Creato da Urbe_immortale il 11/09/2006
Blog dedicato all'A.S. Roma, la squadra della Capitale!

Lettera della squadra al Presidente Sensi

Ciao Presidente,
ci affidiamo a queste poche righe per dirti tutto quello che a volte magari non siamo riusciti a trasmetterti a voce o attraverso i gesti e i comportamenti.
Qualcuno di noi Ti ha conosciuto dal giorno in cui sei diventato “Il Presidente”, qualcuno ti ha incontrato durante i  Tuoi 15 anni di presidenza e qualcuno Ti ha conosciuto da poco, ma in ognuno di noi è rimasto impresso il tuo sguardo profondo, carico di umanità, pur se determinato e a volte, forse per chi Ti conosceva troppo poco, anche un po’ duro, ma nessuno di noi può dimenticare la passione con cui ci hai sempre seguito, anche quando non eri presente fisicamente. Sei sempre stato vicino a noi, a volte come Presidente, altre come un secondo padre.
In questi anni hai saputo coniugare sport e solidarietà umana e sociale, senza mai perdere i valori morali che sono propri dello sport. Hai fatto tanto per la Roma e per Roma, le tue passioni dopo l’amore per la tua famiglia, e i romani e i romanisti – e non solo loro – ti hanno accompagnato con dignità e riservatezza, così come Tu hai affrontato la Tua ultima battaglia, una delle tante ma sicuramente la più dura.
Noi non Ti lasceremo solo e non lasceremo sola la Tua famiglia e la famiglia romanista; la nostra forza sarà l’unione e faremo il possibile per farti sorridere da dove sarai, uno di quei tuoi sorrisi che ci regalavi quando venivi in spogliatoio per darci la carica.

Ciao Presidente, Tu sei sempre con noi.

 

Il gol di De Rossi alla Fiorentina commentato dal grandissimo e compianto Alberto D'Aguanno

 

Coppia di Campioni!

 

Il Capitano e Capitan Futuro

 

Serie A: 18^ Giornata:

Chievo-Inter

Atalanta-Napoli

Bari-Udinese

Cagliari-Roma

Catania-Bologna

Lazio-Livorno

Parma-Juventus

Sampdoria-Palermo

Siena-Fiorentina

Milan-Genoa

 

Classifica:

  1. Inter   39
  2. Milan*   31
  3. Juventus   30
  4. Roma 28
  5. Parma   28
  6. Napoli   27
  7. Palermo   26
  8. Sampdoria   25
  9. Bari*   24
  10. Chievo   24
  11. Fiorentina*   24
  12. Genoa*   24
  13. Cagliari*   23
  14. Udinese*   18
  15. Livorno   18
  16. Bologna*   16
  17.    16
  18. Atalanta*   13
  19. Catania   12
  20. Siena   12

* una partita in meno

 

Marcatori Giallorossi in Campionato

9 reti: Totti.

4 reti: De Rossi.

3 reti: Vucinic.

2 reti: Perrotta, Brighi, Burdisso.

1 rete: Taddei, Mexes, Riise, Menez, Cassetti.

 

Giudice Sportivo

Multe all'A.S. Roma nel corso della stagione:

€ 77.000,00

Squalificati per la prossima gara di campionato:

 

Espulsi nell'ultima partita:

 

5 ammonizioni.

De Rossi.

4 ammonizioni:

Cassetti, Pizarro, Menez, Perrotta.

3 ammonizioni (in diffida):

Totti. 

2 ammonizioni:

Vucinic, Andreolli, Mexes, Burdisso.

1 ammonizione:

Taddei, Okaka, Cerci, Vucinic, Doni, Riise, Motta, Guberti, Brighi.

 

Prossime gare AS Roma

6 gennaio, 18^ giornata:

 -

9 gennaio, 19^ giornata:

 -

12 gennaio, Coppa Italia, Ottavi di Finale:

 -

 

Europa League

Sedicesimi di Finale:

Panathinaikos-Roma (18 e 25 febbraio)

Marcatori giallorossi in Europa League:

11 reti: Totti.

3 reti: Menez, Okaka, Cerci.

2 reti: De Rossi, Riise, Vucinic.

1 rete: Guberti, Perrotta, Andreolli, Scardina.

 

« La Roma non ha mai pianto

e mai non piangerà:

perché piange il debole,

i forti non piangono mai. »

Dino Viola

 

Immenso Capitano

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Rabona di Aquilani e gol del Capitano al Milan

Il fantastico gol del Capitano a Marassi

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CAPITAN FUTURO! D.D.R.!

 

    

 

 

 

 Francesco, Daniele e Simone

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    CAMPIONI DEL MONDO!

  

Vivi come se tu dovessi morire subito,

 pensa come se tu non dovessi morire mai.

