Creato da lapassante0 il 11/02/2008

Chiaraviola

"Ci sono persone che lottano tutta la vita è di loro che non si può fare a meno" B. Brecht

 

 

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Due anime per un voto

Pancho Pardi - Micromega marzo 2008

Rosso- Infelicità. Come si può votare con questa legge ed essere felici?

Arancio- La legge elettorale fa schifo ma tu pretendi troppo dal voto.

Rosso- Sarebbe simpatico votare per un partito e un candidato convincenti.

Arancio- Sii sincero: quante altre volte ci sei riuscito in passato? Anche con la legge precedente, il Mattarellum che era molto meglio di questa, i fiorentini di sinistra hanno dovuto votare Dini, che non li ha nemmeno ringraziati e poi li ha traditi. E non mi dire che da ragazzo eri contento di votare PCI e amavi Berlinguer e il compromesso storico, perché non ci credo. Sarebbe retorica da Diliberto e non ti si confà.

Rosso- Quindi dovrei accettare la consuetudine: non ho mai potuto votare secondo il mio vero gusto e sarò costretto ad adattarmi ancora una volta a un costume odioso. Ma vorrei ribellarmi all’imposizione.

Arancio- Per ribellarti davvero dovresti rifiutare il voto. Sei pronto ad accettare le conseguenze del rifiuto?

Rosso- E’ una minaccia? Vuoi subito attribuirmi la colpa della vittoria del centrodestra?

Arancio- Non posso farne a meno. Se tu non voti è un voto in meno contro il centrodestra. Se centomila o un milione di cittadini della nostra parte si comportano come te, abbiamo già perso. E solo nella sconfitta ti godrai i vantaggi del tuo libero arbitrio.

Rosso- Allora sii sincero anche tu fino in fondo. Non mi stai dicendo solo di votare ma di fatto, senza dirlo, mi indichi anche per chi sono obbligato a votare.

Arancio- Non sono io a obbligarti. E’ la legge elettorale che ti costringe. Naturalmente, a condizione che tu voglia dare un voto efficace per battere il centrodestra. Se poi non vuoi, niente ti obbliga, ma dovrai assumertene la responsabilità. Se invece vuoi, mi dispiace per te ma non hai scelta. Non solo tu. Siamo tutti inchiodati a un voto coatto: possiamo solo votare per l’alleanza PD-IdV. Tutti gli altri voti mettono a repentaglio la vittoria.

Rosso- Vorresti dire che non posso neanche votare per la Sinistra arcobaleno? E’ una bella pretesa.

Arancio- Per carità. Puoi votare benissimo per la Sinistra arcobaleno, ma non puoi illuderti che il tuo voto aiuti a battere il centrodestra.

Rosso- E perché scusa? Non è sempre un voto per il centrosinistra?

Arancio- Non fare il finto tonto. Hai capito benissimo. Solo i due gruppi maggiori hanno i numeri per contendersi il premio di maggioranza. Il voto per la Sinistra arcobaleno sarebbe efficace solo a patto che fosse il gruppo più grosso del centrosinistra. Cosa impossibile. Anzi, lo dico con dispiacere: dato che i voti per il centrosinistra non sono infiniti, quanto migliore sarà il risultato della Sinistra arcobaleno tanto più difficile sarà per PD-IdV raggiungere il premio di maggioranza. E’ atroce ammetterlo, ma un successo elettorale della Sinistra arcobaleno condanna il nostro schieramento alla sconfitta.

Rosso- Potrei ribattere che non sappiamo nemmeno più se c’è il nostro schieramento e aggiungere che se dobbiamo perdere tanto vale che resti in piedi una sinistra robusta. Ma devo punzecchiarti su una questione di coerenza. Avete parlato negli ultimi anni di una rappresentanza politica indipendente di quello che, ormai stucchevolmente, chiami l’elettorato orfano. Tra ex-girotondi e liste civiche ci avete fatto una testa così sulla necessità di una lista civica nazionale. Dicevate: rappresenterà l’elettorato che non vuole più votare né PD né Sinistra arcobaleno. Ora di colpo mi vieni a dire che, volenti o nolenti, dobbiamo tutti votare PD-IdV. Ti sei iscritto anche tu alla schiera dei voltagabbana? Che fine ha fatto la vostra lista civica nazionale?

