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David Livingstone
Henry Morton Stanley l'incontro di Stanley e Livingstone Francisco Pizarro La vita dell'Uomo,è solitaria, povera, sordida, bestiale e corta. Leviatano
"Distruzione del Leviatano"
«Quando un uomo siede un'ora in compagnia di una bella ragazza, sembra sia passato un minuto. Ma fatelo sedere su una stufa per un minuto e gli sembrerà più lungo di qualsiasi ora. Questa è la relatività.»
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Post n°108 pubblicato il 28 Giugno 2007 da orcofalk
1980 - Italia Ore 20,59',45". Il DC9 I-TIGI Itavia, in volo da Bologna a Palermo, partito con due ore di ritardo, esplode nei cieli a nord di Ustica. 81 vittime, di cui 13 bambini.
Post n°107 pubblicato il 24 Giugno 2007 da orcofalk
Post n°106 pubblicato il 24 Giugno 2007 da orcofalk
Post n°105 pubblicato il 23 Giugno 2007 da orcofalk
La sera del 23 giugno 1858 la polizia dello Stato Pontificio, che a quei tempi comprendeva ancora Bologna, si presentò alla porta della famiglia ebrea di Marianna e Momolo Mortara per prendere uno dei loro otto figli, Edgardo, (che all'epoca aveva sei anni) e trasportarlo a Roma dove sarebbe stato allevato dalla Chiesa. La polizia agiva su ordine degli uffici vaticani autorizzati da Papa Pio IX. I rappresentanti della Chiesa dissero che una cameriera cattolica della famiglia Mortara aveva battezzato il piccolo Edgardo durante una malattia ritenendo che se fosse morto sarebbe finito nel limbo all'inferno. Secondo le leggi dello Stato Pontificio il battesimo di Edgardo lo rendeva cristiano e quindi una famiglia ebrea non poteva allevarlo anche se era loro figlio. Nella relazione che poi lo stesso Edgardo scrisse per la causa di beatificazione di Papa Pio IX annotò che le leggi dello Stato Pontificio non permettevano ai cristiani di lavorare per gli ebrei. Questa legge era però largamente disattesa. Edgardo fu portato in una "casa" di ex ebrei cattolici convertiti a Roma che era stata costruita con tasse imposte agli ebrei. Ai suoi genitori non fu permesso di vederlo per diverse settimane e, quando in seguito fu loro concesso, non poterono farlo da soli. Pio IX prese interesse personale nella storia e tutti gli appelli alla chiesa vennero respinti.
Post n°103 pubblicato il 16 Maggio 2007 da orcofalk
Ogni 5 secondi
un bambino muore: e la Vergogna rimane.
Li chiamano Ndoki, cioè da buttare, sono bambini abbandonati e straziati da bruciature e sevizie: vengono rifiutati perchè le famiglie pensano che portino disgrazie. Una donna ha portato con se i figli dal precedente matrimonio? Al nuovo marito basta pronunciare la parola Ndoki (da buttare). E il bambino viene bruciato. A un papà viene il mal di denti? tutta colpa del figlio che ha portato la jella: Ndoki: da buttare. La raccolta di banane è andata male? Disgrazia tutta colpa di quei figli Ndoki: da buttare. Poi sono arrivati i mercenari per reclutare bambini e bambine da mandare in guerra. 10 dollari affare fatto. Ma qualche piccolo è riuscito a scappare. Quando lo hanno ripreso, zac una mano tagliata: Ndoki (da buttare). Kimbondo (R.D.C) ex Zaire Gennaio 2007
Post n°102 pubblicato il 14 Maggio 2007 da orcofalk
