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Un mondo nuovo

Come creare un mondo nuovo

 

Messaggi del 15/04/2018

Il sogno d'Africa

Post n°2608 pubblicato il 15 Aprile 2018 da namy0000
 

2018, Internazionale n. 1249 del 30 marzo. AFRICA. “Il sogno di un’Africa senza confini. Più di 40 leader africani hanno firmato un accordo per creare un’area di libero scambio. Ma la Nigeria si oppone. Alcuni degli uomini più potenti d’Africa si sono dati appuntamento a Kigali, in Ruanda, il 21 marzo 2018 per vendere un sogno…”. “Alba di un nuovo giorno per l’Africa”. Un accordo di libero scambio continentale, un mercato unico da Città del Capo al Cairo, da Gibuti a Dakar. Questi capi di governo s’impegnano ad eliminare i dazi commerciali e a rendere più efficienti i controlli alle frontiere…”.

 
 
 

Nuova carta dei diritti

Post n°2607 pubblicato il 15 Aprile 2018 da namy0000
 

2018, piazzasalento.it, 15 aprile.

Casarano – “La nuova carta dei diritti della Bambina: presentazione e adozione” è il titolo del convegno organizzato venerdì 13 aprile, alle ore 9, presso la Sala consiliare del Comune di Casarano. Si tratta di una iniziativa della locale sezione Fidapa, presieduta da Anna Maria Tunno, ispirata alla Convenzione Onu sui diritti dell’infanzia del 1989 e sostenuta dalla Provincia di Lecce. Saranno 14 i Comuni chiamati ad adottare il documento che rappresenta  un’enunciazione di principi di valore morale e civile finalizzati a promuovere la parità sostanziale fra i sessi, la valorizzazione delle differenze tra bambine e bambini e il superamento degli stereotipi che limitano la libertà di pensiero e di azione in età adulta. Il programma prevede i saluti di Anna Maria Tunno, presidente della sezione di Casarano della Fidapa Bpw Italy, di Iolanda Palazzo, componente distrettuale del gruppo di lavoro della Carta dei diritti della Bambina, del sindaco Gianni Stefano, del presidente della Provincia Antonio Gabellone, della consigliera di parità della Provincia di Lecce Filiomena D’Antini, della consigliera del Comune di Casarano con delega alle Pari opportunità Fabiola Casarano, delle dirigenti scolastiche Rita Augusta Primiceri (Polo Uno e Polo Tre) e Luisa Cascione (Polo Due) nonché della dirigente dell’Istituto superiore “Montalcini” Monia Casarano. Gli interventi saranno curati da Eufemia Ippolito e da Fiorella Annibali con le conclusioni affidate a Fiammetta Perrone, segretaria nazionale Fidapa. Modera Anna Adamo, referente di sezione del progetto “Carta dei diritti della Bambina”.

I comuni coinvolti Ad adottare la Carta dei diritti della Bambina saranno i comuni di Acquarica del CapoAllisteCastrignano dei GreciCollepassoMatinoMelissanoParabitaPatùRacaleSalveSupersanoTavianoTaurisano e Ugento. «La Carta deve essere letta come una premessa fondamentale per l’affermazione e la tutela dei diritti delle donne fin dalla nascita. La bambina deve essere infatti aiutata, protetta ed educata fin da subito in modo da crescere come cittadina attiva, nella piena consapevolezza dei suoi diritti e dei suoi doveri. Obiettivo della Carta è dunque quello di formare culturalmente bambine e bambini al fine di garantire il rispetto dei diritti umani e l’eliminazione di ogni forma di violenza e di discriminazione di genere. Partendo da questo primo atto, Fidapa Casarano continuerà a favorire iniziative integrate e sinergiche con le Istituzioni Pubbliche, il mondo scolastico, le famiglie, attraverso un’ incisiva campagna di sensibilizzazione».

 
 
 

La nostra risposta

Post n°2606 pubblicato il 15 Aprile 2018 da namy0000
 

“La nostra risposta libera può essere pronta e festosa, felice di spalancare la porta della propria vita, ma può essere anche indifferente o tardiva. Nel Cantico dei Cantici, quando la donna, a letto, ode la voce del suo amato che è alla porta e smuove il chiavistello chiuso, per entrare. Ma per pigrizia, non si leva dal giaciglio ove riposa. Più tardi, si alza, apre la porta, ma è avvolta solo dalla tenebra della notte, dal silenzio e dal gelo: ‹‹Ho aperto al mio amato, ma ormai il mio amato era sparito, scomparso. La mia anima venne meno…›› (5.6). Entrambi i movimenti sono necessari, se egli non bussasse, noi resteremmo chiusi nei nostri spazi, dietro le porte blindate della nostra vicenda umana. Se noi non aprissimo, egli passerebbe oltre, e perderemmo l’occasione di dare un senso pieno alla nostra esistenza. Nella vocazione s’incontrano e si intrecciano, dunque, due realtà fondamentali nella fede: grazia divina e libertà umana. ‹‹Io mi sono fatto trovare anche da quelli che non mi cercavano, mi sono manifestato anche a quelli che non si rivolgevano a me›› (Romani 10,20). (FC n. 13 del 1 aprile 2018).

 
 
 

Possono dischiudere

Post n°2605 pubblicato il 15 Aprile 2018 da namy0000
 

‹‹La sofferenza e il dolore possono dischiudere porte che si credevano sigillate, di cui magari nemmeno si sospettava l’esistenza. Se lo vogliamo, la malattia può essere una grazia che offre ragioni che non immaginavamo, crea circostanze che squarciano le nuvole››.

