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Back to Treviso
Post n°546 pubblicato il 05 Settembre 2013 da angolo.acuto
Sono tornato a Treviso dopo un anno e dopo una tornata elettorale. Sono tornato a Treviso e, come sempre, cerco di interpretarla. Treviso nell’ultimo ventennio è diventata una specie di salotto di lusso con le strade tirate a cera, i palazzi impeccabilmente ristrutturati con i negozi che ostentano opulenza e benessere, i parchi con le aiole tracimanti di fiori, i prati maniacalmente rasati e le recinzioni perfettamente manutenute. I trevigiani sempre abbronzati, appena usciti dal parrucchiere, vestiti come manichini di grandi griffes, sempre pronti per un happy hour o un brunch. Pulizia e ordine in ogni angolo della città, precisione e cura del dettaglio ne hanno fatto una preziosa bomboniera, lustra, elegante, esclusiva e (quel che più conta) carissima. I soldi sono sempre l’argomento preferito da tutti, da quelli che i soldi li hanno sempre avuti, da quelli che li hanno fatti, da quelli che spendono quelli degli altri, da quelli che sono sicuri di poterne fare e da quelli che si guardano bene dall’ammettere di essere esclusi dalla festa. Il grande Mangiafuoco di questo splendido circo, di questo travolgente spettacolo, è stato il potente Gentilini. Il sindaco passato alle cronache nazionali per le panchine vietate agli immigrati nullafacenti e per altre simpatiche amenità indirizzate a extra comunitari e compagnia. Intanto Benetton se ne andava, all’estero, ad abbattere i costi, a produrre in fabbriche che crollano sopra agli operai. L’impero si sfaldava lasciando sul campo tristi e inutili capannoni vuoti disseminati ovunque. E’ la globalizzazione, bellezza! In centro lattine vuote sui marciapiedi, un cartone abbandonato, cartacce qua e là. (Orrore!) Cicche in abbondanza sotto le panchine, non più luoghi di sosta proibiti evidentemente. (Lassismo!) La gente vestita con gli abiti leggeri comprati in saldo che parla di vacanze a Porto Santa Margherita ed Eraclea, invece di mete esotiche, addirittura poco abbronzata per essere fine estate. (Sciatteria!) Qualche negozio ha le saracinesche chiuse e non per ferie. Che succede? Una recinzione da riparare, un cassonetto fuori posto, scritte sui muri (“Lega ladrona”)… ragazzi ancora assiepati nei bar all’ora dell’aperitivo, ma forse un po’ dimessi e sotto tono… perfino un sindaco di centro sinistra. |
Inviato da: cassetta2
il 06/12/2023 alle 16:27
Inviato da: angolo.acuto
il 19/05/2014 alle 18:52
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Inviato da: badessa.per.caso
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