L'eccidio di Kindu talvolta noto anche come massacro di Kindu, avvenne l'11 o il 12 novembre 1961 a Kindu, nell'ex Congo belga, dove furono trucidati tredici aviatori italiani della 46a Aerobrigata di stanza a Pisa, facenti parte del contingente dell'ONU inviato a ristabilire l'ordine in un paese sconvolto da una drammatica guerra civile. La guerra era improvvisamente scoppiata il mese precedente a seguito dell'uccisione di Patrice Lumumba, l'ex Primo Ministro che aveva portato il suo paese nell'orbita sovietica. Mandante dell'omicidio era Moise Ciombe, leader della provincia secessionista del Katanga, appoggiato dal Presidente della Repubblica Joseph Kasavubu e dal capo delle Forze armate Mobutu Sese Seko, il quale avrebbe in seguito retto le sorti del paese per circa quarant'anni. Nel frattempo i miliziani di Lumumba, guidati da Antoine Gizenga, erano riusciti a conquistare la regione orientale del paese dove erano stanziati gli aviatori italiani. Questi furono accusati di fornire le armi ai secessionisti, catturati, caricati su un camion e condotti sul luogo dell'esecuzione dove furono uccisi immediatamente. Per giorni non si seppe nulla della loro sorte e lo stesso comando delle truppe ONU temporeggiò per evitare di scatenare una rappresaglia contro gli italiani, senza sapere che erano già stati uccisi. Da qui l'incertezza sulla data esatta della strage. Solo nel 1994 è stata riconosciuta alla loro memoria la Medaglia d'Oro al Valore Militare. Ecco i nomi:
Un monumento ai caduti di Kindu si trova all'ingresso dell'aeroporto internazionale Leonardo da Vinci, a Fiumicino; un altro è stato eretto a Pisa. LUMUMBA
Post n°101 pubblicato il 09 Maggio 2007 da orcofalk
In Memoria
La personalità di Caterina de' Medici è difficile da delineare con precisione perché alla sua figura è da sempre legata una leggenda nera. La tradizione popolare ne ha perpetrato la memoria facendo di lei l'incarnazione della spietatezza, del machiavellismo e del dispotismo. Per molto tempo persino gli storici hanno divulgato questa immagine senza rendersi conto dei propri errori. Un processo di reale disinformazione ha fatto di Caterina de' Medici un mostro sanguinario. Si è dovuto attendere la seconda metà del XX secolo perché la storiografia tradizionale della regina fosse completamente rimessa in questione
Post n°100 pubblicato il 06 Maggio 2007 da orcofalk
Il Massacro di Wounded Knee è il nome con cui è passato alla storia un eccidio di Sioux da parte dell'esercito degli Stati Uniti d'America commesso il 29 dicembre 1890. Il 29 dicembre 1890 alcune centinaia di Sioux Teton, seguaci del predicatore Wovoca e praticanti la danza degli spiriti (Ghost Dance) fuggirono dalla riserva di Pine Ridge (South Dakota) per raccogliersi intorno al moribondo capo Big Foot. Essi credevano che allando la Ghost Dance fossero stati immuni dai proiettili dei bianchi e che, presto sarebbero tornati i tempi del bisonte. Circondati dalle truppe del settimo reggimento cavalleggeri armato con le mitragliatrici Hotchkiss, che intendeva riportarli indietro, si arresero, ma, a causa di uno sparo, l'esercito aprì il fuoco sull'accampamento. Durante la primavera successiva, quando le condizioni climatiche permisero all'esercito di tornare sul luogo a seppellire i morti, (se ne contarono 144, di cui 44 donne e 16 bambini) in una fossa comune su cui venne poi eretto un monumento ad eterna memoria.
Post n°99 pubblicato il 28 Aprile 2007 da orcofalk
Oskar Schindler (Svitavy, Moravia, Austria-Ungheria (oggi Repubblica Ceca) (ted.: Zwittau), 28 aprile 1908 - Hildesheim, Germania, 9 ottobre 1974) è stato un imprenditore tedesco, famoso per aver salvato durante la seconda guerra mondiale circa 1.200 ebrei dalla Shoah, con il pretesto di impiegarli come personale necessario allo sforzo bellico presso la sua Fabbrica di oggetti smaltati, la D.E.F. (Deutsche Emaillewaren-Fabrik) sita in via Lipowa n.4 nel villaggio industriale di Zablocie.
