Creato da lapassante0 il 11/02/2008

Chiaraviola

"Ci sono persone che lottano tutta la vita è di loro che non si può fare a meno" B. Brecht

 

 

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L'imbalsamatore di Matteo Garrone

Post n°121 pubblicato il 07 Ottobre 2008 da lapassante0
 

Troppo stanca per scrivere una recensione su questo torbido, angosciante e sorprendente film di Matteo Garrone. Ne ho trovato uno on line e lo inserisco qui...

Se non l'avete visto vale la pena vederlo, potrà anche non piacervi, ma vi assicuro che è una specie di nuova esperienza... un film così non l'avevo mai visto e mi ha scosso... dal punto di vista tecnico mi è piaciuto molto, la sceneggiatura mi è parsa geniale, certo Gomorra è migliore (dove Matteo ha fatto un vero salto di qualità), ma la complessità de L'imbalsamatore, dalla psicologia dei personaggi, i dialoghi, la trama, i paesaggi, la fotografia, le luci, rendono il film estremamente interessante: nessun dubbio che Matteo Garrone ha ormai raggiunto un posto nel cuore dei miei cineasti preferiti.

Due paesaggi riempiono le inquadrature di L’imbalsamatore (Italia, 2002, 101’). Il primo è uno squallido litorale nei pressi di Caserta, schiacciato da un cielo scuro e carico di pioggia, serrato fra un mare fangoso e lunghe, terribili file di palazzacci abusivi. L’altro, a Cremona, è una pianura senza luce, perduta, anonima. Qui e là, nel Sud e nel Nord di un’Italia plumbea, pare non esserci niente di vivo.
È la morte la costante di L’imbalsamatore: una morte che ha invaso ogni cosa, fino a sostituirsi alla vita, e che pretende una paradossale immortalità. Così del resto fa Peppino Profeta (Ernesto Mahieux): preciso e netto, affonda le mani in cadaveri e carogne, li svuota e li pulisce, e poi li ricompone a imitazione della vita. Niente più muterà e si muoverà in loro. Tutto è reso sterile, bloccato, tenuto fermo, la morte soprattutto.
Non è un film sul desiderio e sull’eros, questo diretto da Matteo Garrone e da lui scritto con Ugo Chiti e Massimo Gaudioso. Certo, il tassidermista cinquantenne desidera il giovane Valerio (Valerio Foglia Manzillo), ma lo fa come un amante la cui passione abbia la freddezza d’un bisturi e l’efficacia perfida di un veleno. La sua strategia erotica somiglia a quella di un ragno nei confronti della preda: una trama d’inganni, un’attesa paziente e per così dire tecnica, che non s’accende mai, ma che sempre procede cauta lungo fili invisibili e tenaci. Lo blandisce, lo provoca, finge d’allontanarlo, lo richiama, lo attacca, lo prende...
Roberto Escobar

 
 
 
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(Renzo Piano)
Questi sono i miei progetti, l'architettura è il mio lavoro nonostante non abbia mai scelto di farlo...
 

AMO FIRENZE

La ragione l'è dei bischeri

Il fiorentino ama la rissa (verbale) , il dissenso aperto, la battuta pronta e diffida di chi gli dà facilmente ragione, perché ci tiene ad averla, ma quando si sente dire "L'ha ragione, l'ha ragione..." sospetta che lo si prenda in giro (per bischero) e che uno gli dia ragione per poter continuare a fare quello che gli pare.

In passato era ben vivo il gusto per le allusioni, la battuta con o senza doppio senso da cogliere al volo o dimenticare per sempre. Perché una battuta spiegata è un disastro. (Caterina)

Io con Caterina, la mia sorellina di cuore...

