; beh, è stato semplice, non è un compendio di economia politica, ma un manualetto cartonato da tenere a portata di mano per qualche spunto veloce, qualche ideuzza da scopiazzare, niente di che. Dalla lettura, particolarmente rilassante e prevedibile - avendo visitato il sito - non si riscontra nulla di nuovo, innovativo, esaltante. Maturo, quindi, la certezza che, in fatto di cosmetica, usi e costumi, devo dire che - modestamente - mi sento una esperta di primo livello. Certo mi mancano le tecniche più sofisticate, i segreti più segreti, ma in genere, gli accorgimenti più stravaganti sono utilizzabili il tempo di una fotografia, sui set di moda, mai nella realtà. Nessuno si sognerebbe di andare in giro bistrando gli occhi di burro cacao e matita nera... Il manuale è utile per una ragazzina di 12 anni alle primissime armi o una gentile signora, stile Susanna Camusso (sue parole: mi sono truccata solo due volte nella vita) che ha deciso di truccarsi per le feste e non sa da dove cominciare. Apprezzabile il tentativo, tifiamo sempre per lei e per l'inspiegabile successo, visto che ELLE USA, ha dedicato alla nostra make up artist un articolo celebrativo, facendola emergere nell'affollatissimo panorama internazionale di truccatori, anche molto capaci e competenti. Apprezzabile la schematica suddivisione di tipologie di pelle, CHIARA e SCURA, comprendendola dalla semplice analizzazione del colore delle vene sulla pelle. Verdi, sottotono giallo (pelle scura); viola, sottotono rosa (pelle chiara). E' già qualcosa, considerando che molte donne si truccano malissimo, semplicemente perchè non sanno a quale sottotono appartengono. Ma a questa semplicistica suddivisione aggiungerei anche il colore dei capelli artificiali, considerando che la stragrande maggioranza delle donne sbaglia già nella scelta della tinta dei capelli e di riflesso nel make up corrispondente. A questa distinzione aggiungerei la mancanza di elementari conoscenze cromatiche, (si apprendono alle scuole medie). I colori primari: giallo, ciano (azzurro) e magenta (una specie di fucsia), mescolati tra loro creano una serie di sfumature e colori secondari, tutti e tre insieme il famigerato nero, deus ex machina, ma a parere mio, pur amandolo molto, colore estremamente sopravvalutato quando cerchiamo di utilizzarlo sfruttando sua capacità di stare con tutto. Sbagliatissimo! Il nero non sta con tutto e la regola dell'analogia e del contrasto deve creare accostamenti armonici, mai azzardati. Il nero, specialmente nel make up, è rigorosamente riservato ad occasioni speciali, con accostamenti super classici, tipo il rosso lacca, la pelle diafana e curatissima. L'abuso di matita nera, di eye-liner nero (lo detesto!), con colori caldi, di mattina e in qualsiasi contesto sociale e poco raccomandato e spessissimo, di cattivo gusto. La necessaria distinzione ulteriore da fare è tra colori caldi e colori freddi, i quali - a loro volta - non sono categoricamente utilizzabili solo da alcune tinte di pelle, ma da tutti, solo nel modo giusto. Giuliana esordisce con l'orrore che prova nel vedere truccate vecchie signore con gli occhi azzurri e le labbra fucsia (magari che sporcano i denti). Ecco, sembrerebbe un accostamento azzardato, ma l'accostamento cromatico di azzurro e magenta è pertinente. Ho lavorato con i colori per molto tempo, spesso per avere idee e comporre accostamenti cromatici armonici, oltre a confrontarmi con quanto offre la natura, (cielo che sovrasta sul verde di un prato, ad esempio), mi procuravo dei pastelli, meglio da 24 unità e accoppiavo i colori. Dal semplice accostamento si capisce se può suscitare fastidio o piacere alla vista. Il trucco, antropologicamente parlando, è l'espressione di status sociali, in tutte le culture e società, anche tribali, truccarsi è un modo di esprimere la personalità, il ceto sociale, la cultura di riferimento. Quante volte abbiamo dato della volgare a delle tipe esuberanti, truccate in modo inproprio. Allo stesso  modo, i colori sortiscono effetti sullo stato d'animo, al punto da essere considerati terapeutici nella cura di alcune patologie, soprattutto di natura psicologica. I colori armonici sono immediatamente piacevoli alla vista e fanno bene all'umore. E' questo il punto di partenza per truccarsi nel migliore dei modi e sentirsi a proprio agio, senza sfondare nel teatrale o clownesco. Non condivido, ma non solo Giuliana professa questo canone diffuso tra i visagisti delle stelle, relativamente alle donne mature che devono usare colori chiari e splendenti per risaltare la pelle. Conosco delle splendide mature signore che osano smokey eyes fantastici senza sembrare ridicole, semlicemente usando colori in armonia con loro stesse, la loro personalità, il loro gusto. Condivido con Giuliana, invece, il rispetto per la personalità della sposa, che non deve essere stravolta da tinte pastello che sono pugni negli occhi specialmente con le carnagioni mediterranee e dai capelli scuri. Per il resto, ribadisco, rispetto la capacità di Giuliana, come di tante altre come lei, di arrivare ad un pubblico così vasto e variegato di donne che, a qualsiasi età - se sono portate - adorano giocare con il make up e quelle meravigliose scatoline colorate che sono i cosmetici. Diverse, infine le contraddizioni, dato le premesse cromatiche della nostra Giuliana. Leggendo il libro, un pubblico esperto e critico, riesce a coglierle, isolarle, non farle proprie. Perchè, in fondo, come nei libri di ricette, lo scopo non è avere una lista di pietanze, ma assimilare le tecniche per poterne inventare o rielaborare nuove ricette. Ecco, al manuale di Giuliana critico anche questo, la povertà di tecniche da apprendere, lasciando molto spazio alle ricette per le occasioni. Consiglio per semi esperte: procurarsi immediatamente un manuale per scuole tecniche, sia di cucina che di estetiste. Io parto da qui.

Link di Giuliana su ELLE USA:

http://videostar.elle.com/videos/31559324001/smoky-eyes-and-pink-lips

Nella foto, il mio piccolo armamentario Chanel, naturalmente da arricchire...

Bibliografia:

Diventare esperti di trucco di Stefano Anselmo - Ala edizioni. Per gli istituti professionali.

Jemma Kidd Make-up Masterclass: Beauty Bible of Professional Techniques and Wearable Looks di Jemma Kidd. St Martin's Press edizioni.

Bobbi Brown Makeup Manual: for everyone from beginner to pro di Bobbi Brown. Springboard Press edizioni.

