Post n°2296 pubblicato il
02 Agosto 2017 da
namy0000
‹‹Onora tuo padre e tua madre, come il Signore, tuo Dio (Amore) ti ha comandato, perché si prolunghino i tuoi giorni e tu sia felice nel paese che il Signore, tuo Dio, ti dà›› (Deuteronomio 5,16). Il verbo “onorare”, nell’originale ebraico (kabbed) ha un valore molto più forte. È, quindi, un impegno vitale che comporta non solo il rispetto, ma anche il sostegno economico, la vicinanza umana, l’affetto nei confronti di coloro che sono stati la radice della propria esistenza, soprattutto quando essi si stanno avviando verso il viale del tramonto. È ciò che appare in modo netto nel brano del Siracide che si apre ribadendo proprio questo verbo: ‹‹Chi onora il padre espia i peccati; chi onora sua madre è come chi accumula tesori, chi onora il padre avrà gioia dai propri figli… Chi teme il Signore, onora il padre… Con le parole e con le azioni onora tuo padre… La gloria di un uomo dipende dall’onore di suo padre››. Si ribadisce più avanti: ‹‹L’opera buona verso il padre non sarà dimenticata, otterrà il perdono dei peccati… Nel giorno della tua tribolazione Dio si ricorderà di te, come brina al calore si scioglieranno i tuoi peccati››… Una nota particolare merita la devozione con cui il giovane figlio deve accudire e rispettare il genitore, quando su di lui incombe la degenerazione fisica e mentale… ‹‹Figlio, soccorri tuo padre nella vecchiaia, non contristarlo durante la sua vita. Sii indulgente, anche se perde i senno, e non disprezzarlo, mentre tu sei nel pieno vigore››. (Gianfranco Ravasi, FC n. 31 del 30 luglio 2017).
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