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Messaggi del 05/09/2023

Quella sessualità violenta

2023, Alberto Pellai, medico, FC n. 36 del 3 settembre

Quella sessualità violenta che riduce le donne a “pezzi di carne”

Maschi che fanno della sessualità un territorio di predatorietà e possesso, di sopraffazione e dominio. Le notizie di cronaca delle ultime settimane hanno questo copione ricorrente, in base al quale una delle dimensioni più complesse e meravigliose della nostra esistenza – ovvero la sessualità – viene maneggiata in modo bestiale, perché questo è ciò che fa un branco. In troppi pensano che si tratti di casi estremi che avvengono laddove c’è disagio e degrado.

Invece la violenza sessuale – così come ogni forma di violenza di genere – avviene in tutte le classi sociali, a ogni latitudine, senza distinzioni. Ciò che lascia attoniti è che oggi i violentatori sono ragazzi sempre più giovani, che trattano compagne, amiche, sorelle e cugine come se fossero bambole. Prendono i corpi e li maneggiano come pezzi di carne. La sessualità è agita senza alcuna comprensione delle implicazioni emozionali, relazionali e – come in questo caso – giuridiche e penali. Si fa sesso con qualcuno a cui non si attribuisce alcun valore e rispetto. Colpisce la totale insensibilità verso l’altro.

Ci domandiamo: come è possibile coinvolgersi sessualmente – da soli o in gruppo – con qualcuno che ti chiede di non farlo, che ti implora di fermarti, che prova dolore e disgusto per ciò che si sta facendo del suo corpo e con il suo corpo? Come si fa a provare piacere dentro al dolore fisico ed emotivo inferto a un’altra persona? Già: come si fa? Eppure questo è ciò che accade. Le ricerche ci dicono che fin da giovanissimi i nostri figli maschi frequentano siti pornografici. Le stesse ricerche affermano che la sessualità pornografica oggi è più aggressiva e violenta che mai. Nella pornografia ci sono corpi che fanno sesso, in cui ciò che conta è che il maschio si prenda il piacere da altri corpi, usati come oggetti. Non c’è amore, non ci sono relazioni e legami emotivi e affettivi. Ci sono solo istinti, pulsioni, domini, possessi.

Costruire intimità, conoscere il cuore e la mente dell’altro prima del suo corpo e della sua disponibilità sessuale sono aspetti non contemplati nella narrazione pornografica, che ha proprio nei maschi giovanissimi un pubblico enorme, che nessuno ha mai coinvolto in percorsi di educazione emotiva, affettiva e sessuale. Questa combinazione in cui la pornografia urla e straripa e la comunità educante tace e vive immersa in un deserto educativo (e su questi temi, grava in particolare il silenzio dei padri) porta a crescere generazioni di maschi analfabeti emotivi, incapaci di comprendere la differenza tra fare sesso e fare l’amore. Maschi che fanno della sessualità una dimensione di predazione eccitata, invece che un luogo in cui esercitarsi a costruire intimità e affetto con un “altro” da sé. Così il sesso diventa uno spazio di affermazione della propria potenza, perché nessuno lo ha reso luogo di comunicazione, responsabilità, rispetto e dialogo nell’incontro con l’altro. Di tutte le emergenze educative, questa – oggi – è una delle principali. Purtroppo le notizie di cronaca non fanno altro che ribadircelo.

 
 
 

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