 
 
 

Parenti stretti

Post n°34 pubblicato il 03 Giugno 2012 da thebrowndessert
 

Salve a tutti, dopo così tanto tempo pubblico un nuovo, brevissimo, post. Il titolo parenti stretti non deve ingannare, ma vuole descrivere la relazione tra i due nuovi link che ho aggiunto nella lista dei preferiti, (qualcuno lo avrà notato?). I link sono in ordine: www.makeupdelight.com e www.nevecosmetics.it. Parto dal secondo: è su Neve Cosmetics - giovane azienda italiana - che ho perso un intero pomeriggio, spulciando tra i prodotti, tutti belli da vedere e ottimi dal punto di vista qualitativo. Sono cosmetici essenzialmente minerali, senza aggiuntivi di origine animale o sintetica, quindi, eticamente corretti, privi di sostanze allergeniche, i preferiti da vegani, notoriamente fondamentalisti nella scelta di prodotti di cui cibarsi e pare, anche con i quali truccarsi. Un bellissimo sito, prodotti di grande qualità, li ho già sperimentati e sono finiti i miei cronici occhi rossi... Un pò sopra la media rispetto ai prezzi, ma al confronto con altre marche di cosmetici, nulla di significativo... Il secondo link è di Giuliana Arcarese, che ai più, probabilmente non dice nulla, ma si tratta della makeup artist rivelazione, in libreria con un libro edito da Rizzoli, un best seller che parla di make up e segreti delle make up artist come lei. Domani lo vado a prendere in libreria, è quasi introvabile a Palermo... Perchè parenti stretti? Perche è sul sito Neve Cosmetics che la nostra Giuliana pubblica dei video tutorial, svelando inediti usi del trucco minerale e poi, perchè Giuliana è una creatura della nostra amata Sicilia, con la sua adorabile inflessione, sfido chiunque a capire da quale provincia... Giuliana, bella, brava e famosa, la sua presentazione del libro a Palermo è stata un successo che per prima ha sorpreso lei stessa. Giuliana sembra essere una delle tante figlia del web, scatolone magico pieno di cianfrusaglie, ma capace di restituirti, splendidi, nuovi, intelligenti spunti per migliorare la qualità della nostra vita. Brava Giuliana, tifiamo per te.

 
 
 

ELLE Italia compie 25 anni, in edicola un numero davvero speciale.

Post n°33 pubblicato il 04 Marzo 2012 da thebrowndessert
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Il numero di marzo di ELLE è davvero speciale, quattro riviste racchiuse dentro una scatola nera commemorativa, con un fantastico gadget, l'ultimo mascara della maison Dior. Un giocattolo per bambine che riempie il cuore di felicità. Da non perdere!

 
 
 

Stasera Celentano e Sanremo s'incendia. Mentre scrivo, aspettiamo la rettifica del molleggiato.

Post n°32 pubblicato il 18 Febbraio 2012 da thebrowndessert
 

Se c'è una cosa che amo da impazzire è parlare male di Celentano. Mi viene facile, facile, mentre lui cerca di stupire il suo pubblico adorante con una sequenza di banalità, alcune prevedibili, altre meno, mi frullano in testa sequenze di insulti che potrei dire a questo simpatico mattatore, ex cantante, ex attore, no-show man. Il the day after dopo il suo intervento a Sanremo a suscitato polemiche, dibattiti televisivi, forse, interrogazioni parlamentari. Eppure, stasera voglio difenderlo. Sono certa che molto del monologo del geniale artista sia frutto della sua mente; il resto, dello staff di autori che - presumo - si occupino dei testi, della fondatezza di quanto espresso. Presumo, perchè così mi illudo che dietro a cotanto sermone ci sia una regia, un volontario fine di creare scompiglio. Perchè, se è solo frutto, esclusivo del delirio di Celentano, allora siamo messi male. Mi sembra accercchiato da bestie feroci  - e qui suscita umana pietà - che lo mettono sul piedistallo per sparare a zero su tutto. Anche l'intelligente e sensibile Claudia Mori, che ritengo donna di elevato spessore imprenditoriale, sembra dire: "bene, se devi dire cazzate, sparale forte e fatti pagare tanto!" Perchè dietro le prediche c'è sicuramente il tentativo di manifestare il disagio del nostro vivere, l'impotenza d'agire sulle scelte scellerate dei potenti del mondo che sembrano solo capaci di distruggere, anzichè creare armonia e pace tra i popoli. Qualche post fa ho scritto che siamo in guerra, una guerra senza armi, frutto di politiche economiche senza regole e senza etica. Sentire che un personaggio pubblico come Celentano abbia lo stesso nostro disagio, la stessa indignazione per le gravi problematiche che affliggono la nostra società, può essere liberatorio, suscitare il nobile sentimento della condivisione, della partecipazione.  Suscitare polemiche, utili solo ad asfittiche testate giornalistiche, diventa un esercizio fine a se stesso. Diventa il maldestro tentativo di fare "bar dello sport", ma in una vetrina privilegiata, quale può essere il nazional-popolare (mai frase fu più significativa...) Festival di Sanremo. Quale soluzioni consiglia e/o propone il predicatore-venditore? Nessuna, non deve dare soluzioni, deve solo elencare disastri e suscitare, via via, indignazione, commiserazione, ilarità, disprezzo, apatia, indifferenza. Perchè le prediche, alla lunga diventano rumori di fondo, compiacimento per il mal comune. Ecco, Celentano dovrebbe smettere di fare prediche, dovrebbe capire che, aldilà del faraonico compenso all'artista, c'è il tentativo, riuscitissimo, di strumentalizzare la sua immagine, la forza mediatica che provoca il suo messaggio. Dovrebbe smettere di mettersi al servizio dei potenti che, paradossalmente, a turno, insulta. In fondo, lo usano per fare arrivare messaggi subliminali al popolo stordito, confuso, provato da una farfaletta inguinale di Belen e dal predicozzo apocalittico del cavaliere senza macchia Celentano. Dovrebbe, piuttosto dare soluzioni, dare consigli pratici, strumenti di valutazione più alla portata. La disobbedienza civile è frutto di una conoscenza del problema, ma anche delle possibili soluzioni. Utilizzare il servizio pubblico per trasmettere messaggi pseudo politici, con l'unico scopo di incassare compensi pubblicitari, vanifica ogni onesto tentativo di sollevare questioni sociali. Non ho apprezzato, in tal senso, l'invito ai preti ad occuparsi del loro ambito di azione, ovvero, la descrizione del Paradiso, il fine ultimo della nostra esistenza. La chiesa per lungo tempo, occupandosi dell'accaparramento di ingenti ricchezze, ha propinato il messaggio di una vita migliore dopo la morte. Un messaggio narcotizzante, che vuole distrarti dalla contingenza, dal quotidiano. La vita è una sola, è adesso e va vissuta dignitosamente ora! Non dobbiamo mortificare le nostre esistenze nella illusoria possibilità di una vita ultraterrena! La Chiesa, dall'alto del suo potere politico e dalla riconosciuta funzione sociale, ha il dovere di intervenire per modificare e migliorare le condizioni disumane cui sono costretti a vivere, milioni di uomini in tutto il mondo, di qualsiasi religione o cultura appartengano. Il paradiso è ora, l'inferno è ora, il purgatorio è ora, nel presente che viviamo e che qualcuno di molto potente ha deciso di farci vivere. E questo, in fondo, lo sai anche tu caro Adriano.

 
 
 

Il nuovo sito di e-commerce di arredamento: www.dalani.it

Sono entusiasta! Il sito www.dalani.it permette agli amanti delle belle case di arredarle con sostanziosi sconti, che arrivano fino al 70%. Oggettistica di classe, complementi di arredo, arredamento di design. Una grafica elegante e ben fatta, intuitiva la ricerca nel sito, corredata da consigli, presentazioni degne delle più prestigiose riviste di moda. Un modo inedito di sfogliare una rivista di arredamento, con la possibilità di cogliere occasioni di grande prestigio. Interessante la sezione Magazine, una vera e propria rivista patinata on-line che offre spunti e soluzioni abitative di grande suggestione. Davvero entusiasmante per una come me che ama l'arredamento ma detesta le riviste di arredamento, troppo surreali, poco sostanziose.

Per integrare, di pari livello, il sito internazionale www.celebratinghome.com una vera e propria celebrazione della casa, come dice il titolo, con una magnifica carrellata di soluzioni d'interni, foto bellissime, consigli gourmet di alto livello.