 

Messaggi del 12/11/2008

L'intervista di Rosella Sensi al Corriere dello Sport

Post n°2495 pubblicato il 12 Novembre 2008 da Urbe_immortale

di Guido D'Ubaldo

L’abbiamo incontrata qualche giorno prima dell’assemblea, perchè «improvvisi e temporanei motivi di salute» che comunque la renderanno felice, da qualche mese la costringono a spostarsi raramente. Rosella Sensi si muove negli spazi ampi di Villa Pacelli con la stessa disinvoltura del padre, il sole caldo di questo novembre tramonta lentamente dietro la finestra che dà sul giardino. In questo palazzo appartenuto a un grande Papa è stata scritta la storia recente della Roma.
Qui sono passati dirigenti, allenatori e calciatori. Rosella Sensi ci tiene a parlare di questo momento difficile che attraversa la Roma e la fiducia che ripone nella squadra e nell’allenatore non è scalfita dalla lunga serie di sconfitte. Chiede di non trattare gli argomenti riguardanti l’Italpetroli, ma di parlare della sua Roma. Il futuro è pronta ad affrontarlo con ottimismo, puntando molto sul nuovo stadio, come ha fatto sapere agli azionisti nella relazione di ieri. Ogni risposta è meditata, modulata dalla sua incorreggibile prudenza. E’ un momento molto importante della sua vita, ma non perde di vista la Roma. Vuole cercare di mantenerla grande, nonostante le difficoltà, vuole continuare il lavoro fatto in questi anni, ricco di soddisfazioni. Alle parole ha sempre preferito i fatti. Un concetto che non ha mai smarrito in questa intervista.

Presidente Rosella Sensi, la Roma annaspa in campionato, la squadra che ha sfiorato lo scudetto pochi me­si fa sembra un lontano ricor­do. In questo momento così deludente dal punto di vista tecnico la società ha presenta­to agli azionisti il miglior bi­lancio da quando è entrata in Borsa.

«Per noi è una grande soddi­sfazione, è un bilancio sul qua­le abbiamo lavorato molto e che ci permette di collocare la Roma ad altissimi livelli, ai primi posti nelle classifiche italiane, europee e mondiali. Abbiamo scelto un modo di condurre la società attraverso una metodologia rigorosa, è stato prezioso il lavoro della dottoressa Mazzoleni. Questo lavoro ha fatto sì che si produ­cesse un utile che è stato rein­vestito nella squadra e questo ci tengo a sottolinearlo. Diciot­to milioni che abbiamo desti­nato al potenziamento dell’or­ganico. Le scelte strategiche adottate possono anche non es­sere condivisibili, ma richiedo­no responsabilità e renderan­no fieri, credo, i nostri azioni­sti ».

Ma la Roma in questo periodo fa preoccupare i tifosi. Un pas­so indietro enorme rispetto agli anni passati. Lei che idea si è fatta?

«La Roma ha asssunto gli impegni e gli ha rispettati, tut­ti, fino all’ultimo. Noi sappia­mo di fare e aver fatto fino in fondo il nostro dovere, in un percorso cominciato qualche anno fa tra mille difficoltà. Questo momento negativo sarà superato con l’umiltà, la tena­cia, la determinazione, seguen­do quello che ci ha insegnato Franco Sensi. Sappiamo che non è un periodo felice, ma ab­biamo i mezzi per risolvere i nostri problemi».

Perchè secondo lei c’è stata questa profonda involuzione da parte della squadra?

«Io cerco di fare un’analisi razionale. I giocatori sono gli stessi dello scorso anno, l’allenatore è lo stes­so, i dirigenti pure. Ci sono state circostanze sfortunate che hanno portato a preoccupazio­ni psicologiche nella squadra e questo si è vi­sto anche in qualche situazione. Ma questi ra­gazzi hanno talmente tanta professionalità che sapranno venirne fuori. Ci sono fattori negati­vi che dobbiamo combattere, il calcio è come la vita».

C’è una strada da seguire per venirne fuori?

«Sono assolutamente convinta che se ne esce. Ripeto, i giocatori, tranne due (il riferi­mento è a Mancini e Giuly, ndr), è voglio ve­dere quanto hanno giocato e per quanto tem­po, sono gli stessi dello scorso anno. Sono gran­di professionisti, sono fiduciosa».

Parlando con Spalletti capisce che l’allena­tore ha la forza per risolvere la situazione?

«Avevo conosciuto un grande professionista nelle vittorie, ma ha dimostrato grande stabi­lità e senso di responsabilità in questo momen­to. Ti tranquillizza, dà certezze. Trasmette so­lidità, equilibrio. Sarebbe facile perdere la te­sta in questa situazione».

I risultati di questa stagione influenzeran­no anche il futuro della Roma. Nel bilancio c’è un’ipotesi di trading in caso di mancata partecipazione alla Champions League.

