Creato da anthos13 il 10/01/2014
Pensieri di Luce, Nuvole d'Ombra e Realtà dall'Universo

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Giorno del ringraziamento

Post n°69 pubblicato il 27 Novembre 2014 da anthos13
 

In questi giorni negli USA, c’è aria di festa. Enormi tacchini ovunque per festeggiare il ‘Thanksgiving day’. L’origine del ‘Ringraziamento’ è piuttosto bizzarra. Pare che tutto iniziò nel lontano 1621 quando alcuni Padri pellegrini (o coloni) perseguitati in patria a causa delle loro idee religiose integraliste, decisero di lasciare l’Inghilterra per trasferirsi nell’America del Nord, portando con loro dei semi. Una volta arrivati era ormai inverno e si trovarono così in un posto sconosciuto e con dei prodotti da coltivare non adatti per quel territorio. La prospettiva, che li attendeva, era quindi la morte. I Nativi Americani, ossia gli unici allora ad abitare quelle terre selvatiche, aiutarono i nuovi arrivati, consigliando loro i prodotti da coltivare e gli animali da allevare (granturco e tacchino). Una volta ‘sani e salvi’ i pellegrini indissero un giorno di Ringraziamento a Dio, organizzando una festa, alla quale invitarono anche i ‘Nativi Americani’, ai quali dovevano la loro salvezza. Ma si sa, che la gratitudine non sempre è costante e in un secondo momento, i beneficiati decisero di sterminare i benefattori. Fu così, che nel 1676 il governatore di una contea del Massachusetts, decise di indire un altro festoso giorno, ma questa volta, oltre a ringraziare per la prosperità della comunità, intendeva anche ringraziare per la vittoria contro gli “indigeni pagani” ossia i ‘Nativi Americani’, gli stessi che li avevano aiutati.Nei secoli successivi la tradizione della festa si estese in tutto il Paese. Le tredici colonie, ossia i primi stati americani, però non celebrarono contemporaneamente la festa fino al 1777, quando finalmente ne indirono una, ringraziando per la vittoria contro gli inglesi. Tornando ai ‘Nativi Americani’, girano voci, che qualcuno abbia alterato la vera storia di Pocahontas, omettendo un dettaglio interessante e cioè, che la storia, con il suo “principe azzurro”, non finì, con il ‘vissero felici e contenti’, poiché l’innamorato John Smith, durante il lungo viaggio in mare verso la sua terra natia, forse perché in nave, in uno spazio relativamente angusto e senza via di fuga, si stancò della sua splendida fanciulla e quindi, una volta giunto in Inghilterra, la vendette come schiava. Fu Abraham Lincoln nel 1863 a dare ufficialità alla festa con la Proclamazione del Ringraziamento, collocandolo, ogni quarto giovedì di novembre, su suggerimento di una scrittrice e potente donna della storia americana Sarah Josepha Hale. E il tacchino, che in questi giorni appare ovunque, così come gli agnelli nel periodo pasquale? Ancora si narra, ma non ne ho conferma storica, che il simpatico Benjamin Franklin volesse utilizzarlo come simbolo americano al posto dell’aquila. Non posso immaginare un bel tacchinone alle spalle del Presidente durante i suoi discorsi alla Patria.Storia o fiaba: chissà… eppure tra il serio e il faceto, tra l’inglese e lo spagnolo, questo ho compreso del racconto. Proverbio Sioux “Lungo il cammino della vostra vita fate in modo di non privare gli altri della felicità. Evitate di dare dispiaceri ai vostri simili ma al contrario, vedete di procurare loro Gioia ogni volta che potete!”

 
 
 

Per te uomo...

Post n°68 pubblicato il 25 Novembre 2014 da anthos13
 

Vorrei essere amata per quello che sono

piccole parti da assaporare ogni giorno!

Vorrei essere amata per quello che sono

un seme, un frutto, un angolo ottuso!

Vorrei essere amata per quello che sono

un giglio, un koala, un pianto di gioia!

Vorrei essere amata per quello che sono

terra, acqua e  calore donato!

Vorrei essere amata per quello che sono

roccia, albero, pensiero astratto!

Vorrei essere amata per quello che sono

un istrice, un bacio donato, un solco profondo!

Voglio amarmi per quello che sono

Luna, Universo e Sogno Realizzato!