 
 
 

Si saldi chi può! Tecniche di sopravvivenza ai saldi. Parte I - sessione autunno - inverno.

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Qualcuna ci è già cascata all'inizio, non ha resistito al falso richiamo degli sconti, quelli deboli che vanno dal 20% al 30%. Roba da principianti o da gente che non deve fare i conti con il portafoglio. I negozi sono pieni di roba, non c'è confusione, trovi tutte le taglie. Balle, sono tutte scuse per acquistare, per soddisfare un bisogno profondo di spendere. Sono solo illusioni ottiche e quelle come me, non cedono nemmeno al secondo ingannevole richiamo: quello del 40% e del 50%. Si fa presto a dire 50%... è solo scritto sulla vetrofania del negozio, dentro a quelle riduzioni ci sono solo alcuni straccetti, poca roba, niente di interessante in molti casi. Il tempo passa e mentre stiliamo un elenco di cose indispensabili per il prossimo autunno - inverno, aspettiamo ulteriori sviluppi e l'arrivo dello stipendio di gennaio. Niente male, considerando che le spese folli dei regali di Natale non ci hanno nemmeno sfiorato. I regali per le festività (anniversari, compleanni, feste comandate) dell'anno solare in corso cominciano con i saldi di inizio anno, perchè nel budget d'investimento saldi rientrano pure queste categorie merceologiche. Consiglio numero uno: strappate le liste, dimenticatevi di monitorare il vestitino che vi è tanto piaciuto, sperando di comprarlo a meno prezzo. Non lo troverete mai! Siate lungimiranti, pianificate le spese e investite in oggetti, accessori, pensierini da tirare fuori quando si presenta l'occasione giusta, gustandovi la scelta, pianificando anche il destinatario. Raccogliete come formichine, mettete da parte, verrà il momento opportuno per tirarli fuori e fare ottima figura con poco denaro. Stesso discorso per cosmetici, abbigliamento e scarpe, le spese personali e della famiglia in generale. Gli sconti, quelli veri, cominciano ora, stanno fermentando sempre più, mentre con noncuranza entriamo ed usciamo dai negozi di fiducia e non, per monitorare la situazione. Qualcuno sostiene che gli sconti sono un inganno su tutta la linea, è vero in parte. I negozianti che ti propinano collezioni antiche (altro che vintage...) esistono, ma - a meno che non si abbia un gusto per l'orrido - dobbiamo evitarli con fermezza. Lo shopping saldifero deve essere chirurgico, razionale, per niente emotivo. A questi livelli di asetticità ci si arriva col tempo, l'esperienza e possibilmente con un armadio strapieno di cose acquistate che non aspettano altro di essere indossate con un mix creativo ed originale. Durante i saldi non si deve MAI cercare qualcosa di particolare, ma ci si deve fare sorprendere da proposte che non ti aspetti, che possono essere sfruttate a breve termine. Non acquistiamo cose improbabili, immettibili, sarebbe un inutile spreco di denaro, di tempo, con relativa frustazione. L'impulso equilibrato dell'acquisto è come la spinta creativa, è irresitibile e gratificante immediatamente, se stiamo ad indugiare su un capo per molto tempo, vuol dire che la parte profonda di noi sa che non ne abbiamo bisogno, assecondiamo questo intuito, non lasciamoci fregare dall'impulso emotivo. Niente liste, abbiamo detto ma - in generale - è opportuno sapere cosa si ha, per evitare doppioni o ripetizioni di stile che tolgono denaro a qualcosa che magari ci piace e non acquistiamo perchè abbiamo speso troppo in precedenza. Ricordiamoci che colori campeggiano nel nostro guardaroba invernale e cosa stonerebbe rispetto allo stile e la scelta cromatica cui abitualmente ci orientiamo. Molti pensano ancora che il nero stia con tutto, niente di più sbagliato! Il nero ha il suo limitato campo d'azione, quindi, evitiamo colori poco accoppiabili. Gli accessori poi, sono estremamente importanti, vanno  scelti con cura e devono essere di grande qualità. Ho imparato col tempo che è meglio avere poche cose ma buone (e qui sta il talento per gli affari...) che tante cianfrusaglie, di poco valore e poche stagioni di vita. Ma queste sono scelte personalissime, dettate dal gusto. Personalmente, ad esempio, evito ecopelle varia; amo la naturalezza della pelle, cercando di essere ecologica in altri ambiti. Essendo onnivera è inutile menarsela con la storia degli animali ammazzati, sarebbe una meschina ipocrisia! Quindi, lascio alla plastica il ruolo che meglio gli si addice: bacinelle, borsoni sportivi, flip flop da spiaggia. Non potrei indossare mai una borsa di ecopelle o peggio, delle scarpe di ecopelle, fanno danni irreparabili ai piedi! Quindi, stabilito ciò, mi fiondo nei negozi - spesso brand monomarca - dove tutto è almeno al 50%, ma realmente. Magari è di qualche stagione prima, ma niente di immettibile, specialmente se il tuo stile è classico , coerente, per niente votato all'ultima moda, ma semplice, essenziale, da attualizzare con nuovi accessori, nuovi colori. I must have sono importanti, come siamo messi con i pezzi basic che ognuna di noi deve avere nell'armadio? Partiamo da questo punto di riferimento, che non è necessariamente il pezzo all'ultimo grido consigliato dallo stilista di turno, ma può essere un semplice capo che nel corso degli anni, anche se in mille versioni differenti, ci identifica, ci caratterizza, ci fa sentire a nostro agio. Mi viene in mente il jeans, ne ho non so quanti varianti di tipologia e colore, mi consente di diversificare senza essere noiosa. Ma il vero divertimento per me - fashion-victim consapevole - inizia quando sulle vetrine compare il magico 70%, in alcuni casi anche oltre, ma si tratta di negozi in chiusura o in rinnovamento, occasioni spesso irripetibili. Con il 70% di sconto comincio a prendere in considerazione la cosa, passando interi pomeriggi a cercare, provare, confrontare. La soddisfazione è grande, il prezzo piccolo, l'affare assicurato. Il gusto gioca molto a favore, devi essere schizzinoso, selettivo e algido. Il rischio fregatura è sempre elevato, ma che soddisfazione uscire di casa ben vestita, sapendo che dopo un rapido calcolo, in molti casi, nel peggiore dei casi, non sei andata oltre i cento euro! Qualcuno sa fare di meglio?

Solo per citarne qualcuno, ecco i brand più referenziati.

www.sisley.com e www.benetton.com  Abbigliamento basic, senza eccessi, evergreen.

www.benetton.com/undercolors  Intimo per tutta la famiglia.

www.zara.com Specialmente per i più piccoli, abbigliamento di qualità a prova di lavaggi frequenti.

www.pagalamamma.it - Outllet Palermo - accessori, borse e scarpe di marca per tutta la famiglia.

www.tezenis.it e www.calzedonia.it  Intimo e homewear.

 

 
 
 

Ladri di biciclette. A Palermo le biciclette vanno a ruba.