Arancio- Domanda onesta, risposta onesta. La lista civica nazionale ha avuto difficoltà a decollare per motivi interni. Ti immagini benissimo i problemi che nascono quando si prova a unire diverse esperienze collettive: tante teste, tante vocazioni. Ma quello che ha tagliato le gambe al tentativo è stata la precipitazione repentina della crisi di governo e la prospettiva del voto a brevissima scadenza. Un cammino che avrebbe avuto bisogno di tempo ne è stato privato di colpo.

Rosso- Si, ma qui non avete solo lasciato in sospeso un progetto difficile. Vi siete proprio buttati in un’altra direzione.

Arancio- Non sono d’accordo, ma ammettiamo che sia così. Però devi riconoscere che la situazione era cambiata di colpo. Il mutamento di direzione è una risposta a una situazione nuova.

Rosso- Se alludi alla scoperta veltroniana della necessità di andare da soli col partito a vocazione maggioritaria, questa era già nota da tempo. E semmai era una buona ragione per giocare d’anticipo con una vera nuova sinistra, solo che i leaders della sinistra sapessero giocare d’anticipo.

Arancio- No, alludevo al mutamento nel peso dei soggetti in competizione. In origine, la mossa di Veltroni era chiaramente suicida: andare con un partito da solo contro una coalizione intera non lasciava scampo. Sconfitta assicurata. Non solo: Fini e Casini non ne potevano più ed erano pronti da tempo a rivoltarsi contro il capo. Sul più bello Veltroni lo riconosce come l’interlocutore principale: poteva assistere dalla finestra alla dissoluzione della leadership avversaria e invece l’ha rinforzata. Del resto, dalla Bicamerale questa è una fissazione costante della nostra classe dirigente: rilanciare Berlusconi quando sta per affondare. Ma dopo un po’ la situazione è cambiata: al PD si aggiungeva IdV e al PdL si sottraevano i cattolici centristi e la destra estrema. Il partito non era più solo e la coalizione non era più intera.

Rosso- Un mutamento un po’ banale, nulla che non fosse già annunciato. Mi sembra un’esagerazione farne il perno per un rovesciamento di linea da parte vostra.

Arancio- Sarà banale ma ha un’efficacia sconvolgente. Ti sembrerà paradossale, ma la lista civica nazionale si poteva fare a cuor leggero finché era inevitabile una sicura sconfitta. Ognuno aveva pieno diritto di tentare la propria strada, perché non avrebbe impedito il successo di nessuno. L’intero quadro cambia quando l’accrescimento dal lato PD e la diminuzione dal lato PdL rende assai meno sicura la sconfitta della nostra parte. La psicologia qui ha il suo peso: invece di gufare sulla sconfitta ci si sente costretti a dare il proprio contributo per evitarla. E qui non abbiamo scelta: c’è un modo solo per farlo.

Rosso- La tua fiducia stimola la mia malignità. Dopo tutte le ripetute offerte di collaborazione su legge elettorale e, ahimé, nuove modifiche costituzionali (come se non le avessimo appena bocciate), sei proprio sicuro che far vincere Veltroni sia un modo efficace per sconfiggere Berlusconi? Non è più probabile che, se si mettono d’accordo su quei temi, sarà difficile che si affronti in modo risolutivo il conflitto d’interessi, il sistema televisivo e le leggi ad personam? E l’anomalia italiana non sarà così definitivamente incorporata nel tessuto istituzionale del paese?

Arancio- Il rischio c’è e sarebbe sbagliato sottovalutarlo. La tradizionale asimmetria della politica italiana è sempre presente: quando il centrodestra vince fa quel che gli pare, quando vince il centrosinistra si sente subito obbligato a chiedere scusa. E difatti il conflitto d’interessi è scomparso dal programma del PD. Ma se siamo obbligati a votare l’alleanza PD-IdV non dobbiamo per forza votare PD.

Rosso- Insomma, dalle vette della Lista civica nazionale alle basse quote della propaganda per IdV?

