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Chi studia il Dna

Post n°2697 pubblicato il 04 Luglio 2018 da namy0000
 

CHI STUDIA IL DNA DIMOSTRA CHE ARRIVIAMO TUTTI DALL’AFRICA. ‹‹Però, attenzione: guai a credere che siccome le migrazioni ci sono sempre state, non rappresentino un problema. Le migrazioni sono sempre causa di angoscia e di conflitto: dipende dalla politica gestirle in modo da ridurre gli attriti››. Eppure la convivenza tra gruppi umani diversi è un fatto naturale… ‹‹Fino a un certo punto. Studiando le popolazioni primitive si vede che, all’incontro con un gruppo diverso, la reazione può essere di curiosità, ma più spesso è “noi siamo superiori”, e a volte “ammazziamoli tutti”. È la cultura che ci deve permettere di superare questi istinti. Ma anche la cultura di per sé non basta: proprio le civiltà più evolute hanno avuto la tendenza a disprezzare gli altri. Pensiamo ai Greci nei confronti dei Persiani, che diedero vita a una società evoluta, prospera e monoteista, ma che per Atene e Sparta rimasero per sempre i “barbari”, persone che non si capivano quando parlavano: ba-ba-ba››. La storia aiuta a capire? ‹‹La storia aiuta a evitare le semplificazioni di comodo. A chi dice che l’immigrazione è una minaccia, rispondo che l’impero romano ha integrato immigrati per secoli e ne ha tratto forza. A chi vede lo ius soli come uno spauracchio, rispondo che Roma garantiva a tutti gli immigrati un percorso che portava alla cittadinanza; ma a condizioni molto chiare, e dure. L’Impero apriva loro le porte privandoli di ogni diritto tranne la libertà individuale (non a caso erano chiamati dediticii, “coloro che si sono dati”, o peregrini, “quelli che non sono a casa loro”). Ma in cambio offriva concrete chance di integrazione, e la possibilità di far carriera. Certo, era una dittatura, l’opinione pubblica non esisteva. Ma la storia dimostra anche che l’immigrazione, se non è gestita, può trasformarsi in invasione: è quello che è successo all’impero romano nel 376 dopo Cristo. Quando i Goti, accolti sul suolo romano per sfuggire agli Unni, sistemati in campi profughi senza alcuna assistenza e trattati male, mentre i soldi stanziati per loro finivano nelle tasche di funzionari e generali corrotti, si sono ribellati. E le migrazioni sono diventate invasioni››. Morale? ‹‹Gli italiani di oggi sono nati dalla mescolanza dei popoli più diversi, non c’è dubbio che nei prossimi secoli si trasformeranno ancora, non è detto che tutti gli aspetti della nostra identità siano destinati a sopravvivere. È una prospettiva inquietante, ma bisogna accettarla, perché è inevitabile. E dipende da noi se i cambiamenti avverranno in maniera pacifica o traumatica›› (Alberto Chiara, Intervista a Alessandro Barbero, storico, 59 anni, insegna a Vercelli, presso l’Università del Piemonte orientale,  FC n. 26 del 1 luglio 2018).

 
 
 
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