Questa e' l'ultima notizia dal mondo dell'orrore: Per i musulmani inglesi ricordare la Shoà è offensivo, quindi bisogna cancellare la giornata che ricorda il genocidio degli ebrei. Il governo britannico cosa ha risposto? Ha forse detto: "voi siete matti da legare"? No, tutt'altro, li giustifica e sta tergiversando, alla fine li accontenterà. E' bastato un attentato per mettere in ginocchio Londra, come era accaduto a Madrid. Dopo l'Inghilterra seguiranno altre nazioni schiave dell'Islam e sarà il primo passo importante verso la dhimmitudine e la fine della civiltà, perché Memoria é civiltà, Memoria é cultura. Senza di essa torneranno le scimitarre e la cultura islamica della morte, i kamikaze e il terrore. I milioni di musulmani in Europa hanno un enorme potere, il potere della paura, del terrorismo, della prepotenza. Hanno fame di tutto e tutto, vogliono distruggere, come è nel loro stile, per prendere in mano la situazione nel senso più completo e pericoloso del termine. L'Europa gli da da mangiare quello che desiderano, nel tentativo di saziarli, alle leggi ai valori dell'occidente, e adesso l'Inghilterra si prepara per prima a dargli in pasto la MEMORIA. Un bel boccone, un ruttino e via! Risolto il caso. Altro che "We are not afraid" , se la stanno facendo nei pantaloni! Forza, accontentiamoli, cancelliamo il ricordo della Shoà: Sei milioni di civili disarmati , famiglie, bambini, anziani, prelevati dalle loro case, messi sui treni bestiame e portati a morire nei campi della morte tedeschi e polacchi.
Post n°96 pubblicato il 22 Aprile 2007 da orcofalk
Nel Mein Kampf Dietrich Eckart venne definito letteralmente un martire e a lui Hitler dedicò la frase finale: Ed in mezzo a loro potei anche riconoscere quell’uomo. Dietrich Eckart Eckart fu redattore del periodico antisemita Auf gut Deutsch che pubblicò con l'aiuto di Alfred Rosenberg e Gottfried Feder. Criticò ferocemente la Repubblica di Weimar appena costituita, si oppose veementemente al Trattato di Versailes che vide come tradimento, e propagò il cosiddetto mito della "pugnalata alla schiena" secondo la quale i democratici sociali e gli ebrei erano i principali responsabili della disfatta tedesca nella Prima Guerra Mondiale. Dialoghi tra Hitler e me: Il Bolscevismo da Mosè a Lenin. Dino Grandi Fra i diversi documenti e provvedimenti legislativi che costituiscono il corpus delle cosiddette leggi razziali promulgate dal fascismo in Italia a partire dal 1938, figura il Manifesto della razza, o più esattamente il Manifesto degli scienziati razzisti, pubblicato una prima volta in forma anonima sul Giornale d'Italia il 15 luglio 1938 con il titolo "Il Fascismo e i problemi della razza". Tra le adesioni al manifesto spiccano quelle di personaggi illustri, o destinati a diventare tali, come Padre Agostino Gemelli, Giorgio Almirante, Galeazzo Ciano, Amintore Fanfani, Giovanni Gentile, Giovanni Guareschi Quel giorno, dopo essere salito sul podio del vincitore, passai davanti alla tribuna d'onore per rientrare negli spogliatoi. Il cancelliere tedesco mi guardò, si alzò in piedi e mi salutò con un cenno della mano. E io feci altrettanto.
