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La forza delle donne
Post n°2783 pubblicato il 12 Settembre 2018 da namy0000
LA FORZA DELLE DONNE AFRICANE. LA BATTAGLIA DI DIANE, ATTIVISTA IN RUANDA. ‹‹Le donne sono il futuro dell’Africa, il suo tessuto vitale››. Lo ripeteva spesso Rita Leivi Montalcini, che ha aiutato molte studentesse congolesi con borse di studio. Lo dicono i missionari laici e religiosi che hanno visto, dopo ogni guerra, crisi, catastrofi, le donne in prima linea nella ricostruzione. Anche in Ruanda, dopo lo spaventoso genocidio dei cento giorni, quando furono massacrate 800.000 persone. Gli uomini decimati, le donne diventarono la maggioranza, il 70%. Sono state le artefici principali della rinascita del Paese, in Parlamento sono il 63%, il più alto numero di deputate al mondo. Dietro questo scenario confortante, una vicenda, trapelata in questi giorni, svela inquietanti retroscena e getta un’ombra pesante sul presidente Paul Kagame, che ha modificato la Costituzione per restare in carica fino al 2034. Li ha denunciati Diane Shima Rwigara, 37 anni, vissuta a lungo in California, appartenente all’alta borghesia imprenditoriale tutsi. Rientrata in patria, ha scoperto come, sotto l’apparente floridezza, c’era del marcio: una dilagante corruzione, una povertà nascosta, la metà della popolazione in condizioni di grave precarietà, mancanza di libertà di parola, una censura di Stato che occulta ogni dissenso. Kagame, con il suo clan “ugandese”, è il padrone assoluto “della terra delle mille colline”. Diventata un’appassionata attivista dei diritti umani e con un programma che si propone di sradicare la povertà, la donna si era messa in corsa per le presidenziali del 2017, ma è stata tolta di mezzo con l’accusa di avere falsificato le firme per la candidatura e Kagame è stato rieletto con il 90% dei voti. Lei non si è arresa e ha creato un “Movimento per l liberazione popolare” che chiede al Governo trasparenza e vera democrazia. Le ultime notizie sono drammatiche. Accusata, in modo sospetto, d’incitamento alla frode e alla rivolta, è finita in carcere con la madre, in attesa di un processo che si annuncia “politicamente guidato”. Non lasciamola sola, insieme con le tante donne che cercano di dare un domani al loro martoriato Continente. (FC n. 36 del 9 sett. 2018). |
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