Creato da annisexanta il 19/11/2005

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Un po' di "Bon Ton"

Post n°5 pubblicato il 19 Novembre 2005 da annisexanta

Nel film Baci rubati di François Truffaut (1968), Delphine Seyrig

impartiva una celebre lezione al giovane e impacciato Jean-Pierre Léaud. Riguardava la differenza fra educazione e tatto. «Se un uomo entra in una stanza da bagno e vede che c’è una signora nuda, esce subito e dice: scusi, signora. Questo è un uomo educato. Ma se dice: scusi, signore, quest’uomo ha tatto». Forse si era ricordata di quella scena Lina Sotis quando, nell’84, pubblicando il suo primo libro, Bon ton , scriveva: «Non si può avere bon ton senza essere educati; ma si possono applicare diligentemente tutte le regole della buona educazione e non avere bon ton». A oltre vent’anni di distanza, ecco arrivare in libreria (edito da Rizzoli) Il nuovo bon ton . E quella frase ricompare identica. Naturale, quindi, chiedere all’autrice che cosa vuol dire bon ton, che significato aveva allora e quale oggi.

«L’espressione bon ton la imparai al collegio americano Marymount, a Roma. Mi ricordo che la direttrice, la contessa Palmieri, ci diceva sempre: Signorine, bon ton! Da allora ne è passato di tempo, della signorina bon ton è rimasto poco, anche il bon ton si è trasformato». Sì, ma che cos’è? «Oggi lo definirei la grazia del vivere, la semplicità, la facilità di venire incontro agli altri. Ecco, forse è un ideale difficilmente raggiungibile, è un sogno, il sogno di vivere in un mondo che ti sorride». Ma quando scrisse quel libro, non aveva forse l’idea di insegnare delle regole di vita, dei modi di comportarsi? «No, non volevo far questo, né allora né oggi. Il mio Bon ton non è un galateo, né un libro di buone maniere. Tutt’al più fornisce qualche consiglio, dà qualche esempio, che con gli anni comunque si sono aggiornati». Per esempio? «L’arrampicatore sociale di oggi non spera altro che di attaccarsi ai capelli di Afef. E anche il "name dropping", l’abitudine di buttare là il nome proprio di gente famosa come se fossero amici intimi, si è attualizzato e include Luca, Diego, Walter. Ci sono ovviamente voci nuove, per oggetti e abitudini che prima non esistevano. Cellulare, mail, sms».

Si è anche molto allargata la prima sezione, «Cose da non fare mai». Nell’84 contava 44 voci, qui sono diventate 78. Con dei significativi cambi di classifica. Per esempio, «Dire "piacere" quando uno si presenta o viene presentato» passa dal primo al secondo posto. «Tagliare il pesce con il coltello» scivola dalla nona alla trentottesima posizione, «Usare gli stecchini» passa dal n. 10 al n. 43. Ci sono invece molte più note sull’abbigliamento e sull’aspetto corporeo (da evitare assolutamente: stivali d’estate, look leopardato, strafarsi di botulino per lei; gel basette, l’abbinamento canotta-tatuaggio a croce sul bicipite-rosario al collo e mutande griffate per lui), sull’abuso del cellulare, sulle case che assomigliano a una pagina di rivista d'arredamento. In questi ultimi anni, Lina Sotis ha battezzato alcuni tipi nostri contemporanei con nomi tremendi e difficili da dimenticare: il Fighetta con la fibbietta alle scarpe, Los Pacchianos. «È vero, indicano personaggi e modi di vivere terribili. Però attenzione, io non ho nessuna simpatia per gli ingessati, per quelli che vivono chiusi nella loro torre d’avorio, le signore sempre con il loro tubino nero. Allora meglio la valletta che sculetta, gli esagerati come Daniela Santanché, Roberto Cavalli, Flavio Briatore (da quando sono diventata vecchia, è stato l’unico uomo che mi ha mandato 101 rose rosse!) che quelli che storcono il naso davanti a piccole cadute di tono. Bon ton è anche il modo di saper reagire a chi, a tavola, dice buon appetito, che se starnutisci dice salute. È grazia, semplicità».

A quale pubblico si rivolge questo Nuovo Bon Ton ? «A tutti. Può servire a ciascuno per farsi un piccolo esame. Anche se so bene che tante signore continueranno lo stesso a portar fuori il cane a fare i suoi bisogni senza raccogliere lo sporco con la paletta; che i fighetta terranno comunque la suoneria del cellulare altissima; che qualcuno che ha fatto fortuna si presenterà a qualunque ora del giorno nel suo blazer blu con sfavillanti bottoni d’oro. Per questo, vede, al primo posto dell’indice delle "Cose da non fare mai", ho messo: "Sperare che cambi". So bene che nessuno cambia mai, e se avviene è solo perché è follemente innamorato e il cambiamento dura solo per il tempo della follia. E siccome oggi di uomini che perdono la testa ce ne sono sempre meno, quindi anche le occasioni per cambiare sono diventate molto poche. Anche quelli che dicono "Signori si diventa" dicono una grande bugia. E poi, se mai fosse possibile, meglio di no: i signori son talmente noiosi!».

Quali sono le cose che Lina Sotis non farebbe mai? «Anche se storicamente sono una fondatrice della Costa Smeralda, oggi considero un obbligo estivo quello di non metterci piede». E poi? «Non mi farei mai lifting pesanti ed evidenti. Non uso mai tacchi alti più di sei centimetri, e anche quelli con molta parsimonia: mi sembrerebbe di somigliare alle centinaia di smutandate che ondeggiano di qua e di là. Mai vorrei una casa troppo vestita, e con troppi collaboratori domestici che vengono esibiti in maniera violenta». Ci sono oggi dei nuovi riti che lei ritiene insopportabili? «La palestra, il muscolo esibito. Poi il sushi e la bistecca di tonno, ma per carità!». Lei si ritiene buona o cattiva? «Io sono molto generosa. Voglio bene a tutti, non a caso la dedica del mio libro è ancora "ai grandi maleducati della mia vita". Certo, a volte m’indigno (lo ritengo una virtù), oppure mi viene la battuta: così divento una cattiva per caso».

Commenti al Post:
Utente non iscritto alla Community di Libero
çok güzel oyunlar il 24/02/18 alle 14:02 via WEB
thank you
 
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