«L’incidenza del risultato sportivo sul risul­tato economico della società è un rischio tipi­co al quale è soggetta una società di calcio, in quanto insito nella natura di questo business. Il rischio correlato all’andamento sportivo ri­guarda tutte le società calcistiche, anche non quotate. L’indicazione in bilancio dei rischi ai quali è soggetta l’attività d’impresa nel nostro caso è rappresentato appunto dalla non preve­dibilità dei risultati sportivi, risponde a una precisa disposizione normativa, in quanto so­cietà quotate. Anche alla Juventus, sostanzial­mente, è così. Questo comunque non influisce sull’obiettivo primario di mantenere la compe­titività della squadra che la società continue­rà a perseguire».

La Roma da anni è interessata ad avere uno stadio di proprietà.

«E’ una risorsa importante per la società. Mio padre ne parlava dieci anni fa. Per me sa­rebbe realizzare il suo sogno. C’è la disponibi­lità del sindaco Alemanno, stiamo cercando di sostenere un progetto con elementi certi. Ma deve essere un progetto ben definito, da non portare avanti in modo scomposto per cerca­re di fare le cose in fretta. Bisogna lavorarci con tranquillità. La linea della Roma è chiara: vogliamo uno stadio per i nostri tifosi. Vorrei portare avanti questo progetto con la stessa attenzione con la quale ho gestito in questi an­ni la Roma. Preferisco far parlare i fatti».

Questo bilancio dà garanzie alla Roma per il futuro?

«E’ un punto di arrivo ma anche di parten­za, è frutto di un lavoro pluriennale che svilup­pato partendo da presupposti direi abbastan­za complicati. Con il lavoro, con attenzione e determinazione si possono ottenere questi ri­sultati. A me piace restare sempre con i piedi per terra».

Presidente, parliamo della squadra. Totti sta tornando Totti?

«Sta tornando, sta tornando. Per me è il ca­pitano, è il calcio. Ma Francesco stesso sa che si vince tutti insieme, non solo in undici, ma con tutto il gruppo».

Totti coronerà il sogno di chiudere la car­riera nella Roma?

«Perché no? Non c’è motivo di pensare il contrario».

Cosa manca quest’anno alla Roma?

«Un po’ di fortuna, che a volte serve».
 
Se fosse solo una tifosa e non il presidente della Roma, scommetterebbe un euro sul fat­to che Spalletti sarà sulla panchina gialloros­sa anche il prossimo anno?

«Non scommetto mai per scaramanzia, ma in questo caso scommetterei anche più di un euro».

Quanto le manca suo padre nella guida del­la Roma?

«Mi manca tantissimo. Mi manca mio pa­dre. E’ riduttivo ricondurre la sua assenza al­la Roma, mi manca in qualsiasi frangente del­la mia vita».

Secondo lei la sua scomparsa l’ha avvertita anche la squadra?

«Sì, credo proprio di sì. Ma so anche che i ra­gazzi hanno cercato di regalargli qualche sod­disfazione, in particolare ricordo la serata del­la Supercoppa. Credo che abbiano motivazio­ni per fare bene anche per lui. E sono sicura che troveranno il modo di farlo felice».

Lei gestisce la Roma come una famiglia.

«Tengo a fare una distinzione. I rapporti umani li gestiamo come in una famiglia, ma i rapporti professionali sono regolati dalle ne­cessità di un’azienda. Deve essere assoluta­mente così. Tutti si impegnano quotidiana­mente ».

Dopo la campagna acquisti di quest’anno lei continua ad avere fiducia nei suoi collabo­ratori?

«Per me non è cambiato niente. Perchè le operazioni di mercato sono state condotte in modo professionale e in base alle necessità che avevamo. La campagna acquisti è stata fatta da coloro che l’avevano portata avanti anche negli anni passati. Prima erano stati osannati, ora pesantemente criticati. E non è giusto e serio».

Tante voci circolano sulla non totale sinto­nia al momento delle scelte.

«Tutte le operazioni sono state portate avan­ti di comune accordo, nonostante le chiacchie­re alimentate dalla mancanza di risultati. Il la­voro in questi quattro anni è sempre stato fat­to allo stesso modo».

E’ difficile tenere duro in questo momento?

«Da tifosa sì, perchè c’è rabbia, ma da diri­gente so che ci sono gli strumenti per venirne fuori. Da tifosa è doloroso vivere questa situa­zione e capisco lo sconforto dei tifosi. Capisco che sono addolarati. Ma li posso rassicurare: non so quanto tempo ci vorrà, spero pochissi­mo, ma ripartiremo. Non ci sono dubbi. Li de­vo ringraziare per come hanno vissuto questa situazione, sono stati unici. E ora abbiamo an­cora più bisogno di loro. Ci sono sempre, ma adesso ancora di più possono aiutarci a supe­rare questo momento. E a proposito dei tifosi ci tengo a sottolineare una cosa».