Post n°29 pubblicato il 14 Gennaio 2012 da thebrowndessert
 
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Ormai è diventato un fenomeno a tutti gli effetti. A Palermo si segnalano numerosi furti di biciclette, cosa alquanto strana considerando che in città c'è una resistenza ad utilizzare mezzi alternativi all'automobile. Vanno molto le motociclette, altresì dette "motore", accezione che comprende anche i ciclomotori e le vespe; vanno molto i suv, le auto sportive, poco i mezzi pubblici, che effettivamente sono carenti nella puntualità e nella frequenza; per nulla la metropolitana - solo due linee con orari da diligenza del Far West - tanto che in alcune fasce orarie vengono tagliate le corse per mancanza del numero legale di utenti/clienti. Ma di bici non c'è traccia, poca roba, solo qualche elemento fuori dal coro, che ogni tanto si intravede, districandosi tra file interminabili e gli ingorghi semaforici. Le bici vanno a ruba, considerando che nel mio palazzo ne sono sparite tre nel giro di due settimane. Una di queste attaccata ad un palo e tutte e tre ricoverate all'interno di uno spazio condominiale chiuso a chiave, che ospita contatori, cassonetti della raccolta differenziata, attrezzi di manutenzione dello stabile. I maggiori utilizzatori di biciclette in città sono cittadini extracomunitari, appartenenti a due o tre etnie specifiche (nord africani, regioni del sud-est asiatico, turisti del nord europa). Mentre i turisti del nord europa sono di passaggio, in quanto tali, gli altri gruppi etnici sono ben inseriti e non avendo ingenti risorse per potersi mantenere, giustamente sfruttano un mezzo altamente economico, con costi di gestione e manutenzione pari allo zero. Effettivamente, da fonti autorevoli, si viene a sapere che esiste un giro molto organizzato di furti di biciclette ad opera di cittadini extracomunitari, in alcuni casi con tutto il palo dove spesso sono attaccate, in pieno giorno, con tecniche ben collaudate, allo scopo di reperire bici da utilizzare e bici da smotare totalmente per vendere i pezzi di ricambio. Il mercato ha costi irrisori, una bici rubata si aggira, se in buone condizioni, sui venti euro. Se nuova, massimo trenta, trattabile. Naturalmente, gli acquirenti appartengono al gruppo etnico di riferimento a quello che opera il furto. La questione, analizzata dal punto di vista sociologico, non criminale, (e poi lungi da me fare terrorismo razziale!) fa ben riflettere sulla possibilità che gli indigeni - me compresa - possano optare sull'utilizzo della bici per abbattere i costi dei mezzi di trasporto drasticamente, con un notevole vantaggio in termini di salute e benessere fisico. La bicicletta aiuta a potenziare molti gruppi muscolari, è agile, poco ingombrante, non devi pagare bolli, tasse, carburante, niente. Praticamente il mezzo ideale per questi tempi di crisi o per sempre, considerando i vantaggi che offre dal punto di vista della forma. Palermo, tra le altre cose, si presta molto all'utilizzo della bici, è una città fondamentalmente pianeggiante, molto facile da percorrere, con strade ampie da poter ciclare in tutta tranquillità (sarei cauta su quanto appena affermato...). Non considerando le piste ciclabili, inesistenti nella pratica, dato l'imbecillità con la quale sono state tracciate e le barriere architettoniche che incontrano, girare in bici sarebbe la cosa ideale se lo facessero in molti. E' da kamikaze, andare in bici durante l'ora di punta, con gli scarichi al massimo della potenza e le auto che sfrecciano da tutte le direzioni. Anche se, rispetto agli incidenti ai pedoni - anche gravi - quelli alle bici sono meno frequenti. Bella consolazione, diciamo... Il problema quindi va, non solo analizzato, ma considerato per quello che è, se tutti utilizzassimo la bici, non ci sarebbero livelli di inquinamento paurosi, niente traffico e stress conseguente, nessun inquinamento acustico, ma solo il drin drin, di qualche campanello, forse il rullìo di qualche bici elettrica per i più refrattari alle pedalate non assistite. Proprio come avviene a Parigi ormai da qualche anno, dove alle stazioni dei carburanti, ci sono affiancate le stazioni di ricarica elettrica delle bici, che puoi prendere in punti diversi della città, a prezzi irrisori, senza paranoia alcuna. Ma queste sono cose fuori dall'ordine delle idee di noi italiani, in generale. Perchè, se la benzina va alle stelle cosa ci può importare se vado in bici, sarebbe solo un problema di chi fa lunghe percorrenze, sarebbe un problema dei camionisti che fanno su e giù dall'Italia vuoti. A noi che cosa importerebbe? Vado in giro con la mia bici, mi godo il paesaggio urbano, che spesso ci è del tutto indifferente, contribuisco, mio malgrado alla politica dei prezzi dei carburanti, che francamente sta diventando imbarazzante e senza pudore alcuno, peggio di quanto possano fare i disperati che rubano le bici per poter sopravvivere nell'italica Terra Promessa.

 
 
 

Lo zucchero fa male: eliminiamolo!

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Aumenta l'acidità del sangue, impoverisce il corpo di sali minerali, impegna e intossica il fegato, produce acidi grassi, perdita di memoria, sonnolenza, irritabilità, a livello intestinale provoca processi fermentativi con produzione di gas e tensione addominale, quindi tutta una serie di malattie, più o meno gravi, relativi al sistema immunitario, dipende da quanto ne assumiamo regolarmente. Eppure sembra innocuo, candido, ha un buon sapore, piace a tutti e normalmente, non guasta bevanda. Ma la situazione è seria e bisogna documentarsi, intercettare come si sta quando se ne riduce l'assunzione, o meglio, quando si elimina del tutto. Lo zucchero bianco raffinato, è il risultato di un lungo processo di trasformazione chimica della materia prima, con l'utilizzo di calce, acidi, resine, ammoniaca, insomma un trattamento di snaturamento della barbabietola o della canna da zucchero, che poco lascia, anzi niente, alla naturalezza del prodotto. Eppure, quotidianamente assumiamo zucchero bianco, lo diamo ai bambini, lo utilizziamo per i più disparati usi alimentari e non ci rendiamo conto di quanto velenoso sia e quanto male faccia al nostro organismo. Elimiamolo, drasticamente, per renderci conto delle crisi di astinenza che provoca, questo a dimostrazione che la dipendenza è uno degli altri effetti negativi sul nostro corpo, poichè il desiderio di assumerne sotto qualsiasi forma alimentare, prodotti zuccherini, significa che è il nostro sistema glicemico è sottoposto a continui stress glicemici, a una forma seria di dipendenza, paragonabile a quella da alcool o da nicotina. Eliminiamolo e intercettiamo i benefici che ciò apporta, a partire dalla sensazione di pulizia interna, non provocata dalla fermentazione, dall'acidità, dalla circolazione di tossine nel corpo, emesse dagli organi stressati che tentano di riparare i danni provocati. Poi, e non mi sembra cosa da poco, si perdono chili, grasso, depositato sul corpo per eccesso di assunzione di carboidrati. Qualcuno ricorderà lo slogan: il cervello ha bisogno di zucchero! Assolutamente sì, ma non di quello raffinato, quindi sostituiamo lo zucchero bianco raffinato con dei degni sostituti, ingiustamente messi da parte, per dare spazio al veleno. Miele, fruttosio, zucchero grezzo di canna, melassa, solo alcuni nomi, perchè lo zucchero, quello sano, è in moltissimi alimenti e l'energia pronta e immediata si può avere anche mangiando una dozzina di uvetta passa, un fico, della frutta secca. Allora, cominciamo a mettere in atto i buoni propositi per il nuovo anno, seriamente. Eliminiamo lo zucchero bianco raffinato dalla nostra alimentazione, senza riserve e cominciamo a disintossicare il corpo per davvero.




 
 
 

Nel blog il primo dell'anno, nel blog tutto l'anno.