I Fiorentini sono dei passionali trattenuti e la fiorentinità è loro scudo. Prendono in giro gli altri soprattutto quando fanno cose che farebbero anche loro, in un festival perverso di autoironia. Questo scudo li rende spesso un po' chiusi, un po' orsi, tanto sono diffidenti, sospettosi, sempre pronti a pensare che gli altri li vogliano fregare. Ma è anche la loro salvezza: Firenze difficilmente si plasma, difficilmente si piega. Il loro terreno non è fertile per chi vuole piazzare le tende delle limitazioni alla libertà, e di questo i Fiorentini ne saranno sempre tremendamente orgogliosi e fieri! (Sandro)

I miei amici con i quali condivido la mia passione viola... Sandro, Caterina, Cristian, Simone e Salvatore, intelligenza e cuore: persone splendide.

 

E LA FIORENTINA

E’ tutto peggiorato nel mondo, non solo nel calcio, e allora bisogna partire da se stessi: in Italia si amano i riti, anche quelli falsi, evidenti, ridicoli… il calcio è un po’ tutto questo. Non so se siamo tifosi idioti, ma so che siamo veramente innamorati e che allo stadio andremo ancora. E sia chiaro:  non vogliamo regali, anche perché sappiamo che così è più bello vincere e non ce ne frega niente se siamo gli unici a farlo (o forse qui mi illudo?). Siamo rimasti solo noi? E allora diamo il meglio di noi stessi, non ci pentiremo, ma soprattutto teniamoci ben stretta la nostra diversità.

... penso all’urlo collettivo di Firenze, a quel modo di gridare al mondo la propria voglia di esserci.
Non esistono tifoserie capaci di esplodere d’amore infinito come i fiorentini. Una parte dell’Italia se ne è accorta, ma sinceramente non ci interessa… in fondo quelli che ora ci fanno i complimenti, sono gli stessi che hanno cercato di distruggerci… ipocriti…
Ci guardiamo in faccia e ci accorgiamo di avere negli occhi una luce nuova, intensa, brillante…quella luce è la Fiorentina. Hanno provato a portarcela via, non ci sono riusciti. E sapete perché? Immaginate di chiudere gli occhi, di riaprirli e accorgersi di vivere un sogno vero. Un sogno chiamato Fiorentina. Squilla il telefono, è un’amica, non tifosa, ma evidentemente contagiata…”Chiara, sono strafelice per te…un amore sincero non muore mai”.

 

BOICOTTIAMO PECHINO 2008

 

 

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Mettici la pancia: www.nontoccarla.it Un movimento di uomini e donne che vogliono esprimere una volontà semplice: 194, non toccarla. 

 

Essenso figlia privilegiata di due ex sessantottini il mio cuore è inevitabilmente ROSSO... Posso vantarmi di essere sempre rimasta fedele alle mie idee, anche se i tempi cambiano e la politica di oggi non è granchè. VORREI PIUTTOSTO AVERE LA STESSA DIGNITA' E FORZA MORALE DI QUESTI GRANDI UOMINI E DONNE, ALCUNI DI LORO VERI MARTIRI... SALVADOR ALLENDE, ERNESTO CHE GUEVARA, FIDEL CASTRO, JOSE' ZAPATERO, ENZO BIAGI, NILDE IOTTI, ENRICO BERLINGUER, PALMIRO TOGLIATTI, ALDO MORO. NELL'ATTUALITA', OLTRE A WALTER VELTRONI E ZAPATERO, ABBIAMO ROBERTO SAVIANO, UN RAGAZZO ECCEZIONALE E SONO ORGOGLIOSA CHE CI SIA UN ITALIANO, COETANEO CAPACE DI RIMANERE COSI' INTEGRO, LUCIDO, INTELLIGENTE E FORTE... LA SUA TRAGICITA' MI RICORDA PER CERTI VERSI QUELLA DI PASOLINI, LA SUA COERENZA INTELLETTUALE E' LA STESSA DI ENZO BIAGI, LA SUA PASSIONE PARI A QUELLA DI INDRO MONTANELLI... FINCHE' SCRIVERANNO PERSONE COME LUI, POTREMO ANCORA AVERE SPERANZA IN QUESTO MONDO.

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