Prego

«Ci deve essere il massimo senso di respon­sabilità di chi lavora nella e intorno alla Roma, nel rispetto dei tifosi, che hanno assunto un comportamento esemplare. Nessuno deve sot­tovalutare questo aspetto. La massima respon­sabilità la chiedo a tutti. E prima di tutti la im­pongo a me stessa».

E’ la settimana del derby. Come lo vive, a quattordici punti dalla Lazio?

«Lo scorso anno mi pare che fossimo arriva­ti a più 38... Ci vuole pazienza, questo è lo sport».

Lotito sta raccogliendo soddisfazioni dopo al­cuni
anni difficili.
«Sta raccogliendo quello che ora manca al­la Roma...».
 
Torniamo alla squadra. Aquilani e Panucci, due giocatori con i quali state discutendo il prolungamento del contratto.

«Sono due bravissimi ragazzi e due profes­sionisti seri. Ai quali teniamo molto. Tutti e due allo stesso modo».

Le è mai passato per la testa di fare un acqui­sto suo, di prendere un giocatore per una vol­ta senza ascoltare i consigli dei suoi collabo­ratori?

«No, ho il massimo rispetto di chi lavora con me. In una società di calcio, per come la inten­do io, non puoi non condividere le scelte. Il no­stro è un lavoro di gruppo».

Come si conciliano gli impegni di presiden­te, di manager, di moglie?

«Mi comporto come tutte le donne che lavo­rano e hanno una famiglia».

Spalletti ha detto che non ha nulla da invi­diare ai dirigenti uomini.

«Lo
ringrazio di cuore». 
Il calcio italiano sta vivendo un periodo deli­cato. Da vice-presidente di Lega che ne pen­sa?

«C’è
tanto da lavorare».

 
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Panucci: "Il derby si vince con l'entusiasmo"

Post n°2494 pubblicato il 12 Novembre 2008 da Urbe_immortale

«Il derby è una partita speciale e si vince con l'entusiasmo e la voglia di tirarci fuori da questo momento». Christian Panucci indica in un'intervista a Sky la squadra da seguire per uscire dal tunnel: «Stiamo molto meglio e vogliamo preparare questo derby al massimo. Stiamo facendo tutto il possibile per essere in condizione domenica sera e molti giocatori stanno crescendo».

Quasi un obbligo visti gli otto punti in classifica e il quartultimo posto: «È un momento no che è cominciato dalla preparazione. È stata difficile per tanti giocatori, eravamo in pochi, abbiamo iniziato male il campionato e fatto fatica. Ma ora che stiamo recuperando questi giocatori la Roma risalirà in classifica e tornerà nei posti che le competono». Per farlo dovrà vincere e segnare come un tempo: «C'è stata molta preoccupazione in questo avvio di stagione e il fatto di perdere alcune partite in campionato ci ha fatto essere timorosi, ma la nostra è la squadra che ha fatto più gol di altri e tornerà a farli perchè siamo sempre gli stessi. È impossibile continuare a fare così pochi gol».

Lui addirittura è il vice capocannoniere della squadra: «Pensa come siamo messi...». Ma nel derby non ha mai segnato: «Il derby è una partita speciale e si vince con l'entusiasmo e la voglia di tirarci fuori da questo momento. Ci sentiamo forti ma non dobbiamo guardare la classifica perchè ci viene da piangere».

La Lazio, invece, se la ride dall'alto dei suoi 14 punti di vantaggio sui cugini: «Alla Lazio vanno fatti i complimenti. Sta facendo un grande calcio ma non ci sentiamo inferiori a loro, se non per la classifica. Loro in attacco sono molto bravi ma noi dietro, quando stiamo bene, siam un'ottima difesa. Sarà un derby aperto ma abbiamo le nostre chance di vincerlo». Magari in contropiede: «Loro hanno sempre osato contro di noi e sicuramente rischieranno qualcosa. Ci possiamo aspettare le tre punte perchè credo che oseranno».

Spalletti potrebbe ripresentare il 4-1-4-1, congelando per una giornata il «nuovo» 4-4-2: «Qui decide tutto Spalletti e noi cerchiamo di assecondare le sue decisioni nel modo migliore. Il gruppo ha veramente tanto rispetto verso questo allenatore che in tre anni e mezzo ci ha dato grandi soddisfazioni. E noi a lui. Un mese e mezzo difficile non deve fare cambiare il rapporto che abbiamo con lui. Ci crediamo ancora, con lui possiamo tornare a vivere momenti belli. Ci auguriamo di potere continuare con Spalletti». E magari da gennaio con Adriano, in rotta con l'Inter: «Io faccio il giocatore, la società prenderà le proprie decisioni. Qui sono benvenuti tutti i giocatori importanti e quindi lo sarebbe pure lui».

Intanto domani sera c'è Juve-Genoa e Panucci non sarà spettatore imparziale: «Assolutamente, farò il tifo per il Genoa. Mi auguro possa fare un grande risultato, come ha già fatto con l'Inter, perché gioca molto bene».