Arancio- Tu scherzi, ma guarda che la questione è molto seria. Sarà stucchevole, ma l’elettorato orfano esiste, tanto è vero che è ancora larghissima la quota degli incerti e dei probabili astensionisti. E se vai a cercare l’inizio della disaffezione la troverai nel pasticcio bipartisan dell’indulto contro cui si pronunciarono solo IdV e i girotondi sotto la sigla di Liberacittadinanza. E d’altra parte IdV è stato l’unico partito che ha messo ai primi posti in lista esponenti dei movimenti e del mondo civico in numerose regioni, dal nord al sud. Dentro l’elettorato orfano i soggetti attivi nei girotondi e nelle reti civiche sono l’ossatura di una possibile mobilitazione attiva sul piano elettorale. Ma a chi si mobilita sotto quell’impulso non si può chiedere di votare per il PD né per la Sinistra arcobaleno.

Rosso- Capisco il no al PD: troppo moderato, neocentrista e debolmente laico. Ma perché no alla Sinistra arcobaleno?

Arancio- Lo sai bene. Per la sostanziale indifferenza all’anomalia italiana. Non è Bertinotti che ha detto che Berlusconi è l’alfa e l’omega della politica italiana? Come si può rilasciare a cuor leggero una concessione simile a un soggetto ineleggibile e incompatibile con l’esercizio del potere politico? Poi c’è la scarsa sensibilità nei confronti della democrazia di base: i più arrabbiati con i vertici della sinistra sono proprio i militanti che speravano in un processo diverso, più partecipato.

Rosso- Ammetterai però che non è facile convincere la tua area trasversale a votare per un partito alleato con il PD, che vuole si abbandoni l’antiberlusconismo. Se hai ragione tu sulla sinistra e io sul PD, si deve riconoscere che nel centrosinistra i dirigenti sembra vogliano abituarsi a Berlusconi e a tutte le sue anomalie. E del resto anche l’altro postulato veltroniano -lavorare “per” invece che “contro”- mostra una certa indifferenza alla possibilità che Berlusconi rivinca. Perché l’aritmetica è semplice: se rinunci a unire tutti quelli che potrebbero essere “contro” potresti non avere il consenso necessario ad affermare la politica del “per”. Insomma: governare sarà anche più importante che vincere, ma se non vinci non governi. E se per vincere devi aspettare che tutti quelli del “per” siano tantissimi, rischi che nell’attesa governino gli altri chissà per quanto tempo. E allora come fai a convincere il tuo elettorato orfano a votare per un’alleanza dove il suo apporto potrà spingere al governo chi vuol farla finita con l’antiberlusconismo?

Arancio- E’ un rischio da correre perché che non ci sono alternative: provare comunque a vincere nell’unico modo ormai possibile. Per farlo c’è un motivo in più, molto sentito tra noi: se Berlusconi vincesse con un margine sufficiente, verso la fine della legislatura farà di tutto per farsi eleggere dalla sua maggioranza alla presidenza della repubblica. Dunque è necessario fare tutto il possibile per scongiurare una vergogna nazionale incancellabile. E questa è una lotta non “contro” ma “per” la dignità del paese. Poi naturalmente dobbiamo avanzare le nostre proposte. Anche noi abbiamo le nostre cose da fare.

Rosso- Ora non mi recitare favole virtuose o ricette economiche impossibili, come: coniugare la decrescita con l’aumento del benessere.

Arancio- Un modo di coniugare la decrescita, se non con l’aumento, almeno con un benessere parsimonioso lo dovremo trovare se no saremo presto tutti fritti. Ma non siamo un partito obbligato a fare promesse su tutto. Il nostro compito principale è insistere sui temi che quasi tutti gli altri trascurano e che solo in IdV trovano udienza.

Rosso- Vediamoli.

Arancio- La politica e l’amministrazione, tramite la gestione del territorio, sono profondamente intrecciate con gli affari e i poteri finanziari. L’oligarchia vi si alimenta e riproduce. Oligarchia e clientelismo sono radicati nella nostra società e hanno prodotto tolleranza interessata verso tutti i conflitti d’interesse. Questi generano e moltiplicano ingiustizia. Uno studente non può stare nella classe in cui insegna suo padre, ma se un assessore o un ministro, in virtù del loro ruolo, favoriscono se stessi o familiari o amici, nelle materie su cui legiferano e prendono decisioni, ciò costituisce danno irrimediabile e spesso invisibile all’intera comunità. Le potenzialità dei molti esclusi dai benefici illegittimi vengono sacrificate a vantaggio dei pochi favoriti dalla connivenza con i potenti. Toccare il conflitto d’interessi significa intervenire sul nodo più malato della nostra società.

