Creato da thefairyround il 30/12/2005

The Fairy Round

Il diario di una rapsodica psico-musicista

 

 

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Nel brano ci sono note alte e note basse….

Post n°177 pubblicato il 29 Maggio 2007 da thefairyround

In questi giorni sto correggendo gli elaborati finali del corso (laurea specialistica) di psicologia della musica.
Devo dire che molto spesso si trovano inaspettate perle di saggezza (sto ancora riflettendo sulla proposta di uno studente di utilizzare le canzoni di Jovanotti come spunto per riflessioni teologico/morali).
In particolare ieri leggevo questa profonda constatazione: “Il brano si caratterizza per l’impiego di molte note: alcune alte, e altre basse”.
(Non capita MAI nei brani musicali: questo studente è veramente acuto).
Dopo aver finito di ridere, ho realizzato che è un po’ quello che sta succedendo a me in questo periodo.
Note alte e note basse. Allegretto. Ritmo ternario. Largo. Vivace. Ieri sono scivolata su un’emiola. 

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Una cena alle 11 di sera, a mangiare pesce al forno con funghi e patate, bevendo vino siciliano e parlando di tutto e di niente, perché è l’essere seduti lì, in quella stanza, dopo tanto che non ci si vede che conta. Il senso di complicità, i sorrisi condivisi – senza parole. Perché tanto non ce n’è bisogno (A proposito si dice romaiolo o ramaiolo? … Firenze e Pistoia paiono non concordare….?

In treno alle 7 di mattina per andare a Bologna al convegno. Ipotizzando ricerche nuove. Sono i omenti del mio lavoro capaci di catturarmi l’animo.
Avevo un sonno della malora, ma che importa? Nuove strade, nuove domande, e la musica.
Allevi, la coca cola, il sociale, i giovani diplomati al conservatorio, le aree cerebrali, musica e immagini… mettete tutto insieme su un Milano-Bologna e oltre a suscitare l’indiscussa curiosità dei vicini, passerete un viaggio ottimo.

Il convegno.
Tanti stimoli. Ricerche che fanno risuonare delle corde dentro. Idee buttate giù in fretta su un foglio di carta.
E anche ricerche che ti fanno sorridere (ma a cosa serve far cantare gli aminoacidi?!).
E un senso di amaro in bocca nel rendersi conto di come la maggior parte degli studiosi presenti non è lì per confrontarsi e per costruire. E’ lì per farsi vedere, mostrare che è più bravo, più bello, più “scientifico” (era pieno di genetisti che guardano noi psicologi come se fossimo usciti dalla giungla…) di te…
Gran bell’esempio… Fantastico! Questa è a strada giusta per concludere qualcosa!
Complimenti al mondo scientifico!

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Ma anche i panini mangiati parlando di progetti musicali condivisi (qualcuno che voleva confrontarsi c’era….), una mezz’ora in libreria a parlare di Woody Allen con la commessa.
La cena in una trattoria imboscatissima, a raccontare la storia della famiglia ai due fratelli proprietari, dell’età dei miei nonni, partendo dagli ottimi tortellini in brodo.

E poi il vedersi sommersa da lavori che non si sa bene da dove vengono, distribuiti in maniera non corretta.
Le lacrime – di stanchezza e di rabbia.
Urlare al telefono (con qualcuno che non c’entra nulla, ma ti ha sentito giù e ha chiamato): “Io non sono una lavatrice!!!!!
E le risate – tra le lacrime – sentendosi rispondere: “In effetti avresti un design quanto meno alternativo per una lavatrice”.

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E poi un week-end di musica.
Suonare per ore. Finché le dita non ti fanno male.
Ridendo. Spettegolando.
La soddisfazione di venire a capo di qualche passaggio ostico.
Il mettere insieme liuto, voce e viola…

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Abbiamo un concertino io e Agata, il 9 e il 10 giugno.
(In costume…).
Trovo che fare le prove sia bellissimo.
Soprattutto quando ci si scambiano gli strumenti...

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Quando io (che ne so pochino di basso continuo) mi metto a urlare (del tutto a caso): “Mi settima!!!" e Agata mi prende sul serio – prima di capire che tiro a caso e passare alla fase “ora ti ammazzo”.
Cambiare il testo alle canzoni di Frescobaldi – ridendo come delle matte nel canticchiare la versione moderna e estremamente personalizzata di “Così mi disprezzate….”.

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Il concentrarsi sulle note, il sentire la musica intorno a te, dentro di te.
Cavoli pure con l’emiola andavo a tempo! Ma davvero!
I miracoli esistono.

B.

PS [aggiunto dopo qualche ora]. E' vero. Si dice emiolia e non emiola. Ma fa nulla. A me piaceva il suono... E lo scherzarci un po' sopra... Si sa che sono rapsodica (e - troppo? - ironica) ... ;-)

 
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