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Chiaraviola

"Ci sono persone che lottano tutta la vita è di loro che non si può fare a meno" B. Brecht

 

 

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Max Frisch... il mio alter ego?

Post n°125 pubblicato il 19 Ottobre 2008 da lapassante0
 

"Vivere è noioso, faccio esperienze soltanto quando scrivo".

Max Frisch

Oggi leggendo il Sole 24 ore della Domenica(straordinario supplemento che per fortuna mio padre acquista sempre) ho scoperto per caso un articolo scritto da Max Frisch, a pagina 3, intitolato "Chi ascolta Madre Coraggio?".

Max Frisch (1911-1991), definito uno dei massimi esponenti della letteratura europea del tardo Novecento, mi era del tutto sconosciuto, e ammetto che ha saputo catturare la mia attenzione per un motivo molto semplice, al di là dell'interessante argomento di cui l'articolo parlava (il ruolo della letteratura nella società), infatti Max Frisch è stato giornalista ed era laureato in Architettura, ma dopo avere prima interrotto gli studi di germanistica (a causa di problemi finanziari), abbandonò prima la carriera di giornalismo e infine quella di architetto (dopo avere realizzato tra l'altro una piscina all'aperto a Zurigo - oggi sotto tutela dei Beni artistici - e qualche altra rara costruzione), per dedicarsi a pieno titolo alla scrittura. Divenne così uno degli scrittori di lingua tedesca più famosi del Secondo dopoguerra.

Questa la sua biografia.

Max Frisch è nato a Zurigo nel 1911. Era figlio dell’architetto Franz Bruno Frisch e di sua moglie Karolina Bettina Frisch. Nel 1930 si iscrisse all'Università di Zurigo in germanistica, ma dopo la morte del padre il 1932 dovette interrompere gli studi per motivi finanziari. Nel 1936 iniziò lo studio di architettura presso l’università tecnica di Zurigo laureandosi nel 1942. Nel 1947 incontrò Bertolt Brecht e Friedrich Dürrenmatt. Nel 1951 una borsa di studio della Fondazione Rockefeller . Nel 1954 si separò dalla sua famiglia, e dopo aver chiuso il suo studio di architettura nel 1955 iniziò a lavorare come libero scrittore.
E' noto soprattutto per le opere teatrali, che rivelano l'influsso di Brecht e di Thorton Wilder. Adesso cantano ancora (1945) sul problema della responsabilità dei crimini di guerra. La muraglia cinese (1946) è una denuncia del sempre latente pericolo della dittatura. Don Juan o l'amore per la geometria (1953), una delle sue opere più argute e raffinate. Il signor Biedermann e gli incendiari (1953) «dramma didattico senza insegnamento» che smaschera la doppia morale del borghese. Andorra (1962) satira del pavido conformismo che rende possibile il trionfo del razzismo. Tra i suoi romanzi si ricordano: Stiller (1954), Homo faber (1957), Il mio nome sia Gantenbein (1964). Frisch qui esplora il tema dell'alienazione dell'uomo moderno. Negli ultimi anni, nella sua narrativa prevale l'impronta autobiografica: Montauk (1975), L'uomo compare nell'olocene (1979). Tutta la sua opera, nella quale si alternano toni saggistici e spunti di comicità grottesca, è centrata sul rapporto tra individuo e collettività, e sulla tragica sopraffazione di cui il singolo è vittima.

Frasi Celebri di Max Frisch
Tolleranza è sempre indice di potere sicuro; quando si sente in pericolo, nasce sempre la pretesa di essere assoluto; nasce dunque la falsità, il diritto divino del mio privilegio, l'inquisizione.
Non è che il successo cambi l'uomo; lo smaschera.
La gelosia non è altro che paura del confronto.

Ciò che vorrei approfondire meglio  è conoscere il reale  motivo per cui ha lasciato il mestiere dell'Architetto (nonostante Bertolt Brecht, suo amico, gli sconsigliasse di farlo), per dedicarsi a tempo pieno alla scrittura: una scelta finale, come scrive Alessandro Melazzini, di correre il rischio e darsi appieno alla scrittura riuscendoci in quello che invece negò sempre ai suoi personaggi, ovvero ricomporre l'intimo dissidio tra la propria insoddisfacente vita e il desiderio di altre e più ricche esistenze.

Mi ha colpito perchè sono gli stessi pensieri tormentati che mi stanno affliggendo da molti mesi ormai...

Particolare della Piscina all'aperto realizzata da Max Frisch (Max Frisch Bad)

 
 
 
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AREA PERSONALE

 

I MIEI PROGETTI

Trust me I'm an architect
(Renzo Piano)
Questi sono i miei progetti, l'architettura è il mio lavoro nonostante non abbia mai scelto di farlo...
 