«Le mie aspettative sono state ridotte a zero quando avevo 21 anni. Tutto da allora è stato un bonus. È quando le aspettative sono ridotte a zero che si apprezza veramente ciò che si ha». (Stephen Hawking) 

“Il dolore non è fine a sé stesso, ma è il mezzo per arrivare a qualche altra cosa” (Roberto Vecchioni).

“Per forgiare un carattere ci vuole la bufera” (Goethe).

 
 
 

Suonano insieme

Post n°2604 pubblicato il 15 Aprile 2018 da namy0000
 

“Saleem Abbond Ashkar, pianista di grande talento, israeliano, palestinese, originario di Nazaret, nato nel 1976, ha fondato, insieme al fratello Nabeel, un’orchestra, in cui ragazzi ebrei, musulmani e cristiani suonano insieme. Quando mancano le parole e il dialogo diventa difficile o addirittura impossibile, arriva la musica. ‹‹La musica parla in modo diretto al nostro cuore, alle nostre emozioni e ai nostri sentimenti. Potremmo parlare per ore di Beethoven, mi limito a dire che ogni sua nota ha un significato profondo, che parla al cuore, perciò la sua musica è universale e così amata da tutti››, ci dice Saleem Ashkar. ‹‹È un progetto educativo che vogliamo offrire a chi, come me e mio fratello, nasce e cresce in un luogo dove non esiste una tradizione musicale››, spiega Saleem… ‹‹Ebbi subito la consapevolezza che avrei fatto il musicista. L’ascolto di quei dischi ebbe su di me un forte impatto, quasi fisico. Mi sentii come le piccole tartarughe che, uscite dall’uovo deposto in mezzo alla sabbia, hanno l’istinto di andare verso il mare. In un ambiente sempre più polarizzato, che divide ebrei e arabi, fare musica insieme aiuta ad andare oltre i confini della razza, della religione e della diversa eredità culturale. Quando suoni in un’orchestra, non vedi più l’altro, il nemico, qualcuno diverso da te, vedi invece una persona con la quale fare musica insieme. Questo progetto… è un esempio concreto di convivenza possibile che nutre il sogno di un futuro di pace››” (FC n. 13 del 1 aprile 2018).

 
 
 

E' quasi sempre un

Post n°2603 pubblicato il 15 Aprile 2018 da namy0000
 

“La depressione è quasi sempre un disturbo neurobiologico determinato da alterazioni di alcuni composti biochimici cerebrali (neurotrasmettitori). Il depresso è incolpevole, e dirgli “datti una mossa”, oppure “su, forza, muoviti!”, è un po’ come dire a una persona affetta da polmonite “smetti di tossire”. Va aiutato. Accettare la propria situazione e non farsi prendere dall’ansia. Fare le cose con calma. Non assumere alcolici. La depressione insorge, in genere, lentamente. Sospettata o diagnosticata dopo settimane o mesi, di sintomi lievi o misconosciuti. Spesso a determinare un ritardo terapeutico è il “rifiuto” ad accettare questa diagnosi, sia perché i sintomi all’inizio sono lievi, sia per un frequente timore di disapprovazione sociale. Come se essere depressi fosse una vergogna o un segno di scarsa forza di volontà. Cosa che ovviamente non è” (Filippo Tradati, Medico e docente universitario, FC n. 14 del 8 aprile 2018).

 
 
 

Rimesso in carreggiata

Post n°2602 pubblicato il 15 Aprile 2018 da namy0000
 

“Ha 35 anni, e finalmente ha rimesso in carreggiata una vita che aveva preso, fin dall’infanzia, una curva sbagliata. Parla N.B.: ‹‹In casa mia non si respirava il calore dell’amore. Tra i miei genitori c’erano violenza e tradimenti; nei miei confronti c’erano anche atteggiamenti sessuali sbagliati. Io ne soffrivo, piangevo e mia madre mi picchiava. Poi, quando avevo 6 anni, mio padre ha scoperto un tradimento di mia madre, e lei, dalla sera alla mattina, senza neppure prendere le sue cose, se ne è andata via di casa. Senza di lei, e con mio padre molto assente a causa dei problemi economici della sua ditta, mi sono sentito completamente destabilizzato, sbagliato, senza appigli››. N. cresce con la nonna. ‹‹A scuola mi consideravano un bimbo povero. Questo mi scatenava dentro tanta rabbia, diventavo violento, picchiavo i compagni››. A 12 anni ha le prime esperienze con l’alcol e le droghe. ‹‹Ho provato le pasticche, il fumo, la cocaina e l’eroina. È diventata una schiavitù. Ho lasciato la scuola, mi sono messo a spacciare, ho cominciato a vivere in strada, ero diventato una mina vagante, sempre alla ricerca di soldi e di sballo. Sono arrivato in comunità che mi sentivo morto dentro, senza neppure la forza di sorridere. Ho cominciato una risalita non facile, impegnativa, anche dolorosa. Finalmente ho rivisto mio padre, e piangere insieme, dopo esserci parlati, è stato un momento importante della mia guarigione…››. Ora N. gestisce due cooperative, ed è un piccolo imprenditore. ‹‹Qui, in comunità, ho trovato la pace, e non me ne vado più via››” (FC n. 13 del 1 aprile 2018).

 
 
 

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