 
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Un altro derby per Gabbo

Post n°2493 pubblicato il 12 Novembre 2008 da Urbe_immortale

Papà Sandri: «Penso a come lo preparava mio figlio. Alla Nord e alla Sud dico "vi voglio bene". Totti grande uomo, è il mio idolo»
Il fratello Cristiano: «Attestati di amore dai romanisti, domenica vincerà lo sport». Il Capitano: «Non regnerà la violenza»

Tiene le mani giunte sul tavolo Cristiano Sandri, fratello di Gabbo, e la testa sempre alta. Gli occhi fissi sembrano rivolti verso la platea di giornalisti presenti nella sala stampa della Camera dei Deputati, ma lo sguardo, così come quello del papà Giorgio seduto lì accanto, è chiaramente confuso dal ricordo e dal dolore. Dodici mesi esatti sono passati da quell'11 novembre così tristemente passato alla storia del nostro paese. Una tragedia che ha colpito tutti, come se quel colpo di pistola sparato dall'agente Spaccarotella avesse centrato il cuore degli italiani. Un anno fa eravamo tutti qui a chiedere giustizia, "giustizia per Gabriele", come sta scritto in tutte le curve d'Italia. Ma giustizia ancora non è stata fatta.

«Oggi è un giorno triste - ha detto Giorgio Sandri con un filo di voce - ma né più né meno di tutti gli altri 365 trascorsi dalla morte di mio figlio». Una delle ultime volte in cui papà Giorgio è andato a trovare Gabbo è stata lo scorso 2 novembre, giorno dedicato ai defunti: «Tornavo da Prima Porta ed ero solo in macchina quando, lungo la strada, ho deciso all'ultimo di andare a vedere Lazio-Catania. Sono andato in curva Nord ma la partita non l'ho vista perché mi sono messo dietro la gigantografia di Gabriele. Poi a un certo punto stavo per andarmene ma ho sentito come una voce che mi suggeriva di restare e sono rimasto lì fin quando la Lazio ha segnato proprio all'ultimo. Sarà stato Gabriele che voleva darmi l'ennesima gioia».

Sempre in curva, ma quella volta in Sud in mezzo ai romanisti, era stato Giorgio lo scorso marzo in occasione dell'ultimo derby, il primo dopo la morte di Gabbo. «Il gesto di mio padre e di chi lo ha invitato lì - ha aggiunto Cristiano - è stato bellissimo ed emozionante. Ma quella sera le televisioni hanno mostrato quelle immagini per appena cinque secondi e poi hanno dato risalto solo al risultato della partita. Credo invece che un fatto del genere avrebbe meritato più spazio, soprattutto quando poi mi accorgo che in occasione di incidenti viene dato enorme risalto agli episodi di violenza piuttosto che a quelli sportivi».

Derby sarà anche domenica e Cristiano è convinto che le due tifoserie lo vivranno ancora una volta nella memoria del fratello: «Tutte le iniziative organizzate a Roma in ricordo di Gabriele sono una continua testimonianza di quanto la gente ci sia vicina e di quanto non si siano lasciati sviare da una cattiva informazione che voleva collegare l'omicidio di mio fratello con fatti che nulla hanno a che fare con la sua morte. E, in vista del derby, tutti gli attestati di solidarietà, di affetto e di amore che abbiamo ricevuto in questo anno, nello specifico anche dai tifosi della Roma, mi fanno credere che domenica sera vincerà lo sport».

Un messaggio molto simile a quello che Francesco Totti aveva inviato ieri mattina attraverso il Corriere dello Sport («Sarà un altro derby senza Gabriele Sandri, scomparso proprio un anno fa. Mando un abbraccio alla sua famiglia, con l'augurio che sia un derby senza violenza»). E così papà Giorgio ha voluto ringraziare il Capitano: «Non lo conoscevo, mi ha colpito la sua sensibilità e la sua riservatezza. Ci è stato vicino nel momento più difficile per noi. So che è un grande calciatore, ma ho scoperto un grandissimo uomo. È diventato un mio idolo. Il derby mi ricorda come Gabriele preparava queste partite, con una gioia immensa. Io l'ultimo l'ho vissuto in Sud. È stata un'emozione indimenticabile vedere tutta quella gente unita nel ricordo di mio figlio. Se potessi parlare alle curve, Nord e Sud, direi "voglio bene a tutti"».

Totti è un idolo, come Gabbo che è invece divenuto il simbolo di chi ancora crede nella giustizia e che si domanda, proprio come faceva ieri Cristiano: «Perché Spaccarotella non è stato sospeso dal servizio?». Perché?

