Amica Terra

Cara amica dobbiamo ammetterlo ma siamo al ridicolo, questa Italia ha perso ogni senso di logica, tutti a scappare dove il costo del lavoro è inferiore, chiederei a questi grandi manager che prendono stipendi immensi qual'è la loro logica produrre a meno costo per vendere a chi? sono dei grandi imbroglioni senza alcun senso etico e di appartenenza, i governi devono intervenire, un industriale senza senso etico non serve, allora mi chiedo perchè non si comincia a rivedere questo libero mercato che invece di creare sviluppo e benessere crea solo povertà e distrugge la nostra società, diciamo basta a queste multinazionale senza anima, ricordiamoci che il popolo è il vero sovrano e che tutto deve funzionare in funzione di uno stato sociale che funziona, troppo difficile per questi manager dell'imbroglio, troppo difficile...Un Bacio e buona Vita Francesco

Grazie per il tuo commento Franci. Per rivedere il mercato ci vuole anche una forte volontà. La nostra, quella dei "consumatori". Siamo noi che dobbiamo scegliere. Un abbraccio Baby

..peccato che boicottando tutti i marchi del gruppo poi ci andranno di mezzo anche altre migliaia di lavoratori, non solo quelli di omsa ma anche golden lady ecc! di certo non comprare le calze non serve assolutamente a nulla,se non a peggiorare ulteriormente le cose...

E' vero la crisi si fà sentire..ma QUESTA POVERA GENTE come farà...non posso sentire queste notizie...Buon fine settimana mia cara spero sia felice,Angela

Cara Angela, c'è tanta rabbia in giro. Tanta disperazione.... Come si fa a vivere se non si può progettare il proprio futuro? Un abbraccio e grazie per essere passata. Baby

se vuoi davvero indignarti di certo non comprare più le calze del gruppo golden lady è l’ultima cosa che puoi fare!!!se sei davvero così indignata per il licenziamento di quelle persone, che dispiace a tutti eh ci mancherebbe, far chiudere altri stabilimenti mi sembra un’ulteriore cattiveria..

“una cosa la posso fare, non comprerò mai più nemmeno una calza Omsa e nemmeno Golden Lady”..cioè tanti proclami perché ti dispiace per le lavoratrici che vengono licenziate e proponi che l’azienda si trovi costretta a chiudere e licenziare perché nessuno compra più??? Mah…………

U mamma quanti commenti anonimi! Per tutti coloro che si scandalizzano per il fatto che non comprerò più calze Omsa.... state allegri perchè per una come me ce ne sono 100 come voi. Boicottare e dichiararlo è per me un segno. Un segno che dice: attenzione! Ci sono migliaia e migliaia di lavoratori che ogni giorno si risvegliano disoccupati, e non perchè la propria azienda vada male. Molti di loro, purtroppo non hanno nemmeno la fortuna di lavorare per aziende famose e grandi la cui chiusura fa clamore. Ci sono migliaia di disoccupati soli. Singoli e soli. Senza cassa integrazione. Senza ascolto. Senza niente. Non posso difendere un'azienda che non valuta il fattore umano, che non reputa importante un dipendente che ti lavora in ditta da 20 anni e che semplicemente sceglie di chiudere in Italia per andare fuori e guadagnare ancora più utili. E' un paese libero (più o meno...) e io scelgo di non comprare più quelle calze. Voi acquistatele pure. Quando in Italia non rimarranno più aziende aperte, forse non ci saranno nemmeno più i soldi per comprare calze... E quando le aziende, sceglieranno di tornare in Italia perchè in Serbia, Croazia, Cina e via dicendo sarà finita la cuccagna, forse in Italia la forza lavoro, le mani le braccia e le menti, avranno già fatto i bagagli da quel dì. Grazie per avere lasciato il vostro contributo. A presto Barbara

Da l'Unità: "Il caso Omsa è difficile da capire. Il gruppo va bene, è una società di profitti, ha la leadership di mercato, una proprietà familiare e solida. E allora? Lo stabilimento di Faenza va chiuso non perché non funziona, ma per spostare le produzioni nel distretto mantovano e nelle fabbriche in Serbia dove gli operai costano poco. Tagliare i costi, tagliare, tagliare per fare più profitti. Ma la delocalizzazione, a volte, non è così semplice, comporta problemi. Gli operai serbi (oltre 1600) della Omsa hanno fatto quattro giorni filati di sciopero per avere un aumento di cento euro al mese (il salario era attorno ai 300 euro) e un direttore di stabilimento è stato malmenato dai lavoratori inferociti che non avevano ricevuto il cedolino della retribuzione. Un’impresa può anche decidere di delocalizzare per sfruttare meglio i lavoratori a basso costo, ma poi, alla fine, magari qualcuno s’arrabbia". Se c'è una giustizia divina... ogni tanto a fare i furbi ci si rimette... fosse anche solo un bernoccolo! :-)) Un bernoccolo oggi, uno domani.... vedi mai che rinsaviscano?

http://apps.facebook.com/causes/441054 Se siamo in tante ad avere la stessa idea forse qualcuno ritorna su i suoi passi.

Me lo auguro di cuore, e non solo per le lavoratrici coinvolte nelle faccenda. Bisogna che gli imprenditori capiscano, che gli italiani non sono dei maraja, che non tutti a casa hanno la badante che gli fa la spesa, e che la gente vuole e ha bisogno di lavorare....in Italia.

boicottare come forma di protesta è una cosa assolutamente priva di senso..arrabbiarsi è lecito ma non comprare più non migliora la situazione attuale e serve solo a lasciare a casa altra gente..

Donne, sorelle, compagne di questo eccitante e imprevedibile viaggio! Siamo davvero tante! E insieme abbiamo un grande potere, abbiamo il potere di portare questi cialtroni che ci governano ad occuparsi seriamente del futuro del nostro paese. Siamo noi, amiche, a gestire e direzionare quotidianamente ogni centesimo che esce dalle nostre famiglie. E questo è un potere concreto. Facciamolo assaggiare a tutti prima dell’otto marzo, quando riscenderemo tutte insieme in piazza. Tutte insieme non compriamo, nei giorni che ci separano dal prossimo appuntamento, un solo paio di calze Omsa delocalizzate, in solidarietà con le nostre sorelle che sono rimaste senza lavoro. Omsa, come tante aziende italiane, ha scoperto che la produzione nei paesi dell’est è meno onerosa e molto più remunerativa, perché lì i diritti dei lavoratori non sono considerati tali. E le nostre sorelle, che attorno al loro lavoro avevano organizzato tutta la loro vita, i loro progetti famigliari, sono rimaste senza futuro, senza risorse. Insieme noi possiamo far scoprire a Omsa, e a tante altre aziende, che conviene stare alle regole di produzione civilmente patteggiate nel corso degli anni, perché solo così continueremo a garantire loro i profitti cui sono abituate. Possiamo far comprendere che alla base di progresso e civiltà stanno anche concetti importanti come solidarietà e rispetto dei diritti condivisi. Marina Odoretti

Ho scoperto per caso questo blog e l'ho condiviso sulla mia pagina F.B perchè voglio che altri lo scoprano. Bello, intelligente, impegnato ma soprattutto chiaro e diretto. Dovresti scrivere di più. Mi ha incantata il bell'accostamento di immagini, poesie e filstrocche (quindi qualcosa di onirico) a tematiche che andrebbero sviluppate perchè attuali e gravi. Quindi brava! Capisco purtroppo cosa significhi sentirsi una Cassandra. Davvero brava!!!!!!! Sinceramente Barbara Simoncini