Amica Terra

Il Suggeritore - la mia opinione

Ho appena terminato di leggere “Il suggeritore” di D. Carrisi, edito da Longanesi, un romanzo thriller ambientato non si sa bene dove, probabilmente in qualche posto degli Stati Uniti, o almeno questo è parso a me.
Non mi è piaciuto. L’ho letto fino alla fine, questo è normale anche perché trattandosi di un thriller volevo capire come l’autore avesse intenzione di chiudere la storia.
Non mi è piaciuto per diversi motivi. Intanto perché ha scelto di raccontare una storia di violenza sui bambini, una piaga che ferisce gravemente la nostra società. Penso che decidendo di trattare un argomento del genere l’autore dovrebbe avere la certezza di scrivere un grande romanzo, altrimenti la sensazione che si ha, potrebbe essere quella che si sia sfruttato un soggetto scabroso per attirare l’attenzione sulla storia, per far vendere insomma. E non mi sembra che questo sia un grande romanzo, nemmeno un grande thriller. Il secondo motivo è la sensazione che ho avuto fin dalle prime pagine, quando compare la protagonista, una poliziotta, che ha tutta l’aria di essere un clone di Clarice Starling, l’eroina de “ Il silenzio degli innocenti”, e non solo per come viene descritta, ma anche per la sua storia passata, e per un paio di situazioni che ricalcano alcuni momenti del romanzo da cui era tratto quel film. Certo, si potrebbe dire che si tratta di citazioni, ma le citazioni continuano e sono un po’ troppe. Per esempio uno degli assassini in cui si imbattono, ricalca il personaggio dell’assassino che viene scovato da Bruce Willis nel film “ Unbreakable” di M. L. Shyamalan, il quale si introduce con la violenza in una bellissima villa, assumendone il controllo e sequestrando gli abitanti della casa, per vivere lì come fosse casa sua, un parassita.
Poi viene citato “Pulp Fiction” quando la poliziotta Mila viene invitata a cena dal criminologo e davanti ad una bistecca, mangiano in silenzio, ma quel tipo di silenzio tipico tra due persone che hanno tale intimità da non aver bisogno nemmeno di parlare….rivedere il grande Pulp Fiction per credere( John Travolta a cena con Uma Thurman).
Ancora, ad un certo punto salta fuori una sensitiva che è a metà tra l’Oracolo di “Matrix” e Allison DuBois interpretata da Patricia Arquette nel telefilm “Medium”. Nel thriller di Carrisi, quando Nicla, la medium, appunto, interroga un uomo in coma, colpevole di un incredibile massacro, viene spiegata la teoria dei “gradi della coscienza”. Essa è come una scala lungo la quale si scendono dei gradini, giù giù fino a cento, dai primissimi due gradini causati da un’anestesia, scendendo fino al coma e oltre, teoria che viene spiegata nel film “Il segno della libellula”, interpretato da Kevin Costner e guarda caso anche qui c’era una suora che sondava il mondo dell’aldilà…

L’intera storia infine si ispira senz’altro anche ad un film che a suo tempo, cambiò il modo di mettere in scena le malefatte dei serial killer, mi riferisco a "Seven" capolavoro di David Fincher.  In effetti nel romanzo di Carrisi, i luoghi dove vengono rinvenuti i corpi delle povere vittime indicano, suggeriscono appunto, che in quel posto è avvenuta un’altra ingiustizia perpetrata da “insospettabili”. Un po’ come in Seven ogni omicidio rappresentava un peccato e colpiva “peccatori”, per arrivare agli ultimi due che colpivano il poliziotto interpretato da Brad Pitt e il serial killer stesso, così, ne “ Il suggeritore” la dinamica è un po’ la stessa. Ogni volta che viene ritrovato un corpo, gli investigatori devono avviare una doppia indagine, quella principale sull’autore degli omicidi, e quella parallela sul luogo del ritrovamento o sulle persone che frequentano quel posto, le quali sicuramente, hanno un segreto inconfessabile.

Ci sono poi dei particolari, come la ferita alla coscia che affligge la poliziotta Mila, esattamente come Clarisse ne “Il silenzio degli innocenti”, anche se poi si scoprirà che il motivo è molto diverso, oppure una scena in cui la stessa poliziotta è inseguita da un assassino, in un luogo completamente buio, lei sola, drogata e ferita con la pistola spianata davanti a sé e l’assassino che le scatta fotografie usando un flash, ed è proprio impossibile non pensare alle scene finali del film che ho già citato più volte e ad almeno un altro paio.

A parte queste diciamo “libere ispirazioni”, alcune illuminazioni investigative non hanno motivazione, ci sono molte ripetizioni di ragionamento che risultano pesanti (un po’ come nelle tele novelas…). Inoltre ci sono delle ingenuità narrative che mi hanno sorpresa, anche perché l’autore ha studiato criminologia; a volte i personaggi arrivano ad alcune conclusioni 20 pagine dopo il lettore!!! E poi mi ha tratto in inganno il titolo e lì sono io ad essere ingenua e poco preparata! Ancora a metà storia mi aspettavo un personaggio che inviasse dei …. suggerimenti ai poveri investigatori!!! Sveglia sveglia sveglia!
La fine, che non vi racconto, non mi ha soddisfatto. E’ tutto in sospeso, tutto irrisolto. Ma sicuramente chi vorrà saperne di più, potrà leggere il prossimo romanzo!
Da lettrice, ma anche da modestissima e inadeguata autrice (sì, anche a me piace scrivere) ho sempre considerato una scorrettezza, lasciare incompiuta una storia, lasciare il lettore con la sensazione che dovrà vedere o leggere la prossima puntata, visto che non si tratta di un telefilm a puntate! Ogni storia dovrebbe avere la sua conclusione, magari non definitiva, magari che lasci anche qualche piccolo, piccolissimo dubbio motivato, ma che dia soddisfazione al lettore, questo sì. Ma forse oggi funziona così. Tutto deve uscire almeno in una serie di tre. Che strano! Una serie di tre…come i serial killer!!!! (Tre: il numero di delitti compiuto da un assassino con le stesse modalità, che lo trasformano in assassino seriale.)
Ah dimenticavo…ma che nome è Clarisso???? Boo..