Creato da lontradelbosc il 09/06/2011

ALABURIAN

la parola inventata

 

 

« CARE STELLEFURBETTO E L'AMICO »

VILLI E IL RAGAZZO

Post n°6 pubblicato il 14 Giugno 2011 da lontradelbosc
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

C'era una volta una mosca che si chiamava Villi.

Un giorno andò in una casa dove abitava un ragazzo.

Quando egli vide entrare questa mosca, chiuse la

finestra e prese l'acchiappamosche e la volle

uccidere: non le dava un momento di pace.

Ad un tratto Villi incontrò un'altra mosca

che gli disse:- Seguimi - e cosi' uscirono

tutte e due dalla casa.

 

 

 

 

 

 

 

Una storia tira l'altra: questa è di Simurgh2

 

 

 

 

 

 

ragazzo con la felpa

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Al ragazzo con la felpa

il cappuccio sulla testa

con improvvisi lampi che

gli attraversavano la vista

a quel ragazzo piacevano le mosche

Sono il re, diceva,

di un regno senza tregua

Piazzava carne putrefatta

tra i muri abbandonati

e gli scatafasci di periferia

Attirava mosche come ad un rave

le stordiva fatte di liquami

Poi ci buttava un retina fine sopra

ed opplà, catturate, mosche a manciate

Lui ne era il Re, delle mosche senza ali

Gliele levava ad una ad una. Una scatola piena di ali

Vuoi volare, amico? Prendi qua un po' di ali

Anche quelle di Villi finirono in quella scatola là

 

 

 

 

 

 

 

papo480altoforno

Papo, Altoforno


Grazie, Simurgh

 


 

 



 



Commenti al Post:
simurgh2
simurgh2 il 21/06/11 alle 09:27 via WEB
Al ragazzo con la felpa
il cappuccio sulla testa
con improvvisi lampi che
gli attraversavano la vista
a quel ragazzo piacevano le mosche
Sono il Re, diceva,
di un regno senza tregua
Piazzava carne putrefatta
tra i muri abbandonati
e gli scatafasci di periferia
Attirava mosche come ad un rave
le stordiva fatte di liquami
Poi ci buttava una retina fine sopra
ed opplà, catturate, mosche a manciate
Lui ne era il Re, delle mosche senza ali
Gliele levava una ad una. Una scatola piena di ali
Vuoi volare, amico? Prendi qua un po di ali
Anche quelle di Villi finirono in quella scatola là
 
 
lontradelbosc
lontradelbosc il 21/06/11 alle 10:20 via WEB
Con una sola occhiata i grandi ragazzi si riconoscono fra di loro, e da come sanno colpire dritto al centro un posacenere lanciandovi la cicca con due dita, o infilarla senza scampo nella grata di un tombino. Perchè i grandi ragazzi si misurano con uno sguardo ad occhi bassi e in quattro e quattrotto la stima è fatta, vanno dove gli altri non arrivano, la paura chiusa in una scatola con le proprie ali assieme a lucidi capelli che qualcuno ha aggiunto e che profumano di buono perchè si tratta di grandi ragazzi.
 
   
simurgh2
simurgh2 il 08/07/11 alle 10:59 via WEB
Pare quasi una roba tra me e te, stando qua, partendo da sotto dove pare non passi nessuno. In questo fatto, io credo, si del defilato, da quel sotto che un po assomiglia al nascosto, alla penombra, ad una sorta di intimità che, credo tra noi è concessa, una connivenza diciamo, uno spartire direbbe de luca, ecco, star qua è una dimensione famigliare e domestica, mi pare, cosi la sento, di una dolcezza interiore che par strana a dire per posti cosi eppure, si il fatto di poter stabilire intesa e assonanza, il potere avvertirla nonostanze la lontananza, per una sorta di procura, avrebbero detto un tempo. E' una cosa questa che non capirò mai, il fatto che sembri come una magia quello di star qua, con qualcosa di inesistente in fondo, inesistente per il fatto che potresti essere inventata, come dire, parole, una voce che sento come succede nelle psicosi, qualcosa di irreale eppur vero. Boh, lascio stare, discorso troppo lungo che mi veniva di fare.
I grandi ragazzi si riconoscono tra loro, ecco quello che volovo dire e che hai detto tu. E' bella questa cosa, questo richiamo ai ragazzi che teniamo dentro, noi, come tutti i ragazzi che ci hanno attraversato. Una convocazione anche a quei ragazzi che in fondo siamo no? Mi piace come li vedi te, con occhi di donna, di ragazza, di madre che però mi sorprende che quasi tu sappia, anzi che tu ben colga quel come funziona tra maschi e maschi e femmine e, il tuo è uno sguardo indulgente e buono si. Non mi ricordo se, insomma mi piacerebbe metterlo anche da me, come una cosa che abbiamo fatto assieme e poi visto cosi, con la foto e tutto assieme bello si, insomma bello, bello per il significato trasversale, il ricordare di cui io son straniero ma che pure sento. però mi viene da dire anche del fatto che non è che vorrei apparisse come un esibire, un vantarsi di non so che poi, ma perchè è imprtante per un sacco di altre cose, che sai tu e che un po so anch'io. Perchè è un messaggio, una poesia questa che va oltre, va in un sacco di posti e di cuori, capisci? Va ben dai
 
     
lontradelbosc
lontradelbosc il 09/07/11 alle 11:17 via WEB
Mi si è cancellato il commento per un movimento inconsulto della mano, che nervoso, l'avevo lasciato per ultimo perchè parlava dei ragazzi che siamo stati e che ancora ...e dello sguardo del come funziona tra maschi e maschi e femmine e del paletto che sembrerebbe mettersi a simmetria se tu facessi il post da te, e di dove va la mente, la mente che non mente. Ora non ci riesco, ma ti ringrazio di queste cose bellissime e cosi' delicate dette piano nella penombra del sottoscala, che qui si sta cosi' bene che quasi vorrei starci anche se fuori è estate.
 
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Festa Mobile

da una copertina mi fissava

Hemingway,

come fosse l'unico a capire

 

 

" - Dobbiamo andare e non fermarci finchè non siamo arrivati.

- Dove andiamo?

- Non lo so, ma dobbiamo andare. "

 


 

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Il bambino gridò: - ALABURIAN! -

La mamma gli chiese: - Che cosa vuol dire? -

- Tutto quello che invento per sentirmi felice -

rispose il bambino.

 

 


 

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Stelle

 

Care stelle, siete molto belle

quando luccicate nel cielo.

Spero che un giorno veniate sulla terra,

cosi' potrò vedervi meglio

e prendervi per mano.

Care stelle, vi voglio tanto bene,

gli uomini non vi scrivono nessuna lettera

perchè hanno troppi impegni.

Voi stelle servite molto ai marinai:

quando vi vedono sanno dove andare.

Matteo



 

 

I miei links preferiti:

http://giardinodeipoeti.wordpress.com/2013/07/18/amina-narimi/

 

 

Sto leggendo:

Orwelll: La fattoria degli animali

Orwell: 1984


 

Da dove ti sto chiamando, Carv


I miei libri sono qui:

www.anobii.com/theanguana/books

 

 


 

 

 





"...Io volerò a te...sulle ali invisibili

della Poesia...Tenera è la notte e

felicemente la Luna Regina è sul suo

trono...ma qui non c'è luce..."

(dall' Ode all'usignolo di John Keats)

 


 

 


 


 
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