Post n°27 pubblicato il 01 Gennaio 2012 da thebrowndessert
 
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Ieri era ieri, i bilanci sono stati fatti. Quelli umani, relazionali, sentimentali. Quelli che si fanno alla fine dell'anno. 2011: anno strano, non puoi non essere coinvolto in prima persona rispetto a quello che succede nel mondo. Anche se hai avuto la fortuna di sapere che le persone che ami, hai amato, ovunque siano, sono felici, sereni e ti rendono gioiosa la vita di ogni giorno. Tutto a posto. Un pò meno per qualche rapporto interpersonale, ma siccome continuo con il mio processo di eliminazione dei rapporti inutili, quelli che ti inaridiscono, ti tolgono energie positive, allora ho buone possibilità di trovare un vero equilibrio. Un sostegno dato solo dalle persone che mi amano veramente. Non possiamo permettere che la nostra vita possa essere costellata da rapporti insignificanti, non autentici, falsi. Alla tenera età di quaranta anni, ho comprato - per la prima volta - un accessorio animalier, una sciarpa dal vello tigrato, uno smalto rosso fuoco o ceralacca, mi piace di più... Una bella dichiarazione d'intenti, ovvero, sono femmina e sono sul piede di guerra. Non scendo a compromessi con nessuno, compresi quelli che pensano che l'animalier, faccia tanto zoccola (lo pensavo pure io), in realtà, la volgarità è uno stato mentale, la sfida consiste nel rendere elegante, sobrio, anche quello che non lo è, almeno in apparenza. Lo smalto ceralacca mi ricorda donne d'altri tempi, eleganti e dimesse, senza ostentazioni, distanti, curate nei minimi particolari. Ma quest'anno ho pure imparato a stendere lo smalto, con decisione, senza sbavature, osando l'oro, il viola, il rosso ceralacca, il n. 505 di Chanel, quel mitico, oramai classico color talpa, il bordò, lasciando le nuances trasparenti, rosa confetto solo nei momenti di insicurezza, di introspezione. Perchè dietro la scelta di uno smalto, di un rossetto,un profumo, si nasconde la geografia emotiva di una donna, vasta, frastagliata, inesplorata, anche in quei casi in cui si ha l'impressione di avere fatto tutto, sperimentato tutto. Le aziende cosmetiche lo sanno e per modulare, amplificare i nostri stati d'animo, propongono attrazioni cui non possiamo sottrarci. Nella ricerca dell'equilibrio interiore, sarebbe opportuno non lasciarsi tentare dalle umane passioni, ma le resistenze sono già prova provata di un desiderio che emerge, cui dobbiamo decidere se dare sfogo o lasciarlo sopire. Non sopiamo nulla, non reprimiamo nulla, semmai conosciamo meglio le nostre attitudini e cerchiamo di assecondarle, tralasciando il superfluo, cercando di scremare fino a capire cosa è veramente necessario. Non c'è nulla di più deprimente di lasciare spazio all'inutile, a quello che ci provoca sensazioni di indifferenza o peggio, di fastidio. Il cerchio si chiude, eliminare tutto quello che non ci fa stare bene. Circondiamoci di cose autentiche, che ci emozionano, per potere meglio conciliarci con noi stessi, con il mondo. Un Sereno Anno a tutti noi, ci meritiamo il meglio, ascoltando l'intuito, la vocina che da dentro ci richiama all'attezione. Se non sentiamo vocine, abbandoniamoci, sarà puro piacere, puro godimento. Enjoy dicono gli americani, ogni volta che ti offrono qualcosa, o acquisti qualcosa, anche un maglione di lana, una pomata per lucidare le scarpe. Goditelo. Godiamoci la vita, dunque, Auguri ancora.

 
 
 

Diario di una beauty addict - parte seconda. Parola d'ordine: eliminare.

Post n°26 pubblicato il 26 Novembre 2011 da thebrowndessert
 
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Ieri pomeriggio, riesco a ritagliarmi qualche ora per me, così decido di andare dal parrucchiere. Un salone bellissimo con grandi spazi e aree destinate all'estetica. Tra i vari personaggi che si aggirano gentilissimi, una figura nuova, mai vista prima, almeno nei posti che ho frequentato io. Una consulente d'immagine chiede un pò del mio tempo per fare una consulenza gratuita. Io non mi lascio convincere più di tanto, infatti, poco dopo sono tutta orecchi ed ascolto attenta i suoi preziosi consigli. L'analisi del viso è positiva, ma questo lo so già, rispetto ai miei quarant'anni, la mia pelle è in ottime condizioni. Non ho problematiche particolari e la consulente scopre ben presto che non sono una sprovveduta circa l'uso di alcuni prodotti, i segreti di bellezza che ho in serbo per me. Ciò facilita il suo lavoro e non deve stare lì troppo tempo a spiegare le cose. Non ha nulla da ridire sul trucco, la grana della pella, la pulizia quotidiana e la manutenzione, per così dire, del viso, ma anche del corpo. Nota solo un particolare, dopo molte ore di trucco, è facile che sotto gli occhi, il correttore si asciughi troppo e segni piccole rughette. In effetti, succede spesso e non è un bel vedere sotto certe luci, specialmente quelle artificiali. Mi consiglia quindi, qualcosa che ho trovato sbalorditivo. Infatti mi chiede di provare a non truccare sotto gli occhi per un paio di giorni, perchè vuole farmi provare un siero, a dir suo miracoloso. Il siero in questione è prodotto da una casa di cosmetici italiana, specializzata in estetica professionale. Non si trovano i prodotti in profumeria, ma solo in saloni e centri estetici selezionati. Sono senza parole, fino a due settimane fa sono stata truccata negli occhi con almeno cinque prodotti diversi, distinti tra palpebra superiore e occhiaie, adesso - dopo aver meditato che pochi prodotti ma buoni sono meglio - mi si chiede di eliminare il correttore e naturalmente la cipria trasparente che serve per tamponare e fissare il prodotto. Non credo ad una sola parola e spiego chiaramente che le occhiaie non truccate, mio tratto distintivo fin dalla più tenera età, sarebbero state troppo evidenti, mi avrebbero dato un aspetto sbattuto, malaticcio. Ma la consulente, saggia e persuasiva insiste, sostenendo che - ed io sono d'accordo - dopo i trentacinque anni non è buona cosa caricare troppo il viso, ma è opportuno puntare sulla pulizia, l'illuminazione naturale, dovuta dall'uso sapiente di prodotti specifici, non troppo aggressivi. I prodotti in questione, infatti, sono il risultato di uno studio di sostanze vegetali, in connubio con le più sofisticate tecnologie moderne. Sono prodotti italiani, sono prodotti testati, che mantengono i risultati che promettono. Sono confusa, ma approvo tutto quello che la consulente dice, accetto i suoi campioni di siero, senza non avere acquistato una taglia da 250 ml. di peeling, a base di olio e particelle di nocciolo di pesca. Ne avevo uno simile durante l'adolescenza, mi piaceva un sacco... Il peeling è il solo prodotto strong che devo usare sul mio viso allo stato attuale di cose, ovvero, in assenza di problematiche particolari. Una buona maschera idratante, una volta a settimana, per integrare l'idratazione, dopo un'azione meccanica troppo stressante, ma necessaria del peeling. Un siero da usare sulle occhiaie. Il siero in questione, deve sostituire correttore e cipria, ma la consulente è sicura del risultato e profetizza che non ne potrò fare a meno. Mi chiedo cosa farò allora di tutta la gamma di correttori a disposizione? Semplice, la userò solo per la palpebra, prima dell'ombretto. Torno a casa e provo subito il peeling, lo trovo fantastico, la mia pelle è pronta a ricevere tutti trattamenti abitualmente usati. In questi giorni userò pure la maschera idratante, ma solo con il peeling mi sento la pelle morbida e vellutata. Figuriamoci con un prodotto steso sul viso per 10 minuti... Stamattina, dopo una notte travagliata, il mio bimbo sta poco bene ed ha la tosse, considerato che il sabato mattina poca gente incontro per strada, seguo il consiglio della consulente. Applico il siero sotto gli occhi, mi trucco normalmente, evitando appunto correttore e cipria sotto gli occhi. La texture è leggera, ti da subito la sensazione di una pelle levigata ed asciutta. E' una perfetta base trucco, poichè mi aiuta a stendere bene il correttore e la cipria nella parte superiore dell'occhio. Esco di casa e nessuno mi ha detto, tra quelli incontrati, che ho una faccia sbattuta, ma è meglio fidarsi di me stessa. Mi controllo gli occhi in continuazione, non sembro un panda, anzi, la zona intorno all'occhio sembra distesa e senza segni evidenti. Vuoi mettere che funziona davvero? Durante questa mattinata, lavorando al computer gli occhi si sono affaticati, ripasso qualche goccina microscopica di prodotto, non devo preoccuparmi di pasticciare nulla, c'è solo il siero sotto gli occhi... Esperimento quasi riuscito, riprovo domani, magari lunedì corro a prenotarne un flacone, a quanto pare va a ruba, infatti è su prenotazione. L'effeto decongestionante riduce le occhiaie ed apre lo sguardo. La zona delicata del contorno occhi è idratata e non manifesta segni evidenti di rughette. Il siero, naturalmente si può utilizzare su tutto il viso, senza problemi. Risultato naturale, scetticismo iniziale superato. Appena possibile chiamo la consulente d'immagine, la pozione magica deve essere mia.