Rosso- E il rimedio?

Arancio- Stabilire la più rigorosa incompatibilità tra ruoli elettivi e interessi privati, tra esercizio del potere politico e interessi privati, tra ruoli elettivi e incarichi di rilievo pubblico. Rosso. E chi veglia sull’applicazione?

Arancio- Ci vuole un’autorità indipendente. Ma la garanzia migliore la darà sempre un’informazione libera dai condizionamenti della politica, pronta a ficcare il naso ovunque ritenga necessario e protetta da una legge che glielo permetta.

Rosso- In Italia non c’è, soprattutto nelle reti televisive.

Arancio- Infatti bisognerebbe separare la proprietà di stampa e televisione. Altrimenti i potenti che dispongono di entrambi gli strumenti possono esercitare un controllo penetrante sull’opinione pubblica. E naturalmente si dovrebbe garantire una larga pluralità di soggetti attivi nelle reti private. L’economia capitalistica tende irresistibilmente al monopolio ma le buone leggi servono a impedirlo.

Rosso- Sono stupito che tu non abbia ancora ricordato le leggi ad personam…

Arancio- Scherza pure, ma le leggi ad personam sono la violazione più sfacciata dell’eguaglianza dei cittadini di fronte alla legge. Avvelenano in silenzio la vita civile.

Rosso- Con l’eguaglianza sei quasi arrivato a dire qualcosa di sinistra…

Arancio- L’eguaglianza dovrebbe essere un valore neutro e va presa sul serio. Ti faccio un esempio in cui viene negata. L’articolo 53 della Costituzione afferma la progressività dell’imposizione fiscale. Invece avviene il contrario: chi ha di meno paga tutto, chi ha di più paga di meno.

Rosso- Le righe scarseggiano. Che cos’hai ancora da dire?

Arancio- Ambiente, territorio, paesaggio sono patrimonio comune che va difeso e protetto. I beni comuni non devono essere privatizzati. E la politica deve smettere di essere un mestiere a vita.

Rosso- Finalino?

Arancio- Le persone attive nel protagonismo civile potrebbero evitare di pensare che chi di loro si candida da quel momento diventi senza rimedio uno stronzo.

E il papà di Montalbano ci ripensa
"No astensione, voto democratico"


ROMA -
Montalbano per la prima volta ha paura. Paura della prospettiva "oscena" di un nuovo avvento berlusconiano. Di dodici anni ("Come minimo") di un Cavaliere che è "un vero extraterrestre della democrazia" e di un'Italia che, "come la cicala, si ritroverà con le pezze al culo". Fino alla prospettiva più fosca, un po' apocalittica, "del ritorno al medioevo".
Sono le ragioni, anzi le fobie, che hanno convinto in questi ultimi giorni il "padre" dell'ispettore siciliano, Andrea Camilleri, a votare. Perché lo scrittore, iscritto al partito dei delusi dagli errori del centrosinistra, per la prima volta in 82 anni, aveva deciso di dare forfait.

Sul sito micromega.net è in linea il video della conversazione sulle imminenti elezioni tra lo scrittore e il direttore della rivista, Paolo Flores d'Arcais, che proprio nell'editoriale dell'ultimo numero aveva fatto analoga "autocritica", convertendosi al voto e al voto "utile" per il Pd.

Camilleri aveva declinato l'invito a scrivere su quel numero una sua dichiarazione di voto, al pari di altri scrittori e volti noti: la scelta dell'astensione era amara e lui non aveva voglia di parlarne. Ora racconta che ci ha ripensato. Andrà al seggio e voterà per la coalizione Veltroni-Di Pietro. Le sue riserve su quanto il centrosinistra non abbia fatto nei due anni di governo (leggi "vergogna" e conflitto di interessi in testa) restano, ma si dice convinto che con l'attuale sistema elettorale la preferenza al Pd sia l'unica soluzione per evitare una prospettiva che non esita a definire "oscena". La tesi da cui muove lo scrittore è semplice: Berlusconi "non conosce neppure l'alfabeto della democrazia".

