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Cappellino sportivo
Post n°2489 pubblicato il 13 Gennaio 2018 da namy0000
“Luciano, classe 1961, cappellino sportivo, giubbotto di pelle e aspetto da duro. Per tutti quanti a Scarp de’ tenis “il poeta”; viene in redazione da poco più di un anno e da più di otto alloggia al centro di prima accoglienza del comune di Napoli. Nato nella zona marittima di Napoli, a 18 anni va via di casa, fuggendo a Londra nel suo primo, grande tentativo di emancipazione: ‹‹Sono sempre stato un tipo solitario, vivevo nella mia stanza, dormivo da solo. A scuola non sopportavo l’odore delle quattro mura, mi sentivo prigioniero, anche a casa era lo stesso, non riuscivo a respirare››. Dopo il primo viaggio, Luciano ha continuato ad allontanarsi sempre più spesso dalla casa dei suoi genitori, dove si sentiva sempre meno libero. Nel suo girovagare, tra lavori saltuari e servizi di volontariato, la sua vita procede tra alti e bassi: i lavori sono precari, i posti dove dormire cominciano a scarseggiare, così, dopo sistemazioni provvisorie a casa di amici, cominciano le notti in garage e nei treni, al freddo del binario 5 della stazione di Napoli, per poi arrivare alla casafamiglia “Casa Gaia” e al centro di prima accoglienza comunale. La poesia è un suo tratto distintivo ben marcato, come il suo viso segnato dagli anni e dalla vita: ‹‹Ho iniziato presto a scrivere poesie, era il mio personale modo per sentirmi libero, ma anche meno solo. La poesia era la mia compagna, attraverso di lei ho trovato un rimedio alla malinconia, alle delusioni, ai momenti di tristezza››. Attitudine che è saltata all’occhio del regista teatrale Davide Jodice che, nell’ambito del Napoli Teatro Festival Italia, ha messo in scena lo spettacolo “Mettersi nei panni degli altri. Vestire gli ignudi”, in cui Luciano milita tra gli attori protagonisti, insieme alle sue poesie, una sua canzone e le sue caramelle, quelle che porta sempre con sé solo per il gusto di offrirle in giro. ‹‹Da quando sono a Scarp ho imparato il valore della condivisione e dello stare a contatto con le persone. Questo mi ha cambiato molto››”. |
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