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Dei miti ribelli
Post n°2247 pubblicato il 20 Giugno 2017 da namy0000
“I buoni profeti sono dei miti ribelli. Quando se ne vanno, lasciano, in moltissimi cuori, un vuoto enorme. Ci restano, fortunatamente i loro scritti, la loro musica, le loro poesie che testimoniano le loro scelte. Sono poco appariscenti, ma hanno una lunga tenuta. Si dissolvono per autocombustione e tornano sotto forma di “brace”, capace di provocare incendi clamorosi nei palinsesti delle coercizioni di Stato, dei padroni, delle Chiese. Questi “compagni di strada”, così presenti e paralleli allo scorrere del tempo, sono stati sordi a qualsiasi moda, a qualsiasi trappola omologante, a qualsiasi filosofia del pensiero debole. Al contrario, hanno partecipato ai tentativi di defenestrare gli ammiragli, onorare i pirati, liberare la ciurma. Non ci impongono la strada, ma ci convincono nella nostra capacità di scegliere gli ultimi. Se si segue il loro filo, si aprono orizzonti diversi: tra l’impotenza umiliante, quella dei poveri e dei senza voce, esiste l’energia della libertà. La libertà capace di vedere, di distinguere, di assumere la relazione con l’altro da sé e tendente naturalmente a qualificarsi come libertà del bene comune: “Dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fiori e i frutti” dice De Andrè. Rischiano con fiducia e coraggio profetico per praticare sistematicamente la restituzione dei diritti nei confronti di quanti ne sono privati” (don Andrea Gallo, sacerdote dei miseri, Genova, 2012). |
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