Messaggi del 29/01/2020
Post n°3230 pubblicato il 29 Gennaio 2020 da namy0000
Tag: cittadini responsabili, commercio, corsa, elusione, evasione, fisco, globalizzazione, pianeta, piattaforme, sviluppo, tasse, temi Se adesso i miliardari chiedono ai Governi di pagare più tasse Per correggere le distorsioni della globalizzazione un modo c’è, ma serve la volontà politica per realizzarlo. Il nuovo World Economic Forum di Davos si svolge in un clima paradossale. I ricchi e i potenti del mondo, invece di compiacersi della crescita abnorme dei loro patrimoni, molto superiore a quella degli altri ceti sociali, ne sono molto preoccupati. La diseguaglianza crescente all’interno dei Paesi e il disagio dei ceti medi e di quelli più deboliha prodotto una rabbia sociale sfociata in proteste popolari in molte piazze del Pianeta. I potenti sono preoccupati di questa rabbia e si domandano come fare. Fino ad arrivare ai casi di magnati come Bill Gates e Warren Buffet, che si lamentano con i loro Governi di pagare troppe poche tasse. Un fatto che sarebbe di per sé esilarante, ma che in realtà fotografa una realtà preoccupante: i Governi sono stati più realisti del re e hanno talmente pigiato sull’acceleratore della riduzione di progressività fiscale da essere rimproverati dagli stessi ricchi (almeno da quelli più lungimiranti e impegnati) di aver esagerato. I temi del summit, tutti orientati alla responsabilità d’impresa e allo sviluppo sostenibile per la salvezza del Pianeta, confermano quest’analisi. I ricchi sono persino pronti a farsi “flagellare” da Greta Thunberg, che sarà ospite di una delle sessioni per “appagare” i loro sensi di colpa. Ma la vera domanda è se tutta questa consapevolezza del problema e questo mea culpa porteranno a qualche conclusione. Le ricette sono già sul campo, ma la vera questione è se esiste la forza politica necessaria per realizzarle. Per raddrizzare la globalizzazione verso la sostenibilità c’è bisogno di una web tax, di una green consumption tax e di una dignity of labor tax. La prima è fondamentale per evitare la corsa al ribasso verso elusione ed evasione delle grandi imprese transnazionali che cercano di stabilire la sede figurativa dei loro profitti nei paesi o nei paradisi fiscali dove il prelievo è minore, sottraendo base fiscale ai Governi e dunque risorse per finanziare servizi essenziali per la popolazione (salute e istruzione in primis). La seconda e la terza servono per combattere il dumping sociale e ambientale, ovvero la corsa al ribasso su costi del lavoro e di tutela dell’ambiente, che creano una concorrenza perversa riducendo tutele e dignità. E noi? Siamo attori senza potere e possiamo fare qualcosa? Quando il Governo pensa a una sugar tax e una grande multinazionale minaccia per ritorsione di delocalizzare la produzione, chi ha in mano il potere di decidere? Il Governo, la multinazionale o noi cittadini che decidiamo cosa consumare? È ora di smettere di pensare che i problemi si risolvano solo dall’alto. Il mondo si sta riempiendo di opportunità di consumo e risparmio responsabili, incluse piattaforme digitali “etiche” che aspettano la nostra collaborazione. Non saranno i grandi del Pianeta a cambiare il mondo, ma il nostro click unito e coordinato (FC n. 4 del 26 genn. 2020). |
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