Creato da namy0000 il 04/04/2010

Un mondo nuovo

Come creare un mondo nuovo

 

Messaggi del 21/08/2020

Perché l'avete fatto?

Post n°3392 pubblicato il 21 Agosto 2020 da namy0000
 

2020, Maurizio Praticiello, Avvenire 19 agosto.

«Perché l'avete fatto?». Lettera aperta ai ragazzi che hanno distrutto un crocifisso

Una banda di ragazzi tra i 16 e i 19 anni ha distrutto a colpi di mazza un Crocifisso sulle colline bolognesi. L'atto di vandalismo sacrilego è stato filmato con lo smartphone

Ho letto, ho sofferto, mi sono fermato, ho riflettuto. Mi son detto che forse è meglio lasciar stare, far scorrere l’acqua della dimenticanza su questo episodio triste e doloroso. La vostra “ragazzata” blasfema nei confronti del Crocifisso, distrutto a mazzate mi ha rattristato tanto ma non riuscivo a capire bene il perchè.

Poi mi sono reso conto che la mia pena non era per lui, il Signore cui milioni di persone hanno donato la vita, ma per voi. Vi siete accorti, ragazzi, che l’uomo inchiodato al legno, vi ha lasciato fare senza opporre resistenza? In quei momenti nemmeno potete immaginare quanto vi amava.

Se, come spero, vi siete imbattuti, qualche volta, nei vangeli, avrete notato che ha usato con voi lo stesso atteggiamento di quando, duemila anni or sono, fu condannato a morte. Taceva allora, tace oggi, tacerà domani. Il suo mutismo, la sua apparente debolezza, il suo lasciar fare, non vi nascondo, che indispongono non pochi tra coloro che gli vogliono bene. E, come già gli apostoli, vorrebbero difenderlo, magari dandovi una sberla.

Ma non ce n’è bisogno. Perché lui su quella croce ci è salito anche per voi, per i vostri coetanei, per i vostri cari. Ho letto che quella sera eravate alquanto alticci - qualcuno dice addirittura ubriachi - , perciò, non pienamente responsabili delle vostre azioni. Ma questa è una cosa grave. Chi non risponde delle sue azioni è in pericolo; la vostra salute, fisica e psichica, è in pericolo.

Chi è nato prima di voi dovrà pur dirvi che cosa accade nel vostro giovanissimo organismo quando è costretto a fare i conti con l’acool. Dopo aver bevuto, quindi, – prendo per buone le vostre giustificazioni – non siete stati più padroni di voi stessi e avete commesso una vigliaccata di cui oggi dovete vergognarvi? Sono convinto che, conoscendo bene la sua vita e il suo pensiero, non avreste tardato a schierarvi dalla sua parte.

Lui non ha avuto paura di scagliarsi contro l’ingiustizia, l’ipocrisia, la ricchezza accumulata ai danni dei poveri, il potere – civile, religioso, militare – meschino ed egoista.

Sento il dovere di dirvi che i vostri coetanei della mia parrocchia, Adriano, Pio, Francesco, Umberto e tanti altri, a quel Gesù che voi avete maltrattato, vogliono un gran bene. Lo interpellano, lo pregano, gli chiedono di assisterli nel cammino della vita. Meritavano il vostro rispetto, non è vero? Nella loro acerba sapienza hanno imparato che tutti gli uomini, a qualsiasi credo appartengano, qualsiasi sia il colore della loro pelle o il loro conto in banca, meritano attenzione, rispetto. Nelle loro camere, gelosamente custodiscono quella croce che voi, senza riguardi, avete vituperato.

Non riescono a capire come possa un ragazzo della loro età, cui non mancano occasioni e mezzi per divertirsi e far baldoria, sentire il bisogno di fare quello che voi avete fatto. Si chiedono, e mi chiedono, perché; ma l’unica, autentica motivazione la potete dare solamente voi. No, non ce l’abbiamo con voi, al contrario, insieme ai vostri genitori, ai vostri insegnanti, al parroco che vi ha battezzato, ci chiediamo dove si è inceppato il vostro percorso educativo. Che cosa chiedevate che non siamo stati capaci di darvi?

Ho letto che qualcuno di voi, avrebbe voluto, per beffa, recitare l’Ave Maria, ma si è accorto di averne dimenticato le parole.

Sapete, ragazzi, quante milioni di volte quella preghiera semplice è comparsa sulle labbra dei vostri fratelli e sorelle in umanità? Sapete quante persone, nel momento della morte, hanno trovato conforto nel recitarla? No, ragazzi, non andiamo per niente bene; riprendete, vi prego, il vostro cammino, allegro, spensierato, rispettoso di tutti. Ritrovate, o iniziate a gustare, la gioia che si prova nel fare un po’ di bene ai bisognosi e vi accorgerete che non c’è bisogno di inventare gradassate. State sereni, quindi, non siamo arrabbiati con voi, ma solo tanto addolorati.

Aiutateci, però, a capire cosa possiamo fare perché non abbiate ancora a farvi e a farci male. Posso rivolgervi un invito? Volete venire a visitare Napoli e incontrare Adriano, Umberto, Francesco, Pio e la loro chiassosa comitiva? Sono certo che vi farete un grande bene e nascerà tra voi un’amicizia che conserverete per il resto della vita. In bocca al lupo, ragazzi, o, meglio, Dio vi benedica.

