Creato da alicelodice il 30/09/2011
se ne ha voglia però!
 

 

Una Madre

Post n°75 pubblicato il 07 Gennaio 2014 da alicelodice

Madre apprensiva tiene il figlio chiuso in gabbia per 40 anni


Una donna avrebbe tenuto il figlio chiuso in un box per oltre 40 anni "per proteggerlo". La storia incredibile è emersa ora che la donna, ormai ottantenne e vedova, ha lanciato un appello per trovare qualcuno che si prenda cura del figlio dopo che lei sarà morta.

La donna, Waimei Peng, racconta che suo figlio Weiqing quando era piccolo aveva avuto una febbre molto alta, che avrebbe causato lesioni cerebrali: inoltre da quando aveva sei anni il bambino aveva iniziato anche ad avere episodi di autolesionismo ed attacchi epilettici.

 

 


Per affrontare il problema, la donna ed il marito non hanno avuto idea migliore che rinchiudere Weiqing in una gabbia, anche perché non avevano i soldi per farlo visitare da uno specialista. Nel corso degli anni, poi la gabbia è stata semplicemente ingrandita (non di molto, va detto).

 


Non si quale sarà il futuro di Weiqing, che oggi ha 48 anni: il rischio concreto e che neppure in futuro riesca ad avere quella assistenza specialistica cha gli avrebbe dato la possibilità di una vita certamente più normale che rinchiuso in gabbia.

(WEB)

Onestamente non mi sento di dare dei giudizi in merito a questa notizia....indubbiamente c'è un disagio sociale incredibile.....una famiglia di povera gente e non povera in senso dispregiativo, povera perchè non ha potuto permettersi di fare a vere al figlio cure adeguate che gli permettessero di avere una assistenza adeguata alla patologia di cui soffre da quando era piccolo......

Una madre per il figlio fa qualsiasi cosa.....anche a costo di imprigionarlo a vita.

Alice

 

 

 

 

 

 

 

 

 
 
 

6 gennaio 2013

Post n°74 pubblicato il 06 Gennaio 2014 da alicelodice
 

 

 

Batture finali e finale in questo modo arghhhhhhhhhhh basta mangiare da domani si torna alla normalita'....ovvero io riprendero' la mia dieta anche se devo dire che sn stata abbastanza brava durante le feste....avro' preso al massimo due kili.....ero a dieta da settembre quindi ci puo' stare insomma, le tentazioni ci sono state e anche i peccati di gola ovviamente.

Da domani RIGA si torna alle origini.......oltre al tornare a lavorare che nonostante tutto non mi dispiace nemmeno.

Fino a stasera sono ancora giustificata quindi.......da mezzanotte scatta l'ora X ahahahaha digiuno assoluto.

Oggi è una bellissima giornata sembra primavera roba da metterci la firma per continuare ad avere una stagione del genere!!!!!

Buona Befana a tutte/i ...ciao!!!

Alice

 
 
 

Giappone Cat's

Post n°73 pubblicato il 04 Gennaio 2014 da alicelodice



Un gatto-capostazione


Nella città di Kinokawa, in Giappone, c'è una stazione molto particolare. Il capostazione infatti Tama, un gatto.

L'incarico è nato quasi per caso, quando la compagnia ferroviaria che gestiva la stazione è stata acquisita e la stazione è stata ristrutturata. L'adiacente edificio, acquisito per espandere la stazione, ospitava un rifugio per gatti, e la donna che lo gestiva ha chiesto che la nuova stazione ospitasse i gatti, per evitare che fossero sfrattati.




Quando il manager a cui è stata fatta questa richiesta ha visto Tama, lo ha subito immaginato come capostazione: un'idea che sperava che portasse fortuna e così è stato. Tama è diventato subito una star, con apparizioni in spot pubblicitari e molti curiosi che vengono a visitare la stazione "gestita" dal gatto.

Addirittura, recentemente è stato disegnato anche un treno-gatto, dedicato a Tama, progettato dal designer Eiji Mitooka.