 
 
 

Cosmetici buoni per la pelle

Post n°25 pubblicato il 19 Novembre 2011 da thebrowndessert
 
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Sabato scorso ho partecipato ad una lezione di trucco gratuita alla Rinascente di Palermo. Basta iscriversi alla Rinascente Card ed essere selezionati per tutta una serie di attività interessanti che prevedono una partecipazione attiva del cliente, con la possibilità di testare cosmetici, prodotti o servizi all'interno del grande magazzino. La lezione di trucco consisteva nel provare, dopo aver struccato perfettamente la pelle, tutti i prodotti di un noto brand americano, da poco lanciato in Italia, creato da una truccatrice professionale o make-up artist, per dirla come gli americani, nota negli States per il porfolio clienti. Tra le star truccate dalla make-up artist spiccano, infatti, Madonna, Julia Roberts, Angelina Jolie, Sarah Jessica Parker, etc. - insomma - il gotha del jet-set cinematografico. L'incontro, svolto in una atmosfera giocosa e creativa, arricchito da un piccolo buffet di finger food ed un ottimo prosecco, prevedeva una prima fase di trucco professionale, una successiva replica da noi apprendiste truccatrici, un pò impacciate e poco esperte nello stendere eye-liner, primer, misture varie. In effetti, lo stage, piacevolmente lungo, tanto da impegnare due ore e mezza circa di tempo, si è incentrato sull'applicazione di diversi prodotti, ben tre sull'occhio, con funzioni diverse tra loro e aspettative esagerate. Il successo del brand, si basa sull'aver creato prodotti altamente perfomanti nei set cinematografici, negli show che prevedono luci molto potenti e conseguente scioglimento del make-up "normale". L'utilizzo di una dozzina di prodotti nella routine quotidiana mi è sembrato eccessivo, poco pratico se pensiamo in quanti minuti al giorno siamo costretti a truccarci. La snellezza nella procedura di make-up, quindi, può essere un deterrente nell'acquistare numerosi prodotti da appliccare, strato su strato sulla pelle. Il concetto di leggerezza, cui spesso faccio riferimento nella mia vita, si può estendere con facilità anche nella cosmesi. I prodotti oggi in commercio, di case cosmetiche serie, che fanno ricerca e lanciano nuovi brevetti, sono talmente tecnologici, da prevederne poche applicazioni e spesso, uniche. I fondotinta, ormai, non si limitano ad essere dei copri imperfezioni, ma dei veri e propri prodotti di trattamento che possono essere tranquillamente utilizzati da soli, senza base idratante, ed essere sufficienti a reggere un trucco leggero, ma non trasparente, per molte ore. Il primer, prodotto di nuova concezione, è una sorta di base della base, levigante, fissativa, affina grana, da applicare tra idratante e fondotinta. Una inutile ripetizione dopo la crema giorno, che nasce per questi motivi ed inutile prima del fondotinta, base correttore e illuminante del viso, il quale, spesso è sufficiente applicarlo da solo, in sostituzione della crema idratante, per non soffocare la pelle e creare una patina lucida da tamponare necessariamente con polveri, spesso occlusive. Teniamo a mente questi concetti, per evitare di spendere cifre esagerate per i prodotti, lista degli ingredienti alla mano, sono tutti uguali. Un consumo consapevole e attento non si lascia sedurre da prodotti replica, ma investe su un solo ottimo prodotto. Ma le beauty-addict come me si lasciano sedurre volentieri e spesso acquistano creme su creme, senza raggiungere i risultati sperati. Il concetto del brand americano è quello di preparare la pelle al meglio, con il candore di una tela non utilizzata, per poi giocare con i colori e lasciare che questi durino a lungo. Preparare la pelle al trucco è importante, ma è un viaggio che parte da lontano, dalla corretta alimentazione, dalla idratazione data dalla giusta assunzione di liquidi, di minerali e fibre che purificano l'organismo dalle tossine. Agire sul problema può essere utile, coprire un brufolo può capitare, ma è importante risalire alla causa delle nostre imperfezioni, assunto che si può estendere alla totalità delle nostre azioni. Una pelle sana, nutrita, elastica, oltre ad essere un dono di natura, è il risultato di un allenamento quotidiano di sano stile di vita. I cosmetici non devono compiere miracoli, ma esaltare, valorizzare un buon incarnato, risultato di un'azione cosmetica che parte dalle nostre sane abitudini. Una pelle ingrigita di una fumatrice, non può essere splendente per l'azione miracolosa di un primer, mai e poi mai, ricordiamolo sempre! Leggere gli ingredienti dei cosmetici che applichiamo sulla pelle è importante quanto la loro scelta funzionale. Sabato scorso, a conclusione del piacevolissimo incontro ho acquistato il primer, consapevole che avrebbe fissato il mio trucco in eterno, cosa che normalmente accade, visto che il mio viso regge un trucco steso alle 7.30 del mattino, fino alle 23.00 di sera... Ma ero talmente suggestionata, che per un attimo ho abbassato le difese e mi sono lasciata trascinare dagli eventi, succede, sono umana anche io... Tornata in me, a casa, con grande tranquillità, leggo gli ingredienti e scopro che la make-up artist ha messo in commercio un concentrato di parabeni e siliconi, travestiti dalle belle parole di "proteine del nylon", non esistenti in natura (le proteine sono solo organiche, l'equivalente proteico e sintetico, - con la stessa struttura molecolare delle proteine per intenderci - sono i filamenti di siliconi, occlusivi, spesso allergenici) da non giustificare un così alto costo e una paventata qualità del prodotto. I parabeni sono dei conservanti a bassissimo costo, assimilabili dalla pelle immediatamente, tanto da entrare in circolo senza la naturale assimilazione dell'organismo, sintetici, nocivi secondo le stime di recenti ricerche. Case cosmetiche di pregio che si ostinano a mettere in commercio prodotti nocivi per la pelle vanno sanzionate. Il primer è stato, quindi prontamente restituito e al suo posto, mi sono lasciata sedurre dalle note ambrate e ammalianti di Opium di Yves Saint Laurent, il profumo che meglio mi rappresenta. In questo caso, un piccolo lusso concesso, ma con la consapevolezza di avere speso per un prodotto di altissimo livello e resa emotiva eccezionale.