Post n°95 pubblicato il 19 Aprile 2007 da orcofalk
Höß al Tribunale di Norimberga Rudolf Franz Ferdinand Höß reso comunemente anche come Hoess oppure Höss (Baden-Baden 25 novembre 1900 – Auschwitz, 16 aprile 1947 Il 25 maggio 1946 fu trasferito in Polonia per rispondere in giudizio dei crimini che aveva commesso ad Auschwitz e venne imprigionato a Cracovia. Dopo un lungo dibattimento nel quale Höß ancora una volta espresse senza nessuna emozione visibile i meccanismi di funzionamento di Auschwitz, la Corte Suprema di Varsavia lo giudicò colpevole delle accuse che gli erano state rivolte. Il 2 aprile 1947 egli venne condannato ad una sentenza di morte per impiccagione, eseguita il 16 aprile 1947 davanti all'ingresso del crematorio di Auschwitz. Hoß giustiziato 16 Aprile 1947 Ho 46 anni e sono membro del NSDAP dal 1922;membro delle SS dal 1934 e SS-Waffen dal 1939. Fui membro della Unità di Guardia delle SS, conosciuta come SS-Totenkopfverbände dal 1 dicembre 1934. Fui amministratore dei campi di concentramento dal 1934, servendo a Dachau fino al 1938. Assistente a Sachsenhausen dal 1938 agli inizi del 1940, fui poi promosso Comandante ad Auschwitz. Rimasi nel campo di Auschwitz fino al 1° dicembre 1943 e stimo che minimo 2,5 milioni di vittime siano state giustiziate e pertanto avvelenate con il gas e poi bruciate, e un minimo di 500 mila morirono di stenti, per un totale di circa 3 milioni di morti... Questa cifra rappresenta all’incirca il 70 o 80% di tutti i prigionieri che passarono per Auschwitz, i rimanenti venivano selezionati e usati per i lavori delle industrie dei campi di concentramento; includendo la morte di circa 20.000 russi, prigionieri di guerra internati a Auschwitz dagli ufficiali della Wehrmacht. Le vittime restanti includono circa 10.000 ebrei tedeschi e un gran numero di cittadini, per lo più ebrei, provenienti da Olanda, Francia, Belgio, Polonia, Ungheria, Cecoslovacchia, Grecia e da altri paesi. Noi giustiziammo circa 400.000 ebrei ungheresi ad Auschwitz nell’estate del 1944. Le esecuzioni di massa con il gas ebbero inizio agli inizi del 1941 e continuarono fino al 1944. Visionai personalmente queste esecuzioni fino a dicembre del 1943 e questo al servizio delle mie funzioni alla sovrintendenza dei campi di concentramento della WVHA; tutte le gasazioni avvenivano per ordine diretto del RSHA(Reichssicherheitshauptamt), quindi a totale sua responsabilità. Pertanto gli ordini di genocidio li ricevetti dal RSHA. Il modo in cui avveniva la selezione era la seguente: i 2 dottori che avevamo a Auschwitz esaminavano i prigionieri che arrivavano con il treno, li facevano camminare di fronte a loro e prendevano subito una decisione sul loro destino. Chi veniva ritenuto abile al lavoro veniva inviato al campo, gli altri direttamente alle camere a gas. I bambini più piccoli venivano sterminati perché non potevano essere adibiti ad alcun lavoro.
E, mentre a Treblinka i prigionieri sapevano della loro fine, a Auschwitz abbiamo sempre cercato di illuderli, facendo creder loro di una disinfestazione da pidocchi. È ovvio che qualche volta capivano le nostre reali intenzioni e c’era qualche madre che cercava di nascondere i propri figli sotto i vestiti, ma naturalmente quando venivano trovati, venivano comunque uccisi. Abbiamo tentato, come richiesto, di tener segreto lo sterminio di massa, ma l’odore terribile e nauseabondo dei corpi bruciati si propagava nelle campagne circostanti e tutta la gente che viveva vicino sapeva cosa accadeva a Auschwitz. Ogni tanto ricevevamo prigionieri speciali dalla Gestapo. I dottori delle SS li uccidevano con un'iniezione di benzina. I dottori stessi avevano il compito di scrivere il certificato di morte e potevano annotare qualsiasi causa di morte. Venivano anche compiuti esperimenti sulle donne prigioniere, inclusi sterilizzazione e esperimenti relativi al cancro. La maggior parte delle persone che morì sotto questi esperimenti era già stata destinata alla morte dalla Gestapo. Io capisco l’inglese e lo scrivo. La presente dichiarazione corrisponde al vero; questa dichiarazione è fatta volontariamente da me e senza costrizione; dopo averla riletta, l’ho firmata a Norimberga, Germania, il 5 aprile 1946.