 

 

Mia figlia si è sposata a fine Agosto 2013 e in viaggio di nozze è andata in giappone.
Noi amiamo molto gli animali e in particolar modo i gatti.
A Osaka si sono imbattuti in un bar esattamente uno dei tanti Cat Cafe' nei quali è possibile bere un caffè o un the e coccolare i gatti.
E' importante sapere che entrando in quei locali si entra in casa dei felini e quindi vige il massimo rispetto....mi diceva ad esempio che se dormono non si possono svegliare e altro ancora.....
Via le scarpe, disinfettate le mani e tra un caffe' e un altro e' possibile giocare, accarezzare e coccolare gli animali.

Guardate un po' :




Non oso immaginare cosa potrebbe accadere se in Italia aprissero un locale del genere.......no non vogliono nemmeno pensarlo....indubbiamente penserebbero prima al business e poi FORSE al rispetto e all'amore per i gatti....

Italiani....brava gente!

Alice



 

 
 
 

futurando!

Post n°72 pubblicato il 03 Gennaio 2014 da alicelodice
 

Ultimamente mi capita di pensare a come potra' essere la vita fra 50 anni.....ovviamente non ci saro' piu' e quindi provo a dare forma a un'idea di futuro abbastanza lontano ma nemmen troppo se vogliamo.....così per curiosita' mi sn messa a girovagare in rete leggendo diverse ipotesi e questa la voglio condividere con voi......fermo restando che sono d'accordo con il finale di questo articolo!!!!

 

 

 

Come cambierà la vita di ogni giorno tra 50 anni? Alcune ipotesi di New Scientist

 

Ognuno di noi nella propria vita si sarà trovato a pensare come sarà il mondo tra 50 anni. Come sarà cambiata la medicina, la tecnologia, e come questa innovazione avrà cambiato la nostra vita? Per festeggiare i 50 anni dalla fondazione della rivista scientifica 'New Scientist', spinti dall'osservazione dei cambiamenti dal 1956 ad oggi, alcuni degli scienziati di maggior rilievo al mondo si sono cimentati in previsioni futuristiche su come sarà cambiato il mondo in cui viviamo tra 50 anni esatti, quindi nel 2056.

Il rischio è che si diventi tutti vegetariani dopo che, grazie ad un dispositivo, saremo in grado di capire i pensieri e le emozioni degli animali. Quindi, secondo il direttore del Fisheries Centre at the University of British Columbia Daniel Pauly, sapere cosa prova un animale mentre lo stiamo uccidendo per mangiarlo, scoraggerebbe moltissime persone dal consumarne le carni.

Brutte notizie per chi si aspetta grandi passi avanti nella scoperta di forme di vita aliene, mentre buone nuove giungeranno dalla medicina, che allungherà non poco la nostra vita. Dalla University of Michigan la parola del professore di patologia Richard Mugnaio suona come un rincuorante sentenza: "Tra 50 anni avremo una generazione di centenari con la stessa forza e salute dei sessantenni di oggi". Il tutto grazie alla previsione da parte degli scienziati di riuscire a comprendere i processi che portano all'invecchiamento molecolare.

Proprio il settore della medicina subirà le evoluzioni maggiori, in particolar modo nel campo del trapianto di organi: Non sarà più necessario prelevare gli organi da persone decedute, in quanto questi si potranno "coltivare" nel corpo di animali. In questo modo quando una persona avrà la necessità di un trapianto "sarà sufficiente contattare l'allevatore, fornire tutte le caratteristiche e le incompatibilità del paziente, per avere a disposizione in un tempo infinitamente più breve l'organo da trapiantare" sostiene Bruce Lahn, genetista presso la University of Chicago.

"Una migliore conservazione del tessuto ovarico" sostiene dalla Stanford University Carl Djerassi "allungherà il periodo di fertilità delle donne fino ad un decennio in più rispetto ad oggi; aggiungendo la possibilità di estrazione degli ovuli in gioventù, sono forti le possibilità di trovarci in mezzo ad un'altra rivoluzione sessuale".
Sesso i cui misteri sul suo piacere saranno completamente svelati, andando a risolvere tutte le problematiche che le malattie sessuali comportano, secondo le parole di Beverly Whipple segretario generale della World Association for Sexual Health.

