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Il futuro dei trasporti pubblci
Post n°1873 pubblicato il 23 Settembre 2016 da namy0000
“Uber è considerata il futuro dei trasporti pubblici negli Stati Uniti e sta avviando delle collaborazioni con numerose amministrazioni locali per offrire un’alternativa privata ai servizi. L’ingresso di Uber nel settore pubblico fa parte di una tendenza più generale: le aziende tecnologiche propongono i loro servizi ad amministrazioni sempre più indebitate, cercando di convincerle che la loro capacità di raccogliere dati, analizzarli e agire di conseguenza consentirà enormi risparmi e stimolerà l’innovazione e lo spirito imprenditoriale. Airbnb sta costruendo dei centri per anziani in Giappone. Anche Alphabet, l’azienda che controlla Google, offre i suoi servizi alle amministrazioni locali. Flow, un software sviluppato da Sidewalk Labs, sfrutta i dati di Alphabet per trovare spazi per il parcheggio. L’azienda sta facendo concorrenza a Uber con un servizio di carsharing basato su Waze, il suo software per l’analisi dei dati sul traffico. E poi c’è Google Fiber, un progetto che punta a fornire una connessione internet veloce e accessibile alle località trascurate dagli operatori telefonici. Come se non fosse già abbastanza generosa, Alphabet si è anche impegnata a cablare i quartieri popolari di molte città degli Stati Uniti, garantendo l’accesso a internet ai cittadini poveri. Il settore pubblico è ormai incapace di superare schemi neoliberisti fondati su grandi aziende, mercati e reti. Ma non può sospendere i servizi, quindi paga i privati perché li gestiscano. Le amministrazioni sperano di ottenere efficienza e risparmi. Questo modello la fornitura di beni essenziali ai capricci delle aziende. Spesso mercati che sembravano redditizi si rivelano poco convenienti. Google Fiber sta già per licenziare metà dei suoi dipendenti e ha congelato ogni progetto di espansione. Anche le offerte di Uber sono meno trasparenti di quanto sembrino. La convenienza di Uber dipende da due fattori: la capacità di licenziare senza problemi i suoi autisti, riducendo in maniera significativa i costi della manodopera, e il proseguimento della sua impressionante espansione in tutti i mercati importanti. Basterebbe un piccolo cambiamento in questi due presupposti e i vantaggi promessi potrebbero sparire in un attimo. Gli utenti cinesi di Uber se ne sono accorti a loro spese: pochi giorni dopo che l’azienda aveva raggiunto un accordo con il suo concorrente cinese Didi Chuxing, le sue tariffe sono quasi raddoppiate. Cosa succederà quando le aziende tecnologiche non avranno più concorrenti? Diventeranno come le aziende farmaceutiche che, grazie ai loro accordi con i governi, possono far pagare al settore pubblico prezzi esorbitanti perché non esiste alternativa? In fondo i primi beneficiari dell’assistenza sociale offerta dalle aziende sono le aziende stesse” (Evgeny Morozov, parte presa da La svendita digitale dei servizi pubblici, Internazionale n. 1171 del 16 sett. 2016). |
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