 
 
 

Ferragosto 2020

Post n°3391 pubblicato il 21 Agosto 2020 da namy0000
 

2020, HuffPost 20 agosto.

Ferragosto 2020 è quello che ci ha costretto a riflettere non solo sulla nostra  estate ma soprattutto sulla nostra società e sul mondo che lasceremo ai nostri giovani. Il 2020 ha riportato nel linguaggio e addirittura in ambito scolastico il concetto di: “distanza sociale”. Attenzione: non fisica, ma sociale! Ma sentivo che un momento così particolare meritava uno sforzo in più da parte mia, volevo cercare di capire e soffermarmi, oltre il problema del Covid-19, su altre realtà complesse e difficili come: Carceri, Ospedali, Centri anziani e Comunità  sulle tossicodipendenze. Così, subito dopo Ferragosto, decido di scrivere a Massimo Barra, Presidente della Comunità di Villa Maraini, chiedendogli se fosse possibile passare qualche ora con l’Unita di strada che opera a Tor Bella Monaca.

Alle 13:00 arrivo a Tor Bella Monaca: ero certo, visto che si trattava dell ’orario di pranzo del giorno dopo Ferragosto, in una Roma deserta, che non sarebbe stato affollatissimo. L’ Unità di Strada è costituita da un camper e  quattro operatori che si alternano tra interno ed esterno. All’interno del camper distribuiscono acqua distillata e siringhe, all’esterno si scambiano qualche parola con chi arriva. Come ti senti? Ti va di parlare? E altre domande che cambiano da soggetto a soggetto.
Il deserto che avvolge Roma in questi giorni qui non è arrivato. C’è un flusso continuo di persone: arrivano, salutano, uno scambio di parole e poi prendono la siringa. Poi si spostano qualche metro più in là, si appartato nell’auto o semplicemente dietro un albero per consumare la propria dose di droga. Gli operatori sono bravissimi: riescono a far capire che disapprovano quello che stanno facendo e sanno dirlo con cognizione di causa, molti di loro sono ex tossicodipendenti. Chi va lì al camper sa che può trovare la siringa pulita e l’acqua distillata ma che può scambiare anche qualche parola e può chiedere aiuto per avviare un processo di disintossicazione e soprattutto sa che, se dovesse essere colto da una crisi di astinenza, ci sono delle persone che tenteranno di salvarlo.
Il progetto nasce da un’idea internazionale, quella di cercare di interrompere la pratica diffusa di utilizzare la stessa siringa per più persone con gravissimi rischi di contrarre l’ Hiv (Aids), epatite e tante altre malattie . In realtà è un posto tranquillo dove tutti serenamente e consciamente cercano di gestire il proprio malessere e che troppo spesso si trasforma in un pericolo per la propria vita. La cosa che più colpisce è l’ordinarietà! La gente che va lì è la più variegata e sono persone normali. Quelle con cui dividiamo il quotidiano lavorativo e sociale. Troviamo il conoscente del quartiere, della palestra oppure l’impiegato in pausa pranzo, il benzinaio, l’idraulico, l’imbianchino, potrebbe essere chiunque e di tutte le fasce di età. Un universo sconosciuto a noi ma che vive dentro e con noi. Superato l’impatto ambientale quello che cercavo di capire era perché alcune di quelle persone arrivano, parlano e si fermano e poi magari vanno via senza neanche prendere la siringa? E quando ho chiesto agli operatori cosa facessero lì, cosa realmente volessero, hanno risposto: “Solitudine! Si sentono soli vengono qui perché  è uno dei pochissimi posti dove possono scambiare una parola con qualcuno”. Ecco. Alla fine è la cosa che mi ha scioccato di più e mi ha improvvisamente fatto ricordare una poesia di Alda Merini: “Ci sono momenti di solitudine che cadono all’improvviso come una maledizione, nel bel mezzo di una giornata.
Sono i momenti in cui l’anima non vibra più.”

 
 
 

AREA PERSONALE

 

ARCHIVIO MESSAGGI

 
 << Agosto 2020 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
          1 2
3 4 5 6 7 8 9
10 11 12 13 14 15 16
17 18 19 20 21 22 23
24 25 26 27 28 29 30
31            
 
 

CERCA IN QUESTO BLOG

  Trova
 

FACEBOOK

 
 
Citazioni nei Blog Amici: 3
 

ULTIME VISITE AL BLOG

animasugScricciolo10elodem0rningstarnamy0000fporciel1cassetta2dailynews1omissis77meleys0inmariosofia.refeisotta.t.2018audaceaudreylcacremamonellaccio19
 

ULTIMI COMMENTI

Che ogni uomo possa parlare nel nome del Signore Iddio,...
Inviato da: animasug
il 13/08/2024 alle 15:52
 
https://youtu.be/ayaBa8iPmvU?si=2Pu3WrJyeCQRfap2
Inviato da: cassetta2
il 05/08/2024 alle 10:19
 
Whether you are looking for breaking news, insightful...
Inviato da: dailynews1
il 31/07/2024 alle 12:22
 
Grazie per aver condiviso questa esperienza così intensa e...
Inviato da: Penna_Magica
il 08/02/2024 alle 11:19
 
RIP
Inviato da: cassetta2
il 27/12/2023 alle 17:41
 
 

CHI PUò SCRIVERE SUL BLOG

Solo l'autore può pubblicare messaggi in questo Blog e tutti gli utenti registrati possono pubblicare commenti.
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963