Ellen Heber-Katz invece, dal Wistar Institute di Philadelphia, comunica che tra 50 anni saremo in grado di rigenerare i tessuti e gli organi di quasi tutto il nostro organismo, grazie alla produzione di medicinali realizzati ad hoc per favorire la crescita della maggior parte dei nostri organi, cuore incluso.

Nell'ipotesi in cui il pianeta terra non fosse più sufficiente (o peggio se si andasse incontro ad una catastrofe globale) l'uomo proverà a costruire una colonia autosufficiente sul pianeta Marte, grazie - come sostiene Richard Gott della Princetown University - alla conoscenza più approfondita dell'universo.
Universo del quale attualmente siamo "solo" in grado di spiegare cosa successe dopo l'esplosione chiamata Big Bang, ma dalle parole di Sean Carroll, fisico al California Institute of Technology, traspare la speranza di giungere a conoscenza di ciò che successe prima dell'esplosione che generò galassie, stelle e pianeti.

Come detto in precedenza, le probabilità che gli alieni vengano a trovarci sembrano piuttosto remote, ma ciò non esclude affatto la possibilità che si riesca ad entrare in contatto con loro. Questo lo sostiene Freeman Dyson da Princeton (Institute for Advanced Study), il quale aggiunge che le forme di vita intelligente, pur non potendo escluderne l'esistenza, sembrano più rare di quello che abbiamo sperato finora. Per il medesimo motivo però, al momento in cui la loro esistenza sarà provata e verificata, sarà molto più semplice entrarci in contatto.

Chris McKay della Nasa è convinto che la differenza tra gli esseri umani e gli extraterrestri è molto simile a quella che - ad esempio - distingue un cinese da un inglese. Il punto sta nell'idea diffusa (promossa anche dalla cinematografia) che gli alieni si debbano cercare in posti molto lontani da noi. Così non è secondo la visione del fisico Paul Davies, dell'Arizona State University, che afferma "Potremmo avere degli alieni anche adesso, proprio qui sotto i nostri occhi; quando scopriamo un nuovo microbo è complicato stabilire se si tratta di una forma di vita terrestre o meno. E la maggior parte degli organismi è microbica".

Senza dubbio la risposta più pragmatica e disincantata, è giunta dalla Harvart University, grazie allo psicologo Steven Pinker secondo il quale, chiedere di immaginare il futuro tra 50 anni sembra più che altro un invito a dire un sacco di sciocchezze!

alice

 

 
 
 

vorrei....

Post n°71 pubblicato il 03 Gennaio 2014 da alicelodice

 

 

Vorrei una scuola all'altezza delle mie aspettative......

Ho letto l'articolo che postero' qua rispetto a un modello di scuola dell'infanzia che si è perso nel tempo aimè......desiderio di poter tornare a lavorare come  almeno una decina di anni fa, facendo sentire i bambini protetti ma non solo fisicamente (questo gia' avviene) ma a livello di pensiero, di cuore.....beh se vi va leggetevi l'articolo che secondo me merita davvero.

http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/11/19/pedagogia-fuori-i-bambini-dallaula/782386/

 

Pedagogia, fuori i bambini dall'aula!


Salviamo i bambini dalla prigione delle nostre aule. Sì, avete letto bene. Dobbiamo far uscire i nostri ragazzini dalle classi: abbattere le mura dei nostri istituti. C'è un'urgenza: dobbiamo tornare a farli correre, saltare, giocare, in mezzo a un campo, nei giardini delle nostre scuole. Far loro respirare l'aria. Portarli a vedere un fiume o educarli a girare una città prendendo la metropolitana o il treno. Abbiamo bisogno di tornare a sporcarci le mani, a usarle per digitare sulla tastiera del tablet e per toccare la terra, le foglie, gli alberi, le lumache. Abbiamo necessità di insegnare ai bambini ad andare a scuola da soli, nonostante molti dirigenti in questi anni abbiano costretto i genitori a prelevare i ragazzi a scuola.