 
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Mexes ci sarà

Post n°2492 pubblicato il 12 Novembre 2008 da Urbe_immortale

E' cominciata bene per Luciano Spalletti la settimana che porta al derby con la Lazio. Alla ripresa degli allenamenti, infatti, il tecnico giallorosso ha ricevuto due buone notizie e mezza. Le buone nuove riguardano le condizioni di Doni e Mexes, che saranno entrambi a disposizione per la gara con la Lazio, e un sorriso arriva anche da Alberto Aquilani che ieri è tornato a lavorare in campo a 20 giorni esatti (si è fatto male il 22 ottobre a Londra col Chelsea) dall'infortunio al bicipite femorale della coscia sinistra.

Il portiere brasiliano, reduce dallo scontro di sabato sera con Di Vaio che gli è costato cinque punti in testa, non si è allenato ma era comunque a Trigoria con sua moglie e suo figlio e aveva già annunciato la sua presenza per domenica sera al sito brasiliano globoesporte.com, come anticipato ieri dal Romanista. «Ho parlato col medico - aveva detto il portiere brasiliano - e mi ha detto che è tutto tranquillo. Adesso va tutto bene. Ho fatto tutti gli accertamenti possibili e non mi è stato diagnosticato nulla, se non questo taglio. Non voglio fermarmi, devo solo togliere i punti». Possibile, anche se non è del tutto scontato, l'utilizzo di un casco protettivo come quello utilizzato dal portiere del Chelsea, Chech.

Per quanto riguarda le condizioni di Mexes, invece, tutti a Trigoria hanno tirato un bel sospiro di sollievo. Le avvisaglie di un suo recupero (assenza di dolore alla gamba infortunata) dopo l'infortunio muscolare di Bologna c'erano tutte, ma la certezza la si è avuta solo ieri pomeriggio quando Phil è entrato in campo ed ha cominciato a correre in compagnia del preparatore atletico Bertelli. Prima però si era sottoposto ad un'ecografia, che ha dato esito negativo: nessuna lesione muscolare e nessun versamento, merito anche della fasciatura applicata dal dottor Brozzi al momento dell'infortunio. Dopo una prima fase di lavoro differenziato si è allenato regolarmente col gruppo e ha disputato la partitella finale in cui si sono messi in mostra Taddei e De Rossi, autori di due bei gol.

Il terzo (mezzo) sorriso arriva da Alberto Aquilani. Il centrocampista dopo giorni di piscina, fisioterapia e palestra, ieri per la prima volta è tornato a correre sul campo. A seguirlo, il preparatore addetto al recupero degli infortunati, il professor Luca Franceschi. Prematuro ipotizzare un suo pieno recupero per il derby, le sue condizioni saranno valutate giorno per giorno. La cosa certa è che Alberto ci tiene in maniera particolare e vorrebbe esserci.

Gli altri. Perrotta era in permesso concordato con la società mentre Menez è stato vittima di un piccolo contrattempo. A causa dello sciopero che ha coinvolto i dipendenti dell'Alitalia, Jeremy ha perso l'aereo che da Parigi lo avrebbe dovuto riportare nella capitale in tempo per presentarsi a Trigoria all'orario stabilito. Il francese è arrivato a Roma quando i suoi compagni avevano già finito di allenarsi, ed ha lavorato da solo.

Vista la squalifica di Pizarro, fermato ieri per una giornata dal Giudice Sportivo che ha anche multato la Roma di 1000 euro (per responsabilità oggettiva per aver ingiustificatamente ritardato l'inizio della gara di circa tre minuti), dal punto di vista tattico Spalletti dovrebbe tornare all'antico e abbandonare il 4-3-1-2 per fare ritorno al più solido 4-1-4-1 dando sempre più fiducia alla vecchia guardia. In difesa Panucci dovrebbe riprendersi il posto di terzino destro ai danni di Cicinho e Tonetto, che uscendo da Trigoria ha detto di stare bene e di sentirsi pronto per domenica, potrebbe giocare a sinistra. A centrocampo, invece, dovrebbe rientrare dal primo minuto Taddei.

 
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Un azionista: "Voi incapaci di fare di calcio!"