Un’altra miglioria che abbiamo fatto ad Auschwitz è stato l’ampliamento delle camere a gas: potevano tenere fino a 2000 persone, mentre a Treblinka le camere ne contenevano solo fino a 200. «... una notte venne condotto un ufficiale delle SS che conoscevo bene e con il quale solo il giorno prima ero stato al circolo... aveva arrestato un ex funzionario comunista e, fidandosi della lealtà del prigioniero, gli concesse di passare da casa, ma egli fuggì... l'ufficiale delle SS fu arrestato e condannato a morte dalla corte marziale... ero così sconvolto che dovetti fare uno sforzo per estrarre la mia pistola e dargli il colpo di grazia alla tempia.
Post n°94 pubblicato il 14 Aprile 2007 da orcofalk
fu la voce diffusa a mezzo stampa prima della sciagura. Il Titanic affonda in poche ore nel Nord Atlantico, dopo aver urtato un iceberg, il giorno 15 di Aprile del 1912. Sul Titanic viaggiavano persone ricche e nobili. Nel 1898, quattordici anni prima della tragedia, quando la decisione di costruire il Titanic era ancòra di là da venire, uscì un romanzo dal titolo "Futility, The Wreck On The Titan". L'autore, un ignoto romanziere statunitense di nome Morgan Robertson (1861 - 1915) scrisse un libro in cui si racconta la storia di un transatlantico, che finisce in rotta di collisione con un iceberg nel Nord Atlantico ed affonda in poche ore. Molti dei dettagli relativi alla nave ed alla tragedia appaiono in modo strabiliante simili alla tragedia che vide coinvolto il Titanic Nella notte di domenica 14 aprile la temperatura si era abbassata quasi a zero gradi e il mare era calmo piatto, non c'era la luna ed il cielo era sereno. Il capitano Smith, in seguito agli avvisi di presenza di iceberg ricevuti via radio negli ultimi giorni aveva traslato la rotta più a sud.
Post n°90 pubblicato il 28 Marzo 2007 da orcofalk
Il 28 marzo del 1941, si riempì le tasche di sassi e si annegò nel fiume Ouse, non lontano da casa, nei pressi di Rodmell. Lasciò una toccante nota al marito: «Carissimo. Sono certa che sto impazzendo di nuovo. Sono certa che non possiamo affrontare un altro di quei terribili momenti. Comincio a sentire voci e non riesco a concentrarmi. Quindi, faccio quella che mi sembra la cosa migliore da fare. Tu mi hai dato la più grande felicità possibile. Sei stato in ogni senso tutto quello che un uomo poteva essere. So che ti sto rovinando la vita. So che senza di me potresti lavorare e lo farai, lo so... Vedi non riesco neanche a scrivere degnamente queste righe... Voglio dirti che devo a te tutta la felicità della mia vita. Sei stato infinitamente paziente con me. E incredibilmente buono. Tutto mi ha abbandonata tranne la certezza della tua bontà. Non posso continuare a rovinare la tua vita. Non credo che due persone avrebbero potuto essere più felici di quanto lo siamo stati noi.» L'amicizia femminile era per Virginia, come lei stessa scrisse,
Diceva:
Post n°88 pubblicato il 13 Marzo 2007 da orcofalk