 
 
 

Finiremo a mangiare pane e cipolla?

Foto di thebrowndessert

Ormai è ufficiale, il clima che si respira è da pre-dichiarazione di guerra, la crisi economica mondiale sostituisce il terzo conflitto mondiale. Riflettiamo su questo e prepariamoci al peggio, non perdendo la speranza, l'ottimismo per un futuro migliore. Finiremo col mangiare pane e cipolla come durante l'ultima grande guerra mondiale? In effetti, anche se non lo siamo, per come sono coinvolte le nazioni, sembra che la guerra ci sia già stata, senza armi, senza sangue, senza strategia difensive. La differenza è minima rispetto alla guerra, quella vera, perchè allo stesso modo sta lasciando nella disperazione intere famiglie in tutto il continente, ha spazzato la classe media in America e si appresta a farlo anche in Europa, in Italia, che ogni giorno rischia di sprofondare nella miseria più totale. Da bambina adoravo i racconti di mia nonna sulla guerra che aveva vissuto sulla sua pelle, fatta di stenti, cibo razionato e dalla fame, dal terrore dei bombardamenti, al buio pesto delle città durante il coprifuoco. Mi diceva che per fare capire che non pativano la fame, ogni tanto friggevano le cipolle, il profumo che si sprigionava era talmente inebriante da far credere chissà quale pranzo si stesse preparando nella loro casa. Molto spesso, invece, non erano pranzi sofisticati, ma enormi frittate di cipolla, appunto, o di patate. Cibo gustoso confezionato con pochissimi centesimi. Cipolle, uova, patate, legumi, pane allungato con la crusca per usare meno farina, piccolo ricettario di guerra che, per ogni latitudine ti porta a riscoprire i prodotti del territorio, i cibi poveri, ma che non lo sono affatto in termini di nutrimento e proprietà salutari. Espedienti di chi doveva sfamare famiglie numerose, giunti fino a noi perchè spesso quelle ricette sono i capisaldi delle nostre famiglie, sono le ricette con le quali siamo cresciuti, il cibo affettivo, come amo chiamarlo, poichè il suo potere appagante, non è solo saziante ma anche consolatorio. Mangiare pane e cipolla (cruda) è un pò come dire ridursi a patire la fame, ma se mutuamo la cosa in termini attuali, possiamo utilizzare una bella cipolla rossa, magari di Tropea, per farci una bella insalata di pomodoro, con cetriolo, basilico fresco, origano. Oppure, se disponiamo di gas, (pensiamo che siamo in guerra...), di un fornello, possiamo farci una bella marmellata da spalmare su fettone di pane integrale leggermente tostato, magari nero (di segale), spalmate di burro salato. Una variante chic di un cibo poverissimo, un basic pane e companatico. In realtà è un ottimo spunto per il prossimo pranzo di Natale, light, visto i tempi che corrono. Lo scopo è scoprire quali sono le ricette poverissime della nostra tradizione da ingentilire e proporre in chiave contemporanea, per mantenersi in forma, spendendo poco. Tra le centinaia di super dotate che passano in televisione ricette facili e poco costose, diffidate - ma davvero - di coloro che vi dicono che spenderete pochissimo e vi fanno cucinare nel forno elettrico per tre quarti d'ora. Non ha alcun senso spendere poco e recuperare, raddoppiato, con uno spreco di energia elettrica così elevato. Il forno elettrico è bandito, usiamolo meno possibile, dunque. Legumi, verdure tante, ortaggi, pane integrale, magari preparato a casa, sul fornello, basta schiacciare piccole palline di pasta ben lievitata come se fossero delle tigelle, del pane arabo, otterrete del fragrante pane che si gonfia in un attimo, cuoce subito, ottimo per contenere o accompagnare del cibo. La carne poca, specie quella rossa, una volta a settimana al massimo, uova, latte, carni bianche, pesce dei nostri mari, quello azzurro per intenderci. Frutta di stagione e locale, magari del nostro frutteto, del nostro orto. Broccoli, cavoli, olio di oliva da servire a piccole dosi, a crudo. Insomma stare attenti a come si usa il cibo, a quanto se ne usa, evitando sprechi. detesto buttare il cibo e quindi preparo tutto porzionato, risultato: raramente ho avanzi, ma cibo sempre fresco e cucinato velocemente. Sono cambiati i tempi e questo è il momento giusto per cavalcare l'onda della crisi a nostro vantaggio, facendo piccoli passi verso il consumo responsabile e consapevole di qualsiasi cosa. Riflettiamo su questo senza sprecare più tempo, in questo modo saremo preparati ad affrontare i veri tempi di guerra, anche se è solamente economica. 

Preparare confetture di frutta e/o ortaggi:

normalmente si pesano frutta e/o ortaggi aggiungendo lo stesso peso di zucchero. Ma è opportuno ridurre i quantitativi di zucchero per evitare picchi glicemici ed attacchi violenti di fame. Non contando che lo zucchero raffinato fa malissimo... ma di questo ne riparleremo... Assaggiare il cibo e regolare i sapori a poco a poco. Per la marmellata di cipolle farei le seguenti proporzioni 500 gr. cipolle (qualsiasi colore) con 250 gr. di zucchero, quindi zucchero q.b. per insaporire...
Stufare con il coperchio le cipolle con poco burro, aggiungere lo zucchero ed eventuali aromatizzanti (cannella, noce moscata, foglia di alloro, etc.), ridurre e caramellare fino a quando non ha la consistenza di una marmellata. Mettere sotto la pentola una piastra di ghisa, eviterete di attaccare i cibi e cuocerete sempre alla giusta temperatura. Utilissima per i sughi, i risotti, lunghe fritture. Lo zucchero di canna è ottimo, ma lascia un sapore lievemente amarognolo, lo zucchero tradizionale, usato con parsimonia, è eccellente per esaltare il sapore della cipolla.

Il burro salato è fantastico per soffriggere e cominciare a usare il sale a dosi infinitesimali. Zucchero e sale devono esaltare i cibi, non coprire ed appiattire i sapori. Banditi dadi, esaltatori di sapidità, dolcificanti sintetici. I cibi sono già naturalmente dolci o salati, riscopriamo il sapore vero del cibo. Ma ne riparleremo...
 