AMO FIRENZE

La ragione l'è dei bischeri

Il fiorentino ama la rissa (verbale) , il dissenso aperto, la battuta pronta e diffida di chi gli dà facilmente ragione, perché ci tiene ad averla, ma quando si sente dire "L'ha ragione, l'ha ragione..." sospetta che lo si prenda in giro (per bischero) e che uno gli dia ragione per poter continuare a fare quello che gli pare.

In passato era ben vivo il gusto per le allusioni, la battuta con o senza doppio senso da cogliere al volo o dimenticare per sempre. Perché una battuta spiegata è un disastro. (Caterina)

Io con Caterina, la mia sorellina di cuore...

I Fiorentini sono dei passionali trattenuti e la fiorentinità è loro scudo. Prendono in giro gli altri soprattutto quando fanno cose che farebbero anche loro, in un festival perverso di autoironia. Questo scudo li rende spesso un po' chiusi, un po' orsi, tanto sono diffidenti, sospettosi, sempre pronti a pensare che gli altri li vogliano fregare. Ma è anche la loro salvezza: Firenze difficilmente si plasma, difficilmente si piega. Il loro terreno non è fertile per chi vuole piazzare le tende delle limitazioni alla libertà, e di questo i Fiorentini ne saranno sempre tremendamente orgogliosi e fieri! (Sandro)

I miei amici con i quali condivido la mia passione viola... Sandro, Caterina, Cristian, Simone e Salvatore, intelligenza e cuore: persone splendide.

 

E LA FIORENTINA

E’ tutto peggiorato nel mondo, non solo nel calcio, e allora bisogna partire da se stessi: in Italia si amano i riti, anche quelli falsi, evidenti, ridicoli… il calcio è un po’ tutto questo. Non so se siamo tifosi idioti, ma so che siamo veramente innamorati e che allo stadio andremo ancora. E sia chiaro:  non vogliamo regali, anche perché sappiamo che così è più bello vincere e non ce ne frega niente se siamo gli unici a farlo (o forse qui mi illudo?). Siamo rimasti solo noi? E allora diamo il meglio di noi stessi, non ci pentiremo, ma soprattutto teniamoci ben stretta la nostra diversità.

... penso all’urlo collettivo di Firenze, a quel modo di gridare al mondo la propria voglia di esserci.
Non esistono tifoserie capaci di esplodere d’amore infinito come i fiorentini. Una parte dell’Italia se ne è accorta, ma sinceramente non ci interessa… in fondo quelli che ora ci fanno i complimenti, sono gli stessi che hanno cercato di distruggerci… ipocriti…
Ci guardiamo in faccia e ci accorgiamo di avere negli occhi una luce nuova, intensa, brillante…quella luce è la Fiorentina. Hanno provato a portarcela via, non ci sono riusciti. E sapete perché? Immaginate di chiudere gli occhi, di riaprirli e accorgersi di vivere un sogno vero. Un sogno chiamato Fiorentina. Squilla il telefono, è un’amica, non tifosa, ma evidentemente contagiata…”Chiara, sono strafelice per te…un amore sincero non muore mai”.

 

BOICOTTIAMO PECHINO 2008

 

 

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194: NON TOCCARLA

Mettici la pancia: www.nontoccarla.it Un movimento di uomini e donne che vogliono esprimere una volontà semplice: 194, non toccarla. 

 

Essenso figlia privilegiata di due ex sessantottini il mio cuore è inevitabilmente ROSSO... Posso vantarmi di essere sempre rimasta fedele alle mie idee, anche se i tempi cambiano e la politica di oggi non è granchè. VORREI PIUTTOSTO AVERE LA STESSA DIGNITA' E FORZA MORALE DI QUESTI GRANDI UOMINI E DONNE, ALCUNI DI LORO VERI MARTIRI... SALVADOR ALLENDE, ERNESTO CHE GUEVARA, FIDEL CASTRO, JOSE' ZAPATERO, ENZO BIAGI, NILDE IOTTI, ENRICO BERLINGUER, PALMIRO TOGLIATTI, ALDO MORO. NELL'ATTUALITA', OLTRE A WALTER VELTRONI E ZAPATERO, ABBIAMO ROBERTO SAVIANO, UN RAGAZZO ECCEZIONALE E SONO ORGOGLIOSA CHE CI SIA UN ITALIANO, COETANEO CAPACE DI RIMANERE COSI' INTEGRO, LUCIDO, INTELLIGENTE E FORTE... LA SUA TRAGICITA' MI RICORDA PER CERTI VERSI QUELLA DI PASOLINI, LA SUA COERENZA INTELLETTUALE E' LA STESSA DI ENZO BIAGI, LA SUA PASSIONE PARI A QUELLA DI INDRO MONTANELLI... FINCHE' SCRIVERANNO PERSONE COME LUI, POTREMO ANCORA AVERE SPERANZA IN QUESTO MONDO.

«Le verità che contano, i grandi principi, alla fine, restano sempre due o tre. Sono quelli che ti ha insegnato tua madre da bambino.» Enzo Biagi

"Le idee di sinistra una volta capite, le hai capite per sempre" (mia madre)

 
 

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