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Ho messo sull’agenda la foto di una violoncellista.
E’ in un giardino, e abbraccia lo strumento.
Sembra tranquilla e serena.
L’ho messa lì per ricordarmi che nella vita esistono anche altre cose.
Oltre all’orologio.
Eh sì.
In questo periodo sono sempre e comunque in ritardo.
Sempre di corsa.
Soffro di allucinazioni in cui mi immedesimo in uno dei tre re magi… Solo
perché anche io voglio andare in vacanza, farmi un bel viaggetto. Magari
in un posto caldo.
Nel frattempo le cose da fare si accumulano, e i ritardi permangono.
Ho tante di quelle cose da scrivere che non so da quale cominciare (ma
come, quando è perché ho accetto tanti lavori?! ).
Devo correre qua e là anche per la salute… I medici sono scoordinati e
così continuano a chiedermi sangue. Ormai conosco anche il nome del
gatto dell’infermiera che fa i prelievi.
Ho catalogato, inserito e analizzato talmente tanti dati che considero i
test statistici alla stregua dei folletti di babbo natale: simpatici piccoli
amici.
(Ieri ho convinto un conoscente che l’alfa di Cronbach è un medicinale
utilissimo per la perdita dei capelli e quello è andato in
farmacia a chiederlo… temo dovrò scomparire per un po’ perché se mi
becca mi ammazza).
Siccome le ore del giorno sono sempre quelle, e gli impegni appaiono tutti irrinunciabili ho deciso di usare strategie di pensiero divergente e ho così
scovato un meraviglioso Generatore di Scuse per Ritardi agli Appuntamenti.
Così finalmente senza sentirmi troppo in colpa mentre entro di corsa in
ritardo nell’ufficio di un collega, o mando un contributo con una settimana
di ritardo, o trovo mio padre fumante sotto casa che mi aspetta da 20
minuti, posso allegramente proclamare:
“Accidenti. Sapessi, Eufemia, mi preparavo un vodka-Martini, ma c'è stata un'inondazione al porto. Scusa”
O anche
“Non ci crederai mai, Uberto , avevo appena concluso un patto col diavolo,
poco dopo sono stato arrestato al bar. Mille scuse”
E perfino
“Lo so. Sono in ritardo, babbo, avevo appena dato fuoco all'auto del vicino, subito dopo ho inavvertitamente premuto il pulsante dell'autodistruzione
al polo. Perdonata?”
Provate.
Il vostro interlocutore resterà senza parole. Garantito.
E condividete pure scuse e reazioni.
Se però proprio l’avete fatta grossa, allora forse uscirsene con: “tesoro,
ero appena evaso da San Vittore, purtroppo, in quel momento un
piccolo roditore ha rosicchiato la gamba della sedia del presidente
al molo turistico”
non è la cosa più diplomatica!
In questi casi consiglio una modalità più tradizionale…
B.
LA FORESTA INCANTATA
Foto "gambistiche" e montaggio di Alessandro Bonini
...grazie Ale! ;-)
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