Post n°2491 pubblicato il 12 Novembre 2008 da Urbe_immortale

Tra gli interventi dei soci, quello più significativo e appassionato è stato quello di Fabio Palma. Che di seguito riporto integralmente. «Cosa dire? Il bilancio è buono, no? Perfettamente redatto e presentato a noi. Ma dovremmo essere contenti? Non è così, noi non siamo una società forte. Siamo l'unica società che non ha beni, non ha mezzi. Sono dieci anni che parliamo dello stadio e lasciamo fare i belli ai politici sul nostro nome. Sono dieci anni che ne parliamo ma di fatto non cambia nulla. Siamo gli unici che non possiedono un centro sportivo: siamo in affitto e investiamo a Trigoria per qualcosa che non è nostro. Non abbiamo beni di proprietà e l'affitto di Trigoria è anche particolarmente alto. Noi facciamo addirittura anche la preparazione estiva a Trigoria, che notoriamente ad agosto è uno dei posti più freschi e più salubri che ci siano in Italia. Noi siamo una fabbrica di calcio e come tale bisogna rinnovare il nostro parco tecnico, cioè comprando i giocatori. Invece qui si parla ancora di autofinanziamento. Noi non investiamo nel futuro, soltanto nel presente. In passato qualche soddisfazione ce la siamo tolta, è vero, ma adesso abbiamo buoni giocatori, abbiamo pochi ottimi giocatori, e molti pagati come campioni, ma che campioni non sono. Manca carattere e orgoglio. Gli allenamenti sono scarsi. Stiamo lottando per salvarci e questo ancora non è entrato in testa né a voi, né ai dirigenti, né tanto meno alla squadra che continua ad essere supponente. Oggi riprendono gli allenamenti dopo tre giorni di riposo, quando si giocherà una partita importante, cioè il derby, domenica? Ci alleniamo poco e male. Siamo legati ad una gestione familiare della società che ci sta portando alla rovina. E il merchandising si fa soltanto tramite canali dei Sensi. Le magliette possono essere vendute solo tramite gestioni che possono essere riconducibili ai Sensi. I loro interessi vengono prima di quelli della Roma. Anzi, i loro interessi si riflettono in quelli della Roma. È vero, siamo stati messi anche all'ottavo posto come importanza delle squadre, ma le sette squadre hanno tutte il loro stadio di proprietà e un giro di introiti molto più alto. L'A.S. Roma, c'è poco da fare, rimane una squadra di seconda fascia, indipendentemente dai risultati sportivi. Tutti gli anni ci diciamo le stesse cose. Abbiamo un sito internet che fa schifo, ci tengo ad usare questo termine, è un sito che fa schifo. Un sito che dovrebbe servire, oltre che per dare informazioni, anche per fare soldi. E invece niente. Noi lo lasciamo così e lo abbiamo abbandonato. Serve più attenzione e più rispetto per i tifosi: sono sempre meno allo stadio. Si è parlato addirittura di uno stadio Olimpico a cinque stelle. Anche l'Olimpico fa schifo: è indecoroso, non si vede niente ed è sempre sporco. Non so come si veda la partita in tribuna d'onore. Nonostante possa accedervi, non ci sono mai andato. I biglietti sono troppo cari, anche rispetto ad altri stadi che sono di proprietà delle società e sono bellissimi. Un'altra cosa: mi stupisco. Perché qui non c'è il signor Marra? Dopo la sua vergognosa lettera ai giornali, facendo finta di essere un tifoso quando tifoso non è, e non ci si riscopre tifosi a 60 anni. Tutti i consiglieri sono legati alla famiglia Sensi, tranne tre che però al momento non ci sono: è assurdo. La campagna acquisti è stata sbagliata. Tutte le squadre adesso puntano sui giovani e noi non abbiamo osservatori, visto che risparmiamo anche su questo. Bruno Conti, che era l'unico bravo, lo abbiamo messo a fare altro. Noi facciamo calcio solamente la domenica, viviamo in perenne silenzio stampa. Dirigenti e calciatori non si vedono, siamo sempre assenti. Il calcio non si fa la domenica, si fa tutta la settimana. Qui non si parla mai e non parla mai nessuno. Tutti gli interventi sono cominciati ringraziando il presidente Sensi e la famiglia Sensi. Io invece direi che è ora che siano i Sensi a ringraziare noi. Sia noi investitori, sia soprattutto noi tifosi. I tifosi non possono nemmeno andare in trasferta perché formalmente siamo facinorosi. E quando ci sono state mosse queste accuse, la società dove era? Per caso ci stava vicino? Manco per niente. La società se ne frega. So che il mio intervento è stato inutile, sarà così perché tanto le cose non cambieranno».
Dopo le risposte del Cda il socio Fabio Palma ha preso di nuovo la parola. «Spero, per quanto mi riguarda, che venga costruito lo stadio. Voi comunque non siete in grado di fare calcio. Montella ci costa 40 miliardi e il nuovo contratto fatto ad Okaka è troppo alto. Della campagna acquisti si è parlato come se fosse solamente responsabilità di Spalletti. E poi, c'è un evidente conflitto di interessi nel Cda, visto che ben tre persone fanno parte della famiglia Sensi e quindi non voteranno mai contro se stesse. Un azionista che controlla se stesso non metterà mai in discussione il suo operato. Avremmo preferito un consiglio fatto di professionisti».

 
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La Sensi assente perchè il dolce attesa: "La Roma avrà lo stadio"

Post n°2490 pubblicato il 12 Novembre 2008 da Urbe_immortale

Assente, perché ammalata (ma si tratterebbe di una "dolce malattia" perchè Rosella sarebbe in dolce attesa), Rosella Sensi spedisce una lettera agli azionisti: «Lo stadio è un progetto. Lo realizzeremo presto. C'è anche il consenso politico di questa giunta comunale».

