a me l'anima please
cercasi pensieri e parole« come immagino Artemisia | Messaggio #31 » |
racconto di Mario Pio
Che sollievo, rimetto il contachilometri a zero, passo la spugna sulla lavagna….scriveva Italo Calvino. Piacerebbe anche a me ricominciare daccapo. Sembra facile, ma il passato che mi porto sulle spalle, come uno zaino pesante di un facchino nepalese mi frena il passo e l’entusiasmo di vivere. Diceva Italo Calvino, tanto per non cambiare autore, il passato è come un verme solitario sempre più lungo che mi porto dentro arrotolato e non perde gli anelli per tanto che mi sforzi a svuotare le trippe in tutti i gabinetti. Il passato non te lo puoi cambiare come non puoi cambiarti il nome.
Infatti il mio, eccolo là, è intatto e definito come un marchio texano su un povero vitello. Se stringo con le mani il mio cuore freddo, quel povero strumento spirituale, ormai morto ammazzato, che aveva nutrito tanti desideri affamati mi scorrono brividi d’alienazione su per la pelle d’oca. Non mi resta che aggrapparmi agli ignudi ricordi e dare una dignità ai miei restanti minuti avvizziti. Quando rimetto indietro le lancette dell’orologio, uno degli episodi a cui sono più affezionato è un bacio. Non solo un bacio normale. Ma il bacio del bacio. Quello più appassionato, coinvolgente e gaudente della mia vita. Eravamo fuori città. Lei era in giro per lavoro ed io ero scappato dal mio per incontrarla e volare qualche secondo con il mio amore più bello del mondo. Entrati in un bar ci sediamo e prendiamo un caffè. Ci comportavamo bene. Pure troppo prudenti. Ma fremevamo e gli occhi ci bruciavano nelle orbite a forza di divorarci con gli sguardi languidi. Ad un tratto come per miracolo tutti escono dal locale tranne noi. Dico tutti: titolare, barista e clienti erano attratti dal chiacchierare di un loro comune conoscente. Fu un baleno e come due cani maschi che dopo essersi guardati negli occhi poi si sbranano, noi ci trovammo aggrovigliati nelle nostre bocche morbide e calde e appassionate.
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ma in realtà non amo
tra una lei e me stesso
cerco la verità e
trovo una donna..
mi fermo di fuori..
rimango deluso..
entro dentro e
scopro un tesoro.
Ora sono ricco
e vado in pace.



La parola "bucato" scritta dalla mia amica
mi ha fatto venire in mente alcuni vecchi versi:
Mi piacerebbe estrapolare il mio essere,
farlo a sezioni sottili, togliere l'impurità...
lavarle, attaccarle ad un filo con le mollette,
farle asciugare al sole, all'aria... guardarle
dondolare al vento, mentre gocce d'acqua
cadono ad una ad una nel cortile assolato
della mia anima.

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