Quindi, si rivolge ai giovani e a tutti coloro che hanno partecipato in questi anni ai "movimenti", dai girotondi ai "No Dal Molin di Vicenza", ricordando loro che con un governo Veltroni le lotte potranno continuare, con lo strapotere di dodici anni del Cavaliere "non si potrà più fare nulla". "Il fatto - incalza nel video - è che quest'uomo inquina talmente la vita italiana nella sua interezza da costringerci a votare per Veltroni, pur se non convinti, perché è l'unico vero oppositore".
I toni di Camilleri si fanno cupi. "Berlusconi è qualcosa che non ci appartiene. È un extraterrestre rispetto alla democrazia. Non ha la più lontana concezione di cosa possa essere una democrazia. A denti stretti arrivo a dire che perfino Fini potrebbe essere oggi il leader di una desta che adotta il nostro stesso vocabolario. Certo, le parole che poi sceglierebbe sarebbero assai diverse dalle nostre. Il vocabolario di Berlusconi invece è incomprensibile. Va decrittato. D'altronde, lui è il fratello di latte di Putin".

Ma la vera preoccupazione dello scrittore attiene al quadro economico, prima ancora che morale e politico, di un Paese che si ritrovi per dodici anni alle prese con la cura del leader Pdl. "Se è vero che gli italiani votano pensando alle loro tasche, sappiano che è meglio pagare una tassa in più con il centrosinistra che risana l'economia nazionale, piuttosto che ritrovarsi come la cicala e la formica con le pezze al culo quando il signor Berluconi lascerà il potere". E poi fra dodici anni, scherza ma non tanto lo scrittore, "saranno problemi vostri: con i miei 82 anni mi viene da dire che fortunatamente io non ci sarò. Ma chi è molto più giovane deve pensarci bene. Dodici anni di Berlusconi possono veramente portare l'Italia al Medioevo". Quindi occorre un voto utile alla causa, da destinare alla coalizione Veltroni-Di Pietro. Con un plauso speciale all'ex pm che ha aperto le liste alla società civile e che ha candidato Pancho Pardi, tra i leader dei girotondini. "Un uomo come lui - conclude Camilleri - va recuperato alla politica nelle istituzioni".

TOSCANI VOTATE PANCHO PARDI!

Paolo Flores D'Arcais - Unità 30 marzo 2008
Se la coalizione Veltroni - DiPietro - Bonino prende un voto in meno della coalizione Berlusconi - Fini - Bossi - Ciarrapico, Berlusconi governerà con questa compagnia per cinque anni e sarà poi eletto al Quirinale per altri sette. Al termine dei quali, se sarò ancora vivo (sarò comunque vicinissimo agli ottanta) mi toccherà di vivere in una "democrazia" nel senso di Putin. A me questo sembra un motivo inoppugnabile per dare il voto alla coalizione Partito democratico-Italia dei valori. A quale dei due? Guarderò le liste del collegio in cui voto (Roma). Questo problema non lo avrei se votassi in Toscana: il capolista al Senato per l'Italia dei valori in quella regione è Pancho Pardi, uno dei rarissimi candidati a queste elezioni per cui mi sentirei di votare "senza se e senza ma". Nanni Moretti a piazza Navona, in quei due indimenticabili minuti, ne parlò come del futuro leader della sinistra. Che invece, per anni, ha fatto di tutto per emarginarlo. Con lui avremmo in Senato i girotondi e i movimenti, e la coerenza e la passione civile del motto azionista "non mollare!". Anzi, mi piace immaginare i democratici coerenti di Toscana che già dedicano ogni giorno un pò del loro tempo nel passaparola per farlo eleggere.
 
 
 
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Trust me I'm an architect
(Renzo Piano)
Questi sono i miei progetti, l'architettura è il mio lavoro nonostante non abbia mai scelto di farlo...
 

AMO FIRENZE

La ragione l'è dei bischeri

Il fiorentino ama la rissa (verbale) , il dissenso aperto, la battuta pronta e diffida di chi gli dà facilmente ragione, perché ci tiene ad averla, ma quando si sente dire "L'ha ragione, l'ha ragione..." sospetta che lo si prenda in giro (per bischero) e che uno gli dia ragione per poter continuare a fare quello che gli pare.

In passato era ben vivo il gusto per le allusioni, la battuta con o senza doppio senso da cogliere al volo o dimenticare per sempre. Perché una battuta spiegata è un disastro. (Caterina)

Io con Caterina, la mia sorellina di cuore...