 
 
 

Ritrovarsi

Post n°67 pubblicato il 21 Novembre 2014 da anthos13
 

Dopo 9 ore di volo, ecco l'oceano Atlantico,

tra meno di un'ora atterreremo.

Dopo sette mesi, finalmente rivedro' mia figlia.

Sono emozionata e impaziente.

Tante cose sono successe in questi lunghi mesi.

Avrei voluto essere accanto a lei,

ma la 'Scuola della vita' incalza

e ognuno doveva svolgere la propria parte,

anche imparare la sostanziale differenza

tra l'utile e l'inutilita' del possesso.

Ognuno di noi appartiene a se' stesso

e non saranno di certo gli abbandoni  o i distacchi,

a farci compensare, cio' che di piu' prezioso abbiamo: la Liberta'!


 
 
 

Dialogo nel buio

Post n°66 pubblicato il 14 Novembre 2014 da anthos13
 

Presso l’Istituto dei Ciechi di Milano è possibile sperimentare il ‘Dialogo nel buio’.

E’ un’esperienza accessibile a chiunque, un percorso sensoriale, che vi consiglio e di cui avrei voluto parlarvi in modo concreto, ma non posso coinvolgervi nel mio strano esperimento.

Pensavo forse di poter vincere la mia paura del buio, facendomi carico di un’esperienza indescrivibile, dal punto di vista di una persona, che non sa, che cosa significa restare al di fuori di ciò, che l’esistenza può insegnare?

Non ho imparato granché, semplicemente, che ‘non vedente’, significa essere esasperati dall’indifferenza e dall’ignoranza di coloro, che si approcciano senza empatia.

Che cosa  voglio dire di concreto: “Che tacere è comodo, per chi con la proiezione, non sazia la propria carta di credito”. L’indifferenza è plasmabile, la città inafferrabile, mi chiedo quindi, che cosa dovrebbe fare un cieco, o un disabile, forse delimitare il suo spazio, in un circo di animali addomesticati alla resa?  

Non saprò mai che cosa passa per la testa di un non vedente. Non ho letto nel suo cuore, ciò che aveva da dirmi, poiché ho avuto timore di scoprire, quanta banalità ci fosse nel mio tergiversare.

Avevo paura del buio ed è nell'ombra, che ho scoperchiato il mio bisogno d’iridescenza. 

Ringrazio chi ci ha guidato nel percorso, ho percepito nel suo accompagnarci, nella sua voce,nel suo silenzio, la sua presenza costante. Non so descrivere la sua fisicità,io sostengo la vista, ma sono certa, che possedeva il “crudele” desiderio di farci provare, che cosa significa concedere a noi stupiti umani, una parte, che non comprenderemo mai. O forse mi sbaglio?

Mi sono sentita invasa dal buio molto spesso, ciò nonostante, ho sempre saputo di poterne uscire, ma un ipovedente, una persona cieca, come fa a liberarsi dal suo stato d’indifeso? 

Questa è una domanda alla quale non sono in grado di dare risposta, voglio solo auspicare,che nessuno di noi sia certo di essere esente dalla ‘cecità’.

Nell’oscurità sta la nostra uguaglianza, nel buio non più razza, non più religione, non più potere, nessun passato né futuro: semplicemente il qui e ora dei nonsensi.

Nell’‘ ‘Era dell’Acquario' annaspiamo come pesci impauriti, rincorrendo futilità,scordandoci dell’umanità.

Siamo felici?Non credo!

E quindi, che cosa vogliamo fare, continuare a lamentarci, o interagiamo l’un l’altro con rispetto, realizzando le potenzialità, che ci sono in ognuno di noi?

 
 
 

A mia madre

Post n°65 pubblicato il 05 Novembre 2014 da anthos13
 

Ti cerco nel profondo di un cuore

ti trovo nel vuoto dell’inconsistenza.

Ti cerco nei colori dell’arcobaleno

ti trovo nel buio dell’immaginazione.

Ti cerco nel silenzio

ti trovo nell’inutilità delle parole.

Ti cerco nell’intimità di una carezza

ti trovo nel vortice dell’incompiutezza.

Ti cerco nelle tue giustificazioni

ti trovo nelle mie lacune.

Ti cerco ovunque, un’emozione inappagata,

un’occasione sprecata, una sensazione negata.

Un’unica risposta: la vita donata!

 
 
 

Incontro

Post n°64 pubblicato il 04 Novembre 2014 da anthos13

E’ possibile riunire un ‘sacco’ di gente,

senza fare nulla di concreto?