Poi è la volta delle domande, ma sono proibite quelle che riguardano il magnate Usa e la trattativa con l'Inner Circle di quest'estate! «Non è all'ordine del giorno».

All'ordine del giorno c'è un presente con un bilancio in attivo di quasi 18,7 milioni ma un futuro che preoccupa. La Mazzoleni: «Se non si va in Champions il livello della squadra sarà adeguato a quello della competizione da affrontare».

Fortunatamente la dirigenza ha avuto la decenza di non aumentare gli stipendi degli amministratori. Nel nuovo Cda, con Maria Sensi, ecco Roberto Cappelli, l'avvocato Unicredit.

«No, di questo argomento non si può parlare». C'era scritto "Richiesta chiarimenti agli amministratori sulla trattativa con la Inner Circle Sports per l'eventuale cessione della società" nel modulo da compilare per chiedere di intervenire durante l'assemblea degli azionisti dell'A.S. Roma che si è tenuta ieri. «Non è compreso nell'ordine del giorno». Vero in parte, perché all'ordine del giorno c'era la nomina degli amministratori e quasi tutti i "nuovi" sono anche i "vecchi". All'ordine del giorno mancava anche l'unico strumento di democrazia interna possibile, che possa consentire ai soci di discutere anche di altri argomenti, visto che l'azionista di maggioranza non ha mai convocato assemblee "ad hoc" che non fossero quelle dedicate al bilancio: si tratta della voce "Varie ed eventuali", secondo la prassi del diritto societario.

Se la Roma non si dovesse qualificare per la prossima Champions League, il livello tecnico della squadra molto probabilmente scenderà. È uno dei punti-chiave, per quanto riguarda l'aspetto sportivo del club, emersi dall'assemblea degli azionisti che si è tenuta ieri a Trigoria. Se dovessero venir meno i proventi derivati dalla partecipazione alla più importante competizione europea, infatti, «si faranno scelte per mantenere un livello tecnico adeguato alle competizioni che si andranno ad affrontare e terremo conto del nostro grado di competitività a cui ci dovremmo rapportare». Questa è stata una delle risposte della responsabile di pianificazione e controllo dell'A.S. Roma Cristina Mazzoleni. Ha risposto lei, data l'assenza dell'amministratore delegato Rosella Sensi (motivi di salute, legati, sembra, ad una gravidanza alle prime settimane). Si continuerà con l'autofinanziamento, quindi. Era stato anche chiesto se all'orizzonte potessero prevedersi aumenti di capitale o cessioni importanti, ma non è stata data risposta. Nel breve periodo, però, non è detto che la società non torni sul mercato a gennaio. «Valuteremo le possibilità che si proporranno, compatibilmente con il budget a disposizione».

Dall'aspetto tecnico, a quello societario. Approvato il bilancio con l'utile più elevato degli ultimi anni: 18.699.218 euro, di cui neanche uno nelle tasche dell'azionista di maggioranza, come è stato specificato rispondendo a una precisa domanda. Resta invariato anche il tetto degli stipendi degli amministratori (1.500.000 euro lordi), compreso quindi quello dell'ad Rosella Sensi (1.100.000 euro lordi all'anno). Compensi «più contenuti di quelli delle altre società quotate in borsa e in linea con quelli di altre società calcistiche». È stato nominato il nuovo Consiglio di Amministrazione, con l'ingresso di Maria Sensi e dell'avvocato di Unicredit Roberto Cappelli, e nominato il nuovo collegio sindacale. Confermati il presidente Marco Lacchini e Alberto Dello Strologo, Lamberto Sanvitale ha preso il posto di Giorgio Palasciano. Confermati anche i sindaci supplenti Cavicchia e Spanò.

La novità più importante, però, già contenuta nella lettera scritta dalla stessa Rosella Sensi (e letta dal vicepresidente Di Martino): la Roma intende dotarsi di uno stadio di proprietà. «Non è solo un obiettivo - ha detto nella sua risposta la Mazzoleni - ma un progetto concreto. Vogliamo seguire il modello all'inglese e dotarci di un impianto che possa essere polifunzionale, che possa garantire ai nostri tifosi il massimo della fruibilità e della sicurezza e che possa diventare un luogo di intrattenimento non solamente in ambito calcistico. Pensiamo, infatti, a spazi e strutture che possano essere utilizzati per scopi diversi. L'amministrazione cittadina è d'accordo, alcune novità legislative favoriranno la realizzazione del nostro progetto, che può ritenersi a breve e medio termine».

Di Soros non si poteva parlare, di campagna acquisti passata sì. «Direttore sportivo e allenatore hanno deciso in linea con il budget. Riteniamo corrette le nostre scelte» ha risposto la Mazzoleni. Di campagne acquisti future, si parlerà molto a lungo. Soprattutto se la Roma non andrà in Champions League.

 
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