Messaggi del 03/12/2018
Post n°2871 pubblicato il 03 Dicembre 2018 da namy0000
2018, FC n. 48 del 2 dic. – LA “MANOVRA DEL POPOLO” E I CONTI CON LA DURA REALTÀ. Per un Paese indebitato come il nostro, la scorciatoia, di puntare soldi su chi vuole andare in pensione prima o chi non ha lavoro non è praticabile. Quello che il Governo sta imparando sulla sua pelle (sulla nostra pelle) con questa manovra è che l’economia reale e quella finanziaria sono profondamente intrecciate tra loro e la seconda non è rappresentata da manovratori e poteri forti ma è fatta principalmente da cittadini, risparmiatori, fondi che investono e cercano rendimenti per pagare le nostre pensioni. Per questo la scorciatoia d puntare molti soldi e subito su chi vuole andare prima in pensione o chi non ha lavoro (con quota 100 e il reddito di cittadinanza) per un Paese che ha un enorme debito pubblico e deve ogni anno convincere risparmiatori nazionali ed esteri a comprare centinaia di miliardi di euro di titoli del debito pubblico per continuare a pagare ospedali, scuole e stipendi non è così praticabile (ed etica) come sembra. Condurre un Paese scegliendo le opportune politiche monetarie e fiscali è come guidare un’automobile. Non esiste una strategia valida a prescindere. Bisogna essere molto abili al volante, freno e acceleratore a seconda di terreno, pendenza e condizioni del traffico. Per questo quello che sicuramente non è etico è mancare di flessibilità e cercare lo scontro con la Commissione europea per pochi decimali (deficit al 2,4 per cento invece dell’1,9 che l’Unione avrebbe concesso). Per il semplice fatto che quel conflitto riduce la fiducia, aumenta incertezza e spese dello Stato, che deve offrire interessi più elevati per convincere risparmiatori italiani ed esteri a comprare i nostri titoli. E dunque quei soldi in più da spendere per la “mnovra del popolo” vengono rimangiati da maggiori oneri del debito pubblico e da una perdita di ricchezza di banche e risparmiatori. Oltre a questo nodo fondamentale sul valore complessivo della manovra si può discutere della sua qualità e composizione. Per poter redistribuire valore economico bisogna innanzitutto migliorare le condizioni che lo creano. E il nostro Paese è malato di burocrazia, ritardi della giustizia civile, mancata attenzione alle esigenze di finanziamento e crescita delle piccole e medie imprese. È fanalino di coda nell’Ue per istruzione in un mondo dove solo la formazione, le competenze e l’innovazione possono aiutarci a trovare il nostro posto nella globalizzazione creando le condizioni per un lavoro degno (libero, creativo, partecipativo e solidale). Le reti di protezione universali per chi non ce la fa (punto qualificante e importante) sono fondamentali ed esistono in quasi tutti i paesi. Ma evitare che disincentivino la ricerca di lavoro invece di favorirla, promuovendo dignità e generatività invece di inibirle, è opera molto difficile. Dall’intelligenza collettiva del confronto fra Governo, opposizione, società civile e istituzioni europee ci aspettiamo una manovra diversa e migliore per il bene comune e per quello del nostro Paese. |
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