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Post n°3643 pubblicato il 12 Settembre 2021 da namy0000
2021, Antonio Mazzi, FC n. 37 del 12 settembre L’INCENDIO CHE HA DISTRUTTO UN PALAZZO A MILANO Dopo il disastro tanta solidarietà verso gli inquilini senza casa Gesti di eroismo quotidiano e poco mediatico, come quello del giovane che è corso su e giù per avvertire e aiutare gli altri condomini In pochi minuti, domenica 29 agosto 2021, un grattacielo di diciotto piani con 58 appartamenti si è trasformato in una spaventosa torcia, rivolta verso il cielo. Per fortuna i condomini sono riusciti a uscire e scappare. Nessun morto e nessun ferito grave. Però, se fino a ieri passavamo lentamente tra le torri della zona Garibaldi per amirarle, oggi forse anche le basiliche verticali hanno dimostrato la loro fragilità. Perché noi, guardoni e invidiosi, passiamo in un attimo dall’adorazione al menefreghismo totale. Anzi peggio. Poiché tra gli abitanti del grattacielo c’era anche il cantante Mahmood, vincitore al Festival di Sanremo 2019, un malnato gruppo di sciagurati, sempre ben nascosto dai falsi profili dei social, si è scatenato con insulti gratuiti e animaleschi, che faremmo bene a non reclamizzare troppo. Invece anche questa volta accadrà che, purtroppo, pochi parleranno degli esempi e delle azioni solidali che sono nate subito attorno al disastro, mentre la nauseante sequenza dei folli, in un modo o nell’altro, verrà evidenziata infinite volte, perché l’informazione deve essere globale. È così che si giustificano tutte le trasmissioni nelle quali il peggio è sempre più evidenziato e più cercato del meglio. Per evitare anche a noi di cadere nelle trappole che denunciamo, riportiamo la simpatica condotta del giovane inquilino che, non essendo scattato l’allarme, si è subito buttato su e giù per le scale ad avvertire e aiutare tutti gli altri condomini a uscire. L’Italia è un Paese straordinario, ricco di infinite azioni solidali, civili, ricco di umanità. Non c’è paese, non c’è città, non c’è quartiere nel quale le forze “solidali” non siano attive, quasi eroiche e disponibili, incuranti di ogni rischio e pericolo. Abbiamo visto commossi medici e infermieri durante la pandemia del Covid, giorno e notte, tra la vita e la morte, tra la speranza e la disperazione girare dentro le sale degli ospedali, per mesi, sapendo che rischiavano tanto quanto i malati. Non dimentichiamo questi eroismi! Come non possiamo non aiutare ora i disperati che fuggono da Kabul. Il bene non solo fa bene a chi lo fa, ma fa bene anche a chi lo vede. Nei telegiornali, durante la cena, vedere azioni positive, gesti educati, vale quanto la fetta di dolce fatto dalla nonna, che abbiamo nel piattino. Porto per esempio i volti sorridenti degli atleti paralimpici di questi giorni. Sono il più dolce e il più potente dei messaggi. Straordinaria la storia di Antonio F. che dedica la sua medaglia a mamma Sandra, che non si è spaventata per la fistola arterio-venosa che lo ha costretto a usare la carrozzina. Poiché i medici le avevano consigliato l’acqua come terapia, la mamma ha trasformato la terapia in medaglia d’oro! |
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