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Il Sole di Stagno - Romanzo

 

Il Sole di Stagno - Vincenzo Aiello - con-fine ed. - Bologna, 2006

C'è qualcosa che accomuna questo racconto di Aiello al grandioso romanzo di Walter Siti, Troppi paradisi. Così lontani e tra di loro diversi, entrambi si sono proposti di tematizzare il tempo, fissandolo alla svolta del secolo e del millennio. Per narrare come storia la contemporaneità e la propria stessa esperienza, senza consegnarsi all'autobiografia, bisogna scegliere una lingua e giova inoltre (secondo me) una cornice esplicita di referenti cronologici. Che annunci subito il carattere del testo, di selettiva ricostruzione. Distante dal testo soggettivo della semplice memoria. È il problema che Aiello, nella sua prova d'esordio, ha in parte eluso, affidandosi ai soli dati interni. Quanto alla lingua invece, o meglio alla voce di scrittore, ha usato felicemente, la sua, che nella nuova generazione è una delle più personali.

Lidia De Federicis (L'Indice dei Libri) 

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"L'ambiguità necessaria?"

Post n°1016 pubblicato il 04 Giugno 2012 da VincenzoAiello68
 
Foto di VincenzoAiello68

Il nostro maestro di senso, Andrea Camilleri, lascia per qualche istante Montalbano - a farsi una sbafata di pesce fresco a Vigata? - ed affronta un'altra delle sue passioni il dispiegamento con il filo della narrativa di vite certo non usuali. Protagonista di "Dentro il labirinto (pagg. 160, euro 15; Skira)" è il percorso di vita e di morte del critico d'arte italiano - nato a Napoli nel 1900 - Edoardo Persico, che vive poi tra Torino e Milano dove muore a soli 36 anni in circostanze mai chiarite. Il primo libro che viene in mente con cui comparare questa cronachetta storico-narrativa è "La scomparsa di Majorana" del grande razionalista siciliano Leonardo Sciascia. "Veniva dall'Europa", secondo il famoso giudizio di Alfonso Gatto, anche il protagonista dell'indagine di Camilleri: quel Persico antidocente, che più che un'autodidatta era un libero docente volontario in letteratura, arte, pittura ed eleganza d'animo. Capace di fondare paratesti di riviste innovative come "Casabella", di creare gruppi artistici di pittori come quello dei "Sei" dove militava il grande medico-narratore Carlo Levi, di disegnare negozi funzionali e di stroncare senza ombra di dubbio quell'architettura fascista piena di colonne e di archi pretenziosi ed inutili. Ma che posizioni politiche tenne Persico nella sua vita: fu cattolico fervente e teorizzatore di una Città di Dio tra gli uomini, socialdemocratico antelitteram, collaborazionista fascista dei servizi segreti? , oppure solo un uomo che con sguardi pieni di stristezza consapevole ammoniva gli amici ed i collaboratori sull'ambiguità di un Paese come quello italiano troppo chip - d'animo e di cultura -  ed avvezzo alla delazione come sola forma di denunzia sociale? Lasciamo ai lettori la soluzione del busillisi - parola del dialetto inventato vigatese di Camilleri: avvertendo che - come suo solito - l'autore dei ghirigori labirintici di questo prezioso volumetto prende partito. Ma Camilleri, poi, in ultima istanza ed in realtà, non ci parla di questo nostro disperato Paese sempre in bilico tra realtà irreale, fiction, linguaggi miseramente pubblicitari, e cittadini sempre meno cittadini?

Vincenzo Aiello   

 
 
 
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