 
 
 

Non dimentichiamo la Festa dei Morti

Post n°23 pubblicato il 29 Ottobre 2011 da thebrowndessert
 
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Già da qualche anno in Italia si festeggia Halloween, come se fosse una cosa che appartiene alla nostra cultura. Ciò ha quasi eliminato, specie nelle regioni meridionali, la commemorazione dei defunti. La festa dei Morti, termine che può sembrare lugubre, è stata per noi bambini del secolo scorso un appuntamento sentito, pieno di aspettative, sapori, profumi, ormai sbiaditi dal tempo. Il profumo dei biscotti appena sfornati, quelli speciali che si trovano solo in questo periodo, la frutta autunnale (pere, fichi d'india, loti, castagne, mele cotogne), i primi freddi da riscaldare con i maglioni nuovi, regalo dei morti. Spiegare la festa dei Morti ad un bimbo è difficile, è un modo complicato di comprendere un aspetto della nostra vita che un bimbo fa fatica a percepire. I morti sono i nostri cari che, anche se non sono fisicamente presenti, ci guidano da un luogo lontano, misterioso e pacifico, osservando le nostre azioni, proteggendoci lungo il nostro cammino terreno. I nostri cari ci osservano da un luogo privilegiato, eterno e splendente di luce. Se siamo stati bravi, buoni con tutti, ci premiano con dei doni, con regali modesti: un giocattolo, della frutta secca, dei dolcetti saporiti. Ricordo con grande affetto quei giorni di autunno inoltrato. I fiori da portare, le candele da accendere ai cari defunti, il mistero dietro la consegna dei regali. Mia nonna in quei giorni preparava la marmellata di mele cotogne, comprava i dolcetti dei morti, si attivava per la scelta dei regali, spesso utili, infatti, in molti casi erano vestiti, maglioni, scarpe nuove per l'inverno che arrivava. Lo spreco di denaro non era contemplato, i doni dovevano avere una funzione ed uno scopo di utilizzo. Adesso tutto è stato mercificato e cancellato dal carnacialesco Halloween, festa terrificante che poco ha che vedere con la spiritualità, con il rispetto della morte, con il rispetto della vita. Semel in anno licet insanire: per Halloween, nuovo carnevale, insanire non significa esorcizzare la morte, ma sfidarla, provocarla, come se morire fosse un videogioco. La commemorazione dei defunti, invece, ci trascinava tutti, grandi e bambini, alla comprensione del mistero della vita, del mistero della morte. Morte intesa come meritato riposo dalle fatiche terrene. Morte della quale devi avere immenso rispetto e timore, per potere meglio apprezzare il valore incommensurabile della nostra esistenza.

Per i frutti antichi, molti in via di estinzione:

www.civiltacontadina.it

www.laselvaarmonica.com

Per i dolcetti tipici: www.cassatelline.it

Per non dimenticare le nostre tradizioni:

www.siciliainfesta.com

 
 
 

Omega 3, fonte di giovinezza e benessere.

Foto di thebrowndessert

Di recente un mio collega mi ha raccontato di come non può più fare a meno delle compressine molli di Omega3. Li consuma ormai da molto tempo e non fa altro che elencare tutti i benefici apportati da questa assunzione. La cosa mi ha incuriosita molto e ho fatto le mie solite ricerche. Già questa estate avevo letto di come il dottor Perricone, in uno dei suoi libri - tutti straordinari bestseller - consigliasse come dieta antiage un costante e abbondante utilizzo di pesce, in particolare quello ricco di acidi grassi, ovvero di Omega3. Nei casi di impossibilità di consumo di pesce, consigliava l'assunzione di integratori di Omega3, oltre ad un consumo di pesce azzurro, meno impegnativo economicamente del classico salmone, pesce notoriamente ricco di acidi grassi. Il dottor Perricone, noto come il medico delle star, da molti anni produce cosmetici di altissimo livello, mentre solo da qualche tempo ritiene importante un approccio più ampio al benessere, che comprende uno stile di vita sano, una alimentazione corretta, un uso responsabile di integratori adatti alle nostre esigenze.

www.perriconemd.com

www.nvperricone.it

numero verde 800187857

info@nvperricone.it


 

 
 
 

La pancia, il secondo cervello.

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Qualche tempo fa ho acquistato un libro intitolato "la salute viene dalla pancia" di Pierre Pallardy, osteopata e dietologo francese. Nel suo libro, l'autore passa in rassegna una serie di patologie comuni, alcune moderne - penso alle allergie alimentari - oppure allo stress, stato di sofferenza enigmatico, perchè é la concentrazione di più sintomatologie, con differenti cause e spesso, differenti soluzioni. Insomma, una carrellata di sofferenze che minacciano il nostro benessere anzitutto e poi, nei casi cronici, lo stato di salute nella sua totalità. Pallardy individua un punto nevralgico del nostro corpo nella pancia. La pancia secondo l'autore è un secondo cervello e con il cervello in stretta correlazione. Individuare lo stato di sofferenza della nostra pancia, dove è risaputo, si concentra il 70% del sistema immunitario, significa trovare le soluzioni più idonee per guarire. La lettura scorrevolissima del libro ci fa scoprire che per stare veramente bene ed in salute dobbiamo attenerci a poche e semplici istruzioni: respirare bene, alimentarsi con cibi sani e masticare lentamente, pulire il nostro intestino incentivando l'uso di fermenti e probiotici, ascoltare i segnali del corpo, mettendo in relazione la nostra mente con esso. Le istruzioni sono semplici regole di benessere che alleggeriscono il nostro organismo e lo purificano. Fondamentale la respirazione, perchè l'ossigeno agisce come una sorta di analgesico, riattiva la circolazione, elimina le tossine. L'intestino purificato e sempre puntuale, aiuta il nostro sistema immunitario ad essere più reattivo. Mangiare cibi sani, non troppo elaborati, lentamente, consente di essere sazi subito e leggeri. Insomma, per stare bene bisogna concentrarsi su se stessi, captare i segnali del corpo, avere uno stile di vita sano. Naturalmente, nel libro vengono spiegate le tecniche d'intervento sulla pancia, sul respiro, sull'alimentazione, i piaceri da regalarsi per ottenere risultati immediati e duraturi. Affinchè le regole di benessere siano assimilate e fatte proprie è opportuno essere fortemente motivati al cambiamento. Non si può ottenere nessun risultato, in nessun campo, se non lo si vuole veramente. Il nostro benessere, dunque, deve essere la priorità su tutto il resto. Poi, tutto il resto, si risolverà spontaneamente, in modo naturale.

www.pallardy.com

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Eliminare ogni forma di dipendenza, anche quella informatica.

Post n°20 pubblicato il 17 Ottobre 2011 da thebrowndessert
 

Non so da quanti giorni non scrivo nel blog, non voglio nemmeno saperlo, ma per un guasto tecnico al mio portatile sono rimasta fuori dal web per un tempo impressionante. In un primo momento ho dovuto combattere con le crisi di astinenza, la foga di volere trovare un pc disposto a farmi aprire la posta elettronica, il blog e tutto quello che riguarda la rete. Poi, ho capito che dovevo approfittare di questa forzatura per vedere quanto avrei resistito e cosa avrei potuto fare nel frattempo. Sono sopravvissuta, ho dedicato il mio tempo libero ad altro, alla lettura di un libro, alla casa, sempre più modificata da spostamenti, nuove aggiunte, idee creative, a mio figlio, che mi cresce sotto gli occhi e non mi accorgo dei suoi cambiamenti, dei progressi che fa ogni giorno che passa. Intanto il mio pc sta guarendo e, dopo averne comprato uno nuovo - ma solo da sabato scorso però - ho capito che la dipendenza crea degli stati di depressione se non viene soddisfatta. Bella scoperta! Ma che tristezza... Ci sono alternative certo, è opportuno trovarne subito, sapere che possiamo essere altro, che possiamo coltivare altri interessi, diversificare. Utilizzare la tecnologia per semplificare la vita, non per condizionarla, deprimerla. Non dobbiamo dimenticare che siamo artigiani innati, che dobbiamo scoprire la manualità, la capacità di creare con le mani, senza l'aiuto della tecnologia. Usiamo responsabilmente la tecnologia, dunque, scopriamo che alternative ci sono ad essa, quanto siamo, sopratutto dipendenti e che rimedi adottare. Solo in questo modo possiamo tornare ad essere umani, capaci di comprendere quali sono le nostre capacità, non solo manuali, e i nostri limiti. Superare i limiti sempre, ma senza fretta, con molta fiducia nel risultato che presto verrà.

 
 
 
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