I Fiorentini sono dei passionali trattenuti e la fiorentinità è loro scudo. Prendono in giro gli altri soprattutto quando fanno cose che farebbero anche loro, in un festival perverso di autoironia. Questo scudo li rende spesso un po' chiusi, un po' orsi, tanto sono diffidenti, sospettosi, sempre pronti a pensare che gli altri li vogliano fregare. Ma è anche la loro salvezza: Firenze difficilmente si plasma, difficilmente si piega. Il loro terreno non è fertile per chi vuole piazzare le tende delle limitazioni alla libertà, e di questo i Fiorentini ne saranno sempre tremendamente orgogliosi e fieri! (Sandro)

I miei amici con i quali condivido la mia passione viola... Sandro, Caterina, Cristian, Simone e Salvatore, intelligenza e cuore: persone splendide.

 

E LA FIORENTINA

E’ tutto peggiorato nel mondo, non solo nel calcio, e allora bisogna partire da se stessi: in Italia si amano i riti, anche quelli falsi, evidenti, ridicoli… il calcio è un po’ tutto questo. Non so se siamo tifosi idioti, ma so che siamo veramente innamorati e che allo stadio andremo ancora. E sia chiaro:  non vogliamo regali, anche perché sappiamo che così è più bello vincere e non ce ne frega niente se siamo gli unici a farlo (o forse qui mi illudo?). Siamo rimasti solo noi? E allora diamo il meglio di noi stessi, non ci pentiremo, ma soprattutto teniamoci ben stretta la nostra diversità.

... penso all’urlo collettivo di Firenze, a quel modo di gridare al mondo la propria voglia di esserci.
Non esistono tifoserie capaci di esplodere d’amore infinito come i fiorentini. Una parte dell’Italia se ne è accorta, ma sinceramente non ci interessa… in fondo quelli che ora ci fanno i complimenti, sono gli stessi che hanno cercato di distruggerci… ipocriti…
Ci guardiamo in faccia e ci accorgiamo di avere negli occhi una luce nuova, intensa, brillante…quella luce è la Fiorentina. Hanno provato a portarcela via, non ci sono riusciti. E sapete perché? Immaginate di chiudere gli occhi, di riaprirli e accorgersi di vivere un sogno vero. Un sogno chiamato Fiorentina. Squilla il telefono, è un’amica, non tifosa, ma evidentemente contagiata…”Chiara, sono strafelice per te…un amore sincero non muore mai”.

 

BOICOTTIAMO PECHINO 2008

 

 

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194: NON TOCCARLA

Mettici la pancia: www.nontoccarla.it Un movimento di uomini e donne che vogliono esprimere una volontà semplice: 194, non toccarla. 

 

Essenso figlia privilegiata di due ex sessantottini il mio cuore è inevitabilmente ROSSO... Posso vantarmi di essere sempre rimasta fedele alle mie idee, anche se i tempi cambiano e la politica di oggi non è granchè. VORREI PIUTTOSTO AVERE LA STESSA DIGNITA' E FORZA MORALE DI QUESTI GRANDI UOMINI E DONNE, ALCUNI DI LORO VERI MARTIRI... SALVADOR ALLENDE, ERNESTO CHE GUEVARA, FIDEL CASTRO, JOSE' ZAPATERO, ENZO BIAGI, NILDE IOTTI, ENRICO BERLINGUER, PALMIRO TOGLIATTI, ALDO MORO. NELL'ATTUALITA', OLTRE A WALTER VELTRONI E ZAPATERO, ABBIAMO ROBERTO SAVIANO, UN RAGAZZO ECCEZIONALE E SONO ORGOGLIOSA CHE CI SIA UN ITALIANO, COETANEO CAPACE DI RIMANERE COSI' INTEGRO, LUCIDO, INTELLIGENTE E FORTE... LA SUA TRAGICITA' MI RICORDA PER CERTI VERSI QUELLA DI PASOLINI, LA SUA COERENZA INTELLETTUALE E' LA STESSA DI ENZO BIAGI, LA SUA PASSIONE PARI A QUELLA DI INDRO MONTANELLI... FINCHE' SCRIVERANNO PERSONE COME LUI, POTREMO ANCORA AVERE SPERANZA IN QUESTO MONDO.

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