M’impressiona valutare quante persone

si lasciano influenzare

dalle parole bolle o rialti, che siano.

Tutti quanti abbiamo un punto d’incanto.

Facendoci incuriosire,

possiamo sollevare polveroni emotivi,

stupore o furore, poiché di questo si tratta.

Portati all’estremo della nostra futilità,

siamo in grado di qualunque cosa,

perfino di farci rifocillare in un tunnel,

da cui ne usciremo contaminati.

Di che cosa sto “blaterando”?

Sto semplificando

un dialogo d’impermanenza,

che significato non ha a livello razionale,

eppure qualsiasi paragone,

non esito a definirlo borderline.

Mi spiego meglio.

Quando partecipo a un comizio,

mi aspetta una giostra di paroloni:

fusione fredda

o realtà concreta-mente generata?

Propendo per la 2a ipotesi,

poiché nessun guadagno è riservato,

se non per chi organizza

il simposio ego-cultural-sciccoso.

Ora, vi possono convocare

per uno scontro-incontro a cielo aperto,

ma se non hanno nulla da donarvi a che cosa serve?

A promettervi la staticità delle stelle

o la verità del carrozzone?

Probabilmente entrambe le cose, poiché

si concretano in un unico scopo,

quello di farci smembrare.

Grazie all’energia da ognuno prodotta,

 siamo tutti piùcarichi,

gli ossimori sono fortemente riconducibili

al nostro stato di allerta  e quindi “ben vengano”

i parolai, i quanti, i men-fatturieri,  gli anfibi.

C’importa solo, che qualcuno

ci trasporti dallo ‘stallo’ alle trombe.

Udite, Udite: “Tutti i lord si sterilizzino,

si stendano tra le transennate verità i patrizi,

oltre il sagrato, i pluri adulterati,

al confino gli interim-stato.

Ai produttori, i commestibili,

i falsi validi, i centurioni, i cerebral-arresi

e i conservatores di pappa e incuria.

I cantastorie sono già tra di loro pronti,

alla prossima farsa in tutto il loro splendore”.

Tutti gli altri sfiatino tra lor promesse,

riti di sopravvivenza

ed eccoci al Buon Natale!

Mi pongo spettatrice, controllo,

carpisco o interagisco?

Forse nulla di tutto questo,

poiché sarò molto lontana

dal rimembrar il connubio stato birilloso.

I posteri vi diranno di cosa sono stati capaci.

Scegliere, dovete voi.

Non sottraggo le genti dai lor inganni,

mi limito a decifrar messaggi,

coltivo fiori e mieto grano.

Alla prostrazione non pago il pedaggio,

al necrofilo non rendo omaggio

e vivo ai margini.

Per ora mi limito a pascolar

nell’aiuto economico, che mistero non è

per colui, che digiuno esula.

I fucili spianati non servon,

fanno rumore le canne al vento.

Vogliamo accorciare il tempo?

Proviamo ad accerchiare il surfista,

poiché non è possibile forzare il tempo.

Spente le luci, l’ilarità crolla.

Nessuna farsa, nessun ristoro,

vogliamo lasciar la nostra vita in mano a loro?

 

 
 
 

Abbracciare un albero

Post n°62 pubblicato il 29 Ottobre 2014 da anthos13
 

Abbraccio un albero, chiudo gli occhi,

respiro piano e sono felice.

Mentre accolgo la sua vitalità e la sua saggezza,

accarezzo la ‘nostra’ ruvidezza.

Lo cingo con curiosità,

ne afferro la sua forza, percepisco la sua linfa.

Ci nutriamo di noi, lo sento vibrare, 

è verità, è conoscenza,

è reminiscenza, è pura energia, è fulgore,

è sicurezza: mi fa stare bene.

Mi rilasso, ondeggio insieme con lui,

la sua perfezione mi completa.

Amo quest’albero che ora vive in me, con me,

mi comunica, mi guida,

mi solleva da terra e poi…

Le sue radici, le nostre radici: insieme siamo Unità.

Nessun controllo, né osservazione,

soli e in contemplazione della nostra interazione.

Ora sono lui, ora siamo noi, nessun timore.

Sorrido…

E’ vuoto il dolore, ora non ha appartenenza.

Ora siamo frutto, fiore, seme, virtù: è questa la via.

Se mistero è l’amore, ora lo assaporo in un solo istante.