ANNA FRANK Helga Deen la sua esperienza di deportata in un campo di concentramento è stata raccontata in un diario - Kamp Vught - dato alle stampe nel 2007. Studentessa diciottenne, fu uccisa assieme a tutta la sua famiglia nel 1943 nel campo di sterminio di Sobibó. Josef Mengele Questa e' tesimonianza piu' Vergognosa che la storia contemporanea ci ha lasciato, e' la perversione criminale derivata dal potere. Non trovo un modo sufficientemente appropriato per MALEDIRE coloro che hanno ideato e permesso che cio' avvenisse. Come può la gente avere ancora fede dopo l'olocausto? «Che altri popoli vivano nel benessere o che crepino di fame mi interessa solo nella misura in cui abbiamo bisogno di loro come schiavi al servizio della nostra cultura.» (HEINRICH HIMMLER) Subito prima dello scoppio della Seconda guerra mondiale venne posto allo studio un progetto per l'emigrazione forzata della popolazione ebraica sull'isola di Madagascar, allora colonia francese. Uno dei personaggi chiave del progetto Madagascar fu Adolf Eichmann, esperto di «problemi ebraici», e successivamente principale responsabile della logistica dello sterminio. Rudolf Höß «Non siete venuti in un sanatorio, ma in un campo di concentramento tedesco. Da qui non c'è altra via d'uscita che il camino del crematorio. Se a qualcuno questo non piace, può andare subito contro il filo spinato. Se in un trasporto ci sono degli ebrei, non hanno diritto a sopravvivere più di due settimane,i preti un mese e gli altri tre mesi» I prigionieri, al loro arrivo, erano obbligati ad indossare dei triangoli colorati sugli abiti, che qualificavano visamente il tipo di «offesa» per la quale erano stati internati. I più comunemente usati erano: LA STELLA DI DAVID Giallo: ebrei -- due triangoli sovrapposti a formare una stella di David, con scritta sopra la parola Jude (Giudeo)
«Ogni prigioniero fu ammanettato su entrambe le gambe con una catena lunga 2-4 metri... le pile di cadaveri non venivano bruciate a intervalli regolari, ma non appena una o due pile erano pronte, erano coperte con legno e inzuppate con petrolio e benzina
e quindi incendiate»
Klaus Barbie
Paul Blobel Circa 59.018 esecuzioni vennero attribuite a Blobel dal Tribunale militare di Norimberga. Condannato a morte, venne impiccato nella prigione di Landsberg l'8 giugno 1951.
Jon Antonescu Theodor Eicke Il 16 ottobre 1941 i tedeschi ed i rumeni entrarono ad Odessa dopo l'evacuazione da parte dell'esercito sovietico. Nonostante non venisse effettuata nessuna forma di resistenza le truppe si abbandonarono ad un massacro indiscriminato di abitanti uccidendo circa 8.000 persone, per la maggior parte ebrei. La settimana successiva, il 22 ottobre 1941, una bomba detonò presso il quartier generale rumeno uccidendo il governatore militare di Odessa, sedici ufficiali e 44 tra soldati e civili. Il generale Ion Antonescu, dittatore rumeno, ordinò da Bucarest una spietata rappresaglia: per ogni ufficiale rumeno o tedesco ucciso si sarebbero dovuti uccidere 200 ebrei o comunisti e per ogni soldato ucciso, 100. Tutti i comunisti avrebbero dovuto essere imprigionati ed un membro di ogni famiglia ebrea avrebbe dovuto essere trattenuto come ostaggio. L'ordine esecutivo n. 302.826 ordinò una «immediata azione di rappresaglia, la liquidazione di 18.000 ebrei del ghetto e l'impiccagione nelle piazze della città di almeno 100 ebrei per ogni quartiere.»
Post n°86 pubblicato il 08 Marzo 2007 da orcofalk
A morte senza avere mai ricevuto un bacio. Chiediamo la Grazia al Governatore oppure al Presidente...........
