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Bombardati di informazioni
Post n°3161 pubblicato il 29 Ottobre 2019 da namy0000
Tag: alunni, cattedra, chiave, ciclo di studio, classi, competenze, docente, fake, giovani, informazioni, istituto, metodo, social, territorio I nostri figli sono bombardati di informazioni, ma non sanno discernere. Hanno bisogno di un metodo. I numeri diffusi a seguito delle prove Invalsi, che valutano il sistema scolastico, dicono che 1 giovane ogni 5 o non ha terminato il secondo ciclo di istruzione oppure lo ha concluso senza aver appreso le competenze corrispondenti al titolo acquisito. Non so dire se questi numeri siano “veri”. La realtà è sempre più complessa di una statistica: non tutte le scuole sono uguali e nemmeno i territori lo sono. In molte parti abbiamo istituti scolastici virtuosi, percorsi di studio che preparano veramente alla vita, non solo lavorativa. Chi come noi è attento alla formazione delle giovani generazioni, però, constata il fatto che molti studenti arrivano alla fine del ciclo di studi del tutto impreparati di fronte alle domande e alle scelte importanti che sono tenuti ad affrontare. Non so dire se siano il 20% o di più, ma mi rendo conto anch’io che per un grande numero di giovani la scuola non ha svolto il suo compito. Credo sia un problema comune ai Paesi occidentali, ma qui non funziona il mal comune mezzo gaudio. Da anni si parla della necessità che la scuola fornisca le competenze “chiave” per la maturazione, ma troppi docenti ancora oggi si trincerano dietro alle nozioni apprese all’università. Prevale la lezione frontale, che non è per nulla da buttare via, ma che deve essere assolutamente accompagnata da una didattica esperienziale. Questa però costa fatica, chiede un cambiamento continuo, espone alla critica, ridimensiona la cattedra. Va detto con grande forza: i nostri ragazzi non hanno bisogno di informazioni o nozioni perché ogni giorno ne ricevono un diluvio da tante parti, soprattutto per la mediazione dei social. Ciò che a loro serve è un criterio per capire ciò che è importante e ciò che è fake. Serve un metodo, una competenza appunto. La scuola deve molto in fretta attrezzarsi per questo: mettere da parte banchi, materie, voti del quadrimestre e puntare decisamente a fornire un bagaglio leggero di solide competenze. Il primo passo da fare in questa direzione è quello di mettere mano alla formazione dei docenti perché sia subito chiaro che le (loro) capacità relazionali, presupposto essenziale di ogni apprendimento duraturo, vengono prima dell’erudizione. Ancora una volta non ci fermiamo ai numeri e ancora una volta denunciamo l’ennesimo governo che pare non avere mai tempo per affrontare a 360° il periodo più importante della vita dei nostri figli. Se i numeri Invalsi ci dicono che un ragazzo su cinque non termina gli studi o non ha competenze sufficienti, i nostri numeri ci dicono che i Governi disinteressati al problema sono stati almeno cinque su cinque (FC n. 43 del 27 ottobre 2019) |
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