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Ovvero la parte più vicina

Post n°2771 pubblicato il 31 Agosto 2018 da namy0000
 

Il Qalamun meridionale, ovvero la parte più vicina a Damasco, in Siria, (una sessantina di chilometri verso nord) della catena montuosa che separa la Siria dal Libano. Tra queste rocce si annidano i pochi villaggi in cui la presenza cristiana è salda da millenni, dove ancora si parla il neo-aramaico occidentale, l’unica forma sopravvissuta della lingua usata da Gesù. inevitabile, quindi, che l’islamismo armato colpisse qui con particolare ferocia, per cancellare la minoranza cristiana come richiedeva il più ampio progetto di smantellamento della Siria e del suo pluralismo etnico-religioso.

Così, in questi villaggi, il passato remoto e il presente estremo della Siria si sono incrociati e sovrapposti in modo affascinante e pericoloso. Sarkis viveva a Maaloula, un piccolo centro a 1.500 metri d’altezza, quasi affogato tra le rocce che lo circondano. Poche migliaia di abitanti, greco-cattolici e ortodossi, e un’economia abbarbicata alle pietre come le persone. Ci sono le caverne in cui i cristiani dei primi secoli correvano a nascondersi quando incombevano le persecuzioni dei romani, in particolare quelle ordinate dall’imperatore Diocleziano.

Tra queste montagne s cominciò a sparare nel settembre del 2013 e un mese dopo i jihadisti erano padroni del campo. Molti abitanti di Maaloula erano riusciti a fuggire. Per gli altri cominciarono le persecuzioni, gli assassini (almeno 300 civili uccisi) e i rapimenti. Innumerevoli furono gli atti vandalici contro la meravigliosa eredità che il cristianesimo ha depositato in questi luoghi così appartati.

Verso ovest ci sono le città a maggioranza sunnita del Libano, specialmente Arsal, da dove arrivavano rifornimenti di uomini, armi e mezzi. Al di qua l’autostrada M5, la spina dorsale del Paese, la direttrice che collega Damasco ad Aleppo.

Interromperla, per i ribelli, significava mettere in grande difficoltà Bashar al-Assad e i suoi generali. Per questo a Maaloula gli uomini di Al Nusra resistettero con tanta tenacia…

Ma per capire che cos’è davvero successo in questa parte della Siria, bisogna risalire di una ventina di chilometri verso nord fino a Seidnaya, un altro dei grandi centri religiosi del Paese…

Anche in quest’area, nel 2013, arrivarono le truppe jihadiste con il loro carico di violenza e con le ambizioni strategiche dettate dai comandi. Ma gli eventi presero qui un’altra piega. La comunità cristiana ortodossa si autotassò per comprare armi. Nei passaggi cruciali furono piazzate recinzioni e persino telecamere. Fu organizzata una milizia popolare e distribuite pattuglie. Ci furono scontri e la gente di Seidnaya ebbe i suoi morti. Ma i ribelli non riuscirono a installarsi davvero. Rimasero in zona ma preferirono attestarsi da altre parti.

A guerra quasi finita le conseguenze si notano. La comunità cristiana di Maaloula è più dispersa, perché tanti sono fuggiti anche dopo la fine del dominio jihadista, e divisa, perché molti imputano alle autorità religiose presenti nel 2013 di aver sperato di poter trattare con gli invasori…

A Seidnaya si arriva facilmente, in pratica senza controlli. L’atmosfera è distesa, le visite al monastero numerose e continue. Nessuna traccia, qui, delle devastazioni inferte a Maaloula, dove invece i lavori di ripristino, a distanza di quattro anni, non sono ancora conclusi.

Il monastero ortodosso di Mar Taqla, a Maaloula, è dedicato a santa Tecla, una delle figure più affascinanti del cristianesimo dei primi secoli. Figlia di un nobile di Konya (oggi Turchia), fu convertita dalla predicazione di san Paolo. Decise così di seguirlo… Perseguitata dalla famiglia e dalle autorità romane, fu salvata per miracolo da due tentativi di metterla a morte. Durante i secondo, quando le belve femmine, invece di attaccarla, la circondarono proteggendola dai maschi che volevano sbranarla, ricevette il Battesimo. La fase finale della sua vita viene raccontata in diversi modi che hanno, però, un tratto in comune. Secondo una versione, i soldati, mandati dal padre per ucciderla a causa della conversione, stavano per raggiungerla quando le sue preghiere spinsero il Signore a squarciare la montagna e aprire per lei uno strettissimo passaggio tra le rocce, impraticabile ai soldati. Secondo un altro racconto, Tecla aveva vissuto per molti anni in una grotta tra queste montagne, ottenendo una vasta fama di santa e di guaritrice. Convinti che tutto ciò dipendesse dalla sua verginità, i soldati cominciarono a darle la caccia. E di nuovo, con la preghiera, Tecla indusse la montagna ad aprirsi e a lasciarla passare. Il “passaggio di Tecla” può essere percorso ancora oggi. Un’esperienza toccante perché in effetti, da largo e comodo che è nei pressi del monastero di Mar Taqla, si restringe pian piano fino a diventare poco più di una fessura un chilometro più avanti. Il monastero conserva alcune reliquie della santa che, secondo la tradizione, è invece sepolta su uno dei contrafforti rocciosi che circondano Maaloula.

La chiesa ortodossa intitolata ai santi Sergio e Bacco (Mar Sarkis) sorge sulla vetta più alta di Maaloula ed è un gioiello del cristianesimo dei primi secoli. Fu costruita poco tempo dopo la loro morte, tra il 313 e il 325, risultando così una delle più antiche chiese del mondo. Sergio (Sarkis in aramaico) e Bacco erano due stimati ufficiali siriani dell’esercito romano. Convertiti al cristianesimo, subirono la delazione di commilitoni invidiosi e furono martirizzati nel 303 d.C. a Resafa (Siria), quando rifiutarono di sacrificare a Giove come prova di fedeltà a Roma. Prima di ucciderli, in segno di scherno i carnefici li fecero sfilare vestiti da donna intorno al campo militare.

Le milizie di Al Nusra, nel settembre 2013, trasformarono il vicino albergo per i pellegrini nel loro centro di comando e la chiesa in una trincea. Nella parte dietro l’altare c’è una finestrella d dove si domina la valle di Maaloula e proprio lì si appostarono i cecchini. Le 26 antichissime icone furono razziate, le pareti imbrattate, alcuni ambienti incendiati. Ora Mar Sarkis prova a rinascere.

Annidato anch’esso a 1.500 metri d’altitudine, il monastero di Seidnaya fu costruito nel 547 per ordine dell’imperatore bizantino Giustiniano I…

La presenza di tanti luoghi di culto e di preghiera su queste montagne si spiega con il fatto che questi erano i valichi anticamente usati per i pellegrinaggi da Costantinopoli a Gerusalemme. (FC n. 34 del 26 agosto 2018).

 
 
 
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