Post n°85 pubblicato il 05 Marzo 2007 da orcofalk
NON SOLO NAZISMO Il GPU colpisce i sabotatori controrivoluzionari Negli anni '20, l'Unione Sovietica aveva adottato i campi di concentramento per internare dissidenti nemici del regime e dirigenti non politicamente affidabili. Nelle terribili purghe degli anni '30, fu fatto un intenso uso dei campi, organizzati nel sistema Gulag, narrato da Aleksandr Solženicyn nel suo libro Arcipelago Gulag. Il sistema rimase attivo fino al 1970 circa, anche se dopo il terrore staliniano le condizioni di prigionia migliorarono. Il termine Gulag è diventato nell'uso corrente sinonimo di "campo di concentramento sovietico" ma è in realtà una sigla che identifica il sistema organizzativo ("Glavnoye Upravleniye LAGerey" cioè "direzione generale dei lager"). Josif Vissarionovič Džugašvili (in russo Иосиф Виссарионович Джугашвили), il cui vero nome era Ioseb Besarionis Dze Jughashvili (in georgiano იოსებ ბესარიონის ძე ჯუღაშვილი), detto Stalin (in russo: Сталин, ossia "d'acciaio"; altro pseudonimo Koba, cioè indomabile) fu un rivoluzionario bolscevico, capo del Partito Comunista e dell'Unione Sovietica (nato a Gori, Tiblisi, Georgia nel 1878 e morto a Mosca, Russia il 5 marzo 1953). Secondo i registri della chiesa parrocchiale di Gori la sua data di nascita è il 6 dicembre del 1878, ma egli dichiarava di essere nato il 21 dicembre 1879 e in tale data veniva festeggiato ufficialmente il suo anniversario nell'Unione Sovietica. È considerato uno dei peggiori criminali della storia avendo causato la morte di alcune decine di milioni di persone. In Ucraina vi è un giorno dell'anno, il 25 novembre, dedicato alla rimembranza dei milioni di ucraini fatti uccidere da Stalin. Italia, Usa, Canada e altri 7 Paesi hanno accettato la definizione di genocidio per la tragedia ucraina nota col nome di Holodomor. L'Holodomor (in lingua ucraina Голодомор) fu la terribile carestia che colpì l'Ucraina sovietica tra il 1932 e il 1933. Si tratta della più grave catastrofe che si sia mai abbattuta sulla nazione ucraina durante la storia moderna, visto che essa significò la morte di diversi milioni di persone (le stime sono molto discordanti tra loro). Tale carestia fu causata dalla politica dell'Unione Sovietica. Il termine Holodomor deriva dall'espressione ucraina moryty holodom (Морити голодом), che significa "infliggere la morte attraverso la fame" . In Ucraina, il giorno ufficiale di commemorazione dell'Holodomor è il quarto sabato di novembre. Se è vero che la carestia che interessò l'Ucraina fu parte di un più ampio fenomeno che si manifestò in altre regioni sovietiche, il termine "Holodomor" si applica esclusivamente a quanto accadde nei territori abitati da genti di etnia ucraina. Proprio per questo motivo, l'Holodomor è anche noto come "il genocidio ucraino" o "l'olocausto ucraino", espressione usata con l'implicazione che la carestia sia stata appositamente pianificata dalle autorità sovietiche per distruggere la nazione ucraina come entità politica e sociale. Mentre gli storici sono ancora divisi sul fatto di considerare l'Holodomor un genocidio (sulla base della definizione legale di genocidio fornita dalla Convenzione per la prevenzione e la punizione del crimine di genocidio), diversi Stati (Ucraina, Argentina, Australia, Azerbaijan, Belgio, Canada, Estonia, Georgia, Ungheria, Italia, Lettonia, Lituania, Moldova, Polonia, Stati Unii e Città del Vaticano) lo hanno riconosciuto come tale. Stalin a 15 anni, nel 1894 Ekaterina Geladze madre di Josif Stalin Gli storici in genere concordano che, tenendo in considerazione oltre al terrorismo di stato (deportazioni e purghe politiche), le carestie e la mortalità in prigione e nei campi di lavoro, Stalin e i suoi accoliti furono direttamente o indirettamente responsabili della morte di milioni di persone. Sulla cifra esiste però un ampio dibattito. Gli archivi sovietici riferiscono che 786,098 persone vennero condannate a morte tra il 1930 e il 1953 per motivi politici (di cui 681,692 nel 1937 e 1938, durante le "grandi purghe" che però non vennero tutte eseguite; uno storico stime che i giustiziati siano stati in questo periodo tra i 300,000 e i 400,000) e che 1,054,000 morirono nei "campi di lavoro correttivi" (di cui 620,000 durante la guerra 1941-1945), circa 600,000 nelle "colonie di lavoro correttive" (colonie dove venivano mandati i condannati a meno di 3 anni per lavori spesso agricoli) e 389,000 Kulaki nella deportazione. Inoltre risulta che tra il 1921 e il 1954 2,400,000 persone sono state mandate nei gulag per reati politici (tra questi l'unico reato di parole era comunque solo l'incitamento a sovvertire o indebolire lo Stato) Tuttavia molti ritengono questi cifre sottostimate. Per esempio lo storico e demografo russo Erlikman ha stimato 1.500.000 giustiziati (aggiungendo alla cifra degli archivi di 800.000 persone giustiziate 700.000 esecuzioni sommarie), 4.300.000 morti nei campi di concentramento amministrati dal Gulag e in prigione (agli 1.900.000 ufficiali ha aggiunto 2.400.000 non riportati; la cifra sale a 5 milioni con i 700.000 morti nei campi di lavoro dal 1922 al 1929), 1.700.000 morti nelle deportazioni (di 7.500.000 deportati) e 1 milione di civili e prigionieri stranieri morti a causa dell'Armata Rossa, per un totale di 8.500.000 morti causati da Stalin. In Georgia circa 80.000 persone vennero giustiziate nei periodi 1921, 1923–24, 1935–38, 1942 e 1945-50, e più di 100.000 vennero deportate nei campi di lavoro. Oltre alla morte nei lager Stalin provocò la morte di forse milioni di persone per fame, le stime oscillano tra 1,54 (morti in eccessi registrati dagli archivi sovietici) o meno e 10 milioni (alcuni sostengono che la carestia sia stata pianificata). Questo quanto dichiarò alle Nazioni Unite alla vigilia della 61esima sessione dell'Assemblea generale dell'ONU (nell'estate 2006) il ministro degli esteri ucraino Boris Tarasiuk:" "lo sterminio di massa pianificato appositamente dal regime totalitario comunista dell'epoca ha causato la morte di una cifra oscillante tra i 7 e 10 milioni di uomini, donne e bambini innocenti, cioè di circa un quarto della popolazione ucraina dell'epoca". Lettera scritta ad un artigliere dalla sorella residente a Krylovskaja, provincia di Rostov. «Non ti puoi nemmeno immaginare l'orrore che stiamo vivendo al paese. La gente sta morendo di fame e quando qualcuno entra in casa per chiedere un pezzo di pane se non glielo dai rischi che ti taglino il collo. Se vedessi quante persone affamate, ammalate e gonfie dalla fame ci sono adesso...è una cosa spaventosa. La gente è affamata sino al punto che mangia carne di cavallo putrefatta.» Lettera scritta dai genitori al soldato dell'Armata Rossa Yurcenko da Novo-Derevjanovskaja, Caucaso del Nord. «Quanta gente muore di fame; i cadaveri giacciono fino a 5 giorni lungo le strade senza che nessuno si preoccupi di sotterrarli. La gente ha fame, le forze per scavare le fosse non le ha più. Fa paura persino a guardare chi è ancora vivo...le facce stravolte, gli occhi piccoli e prima della morte il gonfiore diminuisce, diventando di un colore giallastro. Non sappiano che ne sarà di noi, ci attende la morte per fame...»
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