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Post n°6 pubblicato il 14 Giugno 2011 da lontradelbosc
C'era una volta una mosca che si chiamava Villi. Un giorno andò in una casa dove abitava un ragazzo. Quando egli vide entrare questa mosca, chiuse la finestra e prese l'acchiappamosche e la volle uccidere: non le dava un momento di pace. Ad un tratto Villi incontrò un'altra mosca che gli disse:- Seguimi - e cosi' uscirono tutte e due dalla casa.
Una storia tira l'altra: questa è di Simurgh2
Al ragazzo con la felpa il cappuccio sulla testa con improvvisi lampi che gli attraversavano la vista a quel ragazzo piacevano le mosche Sono il re, diceva, di un regno senza tregua Piazzava carne putrefatta tra i muri abbandonati e gli scatafasci di periferia Attirava mosche come ad un rave le stordiva fatte di liquami Poi ci buttava un retina fine sopra ed opplà, catturate, mosche a manciate Lui ne era il Re, delle mosche senza ali Gliele levava ad una ad una. Una scatola piena di ali Vuoi volare, amico? Prendi qua un po' di ali Anche quelle di Villi finirono in quella scatola là
Papo, Altoforno Grazie, Simurgh
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da una copertina mi fissava
Hemingway,
come fosse l'unico a capire
" - Dobbiamo andare e non fermarci finchè non siamo arrivati.
- Dove andiamo?
- Non lo so, ma dobbiamo andare. "
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Il bambino gridò: - ALABURIAN! -
La mamma gli chiese: - Che cosa vuol dire? -
- Tutto quello che invento per sentirmi felice -
rispose il bambino.
Care stelle, siete molto belle
quando luccicate nel cielo.
Spero che un giorno veniate sulla terra,
cosi' potrò vedervi meglio
e prendervi per mano.
Care stelle, vi voglio tanto bene,
gli uomini non vi scrivono nessuna lettera
perchè hanno troppi impegni.
Voi stelle servite molto ai marinai:
quando vi vedono sanno dove andare.
Matteo
I miei links preferiti:
http://giardinodeipoeti.wordpress.com/2013/07/18/amina-narimi/
Sto leggendo:
Orwelll: La fattoria degli animali
Orwell: 1984
I miei libri sono qui:
www.anobii.com/theanguana/books
"...Io volerò a te...sulle ali invisibili
della Poesia...Tenera è la notte e
felicemente la Luna Regina è sul suo
trono...ma qui non c'è luce..."
(dall' Ode all'usignolo di John Keats)
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- LOca Nera farsi prendere per la gola...
il cappuccio sulla testa
con improvvisi lampi che
gli attraversavano la vista
a quel ragazzo piacevano le mosche
Sono il Re, diceva,
di un regno senza tregua
Piazzava carne putrefatta
tra i muri abbandonati
e gli scatafasci di periferia
Attirava mosche come ad un rave
le stordiva fatte di liquami
Poi ci buttava una retina fine sopra
ed opplà, catturate, mosche a manciate
Lui ne era il Re, delle mosche senza ali
Gliele levava una ad una. Una scatola piena di ali
Vuoi volare, amico? Prendi qua un po di ali
Anche quelle di Villi finirono in quella scatola là
I grandi ragazzi si riconoscono tra loro, ecco quello che volovo dire e che hai detto tu. E' bella questa cosa, questo richiamo ai ragazzi che teniamo dentro, noi, come tutti i ragazzi che ci hanno attraversato. Una convocazione anche a quei ragazzi che in fondo siamo no? Mi piace come li vedi te, con occhi di donna, di ragazza, di madre che però mi sorprende che quasi tu sappia, anzi che tu ben colga quel come funziona tra maschi e maschi e femmine e, il tuo è uno sguardo indulgente e buono si. Non mi ricordo se, insomma mi piacerebbe metterlo anche da me, come una cosa che abbiamo fatto assieme e poi visto cosi, con la foto e tutto assieme bello si, insomma bello, bello per il significato trasversale, il ricordare di cui io son straniero ma che pure sento. però mi viene da dire anche del fatto che non è che vorrei apparisse come un esibire, un vantarsi di non so che poi, ma perchè è imprtante per un sacco di altre cose, che sai tu e che un po so anch'io. Perchè è un messaggio, una poesia questa che va oltre, va in un sacco di posti e di cuori, capisci? Va ben dai