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Post n°3220 pubblicato il 14 Gennaio 2020 da namy0000
Tag: adolescenti, aiuto, delusione, dominare il tempo, paura, problema, progetto, psicologo, psicoterapeuta, tempo Mio figlio di 20 anni sta attraversando un periodo faticoso. Ha iniziato l’università, ma non si impegna e ha fatto pochissimi esami. Malgrado questo, dice che il corso scelto gli piace e che vuole andare avanti. Ha lasciato la ragazza, e si trascina, da solo o con qualche vecchio amico, in giornate dove non fa niente di male, ma neppure di bene. Non si oppone a noi e parla sia con me che con sua madre. Dice che non sa bene che cosa gli sta succedendo. Di certo non è contento, ma noi non sappiamo bene che cosa fare - Fulvio Caro Fulvio, le tue parole mi richiamano alla mente le prime pagine del breve romanzo di Conrad La linea d’ombra. Ci accorgiamo come, soprattutto per i più giovani, il tempo sembri non contare mai più di tanto. Le aspettative che tutto andrà bene, che non ci saranno problemi particolarmente difficili da superare, portano a non considerare il tempo come una preziosa opportunità. I più giovani tra gli adolescenti (è difficile indicare un’età giusta: si può arrivare anche fino ai 18/20 anni e talvolta oltre) pensano di farcela comunque. Magari studiano poco, pensando poi di recuperare in qualche modo. Rinviano di continuo le risposte alle richieste provenienti dall’esterno. Per loro il tempo sembra non essere un limite. Viene però il momento in cui, come scrive il romanziere e come sembra capitare a tuo figlio, si fa strada una certa insoddisfazione, una noia sottile, una specie di bonaccia in cui non si va da nessuna parte. E questo porta, a un certo punto, a prendere una decisione, talvolta anche in modo imprevisto. È il momento in cui ci si pone il problema di poter dominare il tempo, utilizzandolo per realizzare un progetto. Ciò non avviene senza pagare un prezzo, che è quello di guardare in faccia la paura. Paura di essere soli di fronte alle scelte. Paura di imboccare una via chiusa. Paura della delusione, di non essere all’altezza delle proprie aspettative. I genitori che cosa possono fare? Non favorire il prolungarsi di questo periodo, evitando di essere troppo accoglienti verso i figli. I genitori non possono essere l’unica risorsa per i bisogni essenziali (vitto e alloggio) e quelli superflui. Va richiesto che i ragazzi si attivino per trovare risorse proprie, per esempio con lavori estemporanei. Bisogna chiedere la partecipazione alle necessità quotidiane della vita di famiglia, dalla spesa al riordino. Occorre ricordare loro che la paura non si elimina, ma si può contenere attraverso la quotidiana messa alla prova di sé stessi. Prima tra tutti, la prova di chiedere aiuto quando non ce la si fa. ma, soprattutto, bisogna portare tanta pazienza: prima o poi la linea d’ombra verrà superata e si aprirà la strada verso l’età adulta. Come accade al protagonista del romanzo citato. (Fabrizio Fantoni, Psicologo e psicoterapeuta, FC n. 2 del 12 genn. 2020). |
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