Di questo si è parlato sabato a Bologna al convegno promosso dalla rivista "Infanzia" , dal settore istruzione Comune di Bologna, dalla Fondazione Villa Ghigi e dall'Università presso il teatro "Testoni Ragazzi". La chiamano Outdoor education e in altri Paesi europei è realtà. A Bologna da anni, alcune scuole dell'infanzia, ma anche qualche primaria, hanno incluso nella loro esperienza questa pratica in giardini e cortili progettati con e per i bambini; uscendo e dormendo in un bosco con bimbi della materna; coinvolgendo i genitori in percorsi nella natura; imparando a prendere un autobus per andare a visitare un orto sociale. Don Lorenzo Milani, profeta del nostro tempo, già sessant'anni fa, faceva lezione sotto un albero e aveva accanto alla canonica una piscina per i ragazzi. Le immagini della scuola di Barbiana fotografano don Milani che passeggia tra i boschi con i bambini; ragazzi impegnati a costruire una libreria, intenti a dipingere sul sagrato della canonica.

Nel 2000, il timore dettato dalla burocratizzazione della scuola, dall'obbligo di documentare ogni piccolo incidente del bambino (dalle sbucciature del ginocchio, alla casuale epistassi, alla caduta dovuta a uno spintone del compagno) ha reso i dirigenti scolastici dei tristi esecutori o interpreti della legge privi di un sogno pedagogico. L'iper protezione - come hanno affermato gli esperti intervenuti al convegno - è tanto amorevole quanto dannosa: teniamo i bambini al sicuro, agli arresti domiciliari o scolastici; nessun attrito, nessuna possibilità di inciampare, di capire che la realtà è affascinante da conoscere perché è anche difficile, ruvida, a volte ostile. Forse dobbiamo iniziare a fare meno test con i nostri bambini, a cancellare dal dizionario le parole somministrare, verificare, interrogare per usare i verbi correre, lanciare, saltare.

L'Outdoor education ci insegna che le nostre scuole vanno ripensate, ristrutturate mettendo al centro il bambino: vanno rimodellati gli spazi, i giardini; dev'essere rottamata l'idea di un solo intervallo di dieci minuti su otto ore di scuola; dobbiamo creare momenti in cui i nostri ragazzi possano entrare e uscire dall'aula senza dover fare come in carcere "la domandina". La scuola deve diventare come una casa, un luogo accogliente. Nelle immagini presentate al convegno di Bologna ce n'è una che mi ha fatto riflettere: un gruppo di bambini che si divertono a giocare saltando nelle pozzanghere. Ecco, in quella fotografia, c'è il sogno di una nuova pedagogia che fa della nostra scuola non l'industria dell'obbligo, ma un cantiere dove sperimentare il senso di libertà.

Buona giornata e felice epifania .

Alice

 

 
 
 

 

 

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I bambini imparano ciò che vivono e sentono!!

Se un bambino vive nella critica
impara a condannare.

Se un bambino vive nell'ostilità
impara ad aggredire.

Se un bambino vive nell'ironia
impara ad essere timido.

Se un bambino vive nella vergogna
impara a sentirsi colpevole.

Se un bambino vive nella tolleranza
impara ad essere paziente.

Se un bambino vive nell'incoraggiamento
impara ad avere fiducia.

Se un bambino vive nella lealtà
impara la giustizia.

Se un bambino vive nella disponibilità
impara ad avere una fede.

Se un bambino vive nell'approvazione
impara ad accettarsi.

Se un bambino vive nell'accettazione
e nell'amicizia
impara a trovare l'amore nel mondo

 

 

Guarda chi c'è!

 

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La prima grande regola della vita
è sopportare con pazienza cio' che
ci accade........


La seconda è rifiutarsi
di sopportare con pazienza....


La terza (la piu' difficile)
essere capaci di distinguere
fra le prime due!!!!

 

 

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