Un solo attimo è la vita, un soffice accordo è l’armonia,

che ancora mi pervade quando penso a te,

mio albero, che da lassù ancora mi nutri, mi sorreggi

e mi ripari nei momenti in cui, ancora mi raccolgo in te.

Grazie!

 

 

 

 
 
 

Essere madre

Post n°61 pubblicato il 25 Ottobre 2014 da anthos13
 
Tag: figli

Ho sempre avuto un sogno, quello di diventare madre.

Ho partorito nel momento più festoso della miafemminile

ascesa verso la partecipazione alla vita.

percependo così,

che cosa significa dare amore incondizionato.

Mi sono sentita subito bene

e nei nove mesi d’attesa ho compreso,

che cosa significa l’armonia.

Giorno dopo giorno, gioiva il mio corpo,

stupito di sentire crescere in sé

la parte più necessaria alla sopravvivenza.

La protezione verso un ‘esserino’ tanto speciale,

mi faceva sentire utile e indispensabile.

Ho vissuto un’emozione unica, inimmaginabile

anche se partorire, è stata

l’esperienza più tosta che mi sia capitata.

Ora sono qui a distanza di anni,

che ancora mi domando

quale sia il mistero di un corpo, che trasmuta,

che accoglie dentro di sé il miracolo di un seme,

che da sempre lotta per vivere una vittoria,

quella della vita sulla terra.

Poi la realtà di una vita vissuta a metà,

mi ha fatto comprendere il disagio,

che ho provocato in questa essenza.

Le ho trasmesso traumi, paure, indecisioni.

Mi sono fatta portatrice di doni, d’idee e di teorie,

che si porterà addosso per tutta la sua esistenzaterrena.

Nessuna colpa, tanta incoscienza,

non possedevo la perspicacia di comprendere,

che sarei stata anche nutrice della sua esistenza.

Nessuno mi ha insegnato a essere una virtuosa madre,

e ora mi accorgo di quanti errori ho commesso

in virtù del tanto decantato amore filiale.

Nessuna perfezione, eppure ora,

quando la guardo, quando la vivo,

quando mi sorride,

mi sento una mamma realizzata.

 

 

 

 
 
 

Fango immorale

Post n°60 pubblicato il 19 Ottobre 2014 da anthos13

Non m’illudo che sia positiva la convention,

auspico almeno, 

per chi ha sacrificato se stesso,   

che non si appellino al “santo”.

Ora, nessun paradise in terra,

i  postulanti

si mettano in fila per la celebrità

dietro le quintalate di fango spalmato.

Punto e basta

parolai e fan dei taglia e inciuci.

Voglio ovunque,

la facoltà di tacere e pure di spalare,

ciò che mi tracima, giù nel fango,

insieme con coloro, che bla, bla, bla.

Non ce la posso fare, a deglutire, scusate il disagio.

Alla prossima rigettata.

 
 
 

Semplici cose

Post n°59 pubblicato il 18 Ottobre 2014 da anthos13
 

Fare la spesa, senza la visa non è semplice,

ma con la vida loha è possibile.

Oggi voglio essere perfetta

trucco e scarpe con tacco.

Eccoci qua, sabato mattina tra gli scaffali dell’ipermercato

Il mio lui, in lontananza, sceglie sicuro e riempie il carrello.

Ed io? Mi perdo in chiacchiere e sospiri.

Che dire?!?

Son fatta così, mi piace dialogare,cincischiare e incoraggiare.

Sorridere all’interlocutore non lo considero una perdita di tempo.

Mi scanso dal marketing dell’inutilità,per infilarmi nella sazietà.

Amo annusare la frutta, setacciare la verdura

e se ci scappa un gesto d’iniziazione,dico grazie e mi defilo.

Amo il gioco, il buon cibo e il gusto della vita.

Ringrazio chi mi fa sorridere e chi non mi straccia.

Se non mi sento ancorata,

rifuggo in attesa del senno che verrà.

Tornando alla spesa, ricongiunta al mio lui,

a conti fatti, rinuncio a questo e a quello,

semivuoto ora è il carrello: “Ridimensionati ci hanno”!

Niente carne, pochi foraggi

Si-amo la frutta e la verdura,

ma non sono una capra

chiaro il concerto?!?

Tolte le scarpe, mi resta il trucco,la vescica

e quindi

rincorro il cerotto, l’amore per le semplici cose

e voi che pazientemente mi leggete!

 

 

 
 
 
 
 

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